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Dal "Magnificat"


Se Tu sei la mia mano,
il mio dito,
la mia voce,
se Tu sei il vento
che mi scompiglia i capelli,
se Tu sei la mia adolescenza
io ho il diritto di servirti
e il dovere,
perché l'adolescenza
non ha mai chiesto nulla
alle sue stagioni.
Tu mi hai presa
perché io non ero una donna
ma solo una bambina.
E le bambine si accolgono
e si avvolgono di mistero.
Tu mi hai resa donna, Signore,
e la donna è soltanto
un pugno di dolore.
Ma questo pugno
io non lo batterò
verso il mio petto,
lo allargherò verso di Te
come una mano
che chiede misericordia.
Tu sei la mia mano, Signore,
Tu sei la vita,
e quando una donna partorisce un figlio
la disgrazia e l'amore
abitano in lei
come il dubbio della sua esistenza.
Tu mi hai redenta
nella mia carne
e sarò eternamente giovane
e sarò eternamente madre.
E poiché mi hai redenta
posi vicino a Te
la pietra della Tua resurrezione.
E poiché mi hai redenta
fammi carne di spirito
e spirito di carne.
E poiché mi hai redenta
Dammi un figlio
atrocemente mio.


(©L'Osservatore Romano - 2- novembre 2009)