Ed anche se non ci fossero state le torce, potevano riconoscere Gesù dalla voce; e se i
soldati potevano anche non riconoscerlo, come poteva non conoscerlo Giuda, che
cosi a lungo era stato con lui? Difatti anche Giuda si trovava con loro, e non lo
riconosceva più degli altri, anzi, cadde insieme con tutti gli altri riverso a terra. Gesù
fece cosi per dimostrare che essi, sebbene egli si trovasse in mezzo a loro, non solo
non sarebbero riusciti a prenderlo, ma neppure a vederlo, se egli non avesse voluto.
stramazzare in terra, ed essi non si ravvedono, dopo aver così sperimentato la sua
potenza, ma ripetono il loro tentativo. Ma ora, dopo aver fatto quello che era in suo
Gesù intendeva per perdizione non questa morte, ma quella eterna. Ma l'Evangelista
interpretò tale parola nel senso di morte fisica. Qualcuno potrebbe stupirsi per il fatto
che non imprigionarono e percossero anche i discepoli, soprattutto dal momento che
Pietro li istigava a opporre resistenza, ed aveva ferito un servo. Che cosa li trattenne
dal farlo? Niente altro che quella stessa forza che un momento prima li aveva fatti
stramazzare in terra. Questo intendeva l'Evangelista, allorché, dopo aver spiegato che
ciò non proveniva dalla loro volontà, ma dalla potenza e dalla libera determinazione
di colui che veniva imprigionato, aggiunse: « Si adempiva così la parola che aveva
detto: " Nessuno di loro si è perduto " ».
6 Gv. 18, 7.
7 Gv. 18, 8. 5.
8 Gv. 18, 9.