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Il Filioque
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Cattolico_Romano
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Registrato il: 03/10/2008
Registrato il: 01/11/2008
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05/11/2008
20:01
La dottrina del
Filioque
deve essere compresa e presentata dalla chiesa cattolica in un modo che essa non possa sembrare contraddire la monarchia del Padre né il fatto che egli è la sola origine (arxh, aitia) dell'ekporeusis dello Spirito. Il
Filioque
si situa infatti in un contesto teologico e linguistico diverso da quello dell'affermazione della sola monarchia del Padre, unica origine del Figlio e dello Spirito. Contro l'arianismo ancora virulento in Occidente, esso era destinato a mettere in risalto il fatto che lo Spirito Santo è della stessa natura divina del Figlio, senza mettere in causa l'unica monarchia del Padre.
Presentiamo qui il senso dottrinale autentico del
Filioque
sulla base della fede trinitaria del simbolo professato dal secondo concilio ecumenico a Costantinopoli. Diamo tale interpretazione autorizzata nella consapevolezza che il linguaggio umano è inadeguato a esprimere il mistero ineffabile della santa Trinità, Dio unico, che va al di là delle nostre parole e dei nostri pensieri.
La chiesa cattolica interpreta il
Filioque
in riferimento al valore conciliare ed ecumenico, normativo e irrevocabile della confessione di fede sull'origine eterna dello Spirito Santo così come l'ha definita nel 381 il concilio ecumenico di Costantinopoli nel suo simbolo. Tale simbolo è stato conosciuto e accolto da Roma soltanto in occasione del concilio ecumenico di Calcedonia nel 451. Nel frattempo, sulla base dell'anteriore tradizione teologica latina, i padri della chiesa d'occidente quali sant'Ilario, sant'Ambrogio, sant'Agostino e san Leone Magno, avevano confessato che lo Spirito Santo procede (
procedit
) eternamente dal Padre e dal Figlio.
[2]
Così come la Bibbia latina (la Volgata e le traduzioni latine anteriori) aveva tradotto Gv 15,26 (parà tou Patròs ekporeuetai) con "
qui a Patre procedit
", i latini hanno tradotto l'ek tou Patròs ekporeuomenon del simbolo di Nicea-Costantinopoli con "
ex Patre procedentem
" (Mansi VII, 112
. Si creava così involontariamente, circa l'origine eterna dello Spirito, una falsa equivalenza tra la teologia orientale dell'ekporeusis e la teologia latina della
processio
.
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