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Questa è dunque la tesi di Ario e di Eunomio [cfr. S. agost., De Haeres 49, 54]. E sembra che essa sia derivata dalle dottrine dei Platonici, i quali ammettevano un Dio sommo, padre e creatore di tutte le cose, da cui sarebbe sgorgata dapprima una mente^ superiore a tutti gli altri esseri, nella quale sarebbero le forme di tutte le cose, e che essi denominavano " intelletto paterno " ; ad essa sarebbe seguita l'anima del mondo; e finalmente le altre creature. Perciò quello che la Sacra Scrittura dice del Figlio di Dio, essi lo applicavano alla mente suddetta: specialmente perché i libri santi chiamavano il Figlio di Dio " sapienza di Dio )), e " Verbo di Dio )). Con codesta opinione concorda la teoria di Avicenna [cfr. Metaph., tract. 9, e. 4], il quale sopra l'anima del primo cielo ammetteva un'intelligenza prima, che muove il primo cielo, e sopra di essa e al vertice di tutto, collocava finalmente dio.

Perciò gli Ariani immaginarono che il Figlio di Dio fosse una creatura superiore a tutte le altre creature, mediante la quale Dio avrebbe creato tutte le cose: specialmente perché alcuni Filosofi avevano insegnato che le cose sarebbero derivate dal primo principio con un certo ordine, cosicché mediante il primo essere creato sarebbero stati creati tutti gli altri.



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