Benvenuto in Famiglia Cattolica
Famiglia Cattolica da MSN a FFZ
Gruppo dedicato ai Cattolici e a tutti quelli che vogliono conoscere la dottrina della Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica Amiamo Gesu e lo vogliamo seguire con tutto il cuore........Siamo fedeli al Magistero della Chiesa e alla Tradizione Apostolica che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre. Ti aspettiamo!!!

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

"Mosca — la terza Roma" (XV secolo)

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2008 18:25
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 11.290
Registrato il: 03/10/2008
Registrato il: 01/11/2008
Sesso: Maschile
05/11/2008 18:24

"Mosca — la terza Roma" (XV secolo)
All’inizio del XV secolo il gran principe moscovita Basilio Dmitrievic’ si è rivolto al patriarcha di Costantinopoli con la domanda: bisogna ricordare il nome dell’imperatore del Bisanzio durante le celebrazioni nelle chiese russe, nel tempo quando Mosca ha il suo governatore? La risposta del patriarcha Antoni, tenuta nelle tradizioni dell’impero dell’epoca della sua grandiosità: ci può essere uno solo cesare - “cesare e monarca assoluto dell’impero romano (occidentale e orientale insieme), cioè di tutti i cristiani”. La risposta di Costantinopoli fu accolta a Mosca, parlando leggeremente, senza piacere. Però un’altra risposta dal Bisanzio non ci si poteva aspettare in quel tempo.
L’Unione di Firenze, accettata dal Bisanzio nel 1439 è diventata un colpo forte sulla coscienza canonica dei russi. I canoni ecclesiastici prescrivevano l’obbedienza al Patriarca Universale di Costantinopoli. La coscienza religiosa non permetteva riconoscere un altro patriarca apostata. L’Unione ha presentato davanti alla chiesa Russa seri fondamenti per l’acquisto dell’indipendenza. Il metropolita di tutte le Russie, il greco Isidoro, il fervido sostenitore dell’Unione, fu arrestato e dopo è fuggito da Mosca. I russi hanno deciso di fare una scelta estremamente per loro dolorosa: nel 1448 non più il patriarca di Costantinopoli come prima, bensì il concilio dei vescovi russi ha nominato il metropolita di Mosca e di tutte le Russie. Lo è diventato l’arcivescovo di Riazan’, Iona, scelto per la sede della metropolia ancora nel 1441, però non confermato allora da Costantinopoli.
Ha avuto l’inizio l’epoca dell’autocefalia - di piena indipendenza della Chiesa russa. Nell’ambito dell’ideologia politica, quest’epoca è nota dall’affirmazione dell’originale versione bizantina dell’idea teocratica (cioè, dell’idea di monarchia assoluta universale).
Nel Bisanzio, quest’idea si appoggiava sull’insegnamento di “quattro regni”. Di questi quattro regni si parla nella Bibbia, nella visione descritta dal profeta Daniele. Gli ideologi costantinopolitani intendevano per i “quattro regni” gli imperi mondiali che successivamente sostituivano l’un l’altro: l’impero di Assiria, di Babilonia, di Persia e di Roma. Costantinopoli - “nuova Roma” - continua la storia dell’impero romano già come un regno ortodosso......
continua.....

__________________________________________________

OFFLINE
Post: 11.290
Registrato il: 03/10/2008
Registrato il: 01/11/2008
Sesso: Maschile
05/11/2008 18:24

 
Nella Rus’ questa idea si è trasformata in una dottrina sulla successione di Mosca come regno cristiano. Sotto forme diverse, la idea di “Mosca - terza Roma” si è rispecchiata nei capolavori dell’arte russa dei secoli XIV-XV. È stata inoltre rafforzata dal matrimonio del gran principe Ivan III (1462-1505) con Sofia Paleologa, nipote dell’ucciso dai turchi l’ultimo imperatore bizantino Costantino XI. Ivan III come primo nella Rus’ ha preso il titolo dello zar e ha fatto come stemma russo la bizantina aquila bicipite: la Rus’ ha dichiarato ufficialmente che si appropria l’eredità dell’ortodosso “Impero dei romani”. Negli anni del governo di Ivan III, aggiungevano a volte al suo titolo la formula “zar per la grazia di Dio e principe grande”. Con il governo del suo figlio Basilio III l’idea della “terza Roma” ha trovato la sua forma finale nella profezia dello starec del monasterio di Pskov, Filofiej: “... due Rome sono cadute, la terza stà, e la quarta non ci sarà”. Ivan IV, figlio di Basilio III, che è entrato nella storia come Ivan il Terribile, si è coronato come zar nel 1547, secondo esempio degli imperatori bizantini. È probabile che questa cerimonia fu fatta sul consiglio del metropolita Macario, che ha incoronato con la corona imperiale la testa del giovane Ivan IV. Alla pienezza dell’ideale teocratico bizantino - del corpo ecclesiastico-statale con “due teste” (bicipite), cioè con lo zar e con il patriarca - mancava soltanto il titolo del patriarca per il capo della Chiesa russa.
Nel gennaio del 1589, sotto governo dello zar Fiodor Ioannovic’, il patriarca di Costantinopoli Geremia, venuto a Mosca, ha nominato il metropolita Iova come primo patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
Riforme del patriarca Nichon
La ripresa dello stato russo nel XVII secolo dallo sfacelo dei Tempi torbidi, causati dalla Chiesa di Roma con la nascita del Protestantesimo, ha portato di nuovo sul primo piano la teocratica ideologia bizantina sullo stato.
Il zarato di Mosca è diventato il principale protettore tra grandi nel passato, però adesso decaduti seriamente patriarcati ortodossi orientali - di Costantinopoli, di Alessandria, di Antiochia e di Gerusalemme. La profezia dello starec Filofiej sullo splendore della “terza Roma” sembrava averiguarsi abbastanza. Il potere laicale e ecclesiale della Rus’ cercava di confermare la successione di Mosca all’eredità politica, culturale e spirituale del Bisanzio. In questo scopo, ancora nel XVI secolo è iniziata la correzione dei libri ecclesiastici secondo modelli greci e sud-slavi. Nel XVII secolo questo lavoro si ha continuato ed è divenuto specialmente attivo sotto lo zar Aleksiej, figlio di Michele (1645-1676).
Secondo questi modelli si introducevano cambi nei riti e rituali delle celebrazioni.
Uno degli iniziatori principali delle riforme era il pupillo dello zar, patriarca Nichon. Il seguitore della teocrazia, voleva arrivare alla sua espressione più piena, nello splendore esterno. Durante Nichon, le celebrazioni nelle catedrali centrali sono divenute pompose e interminabili in una maniera speciale.
Però Nichon interpretava la teocrazia a modo tutto suo. Nella sua interpretazione, essa sottointendeva non tanto la “simfonia”, la unione della Chiesa e dello stato, quanto la nitida supremazia della Chiesa. Se nella versione classica bizantina, il potere statale doveva esprimere la sua sottomissione all fede, agli ideali e interessi della Chiesa,
nella versione di Nichon, questo potere statale doveva riconoscere anche esternamente il predominio delle istituzioni e gerarchi ecclesiastici.
Sembrava che i sogni del patriarca erano vicino alla realizzazione. Aleksiej, figlio di Michele, gli ha dato addirittura il titolo del “grande governatore”, proprio degli stessi zar russi. Però sempre crescenti pretese di Nichon hanno fatto traboccare alla fine il calice della pazienza dello zar, il quale vedeva le relazioni della Chiesa con lo stato totalmente differentemente. In particolare, ha creato una istituzione speciale per l’amministrazione dei beni dei monasteri - l’Ordine riguardo i Monasteri, e dopo il nuovo codice giuridico del 1649 ha contenuto delle leggi che allargavano i diritti dello stato di fronte alla Chiesa, che limitavano i suoi incrementi in terre, ecc. Al concilio di Mosca del 1666, Nichon fu accusato del denigro dello zar e della Chiesa russa, dell’abuso dei poteri, della crudeltà nelle relazioni con i sudditi, fu privato dell’ordine sacro e mandato in esilio.
Però le riforme ecclesiastiche iniziate durante il patriarcato di Nichon, continuavano nello stesso suo spirito. Gli storici segnalano che Nichon introduceva tutto quello che era greco, come Pietro il Grande tutto quello che era occidentale. Nichon realizzava le sue innovazioni abbastanza duramente, non dando molto ascolto alle proteste dei nemici delle riforme.
E c’era che cosa riformare. Nel corso delle rifome di Nichon, si prendevano in cosiderazione anzitutto le esigenze dei poteri statali e ecclesiali nel processo del massimo avvicinamento del dirito, rituale e rito ecclesiastico ai modelli veterobizantini. Però durante molti secoli la Chiesa russa si sviluppava indipendentemente, nella sua struttura esterna, nelle forme di vita, nei rituali, si notavano delle differenze da altre chiese ortodosse.
In più, la chiesa russa ha conservato molti riti antichi, persi dai greci. Diverse traduzioni dei libri ecclesiali esistevano in molte versione, durante il processo di trascrizione di essi e non sempre corretta interpretazione dei momenti difficili, uscivano fuori delle varianti di lettura.
Nei secoli XV-XVI sono cominciati i tentativi di aggiustare i libri liturgici e altri. Però i correttori usavano diverse fonti slave e greche, utilizzavano diversi criteri durante il processo di correzzione dei testi. Per questo varie edizioni di uno o altro libro avevano molte differenze essenziali, il quale fatto soltanto aumentava la confusione. Per tale lavoro si aveva bisogno di una seria base investigatoria, di ricerche storiche e testologiche. Purtroppo, per causa di assalti mongolo-tatari e turchi, il livello di educazione nel mondo ortodosso si è abbassato notevolmente. Per questo i tentativi di singole persone istruite di rivolgere l’attenzione del governo sui metodi del lavoro dei “correttori” non raramente incontravano tale reazione, che toglieva a molti il desiderio di “sdottorare”.
Non sempre all’altezza del compito stavano anche i monaci studiosi, essenzialmente greci, mandati a Mosca dai patriarchi orientali. Loro preferivano prendere come modelli i contemporanei a loro testi greci, senza preoccuparsi della loro fedeltà. I nemici dei rifacimenti generali al modo greco tiravano avanti tutta una serie di obiezioni. Per esempio avanzavo dubbi sul fatto che i nuovi libri greci corrispondessero pienamente alla tradizione ortodossa.
Ancora più proteste ha incontrato il rifacimento del rito e della celebrazione. Nella Rus’, dove l’educazione e, per di più l’istruizione, erano raggiunti non da molti, la prima fonte dell’insegnamento di fede era la liturgia. Il rituale ecclesiastico da molto tempo e abbastanza saldamente è entrato in vita, organizzandola e sottomettendola, almeno in ideale, all’azione salvifica del Salvatore del mondo, alla percezione del continuo trovarsi davanti agli amanti, però anche esigenti occhi di Dio. Certi gesti e parole accompagnavano uomo dai primi giorni della vita fino agli utlimi, fondendosi nella sua coscienza con le sue emozioni e percezioni. Il cambio di certi simboli che esprimono il legame dell’uomo con l’Alto e Sacro, in altri, mai avviene senza dolore. E in questo nostro caso, tale cambiamento si realizzava, per aggiunta, molto violentemente.
Cosa s'intedesse dunque  nella profezia dello starec del monasterio di Pskov, Filofiej: “... due Rome sono cadute, la terza stà, e la quarta non ci sarà"   difficile dirlo, certo che chi pensava alla Chiesa Cattolica Romana è rimasto certamente deluso, uno storico asserisce: "le due Rome potrebbero essere l'Impero Romano e il Sacro Romano Impero; la terza potrebbe essere Costantinopoli più marcata oggi con la Chiesa di Mosca; e la quarta che non ci sarà, perchè indietro non si torna!"

 
__________________________________________________

OFFLINE
Post: 11.290
Registrato il: 03/10/2008
Registrato il: 01/11/2008
Sesso: Maschile
05/11/2008 18:25

ORTODOSSIA

Gli ortodossi (Chiesa Cattolica Ortodossa, ma si distinguono in chiese dette AUTOCEFALE non avendo in comune un unico Rappresentante il cui ruolo è affidato al Sinodo) hanno duemila anni di storia (ortodossia vuol dire "retta dottrina" o "giusta fede"), quanto la Chiesa Cattolica Romana. Si sono separati dai cattolici nel 1054, in maniera ufficiale, con le reciproche scomuniche, anche se recente discussione storica definisce il distacco vero e proprio solo nel 1400. Nel 1967 sono state abolite tali scomuniche in un incontro fra il papa Paolo VI e il Patriarca di Costantinopoli Atenagora I.

Dal 1054 sono stati fatti alcuni tentativi di riconciliazione: a Lione nel 1274 e a Firenze nel 1438, ma senza risultati. Anzi, a causa di questi tentativi, la chiesa Greca (con sede a Costantinopoli) cadde in discredito, tanto che la chiesa ortodossa di Mosca prese a considerarsi nel 1589 sua legittima erede (la "terza Roma"), assumendo un ruolo non primario, ma di certo psicologicamente molto incisivo per tutti gli Ortodossi.

In seguito altre chiese si separarono da Costantinopoli, senza mutare i dogmi dell'ortodossia: la Grecia nel 1833, la Bulgaria nel 1870, la Serbia nel 1920, la Romania nel 1865, l'Albania nel 1937. Col tempo si sono formate chiese ortodosse in Polonia (che ad es. si è staccata da quella russa), in Cecoslovacchia, Ungheria, Finlandia, Cina, Giappone, USA, Europa occidentale ecc. dando origine alle Chiese definite Autocefale, che vuol dire: indipendenza dalle altre chiese e dai loro Patriarchi, il cui inizio si ebbe, appunto con la Chiesa Greco-Ortodossa che si ritenne indipendente da Mosca.

La chiesa greco-ortodossa cadde in mano dei turchi nel 1453 (oggi conta a Istanbul poche migliaia di seguaci, anche se il patriarcato di Costantinopoli ha giurisdizione su circa 1.800.000 fedeli sparsi in Turchia, Creta, Dodecaneso, e Diaspora, cioè Australia, Nuova Zelanda, Finlandia, Nord e Sudamerica, ecc.). Prima dei turchi, Costantinopoli aveva subìto il saccheggio dei crociati nel 1204.

Quali le divergenze del passato e del presente fra cattolici e ortodossi?

L'aggiunta latina del Filioque nel Credo. Secondo i greci il Filioque rende il Figlio uguale al Padre e subordina lo Spirito ad entrambi. Senza il Filioque il Padre resta superiore al Figlio, il quale è diverso dallo Spirito nel senso che è "generato" dal Padre, mentre caratteristica fondamentale dello Spirito è quella di "procedere" soltanto dal Padre, in quanto la processione è "di origine" (la relazione qui vuole essere causale).

Il celibato del clero, che i greci respingono, esigendolo invece nei monaci e nei vescovi.(Nella chiesa cattolica è stato reso quale virtù evangelica definitiva ed ufficialmente nel 1123 con il 1* Concilio lateranense), tuttavia i vescovi nella Chiesa Ortodossa vengono scelti soltanto fra i sacerdoti che hanno fatto scelta di celibato.

Il battesimo è impartito per triplice immersione che viene consigliata e preservata, tuttavia non è vietata l'aspersione. La formula non dice: "Io ti battezzo", ma: "Tu sei battezzato" (la formula è passiva anche nella confessione, in quanto il sacerdote si deve sentire semplice "strumento di Dio") e viene accompagnata alle parole con il segno della croce. La Chiesa Cattolica pratica da sempre le due modalità previste anche dalla testimonianza della Didachè: per immersione (specialmente per i Catecumeni e quindi gli adulti) e per aspersione (specialmente durante le persecuzioni e per i bambini i cui genitori cristiani ne facevano richiesta). 

Battesimo, cresima e comunione sono amministrati contemporaneamente. La Chiesa Cattolica, dopo il Concilio di Trento (1543-1563), ha posticipato l'amministrazione della Cresima al momento in cui il bambino raggiunge l'età della ragione e può dare una conferma personale della fede che il padrino ha professato per lui al momento del Battesimo.

La comunione è valida se viene offerta con pane fermentato e vino rosso. Non può essere celebrata privatamente, né senza il cantore o il diacono, e non più di una volta al giorno, ed è vietata in alcuni giorni dell'anno (ad es. il venerdì santo), l'Eucarestia ha in sè la presenza reale di Cristo, ma non viene conservata nel Tabernacolo. La Chiesa Cattolica introdusse il pane azzimo nell'XI secolo per confermare tutte le Chiese ad un unico modo comune alla Chiesa.  

La consacrazione del pane e del vino avviene in modo sostanzialmente ugulae se pur diverso nei gesti e nell'uso delle parole: gli Ortodossi fanno l'invocazione con la formula EPICLESI, Spirito Santo; la Chiesa cattolica lo invoca prima mediante l'imposizione delle mani: entrambi usano la formula descritta da Gesù nell'ultima Cena ed entrambi credono nel Mistero della reale presenza: TRASFORMAZIONE E TRANSUSTANZIAZIONE  di fatto se pur apparentemente diversi, non implicano il Mistero che si cela dietro l'Eucarestia.

Nel matrimonio ministri del sacramento non sono gli sposi ma resta il sacerdote. Vi è in questo particolare che si rischia di negare il "sacerdozio" comune a tutti i fedeli. Per la Chiesa Cattolica nel matrimonio sacramentale gli sposi collaborano al mistero che stanno accogliendo, mediante la libera scelta e la responsabilità della loro vocazione alla famiglia di fronte a Dio.

Il sacerdote può amministrare ordinariamente tutti i sacramenti, ad eccezione dell'ordine. Nella Chiesa Cattolica la Cresima e il Sacramento dell'Ordine Sacro, può essere amministrato solo da un vescovo in virtù di quella "Confermazione" alla quale i vescovi sono tenuti.

Ammettono il divorzio, ma i preti vedovi non possono risposarsi, così come i vescovi non devono affatto sposarsi per essere tali. I laici, in genere, possono sposarsi fino a tre volte.

Ancor prima della lotta per l'Iconoclastia, gli Ortodossi non hanno mai avuto le statue, se non in rarissime eccezioni per qualche Santo di particolare venerazione, essi prediligono le icone (nelle quali è  vietato dipingere il Padre), le quali vengono altamente venerate, in alcuni casi molto più di una statua cattolica. Hanno anch'essi l'adorazione della Croce che ha un barra orrizontale in più al centro e nel quale non viene mai raffigurato Cristo da solo, ma sempre allegoricamente disegnato con scene evangeliche. La Crice viene usata nei Sacramenti e negli esorcismi e per benedire il popolo.

Hanno il calendario giuliano (13 giorni di differenza rispetto al gregoriano). L'anno ecclesiastico comincia il 10 settembre. In comune con la Chiesa hanno l'uso del Breviario, una raccolta di testi biblici e dei Padri e dei martiri che usano a diverse ore del giorno, noi la chiamiamo LITURGIA DELLE ORE. Anche loro usano il Tempo Liturgico per designare lungo l'anno gli episodi più salienti della vita di Gesù.

I digiuni sono piuttosto rigorosi: 6 settimane a Natale, 7 settimane a Pasqua e altri ancora come per la comunione ai fedeli per la quale è prevista una settima di digiuno e penitenza e la confessione sacramentale per poi accedere all'Eucarestia.

Non riconoscono il primato di Pietro sugli apostoli del decreto Conciliare del1870, riconoscono un primato di esercizio al vescovo di Roma ma nella sola Chiesa Cattolica d'Occidente. E la famosa pericope citata dai cattolici (Mt 16,18) va interpretata nel senso che "pietra" significa "fede" (o confessione di fede) e non "persona fisica" (in riferimento allo stesso Pietro). Capo della chiesa resta Gesù Cristo, rappresentato per ogni Chiesa da un Patriarca il quale resta in comunione con le altre chiese attraverso il ricorso ai Sinodi e Concilii.

Non riconoscono il primato della sede di Roma sulle altre sedi ecclesiastiche Ortodosse (come da Concilio Vaticano I). La chiesa ortodossa universale è una federazione di comunità nazionali autonome che si governano in maniera collegiale, attraverso un sinodo o concilio locale, ed esercitano la propria giurisdizione soltanto sui propri fedeli. Non si concede mai ad un vescovo di una provincia più importante il diritto d'intervenire negli affari di una provincia meno importante, meno che mai può essere riconosciuto a un vescovo un potere politico su tutti gli altri vescovi. Al massimo si può riconoscere un primato d'onore o di anzianità ad esempio se in un Sinodo o Concilio esiste un Metropolita anziano riconosciuto per saggezza e santità, questi può avere una voce molto incisiva nel dibattito fin anche a far decidere all'unanimità una questione... I Padri della Chiesa, onorando nel vescovo di Roma , gli donarono la prerogativa di presiedere nell'onore e lo considerarono semplicemente come il primo vescovo nella gerarchia ("primus inter pares"), non fu mai per questioni territoriali e di giurisdizione, ma solo per onore alla sede vescovile e MAI INTERROTTA di Roma, fondata sul sangue dei martiri e apostoli gloriosi Pietro e Paolo. In seguito, col 2° Concilio Ecumenico (terzo canone) si decise che il vescovo di Costantinopoli doveva avere il primato d'onore dopo il vescovo di Roma, essendo Costantinopoli la "Nuova Roma". Poi col 4° Concilio ecumenico di Calcedonia (28° canone) si diede al vescovo di Costantinopoli la prerogativa di "primus inter pares", poiché Costantinopoli era diventata capitale dell'impero. L'istanza suprema della chiesa universale è il concilio ecumenico.

Non riconoscono l'infallibilità del papa come espressa dal Concilio Vaticano I: "infallibile" al massimo può essere, per loro, un concilio ecumenico universalmente riconosciuto (a posteriori). In particolare considerano validi e quindi infallibili solo i primi sette concili ecumenici. Il papato, globalmente inteso, non può essere considerato "infallibile" anche perché molti papi sono stati deposti da concili di vescovi.

Rifiutano i due dogmi dell'Immacolata concezione e dell'assunzione non perchè non credano in ciò che i due Dogmi dichiarono, ma perchè quello dell'Immacolata è per loro implicito dal momento dell'Incarnazione ed è legata all'inimicia fra di lei Donna e Satana riportato dalla Genesi; mentre per l'Assunta la spaccatura iniziale si ebbe perchè la Chiesa non aveva mai preso ufficialmente posizione sulla questione della morte o dormizione di Maria, lasciando fraintendere dal Dogma che Maria non subì mai il trapasso. Rischiando così di far morire il Figlio e di non far morire la Madre. Nel 1985 mise riparo alla questione Giovanni Paolo II che per la prima volta parlò della DORMIZIONE DI MARIA dicendo "...è da intendersi come la Tradizione Ortodossa ci riporta, che Maria come il Figlio ha subito il trapasso da questo mondo all'altro...." che la Chiesa Ortodossa ha accolto come un ottimo segno di riconciliazione dottrinale. La Chiesa Ortodossa a differenza della Cattolica non consente assolutamente dialoghi sterili che tendano a mettere in dubbio la verità della Tradizione da loro portata fino ad oggi. O si accetta ciò che insegna, o non esiste discussione che tenga. Questo per quanta riguarda coloro che vivono fuori dalla Chiesa in generale, mentre per il dialogo Ecumenico le prospettive partendo da una radice comune nella Tradizione, consente dibattiti ancora aperti per la ricerca di una strada comune.

Hanno una concezione diversa delle Indulgenze, ma le praticano: diversa anche la questione del Purgatorio, tuttavia con il processo Ecumenico si è raggiunto un punto comune: "Il Purgatorio non è un luogo, ma uno stato dell'anima e l'Ufficio sacro della Messa offre gratuitamente la salvezza dicoloro che Dio vorrà salvare in virtù del Sangue del Cristo".

Generalmente i monasteri sono composti da laici non aventi il sacerdozio. Lo stile di vita è contemplativo, sono fra di loro le Monache che vivono una vita più austera delle claustrali Cattoliche.

Rifiutano l'uso di qualunque strumentazione tecnica durante la liturgia: usano il coro ma non il canto gregoriano, avendo eridato inni e lodi dai tempi antichi. Per tecnica s'intende le chitarre e pianole.

Le liturgie generalmente vengono fatte nelle lingue antiche del greco e paleoslavo, ma nella diaspora si usano anche quelle moderne. Il rito più importante è quello greco-bizantino, che è stato adottato da greci, russi, bulgari, ungheresi, romeni, ecc. Questo rito si suddivide in tre liturgie: s. Crisostomo (ordinaria), s. Basilio (per i momenti forti dell'anno) e Presantificati (in alcuni giorni della Quaresima). In queste chiese (Greca e Serba) si è raggiunta la Comunione con la Chiesa cattolica, da entrambi è ritenuta valida l'Eucarestia.

Rifiutano il proselitismo che per loro deriva dal mettere in discussione la Tradizione dei Padri: esempio, nel momento in cui comincio a discutere se io ho ragione e l'atro no, non solo si mette in discussione una dottrina ritenuta Verità insindacabile, ma si comincia a fare del proselitismo per questo vanno cauti con l'ecumenismo. Non s'interessano di politica, in quanto accettano la completa separazione di Chiesa e Stato; l'impegno socio-assistenziale è scarso. Tuttavia anche qui vi è diversità di vedute dal momento che il Patriarcato di Mosca è politicamente legato alle decisioni del Gorverno.

Il segno di croce viene fatto con tre dita e finisce sul cuore.

Il clero e i monaci portano sempre la barba. Spesso i monaci non si tagliano mai i capelli.

A) In tutto il mondo gli ortodossi sono circa 160 milioni (mancano statistiche precise). La chiesa russa è la più importante di tutte (circa 80-100 milioni di fedeli).

B) In Italia vi sono chiese del patriarcato di Costantinopoli, di Mosca, di Serbia, di Romania e di Polonia. Tranne il Patriarcato di Mosca, con le altre vi è comunione e dialogo.

C) Da tempo si pensa di indire un Concilio panortodosso mondiale. Uno dei problemi maggiori che dovrà affrontare sarà la sovrapposizione di più chiese, appartenenti a diverse giurisdizioni, su un medesimo territorio (ad es. ad Antiochia in Turchia vi sono tre patriarcati cattolici e due ortodossi con pochissimi fedeli).

Bibliografia - siti ortodossi

__________________________________________________

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:32. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com