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Ecumenismo in positivo

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2008 19:04
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Parlando di Ortodossi..siamo felici di inserire alla nostra conoscenza questo sito:
ne prendo una parte molto interessante:

Profilo dottrinale    torna su

La sintesi della dottrina ortodossa si trova nel Credo niceno-costantinopolitano, mantenuto senza alcuna alterazione:

La Chiesa Ortodossa professa la fede nel Dio uno e trino: Padre, Figlio e Spirito Santo, nella divinità e nell'umanità di Gesù Cristo, il Figlio di Dio incarnato.

Essa venera  Maria, in quanto Madre di Dio e venera anche i Santi, quali modelli di vita cristiana. La Chiesa è assolutamente necessaria alla salvezza in quanto al suo interno ha luogo il processo di santificazione dell'uomo e del cosmo, mediante l'opera dello Spirito Santo.

La visione ortodossa è di tipo globale, per cui non dissocia la dottrina dalla vita, la fede dalla spiritualità, la teologia dalla mistica. Questo tipo di concezione ha le sue radici in Oriente, come riconosce il Concilio Vaticano II quando afferma: Dall'Oriente si è diffuso il messaggio di Cristo, annunciato dagli apostoli quali orientali; in Oriente sono nate le prime comunità cristiane; in Oriente si sono riuniti i sette Concili ecumenici i quali hanno formulato i dogmi della fede cristiana; dall'Oriente vengono le forme di culto ed è l'Oriente patria del monachesimo e della mistica cristiana. (cfr. Decreto sull'ecumenismo, nn. 14-17).

Alla sacra Scrittura si affianca la sacra Tradizione che comprende oltre al Simbolo niceno-costantinopolitano, le decisioni dogmatiche dei Concili, i libri di culto e le opere dei Padri, tra i quali godono di particolare autorità i santi Atanasio, Basilio, Gregorio Nisseno, Gregorio Nazianzeno, Massimo il Confessore, Giovanni Damasceno, il patriarca Fozio, Simeone il Nuovo Teologo, Gregorio Palama ed altri, senza ignorare i Padri latini.

Mentre la chiesa cattolica tende a dare una importanza principale alla figura di Cristo, quella ortodossa attribuisce pari importanza ad una teologia riferita allo Spirito Santo.

La Chiesa è il luogo in cui il credente partecipa attivamente alla vita di Cristo, mediante i sacramenti, riguardo al numero dei quali la chiesa ortodossa non ha formulato una decisione, ma ormai è generalmente accettato il numero di 7.

Soffermandoci sulle differenze nell'uso liturgico, nel Battesimo gli ortodossi immergono totalmente nell'acqua il candidato per tre volte, indicandone la morte al peccato e la resurrezione alla nuova vita in Cristo, attraverso l'azione del Dio unico e trino.

Per quanto riguarda l' Eucarestia, la Comunione viene sempre fatta con col pane e col vino insieme.

Pur affermando l'indissolubilità del Matrimonio, la Chiesa ortodossa celebra anche il secondo e il terzo Matrimonio tra divorziati, sostenendo che Dio vuole che il peccatore non muoia, ma che si penta e viva.

Il sacramento chiamato Unzione degli infermi assume un carattere specificamente penitenziale e viene celebrato anche per quei fedeli che non sono ammalati fisicamente, ma che sentono una profonda sofferenza spirituale.

Atteggiamento ecumenico     torna su

Se per ecumenismo si intende lo sforzo di ricostruire l'unità visibile della Chiesa, tutta la storia della Chiesa Ortodossa appare ecumenica. La restaurazione dell'unità visibile della Chiesa non è un problema di centralizzazione ecclesiastica né di uniformità confessionale, bensì di comune fede. Una delle prime iniziative ecumeniche del nostro secolo appartiene al Patriarcato di Costantinopoli (1920) .

Fin dal 1925 le Chiese Ortodosse partecipano con i loro rappresentanti alle assemblee ecumeniche ed insieme ai Protestanti costituiscono il Consiglio Ecumenico delle Chiese.

L' Ortodossia è presente nei dialoghi ecumenici con quasi tutte le famiglie confessionali, con la Chiesa Cattolica i rapporti - come si è detto - sono ripresi il 5 gennaio 1965, quando a Gerusalemme il Papa Paolo VI ed il Patriarca Atenagora I diedero inizio al cosiddetto Dialogo della carità.

Interessante ricordare i documenti: "Orientalium Ecclesiarum" - Concilio Vaticano II - DECRETO sulle Chiese Cattoliche Orientali e "La luce dell'Oriente" - Appello all'unità con le Chiese orientali nel centenario della Orientalium dignitas di papa Leone XIII, Lettera apostolica di Giovanni Paolo II - 1995

Il vero progresso del Cristianesimo orientale non dipende dalla soppressione di diverse tradizioni religiose a vantaggio di altre, ma dalla volontà dei membri della Chiesa di intraprendere una feconda collaborazione e di sostenere un dialogo basato sulla cordialità e sulla comprensione.


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 Pentecostali visti dagli Ortodossi:

I Pentecostali prendono nome dalla loro insistenza sulla necessità di una nuova Pentecoste.
Nel 1900 il pastore battista Charles Fox Parham aprì a Topeka (Kansas) una scuola biblica, da dove partì un movimento di risveglio religioso che poneva l’accento sul battesimo da parte dello Spirito e sulle manifestazioni che dovevano accompagnarlo, particolarmente la glossolalia (parlare in lingue). Parham, nel suo “Movimento della Fede apostolica”, attribuì al dono delle guarigioni per opera dello Spirito Santo un’attenzione particolare, suscitando una strepitosa popolarità. Si insediò in Gran Bretagna (1904), a Los Angeles ed in tutti gli Stati Uniti, poi in Germania. 
Nel 1907 si diffuse molto rapidamente nell’America latina, nel 1920 in Russia e nel 1929 in Francia.
Nel 1960 Il “rinnovamento carismatico” ispirato al pentecostalismo si estese anche ad altre confessioni cristiane.

Nel desiderio di collegarsi direttamente all’entusiasmo della prima comunità cristiana, il pentecostalismo riconosce un’autorità assoluta della S. Scrittura nella vita del cristiano. La Bibbia è generalmente letta in prospettiva fondamentalista, con un interesse particolare per i passi concernenti l’effusione dello Spirito e i racconti dei miracoli.

Alla diversità strutturale del pentecostalismo risponde una grande disparità di opzioni teologiche. La maggior parte delle comunità pentecostali professa una fede di tipo battista, calvinista o metodista.
Tutte si riconoscono nel sottolineare il “battesimo dello Spirito” come condizione di una vita cristiana autentica. Il “battesimo d’acqua” per loro non è che la ratifica a posteriori del battesimo dello Spirito, che può accompagnarsi, come negli Atti degli Apostoli, a guarigioni e fenomeni di glossolalia (parlare in lingue, e cioè pregare in una lingua che non si conosce). I pentecostali considerano generalmente la rapidità della loro diffusione come segno della prossimità della fine dei tempi.

Nell’organizzazione delle riunioni pentecostali regna la più grande libertà. Sono negati il sacerdozio ministeriale e la transustanziazione; la Cena e il Battesimo (generalmente per immersione e riservato agli adulti) sono considerati segni puramente simbolici, mentre la lettura della Bibbia e la preghiera (compresa la “preghiera in lingue”) occupano un posto prioritario e terminano spesso con manifestazioni di estasi.

Il movimento si caratterizza per il suo spontaneismo: ogni comunità locale è autonoma e decide liberalmente sull’opportunità della propria adesione alle numerose federazioni pentecostali (le più importanti sono “Le assemblee di Dio”). 

I Pentecostali adottano spesso uno stile di vita comunitario, contrassegnato da entusiasmo e generalmente rigido (proibizione frequente dell’alcool, del fumo). Il pentecostalismo insiste sul potere di guarigione dello Spirito e si distingue per il suo zelo missionario, rivolto sia verso le altre confessioni cristiane, sia verso i non cristiani.

Soltanto alcuni dei movimenti pentecostali, principalmente sudamericani, sono entrati nel Consiglio Ecumenico delle Chiese.

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