00 31/05/2009 11:39
4. Il dialogo costruttivo non ignora la realtà

A proposito di conquista mi sembra utile fare una piccola digressione che può aiutare a chiarire il pensiero dei Vescovi. Durante la Seconda Assemblea Speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi, S.E. Mons. Giuseppe Germano Bernardini, Arcivescovo di Izmir in Turchia, dove è rimasto per oltre 40 anni e dove i musulmani sono il 99,9%, ha messo in evidenza la persuasione di tanti autorevoli personaggi musulmani così formulata: “Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”.

Tale persuasione fu espressa anche al Cardinale Oddi di v.m., durante il suo servizio diplomatico, da un noto Capo di Stato islamico che gli disse: “Voi ci avete fermato a Lepanto nel 1571 e a Vienna nel 1683. Noi invaderemo l’Europa, senza colpo ferire, grazie alla vostra democrazia”.

Ora, Mons. Bernardini e gli altri Vescovi missionari non vogliono creare allarmismi fuori luogo, esortano solo a non trascurare la realtà, perché il dialogo sia costruttivo e capace di risolvere i problemi reali e non si esaurisca in facili astrattismi o non si perda in irenismi ideologici.

Ai nostri politici – sono ancora i Vescovi dell’Emilia Romagna che parlano – vorremmo ricordare il problema della «diversità» islamica nei confronti del nostro irrinunciabile modo di convivenza civile.
Essi non possono lasciare senza risposta pertinente gli interrogativi che tutti gli italiani di buon senso si fanno: come si pensa di far coesistere il diritto familiare islamico, la concezione della donna, la poligamia, l’identificazione della religione con la politica, con i princìpi e le regole che ispirano e governano la nostra civiltà?

Inoltre, non possiamo dimenticare la preghiera organizzata in contemporanea, nel gennaio scorso, sul “crescentone” di Piazza Maggiore, davanti a S. Petronio e al Comune e in “Piazza Duomo” a Milano come in altre città. La preghiera è stata strumentalizzata e posta davanti alla nostra democrazia non come un atto di libertà, ma come pressione politica. La vera preghiera non è compatibile con il vilipendio alle bandiere nazionali. Con queste manifestazioni, guidate da regie precise, il mondo musulmano non favorisce il dialogo e l’accoglienza dei paesi ospitanti.
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