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Il Catechismo Ortodosso

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2008 18:44
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05/11/2008 18:42

11. Dopo i sette concili ecumenici non sono più dottrine ortodosse?

Dottrine ortodosse sono state ancora formulate dopo i sette concili ecumenici. Dal 787, la Chiesa si è espressa principalmente in due maniere: dapprima con le definizioni dei concili locali (cioè quelli che riunivano membri di una o più Chiese, ma senza pretendere di rappresentare tutta la Chiesa cattolica ortodossa), poi con lettere o esposizioni di fede, espresse isolatamente da vescovi.

12. Le decisioni dottrinali emesse dai concili locali e dai vescovi isolatamente sono anch’esse infallibili?

No. Mentre le decisioni dottrinali emesse dai concili generali sono infallibili, quelle dei concili locali e dei vescovi sono sempre suscettibili di errori.

13.  Quando acquistano una portata veramente ecumenica?

Se sono accettate dal resto della Chiesa, acquistano una portata ecumenica, cioè un’autorità universale, simile a quella delle decisioni dottrinali di un concilio ecumenico.

14. Le decisioni dottrinali di un concilio ecumenico possono essere rivedute o corrette?

No, dobbiamo accettarle «in toto». Tuttavia la Chiesa è sempre stata molto selettiva nella sua maniera di trattare gli atti dei concili locali. Per quanto concerne i concili del 17° secolo, per esempio, una parte soltanto delle loro dichiarazioni di fede è stata accettata da tutta la Chiesa ortodossa, ma un’altra parte è stata messa da parte o corretta.

15. Quali sono le principali dichiarazioni dottrinali ortodosse dopo l’anno 787?

Sono le seguenti:

a) Lettera enciclica di san Fozio (867).

b) Prima lettera di Michele Cerulario a Pietro d’Antiochia (1054).

c) Le decisioni dei concili di Costantinopoli nel 1341 e 1351 circa la controversia Hesicastica.

d)        Lettera enciclica di san Marco d’Efeso (1440-1441).

e) La confessione di fede di Gennadio, patriarca di Costantinopoli (1455-1456).

f) Risposte di Geremia II ai luterani (1573-1581).

g) Confessione di fede di Metrofanio Kritopulos (1625).

h) Confessione ortodossa di Pietro di Moghila nella sua for­ma riveduta (ratificata dal concilio di Jassy nel 1642).

i) Confessione di Dositeo (ratificata dal concilio di Gerusa­lemme, nel 1672).

l) Risposte dei patriarchi ortodossi ai non giuratori (1718-1723).

m) Risposta dei patriarchi ortodossi al papa Pio IX (1848).

n)            Risposta del sinodo di Costantinopoli al papa Leone XIII (1895).

16. Che cosa esprime il concilio dei vescovi?

Esprime la coscienza della Chiesa; dà un’espressione vera, una formulazione immutabile a ciò che esiste già nella vita della Chiesa, a ciò che è dato dallo Spirito Santo che anima questa vita.

17. Agisce il concilio come un «potere»?

Il Concilio non agisce come un potere, ma come l’organo della Chiesa, come la sua testa o la sua bocca.

 18. Come dobbiamo studiare le definizioni dottrinali dei concili?

Nel contesto degli scritti dei Padri della Chiesa.

19. La Chiesa, lo abbiamo visto, è selettiva nei confronti dei concili locali. Lo è anche nel confronto dei Padri?

Si. Scritti individuali possono essere erronei e contradditori. Il frumento patristico deve essere separato dalla sua pula.

20. E’ sufficiente per un ortodosso citare i Padri?

Non è sufficiente. Egli deve penetrare il senso dei loro scritti e acquisire « lo spirito patristico ». Non deve trattare i Padri come reliquie del passato, ma come testimoni viventi, come dei contemporanei.

21. Ha mai tentato la Chiesa ortodossa di definire esattamente la situazione del Padri e di classificarli per ordine d’impor­tanza?

No. Ma essa rispetta più particolarmente gli autori del IV secolo e specialmente Gregorio di Nazianzo, Basilio Il Grande, e Giovanni Crisostomo, ch’essa ha chiamati i tre grandi ge­rarchi.

22. L’Occidente pensa che l’epoca dei Padri termina col V secolo. Cosa ne pensa l’ortodossia?

L’età dei Padri non termina col V secolo; altri scrittori più recenti sono del Padri (così Massimo, Giovanni Damasceno, Teodoro lo Studita, Simeone il nuovo teologo, Gregorio Palamas, Marco d’Efeso). E’ un errore considerare gli scritti patristici come un ciclo chiuso che apparterrebbe al passato; chi può dire se la no­stra epoca non produrrà qualche nuovo Basilio o Atanasio? Affermare che non vi possano più essere dei Padri, equivale a dire che lo Spirito Santo ha disertato la Chiesa.

23. La Chiesa Ortodossa non si è mai lasciata trascinare dalla mania dogmatizzatrice. E’ giusto affermare che certe creden­ze non formulate in dogma dall’ortodossia non fanno parte della tradizione ortodossa?

Non è giusto. Certe dottrine non definite ufficialmente sono sostenute dalla Chiesa con una convinzione interiore tal­mente evidente e un’unanimità talmente serena da equivalere largamente a una definizione esplicitamente formulata.

24. Che cosa dice San Basilio al riguardo?

«Una parte del nostro Insegnamento è scritta — dice san Basilio — e un’altra parte ci è stata misteriosamente tra­smessa dalla tradizione apostolica; queste due forme d’in­segnamento hanno lo stesso valore di pietà».

25. Ov’è conservata questa tradizione interiore «misteriosamente trasmessa»?

E’ conservata soprattutto nei servizi della Chiesa. “Lex orandi lex credendi”: la fede dell’uomo si esprime nella sua pre­ghiera. L’ortodossia ha fatto poche dichiarazioni esplicite a riguardo dell’eucaristia e degli altri sacramenti, al riguardo dell’altro mondo, della Madre di Dio, del santi e dei fedeli defunti: la credenza su questi punti è quasi interamente contenuta nelle preghiere e negli inni dei servizi.

26. Solo le parole del servizi fanno parte della tradizione?

Non soltanto. Ne fanno parte anche i gesti e gli atti: l’immer­sione nelle acque del battesimo, le diverse unzioni d’olio, il segno di Croce hanno un senso particolare ed esprimono in simboli, o drammaticamente, le verità della fede.

27. Oltre le definizioni dottrinali che cos’hanno ancora elaborato i concili ecumenici?

Hanno elaborato i canoni.

28. Di che cosa trattano i canoni?

Trattano dell’organizzazione della Chiesa e della sua disci­plina.

29.  I concili locali o certi vescovi hanno scritto canoni?

Sì. Teodoro Balsamone, Zonaras e altri scrittori bizantini, hanno compilato collezioni di canoni, con spiegazioni e commenti.

30. Qual’è il commentario moderno per eccellenza?

E’ il commentario greco «il Pedalion» -timone- pubblicato nel 1800, opera dell’infaticabile san Nicodemo della Santa Montagna.

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