Il Sacerdote, presa la particola posta in alto, traccia con essa una croce sopra il s. Calice, dicendo:
Pienezza di fede, di Spirito Santo.
E la immerge nel s. Calice.
Il Diacono: Amìn.
Prende quindi lo Zeon e dice al Sacerdote:
Benedici, signore, lo Zeon.
Il Sacerdote lo benedice, dicendo:
Benedetto il fervore dei tuoi Santi, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amìn.
Il Diacono versa nel s. Calice una dose sufficiente di Zeon, dicendo:
Fervore di fede, pieno di Spirito Santo.
Deposto lo Zeon, si discosta alquanto, mentre il Sacerdote, chinata la testa, prega dicendo:
Credo, o Signore, e confesso che tu sei veramente il Cristo, Figlio del Dio vivente, che sei venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Credo ancora che questo è veramente il tuo Corpo immacolato e questo è proprio il tuo Sangue prezioso. Ti prego dunque: abbi pietà di me e perdonami tutti i miei peccati, volontari e involontari, commessi con parole, con opere, con conoscenza o per ignoranza. E fammi degno di partecipare, senza mia condanna, ai tuoi immacolati misteri, per la remissione dei peccati e la vita eterna.
Poi:
Del tuo mistico convito, o Figlio di Dio, rendimi oggi partecipe, poiché non svelerò il mistero ai tuoi nemici, né ti darò il bacio di Giuda, ma come il ladrone ti prego: ricordati di me, o Signore, nel tuo regno.
E se vuole:
Signore, non son degno che tu entri nella sordida casa dell'anima mia ; ma, come ti degnasti di giacere in una spelonca e in un presepe di animali, e di assiderti nella casa di Simone il lebbroso, accogliendo la peccatrice colpevole simile a me, tu stesso dégnati di entrare nel presepe della stolta anima mia e nell'immondo corpo di me morto e lebbroso. E come non disprezzasti la bocca impura della peccatrice, che baciava gli immacolati tuoi piedi, così, Signore Dio mio, non disprezzare neppure me peccatore, ma, come buono e amico degli uomini, fammi degno di partecipare del tuo santissimo Corpo e del tuo Sangue.
O Dio nostro, condona, rimetti, perdona tutti i miei peccati, con cui ti offesi, sia con cognizione, sia per ignoranza, sia con la parola, sia con l'opera ; perdonali tutti, buono e misericordioso come sei ; per l'intercessione della tua purissima Madre sempre Vergine rendimi degno di ricevere il prezioso ed immacolato tuo Corpo a salute dell'anima mia e del mio corpo. Poiché tuo è il regno, e tue sono la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amìn.
E per finire:
O Signore, la partecipazione dei tuoi misteri non mi torni a giudizio o a condanna, ma a salvezza dell'anima e del corpo.
Il Sacerdote prende una particola del s. Pane e dice:
A me N., sacerdote, si dona il prezioso e santissimo Corpo del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, per la remissione dei peccati e la vita eterna.