00 06/11/2008 18:04
Elemento tipico e tra i principali della società medioevale, il feudalesimo può riacquistare connotati precisi soltanto se ci liberiamo, oltre che degli abusi linguistici cui accennavo sopra, anche delle utilizzazioni arbitrarie e generiche del concetto. Esemplare (in questo senso) l'uso che del termine fece Marx e hanno poi fatto e fanno i marxisti. Per essi, com'è noto, a caratterizzare e a distinguere le varie epoche storiche sono i rapporti di produzione, che determinano tutti i più vari aspetti della vita umana, da quelli spirituali a quelli istituzionali, da quelli sociali a quelli politici. Per essi, dunque, il feudalesimo è individuato non da elementi come il vassallaggio o il feudo, considerati del tutto secondari, in quanto "sovrastrutturali", ma dall'appropriazione del lavoro delle masse rurali da parte dei "signori"; esso sarebbe, dunque, una delle fasi che ogni popolo, nel suo fatale sviluppo economico, deve attraversare, dopo il sistema basato sullo schiavismo e prima di quello basato sullo sfruttamento capitalista, opera della borghesia, cui seguirà l'avvento della mitica società senza classi, la quale dovrebbe realizzare il paradiso su questa terra e porre fine, sopprimendo ogni contraddizione economica, alla storia.

Ora, non è questa la sede per dimostrare la fallacia della teoria o per esemplificare la debolezza delle sue applicazioni. Basterà dire che gli storici seri e liberi prescindono ormai totalmente da queste categorie, cui la realtà medioevale si ribella in modo particolare. Del resto, è possibile trovare una conferma immediata di questa affermazione da un lato nella inconsistenza e nella genericità delle opere che tentano di mantenersi fedeli a questa impostazione, e dall'altro nelle divergenze che tra gli storici e i teorici marxisti si sono avute e si hanno sia nella caratterizzazione del sistema feudale sia nella definizione dei tempi e dei modi che avrebbero segnato la transizione dal sistema feudale a quello capitalistico (3). Ma già lo stesso Marx si era espresso su questi temi in modo confuso, generico e contraddittorio (4).

A queste considerazioni occorre però aggiungere che, anche in storici non marxisti, si ritrova una eccessiva dilatazione del concetto che viene impiegato per etichettare realtà diverse e inassimilabili, come per esempio ogni periodo in cui si assista a un indebolimento del potere statale centrale (5). Di qui l'uso del termine a proposito delle società di certi periodi di crisi dell'antico Egitto o della Cina, o, magari, a proposito di società africane o dell'America pre-colombiana. L'approfondimento degli studi impone, viceversa, sempre più un uso del termine limitato al Medioevo cristiano (6); anche il caso che più potrebbe essere avvicinato a quello europeo, il caso del Giappone, presenta tuttavia differenze di sostanza tali da richiedere un discorso a parte (7).

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