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La responsabilità dinanzi a Dio. Grandezza del rito eucaristico

III. Tali difficoltà offrono al vescovo i suoi rapporti col popolo; ma se alcuno investiga i suoi rapporti con Dio, troverà che le altre sono al confronto un nulla, tanto maggiore e più complessa é la cura che questi richiedono. Colui il quale é mallevadore di tutta una città, ma che dico città? di tutto il mondo, e che deve propiziare Iddio per le colpe di tutti, non solo de’ vivi ma anche de’ trapassati, di quale virtù non dev’essere egli fornito? Io non stimo possa bastare per tale intercessione né la fiducia di Mosè, né quella di Elia. E per vero [il vescovo], come custode di tutto il mondo e padre di tutti, si presenta a Dio supplicandolo di sedare le guerre e comporre i disordini, implorando pace, prosperità e privatamente e pubblicamente la pronta liberazione di tutte le calamità da cui ciascuno é afflitto; perciò egli deve tanto superare tutti coloro per i quali intercede, quanto é ragionevole che il prelato superi [in dignità] i suoi subalterni. Quando poi invoca lo Spirito Santo e compie il tremendo sacrificio e viene in assiduo contatto col comune Signore di tutte le cose, in qual grado, dimmi, lo porremo noi? e qual purezza e austerità non richiederemo da lui? pensa quali hanno da essere le mani che si gran cose amministrano, quale la lingua che pronunzia quelle parole, e come dev’essere più immacolata e santa che mai l’anima che deve accogliere un tanto Spirito? Allora assistono al sacerdote anche gli angeli, onde il Santuario e lo spazio intorno all’altare si riempie di potenze celesti, in omaggio [al Signore] presente. Ciò si può asseverare anche da quanto é altra volta accaduto; io stesso ho udito da un tale raccontare che un certo vecchio, uomo meraviglioso e favorito da rivelazioni, gli aveva confidato d’essergli stata una volta concessa una simile visione, e che durante quel tempo aveva scorto d’improvviso una moltitudine di angeli, com’egli li poteva vedere, cinti di fulgide vesti, facenti corona all’altare e starsene inchinati, in atto simile a’ guerrieri in presenza del re; e io lo credo. Un altro pure mi raccontò, non riferitogli da chicchessia, ma lui stesso esser stato degnato di vedere e udire che coloro i quali stanno per dipartirsi da questa vita, se abbiano partecipato. ai misteri con intatta coscienza, al loro spirare gli angeli in guardia d’onore ne li conducono, per riverenza al sacramento da loro ricevuto. Tu invece non rabbrividisci nello spingere a sì santa azione un’anima come la mia, e nel sollevare alla dignità de’ sacerdoti uno avvolto in sordide vesti e che Cristo respinse anche dal ceto degli altri convitati!

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