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Chi sono gli Ortodossi?

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2008 18:48
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05/11/2008 18:47

LE CHIESE D'ORIENTE: GLI ORTODOSSI

Oggi più di ieri può capitare, partecipando ad un viaggio turistico in qualche paese che dà sul Mediterraneo orientale, di incontrare chiese e abitanti di quelle regioni che pur dichiarandosi cristiani non sono cattolici bensì si dicono ortodossi. Ne nasce la voglia di saperne di più. Così può avvenire visitando la Grecia con le sue isole, l'Egitto… il fatto è evidentissimo a Gerusalemme, al Santo Sepolcro, alla basilica della Natività di Betlemme. E' vero che in questi paesi la maggioranza della popolazione è di religione islamica, ma esistono pure minoranze cristiane e soprattutto avviene di imbattersi in monumenti d'importanza storica ed artistica eccezionale come S. Sofia a Istanbul che richiamano un passato cristiano. La medesima impressione si ha visitando la Russia, l'Ucraina, la Romania, ecc.

Il termine "ortodosso" proviene dalla lingua greca e significa "fede retta, giusta". Per noi cattolici tale è la fede della Chiesa di Roma, alla quale apparteniamo. Per gli orientali esprime invece la loro fede, tanto che "ortodosso" è diventato sinonimo di "cristiano d'Oriente". Questa designazione geografica, Oriente, non va presa in senso assoluto, tanto da comprendervi l'India o la Cina o il Giappone, ecc., ma indica le popolazioni situate, in modo generico, ad oriente del Mediterraneo e dell'Adriatico fino alle terre occupate in antico dall'impero romano. E' il riferimento alla storia che aiuta a capire l'origine e l'estensione dell'"Ortodossia".

L'imperatore Costantino (280-337), divenuto unico signore dell'immenso impero romano, si trovò nella necessità di avere un centro di comando in una località più spostata verso oriente rispetto a Roma per poter amministrare quelle regioni. Scelse il luogo dove sorgeva già Bisanzio, lo trasformò, eresse una nuova città che dal suo nome venne chiamata Costantinopoli. Quando nel 1453 la conquisteranno gli arabi con Maometto II prenderà il nome di Istanbul, che conserva tuttora. Ma non era l'unica città rilevante del tempo. Oltre a Roma erano di grande importanza Antiochia, attualmente al sud della Turchia, al confine con il nord della Siria, oggi tutta musulmana con una minuscola comunità di cristiani, ed Alessandria d'Egitto, la città più importante di quel paese prima che venisse fondato il Cairo. Se non dimentichiamo Roma e vi aggiungiamo anche, naturalmente, Gerusalemme, abbiamo i cinque nomi di città attorno alle quali si svolse la vita dei cristiani d'Oriente e, per Roma, di noi cattolici ad Occidente e dunque la storia delle nostre radici comuni, della Tradizione Apostolica, di una Fede Comune tanto che già nel primo secolo si usava dire Cattolica, termine derivante dal greco che vuol dire "universale".

Bisogna poi ancora sottolineare, per comprendere quanto stiamo dicendo, che la tendenza regionalista era ed è sempre stata molto viva, non soltanto in Occidente ma anche in Oriente, ed ogni popolo o etnia tendeva a trasmettere e vivere seguendo le proprie tradizioni, che nella religione portano ad avere non soltanto lingue ma anche riti diversi, se pur fino a quando si rimase bene o male uniti, uguali nella sostanza dottrinale.

 Il tutto, è facile immaginarlo, ha come conseguenza una notevole frammentazione di genti, lingue, modi differenti di celebrare la propria liturgia, pur conservando la medesima fede nelle verità fondamentali: Dio uno e trino; Gesù, Figlio di Dio fattosi uomo in Maria, morto e veramente Risorto e che asceso al Cielo, ritornerà gloriosamente per giudicare i vivi e i morti. Questa distinzione tra essenziale e accidentale non va mai dimenticata o sottovalutata.

Tanto noi cattolici quanto i fratelli "ortodossi" siamo cristiani perché professiamo la medesima fede, abbiamo ricevuto il battesimo che ci rende figli di Dio, abbiamo i medesimi sette sacramenti (se pur intesi diversamente nella Liturgia) come mezzi di salvezza, e la medesima "Parola di Dio" trasmessa dalle Sacre Scritture, la Bibbia, nutre la nostra vita cristiana, così come in comune la Tradizione dei Padri della Chiesa.

Ragioni storiche e teologiche ci hanno divisi. L'emergere successivo dell'importanza dei centri politici presenti nelle città sopra ricordate, soprattutto poi di Costantinopoli divenuta col tempo la "seconda Roma", creò località d'interesse storico politico militare religioso, che attrassero a sé le popolazioni gravitanti attorno ad esse. Poi ci furono lunghe e contrastanti discussioni teologiche svoltesi attorno alla persona di Gesù Cristo. Sembra un paradosso, ma propria Gesù di Nazareth, figlio di Maria, fu al centro di dispute teologiche, a volte anche aspre, che contrapposero spesso vescovi e comunità tra di loro, infatti erano preti e vescovi i maggiori eretici eppure, paradossalmente, per risolvere tale questioni, la Chiesa attraverso Sinodi e Concilii finiva per decretare in senso unitario le maggiori dottrine della salvezza.

La cosa non dovrebbe stupire. Gesù, Figlio di Dio, è l'unica persona che è contemporaneamente Dio e uomo. Come concepire ed esprimere con parole umane questa realtà? Come dire il mistero? In Oriente erano fiorite diverse scuole teologiche, fondate sulla cultura greca precedente, e questi filoni culturali orientavano a presentare il mistero di Gesù Cristo con categorie concettuali non sempre coincidenti. Specialmente le scuole di Alessandria e di Antiochia si segnalavano a questo riguardo. Ancora. Lo Stato non veniva concepito come "laico", estraneo a questi problemi, ma la religione era un tutt'uno con la vita di ogni giorno, e l'imperatore era anche il moderatore della vita religiosa, tanto da indire lui stesso i vari concili ecumenici, sette, che si svolsero in Oriente sotto la sua autorità se pur dottrinalmente non ebbe mai voce in capitolo.

Il Concilio di Calcedonia (451) trovò la formula definitiva: Gesù Cristo è "una sola persona", quella del Verbo increato, cioè della seconda persona della SS. Trinità, ma, in quanto fattosi uomo, dotato di "due nature", quella umana e quella divina, per cui, rimanendo Dio, è pure completamente uomo. Il Concilio precedente, quello di Efeso (431), già aveva definito Maria SS. "Madre di Dio", chiamata in greco "Theotòkos"- Genitrice di Dio-. Ricordiamo che gli orientali, gli Ortodossi, hanno tantissima devozione alla Madonna, certamente non meno di noi Occidentali, Cattolici, anzi per certi aspetti forse è anche più profonda in senso di rispetto di quel Mistero che ci lascia senza parole: Gesù si è scelto una Madre!

Non bisogna tuttavia pensare che le Chiese Orientali si siano separate dalla Chiesa di Roma soltanto per questioni teologiche. Sulla separazione hanno influito moltissimo "fatti storici", maturati lungo i secoli che hanno sempre maggiormente distinto fino a contrapporli l'Oriente dall'Occidente. La storia è costellata di tanti momenti di lotta fra fratelli, ed anche le chiese non ne rimasero esenti. Con il 1054, ad opera del patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario, si operò lo scisma definitivo che a tutt'oggi divide la Chiesa Cattolica da quella Ortodossa nonostante nel 1967 si siano tolte entrambi le scomuniche.

Oltre a quanto detto, l'elemento fondamentale, almeno sul terreno pratico, che ci separa da loro è il "Primato petrino", cioè il dovere che ha il Vescovo di Roma, il Papa, come successore di Pietro, di presiedere la Chiesa. Le difficoltà possono consistere nel modo dell'esercizio del Primato, e Giovanni Paolo II ha chiesto lui stesso di esaminare il problema, ma non nella sostanza: Gesù non ha fondato più chiese, ma una chiesa sola. Pietro, ed i suoi successori, hanno il dovere di conservare questa unità. Compito difficilissimo, perché come la storia dimostra, le occasioni di conflitto sono sempre tante.

Le chiese d'Oriente sono in genere "autocefale", cioè si comandano ciascuna secondo la propria identità, magari in grado diverso se veri patriarcati o soltanto metropolie. Fra tutte, la più numerosa, con 60.000.000 di fedeli, è quella della Russia, presieduta in questo tempo dal patriarca Alessio II. Ha sofferto tanto nel secolo XX, come tutti sappiamo, ed ha tanti santi. Il Patriarca che coordina, ma senza potere deliberativo, le varie chiese indipendenti, è il Patriarca che ancora oggi risiede a Costantinopoli (=l'odierna Istanbul), nel quartiere del "Fanar", Bartolomeo I.

Giovanni Paolo II non ha mai perso occasione di favorire i buoni rapporti con queste chiese, come abbiamo spesso visto nei suoi viaggi. Nella lettera enciclica "Orientale lumen" (= la Luce dell'Oriente del 2 maggio 1995), ci invita a:

  1. Conoscere l'Oriente cristiano. Un'esperienza di fede;

  2. A passare dalla conoscenza all'incontro.
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Per chi volesse saperne di più su questo

</DIR>

argomento, insieme interessantissimo ma anche molto complesso, si consiglia: Filippo Carcione, "Le Chiese d'Oriente. Identità, patrimonio e quadro storico generale" San Paolo, 1998.

Giuseppe Marocco

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