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Con ciò l'Oriente ortodosso non rifiuta ogni relazione eterna tra il Figlio e lo Spirito Santo nella loro origine a partire dal Padre. San Gregorio Nazianzeno, grande testimone delle nostre due tradizioni, contro Macedonius che chiedeva: "Che cosa manca dunque allo Spirito per essere il Figlio, poiché se non gli mancasse nulla esso sarebbe il Figlio?", precisa: "Non diciamo che non gli manca nulla, poiché nulla manca a Dio; ma è la differenza della manifestazione, se posso dire, o della relazione tra di loro (ths pròs allhla sxéseos diaforon) che crea anche la differenza della loro appellazione" ( Discorso 31, 9, SC 250, 290-292).

Tuttavia l'Oriente ortodosso esprime felicemente tale relazione per mezzo della formula dià tou Yiou ekporeuomenon (che trae la sua origine dal Padre per mezzo o attraverso il Figlio). Già san Basilio diceva dello Spirito Santo: "Per mezzo del Figlio (dià tou Yiou), che è uno, egli si ricongiunge al Padre, che è uno, e completa con se stesso la beata Trinità degna di ogni lode ( Trattato sullo Spirito Santo , XVIII, 45, SC 17 bis, 408). San Massimo il confessore dice: "Per natura (fusei) lo Spirito Santo, nel suo essere (kat' ousian), trae sostanzialmente (ousiodos) la sua origine (ekporeuomenon) dal Padre per mezzo del Figlio generato ( di' Yiou gennhthéntos)" ( Quaestiones ad Thalassium , LXIII, PG 90, 672 C). Ciò si ritrova in san Giovanni Damasceno:"(o Pathr) aeì hn, eon ex eautou th autou logon, kaì dià tou logou autou ex eautou tò Pneuma autou ekporeuomenon", ciò che si traduce con: "Io dico che Dio è sempre Padre avendo egli sempre a partire da se stesso il suo Verbo e per mezzo del suo Verbo avendo egli il suo Spirito proveniente a partire da lui" ( Dialogus contra Manicheos 5, PG 94, 1512B, ed. B. Kotter, Berlino 1981, 354; cf. anche PG 94, 848-849A).

Tale aspetto del mistero trinitario è stato confessato anche davanti al VII concilio ecumenico, riunito a Nicea nel 787, dal patriarca di Costantinopoli san Tarasio, che sviluppa il simbolo come segue: "tò Pneuma tò agion, tò Kurion kaì zoopoion, tò ek tou Patròs di' Yiou ekporeuomenon" (Mansi, XII, 1122D).

Tale insieme dottrinale testimonia della fede trinitaria fondamentale così come l'Oriente e l'Occidente l'hanno professata insieme durante l'epoca dei padri. Esso è la base che deve servire alla continuazione del dialogo teologico in corso tra cattolici e ortodossi.

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