00 16/09/2009 18:00

Negli Stati Uniti la recessione è finita


Washington, 16. La recessione, almeno da un punto di vista tecnico, "è probabilmente finita". Il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke - intervenuto ieri al Brooking Institute di Washington - si è mostrato cautamente ottimista sulle prospettive dell'economia americana ma, ancora una volta, ha avvertito:  "la ripresa sarà lenta a causa della stretta del credito e dell'elevato tasso di disoccupazione, che si ridurrà solo lentamente". La conferma che il peggio ormai è passato sembrerebbe arrivare dal balzo dei consumi:  in agosto le vendite al dettaglio hanno messo a segno l'incremento maggiore degli ultimi tre anni, salendo del 2,7 per cento. Anche al netto delle auto, i consumi hanno mostrato una crescita più forte del previsto, guadagnando l'1,1 per cento contro lo 0,4 stimato dagli analisti.

Per parlare di vera ripresa dell'economia ci vorrà comunque del tempo e l'amministrazione statunitense - ha assicura il segretario al Tesoro, Timothy Geithner - farà tutto quanto in suo potere per accelerare la crescita economica. Al momento, in ogni caso, il ricorso a un secondo piano di stimolo fiscale non sembra un'ipotesi in considerazione:  il presidente Barack Obama, nel suo discorso di lunedì alla Federal Hall di New York, si è infatti dichiarato fortemente contrario a un nuovo piano di rilancio, pur garantendo che l'amministrazione continuerà a "monitorare attentamente la situazione".

Difendendo le decisioni assunte per salvare l'industria automobilistica, fondamentale per ricostruire l'economia a stelle e strisce e che ora "sta tornando a giocare, a muoversi", Obama dallo stabilimento della General Motors di Lordstown, in Ohio, ha ieri assicurato che l'amministrazione non mollerà la presa sull'economia. "Come sapete - ha detto il presidente rivolgendosi ai lavoratori - i nostri problemi sono ancora lungi dall'essere superati. Sapete che il lavoro da fare è ancora molto". In ogni caso le misure adottate finora hanno consentito di "fermare la caduta libera dell'economia".

E anzi dalla congiuntura arrivano segnali positivi, tanto da spingere Bernanke ad affermare che "tecnicamente" la recessione americana iniziata nel dicembre 2007 è "probabilmente finita". Le scorte, in luglio, risultano in calo dell'1 per cento, le vendite al dettaglio in agosto sono in crescita del 2,7, le banche hanno mostrato risultati trimestrali positivi e in molte hanno già restituito al Governo i fondi pubblici ricevuti. Anche Citigroup, una delle banche più colpite dalla crisi, ha manifestato al Tesoro - secondo indiscrezioni - la propria volontà di svincolarsi dal Governo. Ma il presidente della Federal Reserve, nel suo intervento a Washington, oltre a dirsi sicuro dell'approvazione da parte del Congresso della riforma delle regole della finanza voluta da Obama, ha sottolineato che, almeno per alcuni mesi ancora, le banche centrali dovranno garantire liquidità alle banche che ne avranno bisogno. "Il capitale è importante - ha infatti sottolineato Bernanke - ma non assicura che la liquidità sia adeguata".


(©L'Osservatore Romano - 17 settembre 2009)
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