00 03/12/2009 21:43

In Italia l'Agenzia del Farmaco
conferma l'autorizzazione della Ru486


Roma, 3. La delibera del 30 luglio scorso che autorizza l'arrivo in Italia della pillola Ru486 "è pienamente coerente con l'esigenza di garantire che il percorso abortivo avvenga in ambito ospedaliero", come raccomandato dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi. È quanto afferma il consiglio di amministrazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), che, riunito ieri in seduta straordinaria, ha confermato la validità della decisione precedente e quindi del provvedimento di autorizzazione dello strumento abortivo. Il provvedimento, spiega l'Aifa in una nota, infatti, "oltre a definire il regime di dispensazione in esclusivo ambito ospedaliero, specifica che in particolare deve essere garantito il ricovero in una delle strutture sanitarie individuate dall'articolo 8 della legge 194 dal momento dell'assunzione del farmaco fino alla verifica dell'espulsione del prodotto del concepimento" e questo in sintonia con quanto richiamato dal ministro sulla necessità che l'aborto avvenga in ambito ospedaliero, in strutture sanitarie abilitate, con medici del servizio ostetrico ginecologico e sotto la sorveglianza del personale sanitario cui è demandata la corretta informazione sul trattamento, sui farmaci da associare, sulle metodiche alternative disponibili e sui possibili rischi del metodo. Il parere dell'Aifa è stato criticato però dal Ministero per il quale c'è bisogno di maggiore chiarezza circa la necessità della somministrazione della pillola in regime ospedaliero.
Il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, l'arcivescovo Rino Fisichella, rilevando come il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e il sottosegretario Eugenia Roccella "hanno fatto quanto è nelle loro competenze per garantire il più possibile la sicurezza della salute della donna", ha aggiunto che la donna non deve essere "lasciata sola in una situazione così drammatica" mentre "la politica deve essere in grado di verificare la coerenza tra la pillola Ru486 e la legge 194". Una volta rispettate queste competenze, ha proseguito il presule, "tutti noi dobbiamo sentirci profondamente responsabili" perchè "l'aborto non è una passeggiata". L'arcivescovo Fisichella ha spiegato comunque che la legalizzazione della Ru486 "è un'operazione prevalentemente economica da parte delle lobby farmaceutiche".


(©L'Osservatore Romano - 4 dicembre 2009)