00 18/12/2008 13:00
ROMA.

L’articolo è in pagina interna e un po’ defilato, ma la durezza della replica dell’Osservatore Romano alle parole di Gianfranco Fini sul silenzio della Chiesa di fronte alle leggi razziali del 1938 è tutt’altro che nascosta. «Sorprende e amareggia il fatto che uno degli eredi politici del fascismo – che dell’infamia delle leggi razziali fu unico responsabile e dal quale pure da tempo egli vuole lodevolmente prendere le distanze – chiami ora in causa la Chiesa cattolica», scrive il quotidiano della Santa Sede. Nel far questo il presidente della Camera avrebbe dimostrato «approssimazione storica e meschino opportunismo politico». Parole inequivocabili quelle rivolte alla terza carica dello Stato italiano. Prima della conclusione, l’articolo ha passato in rassegna le parole di Fini, pronunciate in occasione di un convegno per il 70° dei provvedimenti razziali, e le ha fatte seguire da alcune delle repliche che ha provocato, suscitando, si sottolinea, «stupore e molte polemiche». «Politici, storici e media sono intervenuti per correggere o sostenere le affermazioni di Fini», ricorda il quotidiano diretto proprio da uno storico, Giovanni Maria Vian. Tra gli esempi di confutazione che vengono citati, le interviste degli storici Francesco Malgeri e Andrea Riccardi alla 'Radio Vaticana' e il corsivo di Pierluigi Battista apparso sulla prima pagina del 'Corriere della Sera' di ieri con il titolo «I silenzi di un Paese intero». Di recente anche il direttore del giornale milanese Paolo Mieli era intervenuto, in un’intervista proprio al giornale vaticano, a favore di Pio XII nelle ricorrenti polemiche sui suoi presunti silenzi. Infine, viene ricordata anche l’edizione on line di 'Avvenire', che martedì parlava di uno scivolone di Fini, associandolo nella critica a Walter Veltroni, il quale si era detto d’accordo con lo storico avversario politico. Il presidente della Camera ha provato a replicare, facendo trapelare dal suo entourage una dichiarazione secondo la quale «opportunismo sarebbe stato far finta di nulla di fronte a una questione storica più volte discussa in ambienti vaticani».
Di quale discussione si parli, tuttavia, non viene precisato.

Gianni Santamaria