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La Vergine Maria...

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2008 19:18
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05/11/2008 19:06

La Madre di Dio nella liturgia orientale

di GEORGE GHARIB

Kariès e l’icona dell’Axión estin
   

Kariès, capitale amministrativa dell’Athos, e l’icona mariana detta dell’Axión estin sono due delle principali attrattive del Santo Monte. – Il fatto prodigioso della Panaghía dell’Axión estin.

Il santo Monte dell’Athos, oltre a possedere i venti Monasteri di cui abbiamo presentato solo alcuni ai nostri lettori, dispone anche di un grande centro abitativo in cui sono concentrate le istituzioni che presiedono all’amministrazione della Repubblica monastica dell’Athos: si tratta di un grosso villaggio che si adagia in una verde conca a 330 metri dal livello del mare e di un grosso centro formato da vecchi edifici e viuzze lastricate che gli conferiscono un aspetto ridente di borgata medioevale. La vegetazione che lo circonda e che scende fino al mare è intercalata da casette isolate fra cipressi, querce ed alberi da frutta.

L’insieme, dotato di servizi pubblici (infermeria, posta, telegrafo, telefono), di locande gestite da laici e di botteghe (oggetti religiosi, libri, generi alimentari) gestite da monaci, costituisce il punto nodale da cui si irradiano i sentieri e le mulattiere per i Monasteri e le loro dipendenze.

In questo villaggio, che porta il nome di Kariès, presso un moderno edificio che sorge sulla piazza principale, hanno sede la Sacra Comunità e la Sacra Epistassía (= Sovrintendenza): è qui che occorre recarsi per ottenere il permesso di soggiorno. Vi sono anche disseminate le cosiddette konákia, ossia le succursali o rappresentanze di 19 Monasteri (il monastero di Kutlumussiu, che dista soltanto 10 minuti da Kariès, non possiede una propria konáki). In tali edifici risiedono i rappresentanti dei Monasteri presso la Sacra Comunità e sono ospitati i monaci del relativo monastero di passaggio o in temporaneo soggiorno. A Kariès vi è inoltre la residenza del Governatore greco ed un Ufficio di Polizia.

Veduta panoramica di Kariès, centro amministrativo, politico e culturale del Monte Athos.
Veduta panoramica di Kariès, centro amministrativo, politico e culturale del Monte Athos.

Storia dell’insediamento

Il primo tentativo di organizzazione monastica dell’Athos risale al IX secolo. In seguito, con l’arrivo dei monaci e la formazione di Comunità monastiche, si sentì il bisogno di ospitare i rappresentanti dei monaci ed il loro Prótos, o Primate. Si iniziò così a costruire, in una località al centro della penisola detta appunto Méssos (di mezzo), una nuova Lavra che conseguentemente prese il nome di "Lavra di Méssi". A partire dal secolo XI tale agglomerato incominciò ad essere chiamato "Lavra di Karié", forse per l'abbondanza di alberi di noci (in greco karié) che tuttora crescono nei dintorni; più tardi il nome del luogo venne definitivamente trasformato in "Kariès". Questo raggruppamento di abitazioni di monaci indipendenti era riunito intorno ad una chiesa detta "Protáton" (cioè, "del prótos dell'Athos") che fu consacrata alla Dormizione della Vergine (festa il 15 agosto) e che oggi è la più antica costruzione esistente sulla Santa Montagna. In essa si tennero originariamente le riunioni delle Assemblee (Sínaxis) dei monaci, e si finì per identificare con il nome di "Protáton" anche l'organizzazione centrale stessa della collettività.

La chiesa del Protáton e i suoi tesori d’arte e di fede

La chiesa metropolitana del Protáton è senza alcun dubbio la costruzione più antica del Monte Athos. Fondata nella prima metà del X secolo, essa ha assunto la sua struttura architettonica attuale nel 965 quando il prótos Atanasio ampliò le dimensioni dell'edificio originario. I rinnovamenti e i restauri fatti eseguire dall'imperatore Andronico II Paleologo agli inizi del XIV secolo non ne hanno infatti alterato significativamente l'originaria configurazione; tali restauri furono la conseguenza dei danni prodotti intorno al 1275-1280 dai cosiddetti enotici, ossia fautori dell'unione con la Chiesa di Roma, e dall'incendio causato dalle milizie in rivolta dell'imperatore Andronico II Paleologo. Nel 1802 fu sopraelevato il tetto della navata, modifica che ha permesso, mediante l'apertura di numerose nuove finestre, di dare maggiore luminosità al naós, o corpo centrale della basilica.

Il Palazzo della Sacra Comunità di Kariès, sede degli organi legislativi ed amministrativi della Comunità monastica athonita.
Il Palazzo della Sacra Comunità di Kariès, sede degli organi legislativi
ed amministrativi della Comunità monastica athonita.

La pianta dell'edificio è profondamente diversa non solo da quelle dei katholiká dell'Athos ma anche della maggior parte delle chiese bizantine. L'aspetto esterno è del tipo basilicale, a tre absidi. Il nartece è una aggiunta posteriore risalente al 1507, mentre il portico sul lato nord ed il campanile a est sono stati edificati dal Protos Serafino nel 1534. Il tetto dell'edificio, originariamente in legno, è a capanna, con la copertura corrispondente alla navata centrale sopraelevata rispetto a quelle laterali.

La chiesa offre all'interno ampie pareti che hanno permesso a Manuele Pansélinos di Salonicco, massimo esponente della scuola pittorica macedone, di esprimere nel primo quarto del XIV secolo il proprio capolavoro. Le composizioni principali sono disposte lungo la seconda fascia (dall'alto): le Dodici Feste (Dodekáorton) dell'anno liturgico bizantino nella navata, la Passione di Cristo nei transetti ed i miracoli nelle quattro Cappelle laterali. Gli affreschi della navata sono suddivisi in quattro fasce sovrapposte che rappresentano, dall'alto in basso, gli antenati di Cristo (da Adamo a Giuseppe), le Feste della Chiesa (Natività di Maria, Presentazione al Tempio, Battesimo, Trasfigurazione, Crocifissione, Discesa al Limbo, Ascensione, Pentecoste), i quattro Evangelisti e una galleria di Santi guerrieri e di asceti famosi.

Sulla parete ovest, al di sopra della porta di ingresso dal nartece alla navata, Pansélinos ha realizzato l'enorme composizione della Dormizione della Vergine a cui la chiesa è dedicata; vi sono rappresentati gli Apostoli e gruppi di donne che assistono piangenti al trapasso della Vergine, mentre è ormai andata perduta l'immagine del Cristo che, in piedi presso il letto funebre, ne regge fra le braccia l'anima raffigurata sotto l'aspetto di un bambino neonato.

L'iconostasi in marmo, dalle caratteristiche decorazioni geometriche, risale agli anni della fondazione della chiesa (X secolo).

Chiesa metropolitana del Protáton a Kariès (sec. X).
Chiesa metropolitana del Protáton a Kariès (sec. X).

La storia della Panaghía dell’Axión estin

Nel Protáton si venerano numerose icone di Cristo, della Madonna e di diversi Santi. Ci fermeremo qui sulla sola icona che è fra le più venerate e le più celebri dell'Athos, quella detta dell'Axión estin (= cosa degna…"), così chiamata dalle due parole che iniziano un noto inno alla Madonna, conosciuto e cantato da tempo immemorabile da tutti i fedeli della Chiesa bizantina. L’icona, che rappresenta la Vergine che tiene fra le braccia il Bambino Gesù, è ricoperta di un rivestimento in argento a sbalzo che permette di ammirare unicamente i volti anneriti dal fumo delle candele della Vergine e del Bambino. Ogni anno, il giorno successivo alla Pasqua, l'icona viene condotta con solenne processione per le strade di Kariès.

Alla base della fama dell'icona mariana sta il seguente fatto prodigioso narrato dai monaci, che si sarebbe verificato nel 980, quando il Monte era già costellato di Monasteri e di eremitaggi. In uno di questi, sito a fondo valle tra Kariès e Pantocrátor e dedicato alla Dormizione della Madre di Dio, viveva, insieme con un giovane discepolo, un monaco di grande virtù. Un giorno, dovendo il vecchio recarsi nella chiesa del Protáton per prendere parte alla veglia notturna, disse al giovane: "Tu rimani qui e sforzati di recitare l'Ufficio meglio che puoi". Venuta la notte, il giovane novizio sentì bussare alla porta e, apertala, si trovò davanti un bel vegliardo in abito monastico che chiedeva ospitalità. A mezzanotte, il giovane e il suo ospite si misero a cantare insieme l'Ufficio. Arrivati al momento di cantare l’inno mariano che inizia con le parole "Tín timiotéran…": – "Tu, che sei più onorabile dei Cherubini / e incomparabilmente più gloriosa dei Serafini, / che in modo immacolato partoristi il Verbo di Dio: / te magnifichiamo come vera Madre di Dio…" –, il misterioso ospite prevenne il novizio nel canto, facendolo precedere dal seguente inno le cui iniziali sono appunto, in greco, Axión estin: "E' veramente giusto proclamare beata te, o Deipara, che sei beatissima, tutta pura e Madre del nostro Dio…".

Il giovane non conosceva l'inno. Disse perciò al compagno: "Qui cantiamo solo il "Tín timiotéran"; e mai noi e i nostri padri abbiamo conosciuto l' Axión estin. Ti prego, scrivimi le parole, affinché sappia cantarlo anch'io".

Lo sconosciuto acconsentì e scrisse col dito le parole su una tavoletta e aggiunse: "E' così che voi e tutti gli ortodossi canterete d'ora in poi questa preghiera". Detto ciò, scomparve.

Icona della Panaghía dell’Axión estin.
Icona della Panaghía dell’Axión estin.

Ritornato il vecchio eremita, il novizio gli mostrò la tavoletta e cantò l'inno che aveva imparato. Il vegliardo si affrettò a portare il meraviglioso documento agli anziani del monastero vicino e raccontò il prodigioso evento. Si diffuse così la convinzione che il Cielo stesso fosse disceso ad insegnare un nuovo inno in onore della Theotókos, poiché l'ospite misterioso altri non poteva essere che il messaggero dell'Annunciazione, l'Arcangelo Gabriele. La preziosa tavoletta fu allora portata a Costantinopoli. Il patriarca e l'imperatore, informati dell'accaduto, prescrissero di cantare l' Axión estin in tutte le chiese assieme al "Tín timiotéran". I monaci della Santa Montagna trasportarono solennemente nella chiesa primaziale di Kariès l'icona mariana davanti alla quale il nuovo inno fu cantato per la prima volta. Perciò questa icona porta il nome di Madonna dell'Axión estin.

Anche l'eremitaggio in cui ebbe luogo l'evento ricevette nome Axión estin, e la vallata quello di Adein, o "del cantare". I libri liturgici bizantini riportano il giorno 11 giugno la memoria della "Sinassi dell'Arcangelo Gabriele del cantare". In questo giorno i monaci di Kariés si recano a celebrare la divina liturgia nell'eremitaggio dell'Adein, e ricordano, insieme alla Panaghía dell'Axión estin, il misterioso melode, Gabriele.

L’icona stessa è stata fatta conoscere dai monaci dell’Athos a tutte le Chiese ortodosse del mondo che la celebrano con molti inni.

La Sacra Epistassía, o Sovrintendenza, organo cui è affidato il potere esecutivo della Repubblica dell’Athos.
La Sacra Epistassía, o Sovrintendenza, organo cui è affidato il potere esecutivo della Repubblica dell’Athos.

Riportiamo qui solo alcuni tratti dall’Ufficio di questa festa:

"Popolo monastico dell'Athos,
rallegrati in questo giorno ed esulta,
canta riconoscenza alla Vergine,

perché fu Lei che per mezzo dell'Angelo
volle farti conoscere questo inno angelico
: //
"E' veramente giusto lodarti
e glorificarti
quale Madre di Cristo,
Dio e nostro Creatore.
Tu sei più eccelsa dei Cherubini,
più santa dei Serafini,
e sei tu che salvi le nostre anime
da ogni pericolo. //

Gabriele ha lasciato le volte celesti ed è apparso al monaco
in una forma insolita
e gli cantò la tua lode, o Vergine,
in una formula a lui sconosciuta,
premettendo così un prologo
all'inno
che Cosma un tempo aveva modulato. //

Un giorno, Gabriele era disceso dal cielo
per annunciare alla Vergine
la buona novella e dirle: Ave.
Oggi, egli insegna alla Santa Montagna
il canto di questo ammirevole inno:
E’ veramente giusto glorificare l'Immacolata!"
.

George Gharib

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