Benvenuto in Famiglia Cattolica
Famiglia Cattolica da MSN a FFZ
Gruppo dedicato ai Cattolici e a tutti quelli che vogliono conoscere la dottrina della Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica Amiamo Gesu e lo vogliamo seguire con tutto il cuore........Siamo fedeli al Magistero della Chiesa e alla Tradizione Apostolica che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre. Ti aspettiamo!!!

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Cristo Re

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2008 22:28
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
08/11/2008 22:28

[DIM]16pt[=DIM] Il primato di Cristo nella sua regalità Commento al Vangelo di domenica 9 novembre Cristo Re (Ez 34,11-12.15-17; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46) di Giuseppe GRAMPA parroco di San Giovanni in Laterano Confesso che questo titolo regale attribuito a Gesù mi pone qualche problema. E non perché lo spirito repubblicano non mi renda particolarmente disponibile nei confronti della forma monarchica dello Stato. Del resto, Gesù stesso ha avuto non poche difficoltà a questo proposito. Leggiamo in Gv 6,15: «Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò sulla montagna tutto solo». Rifiuta quindi la regalità offertagli dalla folla. La rifiuta anche quando è Pilato a dire: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù risponde distinguendo nettamente la sua regalità: «Il mio regno non è di questo mondo» (Gv 18,33ss.). E parlando dei capi delle nazioni, dei re e dei grandi Gesù ha avuto parole sferzanti: «I re delle nazioni le governano e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così, ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve» (Lc 12,25ss.). Del resto, proprio l’evangelo di questa domenica ci presenta una immagine paradossale di Cristo re identificato con gli affamati, gli assetati, i forestieri, gli ignudi, i malati e i carcerati, in una parola “i più piccoli tra i fratelli”. È re, ma non ha potere, è l’immagine dell’impotenza, dell’antipotere. È quindi, quello di re, un titolo che può essergli attribuito, ma secondo una accezione assolutamente singolare. Forse proprio questa difficoltà ad attribuire a Cristo il titolo regale spiega perchè la festa di Cristo Re sia tardiva nel calendario della Chiesa: è stata infatti introdotta solo nel 1925 per iniziativa del papa Pio XI. Nelle intenzioni del papa questa festa doveva esprimere il dominio di Gesù sull’universo, e in particolare nella società. Doveva soprattutto combattere il laicismo ossia l’atteggiamento che pretendeva e pretende di estromettere dalla vita sociale ogni riferimento alla signoria di Cristo. Il papa Pio XI istituendo questa festa arriva a dire: «I capi di Stato sia per via personale che a nome del loro popolo non dovrebbero dunque rifiutare di rendere pubblici omaggi di rispetto e sottomissione alla sovranità di Cristo». Noi oggi ai nostri uomini politici non chiediamo tanto: ci basterebbe una davvero laica guida della cosa pubblica in vista del bene comune senza pubblici omaggi nè atti di sottomissione alla fede cristiana. Nata in un contesto polemico e quasi come segno rivendicativo della presenza pubblica, sociale della Chiesa, la festa di Cristo Re ha trovato con la riforma della liturgia la sua opportuna collocazione al termine dell’anno liturgico, a conclusione di quell’itinerario verso il mistero di Cristo che è appunto l’anno liturgico. La Chiesa ha infatti un suo calendario perchè ha una sua singolare nozione del tempo. Per il credente il tempo non è semplicemente scandito dal ritmo delle stagioni e dai lavori agricoli. E nemmeno il tempo è misurato solo dai ritmi del lavoro e del riposo, nè dalle ricorrenze civili. Per il credente il tempo è itinerario verso Cristo. E infatti l’anno della Chiesa, questo singolare itinerario, si conclude proprio questa domenica nel segno di Cristo Re, Cristo vertice, fine del tempo e della storia. Celebrare Cristo Re vuol dire celebrare il primato di Cristo. La seconda lettura della liturgia odierna ci aiuta a comprendere il senso di questa regalità, meglio il primato di Cristo. «Generato prima di ogni creatura, poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose...». È l’affermazione che ritroviamo nel Prologo di Giovanni: «Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di ciò che esiste». Vuol dire che un rapporto obbiettivo lega il mondo, le cose, il tempo, gli uomini a Cristo. Al centro del mondo così come al principio e al termine della storia sta l’azione di Cristo principio di vita, come una carica capace di sprigionare vita. Dovremmo liberarci dall’idea catastrofica secondo la quale al centro dell’universo starebbe una carica disgregatrice che ne produrrà un giorno la distruzione. Se Cristo è il cuore del mondo, il destino del mondo e di tutte le creature sarà lo stesso di Cristo, destino di vita eterna e di risurrezione. Nasce di qui la speranza attiva del credente, il suo operare nella storia e nel mondo. Come dice il Concilio: «I beni quali la dignità dell’uomo, la fraternità e la libertà e cioè i buoni frutti della terra e della nostra operosità, dopo che li avremo diffusi sulla terra nello Spirito del Signore li ritroveremo poi di nuovo quando il Cristo rimetterà il Regno al Padre». Sant’Ambrogio ha una espressione incisiva: Tutto abbiamo in Cristo, tutto è per noi Cristo. Possiamo allora ripetere con Paolo VI: Tu ci sei necessario, Cristo.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:31. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com