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La Teologia Ortodossa e il Filioque

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2008 18:17
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05/11/2008 18:17

La posizione ortodossa e' basata su Giovanni 15,26, dove Cristo dice: 'Quando verra' il Consolatore che io vi mandero dal Padre, lo Spirito di verita' che procede dal Padre, egli mi rendera testimonianza'. Cristo invia lo Spirito, ma lo Spirito procede dal Padre: cosi' insegna la Bibbia, e cosi' l'Ortodossia crede. Cio' che l'Ortodossia non insegna, e che la Bibbia non dice mai, e' che lo Spirito proceda dal Figlio.

Una processione eterna dal Padre e dal Figlio: questa e' la posizione occidentale. Una processione eterna dello Spirito dal solo Padre, una missione temporale dal Figlio: tale era la posizione sostenuta da San Fozio contro l'Occidente. Ma gli autori bizantini del tredicesimo e quattordicesimo secolo - notevoli Gregorio di Cipro, Patriarca di Costantinopoli dal 1283 al 1289, e Gregorio Palamas - andarono in un certo modo oltre Fozio, nel tentativo di colmare il varco tra Oriente e Occidente. Essi erano disposti ad ammettere non solo una missione temporale, ma anche una manifestazione eterna del Santo Spirito dal Padre.

Mentre Fozio aveva parlato solo di una relazione temporale tra Figlio e Spirito, essi ammettevano una relazione eterna. Eppure nel punto essenziale i due Gregorii erano d'accordo con Fozio: lo Spirito e' manifestato dal Figlio, ma non procede dal Figlio. Il Padre resta l'unica origine, fonte e causa della divinita'.

Tali, a grandi linee, sono le posizioni sostenute da entrambe le parti; consideriamo ora le obiezioni ortodosse alla posizione occidentale. Il filioque conduce o al diteismo [fede in due dei, n.d.t.] o al semi-sabellianesimo. (5) Se il Figlio cosi' come il Padre e' un'arche', un principio o fonte della divinita', vi sono dunque - chiedono gli ortodossi - due fonti indipendenti, due principi separati nella Trinita'? Ovviamente no, poiche' cio' sarebbe equivalente alla fede in due Dei; e cosi' i Concili di riunione di Lione (1274) e di Firenze (1438-39) furono quanto mai attenti a dichiarare che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio 'come da un solo principio', tanquam ex (o ab) uno principio. Dal punto di vista ortodosso, tuttavia, questa formula e' ugualmente discutibile: si evita il diteismo, ma le persone del Padre e del Figlio vengono mescolate e confuse. I Padri Cappadoci consideravano la 'monarchia' come la caratteristica distintiva del Padre: Egli solo e' un principio o arche' entro la Trinita'. Ma la teologia occidentale ascrive anche al Figlio la caratteristica distintiva del Padre, fondendo cosi' le due persone in una; e che altro e' questo se non 'Sabellio rinato, o piuttosto qualche mostro semi-sabelliano', come scrisse San Fozio? (6)

Guardiamo con piu' attenzione a quest'accusa di semi-sabellianesimo. La teologia trinitaria ortodossa ha un principio personale dell'unita', ma l'Occidente trova il suo principio unitario nell'essenza di Dio. Nella teologia scolastica latina, cosi' pare agli ortodossi, le persone sono sovrastate dalla natura comune, e non si pensa tanto a Dio in termini concreti e personali, ma piuttosto come un'essenza in cui si distinguono varie relazioni. Questo modo di pensare a Dio giunge al pieno sviluppo in Tommaso d'Aquino, che si spinge fino a identificare le persone con le relazioni: personae sunt ipsae relationes. (7) I pensatori ortodossi ritengono quest'ultima un'idea ben magra di personalita'. Le relazioni, a loro dire, non sono le persone: sono le caratteristiche personali di Padre, Figlio e Santo Spirito; e (come disse Gregorio Palamas) 'le caratteristiche personali non costituiscono la persona, ma caratterizzano la persona'. (8) Le relazioni, pur designando le persone, non ne esauriscono in alcun modo il mistero.

La teologia scolastica latina, che enfatizza l'essenza a spese delle persone, si avvicina a trasformare Dio a un'idea astratta. Egli diviene un essere remoto e impersonale, la cui esistenza deve essere provata con argomenti metafisici: un Dio dei filosofi, non il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. L'Ortodossia, d'altro canto, si e' data molta minor cura di trovare prove filosofiche dell'esistenza di Dio rispetto all'Occidente latino: cio' che conta non e' quanto un uomo riesce a dedurre della divinita', ma il fatto che abbia un incontro diretto e vivo con un Dio concreto e personale.

Queste sono alcune delle ragioni per le quali gli ortodossi considerano il filioque pericoloso ed eretico. Il filioquismo confonde le persone, e distrugge il giusto equilibrio tra unita' e diversita' nella divinita'. L'unita' della divinita' viene enfatizzata a spese della sua Trinita'; Dio e visto troppo nei termini di un'essenza astratta e troppo poco nei termini di una personalita' concreta.

Ma questo non e' tutto. Molti ortodossi sentono che, come risultato del filioque, nel pensiero occidentale il Santo Spirito e' stato subordinato al Figlio - se non in teoria, quanto meno nella pratica. L'Occidente presta un'attenzione insufficiente all'opera dello Spirito nel mondo, nella Chiesa, nella vita quotidiana di ciascun uomo.

Gli autori ortodossi ritengono anche che queste due conseguenze del filioque - la subordinazione del Santo Spirito, l'enfasi esagerata sull'unita' di Dio - abbiano aiutato a produrre una distorsione nella dottrina cattolico-romana della Chiesa, poiche' il ruolo dello Spirito e' stato negletto in Occidente, la Chiesa ha finito per essere troppo considerata come un'istituzione di questo mondo, governata in termini di potere terreno e giurisdizione. E cosi', come nella dottrina occidentale di Dio, l'unita' e' stata sottolineata a spese della diversita', cosi' nella concezione occidentale della Chiesa l'unita' ha trionfato sulla diversita', e il risultato e' stato una esagerata centralizzazione troppo grande, e un'enfasi esagerata sull'autorita' papale.

Tale, in sintesi, e' l'attitudine ortodossa nei confronti del filioque, anche se non tutti la tratterebbero in termini cosi' privi di compromessi. In particolare, molte delle critiche sopra elencate si applicano solo a una forma decadente di scolasticismo, e non all'intera teologia latina.


NOTE

(1) La storia dello sviluppo storico del filioque e' riportata in WARE, The Orthodox Church, 58-65.

(2) Gregorio di Nazianzo, Orazioni, xxxi, 14.

(3) Giovanni Damasceno, Esposizione della Fede Ortodossa, 1, 8 (P.G. xciv, 809A).

(4) Gregorio di Nazianzo, Orazioni, xxv, 17.

(5) Sabellio, un eretico del secondo secolo, considerava Padre, Figlio e Spirito non come tre persone distinte, ma semplicemente come differenti 'modalita'' o 'aspetti' della divinita'.

(6) P.G., cii, 289B.

(7) Summa Theologica, I, questione 40, articolo 2.

(8) Citato in J. Meyendorff, Introduction a l'etude de Gregoire Palamas, Paris, 1959, p. 294.

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