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LA PREDESTINAZIONE

Ultimo Aggiornamento: 06/11/2008 10:15
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LA PREDESTINAZIONE


In MATTEO 10,29 Gesù dichiara: 29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.

Non è questa una prova che la sorte di ognuno (comunemente designata col termine "destino"), e tutti gli avvenimenti sono già predeterminati e che non esiste nessuna possibilità di modificare ciò che Dio stesso ha preordinato?

Seguono altri passi che confermerebbero questa conclusione:

ATTI 13, 48 Nell'udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna.

ATTI 22, 14 Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, 15 perché‚ gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito.

ROMANI 8, 28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 29 Poiché‚ quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché‚ egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30 quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

EFESINI 1, 11 In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, 12 perché‚ noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.

1 PIETRO 1,20 Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi.

1 PIETRO 2,7 Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare, 8 sasso d'inciampo e pietra di scandalo. Loro v'inciampano perché‚ non credono alla parola; a questo sono stati destinati.

ROMANI 6,20 Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia. 21 Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Infatti il loro destino è la morte. 22 Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna. 23 Perché‚ il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.

I brani sopra citati sembrano avvalorare la tesi iniziale, cioè che solo Dio decide tutto mentre le creature subiscono le sue decisioni.

Vi è inoltre da considerare che nella Scrittura vi sono innumerevoli profezie, molte delle quali si sono già realizzate ed altre certamente si realizzeranno; questo conferma ancora una volta che Dio sa esattamente come si svolgeranno gli eventi e li preannuncia in anticipo.

Rispondo:

Nonostante quanto detto però, vi sono alcune riflessioni da fare:

1) Se Dio avesse deciso già tutto, perché si è preoccupato di dare comandamenti, leggi, correzioni, esortazioni, insegnamenti attraverso tutti i secoli per mezzo di tanti servi, profeti, e del Suo stesso Figlio?

2) Perché Dio imputa all'uomo delle colpe, se l'uomo stesso fosse succube delle decisioni divine?

3) Perché Dio, minaccia, rimprovera, castiga nella vita presente e in quella futura se il male commesso dagli uomini non fosse imputabile alla loro volontà ?

4) Perché Gesù pregava e insegnava a pregare se tutti gli avvenimenti non sarebbero modificabili ? A cosa servirebbe in tal caso pregare ?

Qual è allora la soluzione della questione?

Dalla Scrittura ricaviamo le seguenti conclusioni:

(2 Pietro 3.9) Dio non vuole che nessuno perisca ma che tutti siano salvati e abbiano modo di pentirsi.

1 TESSAL.5,9 Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all'acquisto della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo.

Dunque Dio ha creato tutto per l'immortalità e per la felicità, Egli ha preordinato che tutti si salvino; il destino di tutti quindi è la salvezza. Non è Lui che decide il male, il dolore e la morte, e per questo motivo, pur sapendo che in Adamo tutti avrebbero peccato, ha preordinato la salvezza attraverso il Figlio.

Dio lascia agli uomini la libertà di gestire ampiamente la vita sulla terra, e pur conoscendo in anticipo quali saranno gli eventi che scaturiranno dalle loro libere scelte, permette che scelgano e facciano anche il male; Nel Deuteron. infatti Dio dice "io pongo davanti a te la vita e la morte: scegli la vita affinché tu viva".

Sono gli uomini i responsabili delle proprie scelte negative.

Quando Dio permette un male che non vuole direttamente, lascia che si realizzi indirettamente la sua volontà per ottenere un migliore risultato, secondo quanto afferma S.Paolo in Rom.5,20 "Dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia".

La preghiera e la penitenza ottiene da Dio che venga modificato il corso di tanti eventi; si pensi ad esempio all'annuncio profetico da parte di Giona della distruzione di Ninive che Dio aveva deciso e che poi non mise in atto in seguito al pentimento degli abitanti. Gesù ha molto insistito sulla necessità della preghiera per ottenere grazie che altrimenti non si avrebbero; in tal modo il risultato dipende in parte dalla libera decisione dell'uomo di pregare e in parte dalla libertà di Dio di esaudire la preghiera. Infine Gesù raccomanda ai discepoli in Luca 13,24 " sforzatevi per entrare per la porta stretta" volendo far capire che anche dalla nostra libera scelta e dal nostro personale impegno, oltre a quello della Grazia, dipende la nostra salvezza, che Dio nella sua prescienza comunque conosce.

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MONS GIANFRANCO RAVASI (2006)

“ PREDESTINAZIONE ”
Ci ha scelti prima della creazione de! mondo…, predestinandoci a essere suoifig!i adottivi. (Efesini 1,4-5)


La parola “predestinazione” trascina spontaneamente nella convinzione comune il rimando a uno dei maggiori esponenti della Riforma protestante, il francese Giovanni Calvino (1509-1564), che effettivamente elaborò su questo tema una sua dottrina destinata ad avere articolazioni successive molto complesse, soprattutto nei suoi discepoli, e a suscitare contrasti veementi. In realtà, la questione ha le sue radici nel Nuovo Testamento e si connette a una serie ditemi affini come quelli dell’elezione, della grazia, della vocazione e della libertà. Il passo paolino che più funge da riferimento è nell’inno posto in apertura alla Lettera agli Efesini (1,3-14).

Là si usa un verbo greco pro-orizein che letteralmente significa “determinare in anticipo i confini”, di una realtà o di un evento. Siamo, quindi, in presenza di un “progetto”, di un piano divino (in greco pròthesis) che scaturisce dalla volontà di salvezza di Dio Padre, attuata in Cristo Gesù (in greco eudokia). Tutte queste parole echeggiano proprio nelle frasi centrali di quell’inno:
«Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo… predestinandoci (pro-orizein) a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito (eudokia) della sua volontà… In Cristo siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati (pro-orfzein) secondo il piano (pròthesis) di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà» (1,4-5.1 1).

C’è, dunque, un grande disegno divino, concepito fin dall’eternità: in esso Dio «vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1 Timoteo 2,4). È questa la volontà salvifica universale di Dio: «Dio non ci ha predestinati alla sua collera ma all’acquisto della salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo» (1 Tessalonicesi 5,9). Si tratta, dunque, di un progetto gratuito ed efficace, eterno e certo, per cui tutti sono chiamati a essere nella luce, nella gloria e nella dignità dei figli di Dio stesso. Questo, però, non significa che nella storia Dio salverà tutti gli uomini, prescindendo dalla loro libertà perché smentirebbe sé stesso che ha creato l’umanità dotata di libera scelta.

Dio salverà certamente — ed era questo il suo “progetto” quando creò l’uomo — quanti non si oppongono coscientemente, deliberatamente, ostinatamente alla sua eudokia, alla sua “buona volontà”, al suo amore salvatore. La “predestinazione”, intesa in questo senso biblico, esalta quindi e non penalizza la creatura libera, rendendo l’uomo un autentico interlocutore di Dio e, con lui, arbitro e signore del suo destino ultimo. Grazia e fede si devono, quindi, intrecciare perché il “progetto”, la pròthesis divina si attui: «Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza attraverso l’opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità» del Vangelo (2 Tessalonicesi 2,13).

La visione calvinista era, invece, più rigida: il disegno eterno e imperscrutabile di Dio predestina alcuni a ricevere la grazia salvifica di Cristo in modo così efficace da essere in condizione di non potersi opporre alla volontà divina. Tutto questo era sostenuto per esaltare il primato assoluto di Dio e della sua grazia sopra la libertà umana. In realtà Dio è così grande da non essere umiliato nel rispettare la libertà della creatura, peraltro da lui voluta. È in questa luce che devono essere interpretati i passi biblici sulla “predestinazione”: tra di essi suggeriamo la lettura del bellissimo paragrafo di Romani 8,28-30.

dal sito:

http://www.novena.it/ravasi/2006/272006.htm

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