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25 Dicembre: una data da riscoprire insieme alla Stella

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2010 17:46
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15/11/2008 08:16

Il Presepio come oggi lo interpretiamo in ogni Natale è nato, come sappiamo, con san Francesco d'Assisi il quale ideò il primo Presepe VIVENTE, ricostruendo i fatti attraverso la lettura dei Vangeli......riscosse un enorme successo tanto da essere mantenuto e sempre più perfezionato......Su questo Presepe è sempre brillata UNA STELLA... ..non sottovalutiamola, perchè se ci soffermiamo a leggere il Vangelo, essa deve essere stata non solo molto luminosa, ma concretamente invitante tanto da far intraprendere un lunghissimo viaggio ai Magi che provenivano dal lontano Oriente....
Tale fatto è rispettato dai Musulmani che nei Magi vedono raffigurati loro stessi nel portare rispetto alla Vergine che aveva partorito un "grande Profeta" (anche se poi per loro è minore a Mohamed-Maometto), Gesù Cristo.

Leggiamo ora una meditazione del Card. Tettamanzi quando era a Genova, ed oggi lavora per la comunità milanese.....

Fraternamente CaterinaLD






Genova.
Cattedrale, 6 gennaio 2002


Alza gli occhi e guarda la stella



In questo solenne giorno dell'Epifania del Signore, desidero che la mia voce, quasi infinitamente amplificata dalle volte stupende della nostra Cattedrale, raggiunga tutti gli abitanti di Genova e della Diocesi: certo, a cominciare da voi, qui presenti. Tutti saluto con affetto, a tutti porgo il mio augurio cordiale e sincero, tutti invito a entrare in quella casa dove i Magi incontrarono il Bambino Gesù.

Ho detto tutti; e non a caso. Epifania significa "manifestazione", lo sappiamo. Manifestazione del Figlio di Dio fatto uomo a tutte le genti, nessuna esclusa. Ecco perché proprio a tutti mi rivolgo: cattolici e non cattolici, cristiani e non cristiani, credenti e non credenti. Il Bambino nato a Betlemme è l'unico Salvatore di tutti e di ciascuno. Questa è la mia, la nostra fede! Questa fede oggi rinnoviamo con gioia. E non solo: questa fede vogliamo tradurla in una vita cristiana aperta all'incontro e al dialogo che nessuno esclude, ma allo stesso tempo ferma nella convinzione che l'annuncio di Cristo è necessario sempre e che senza Cristo manca ciò che è fondamentale per l'esistenza dell'uomo, chiunque egli sia.
Per questo abbiamo cantato: "Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra". Nel canto abbiamo manifestato una certezza e un desiderio che guardano al futuro. Ma certezza e desiderio, per diventare realtà, hanno bisogno del nostro rinnovato e appassionato impegno missionario.




La luce della stella

1."Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te". Sono le parole che il profeta Isaia rivolge al suo popolo prefigurando il tempo della venuta del Messia atteso. Sono parole, queste, che oggi sentiamo rivolte a noi, alla Chiesa. "Alzati, Chiesa! Rivestiti di luce, perché viene a te la tua luce, Cristo Salvatore". Quale gioia per noi, per la Chiesa! E quale stupore!

A volte pare che questa nostra Chiesa faccia fatica a percorrere il proprio cammino per le vie del mondo: infedeltà, mancanze e ritardi al suo interno; incomprensioni con la società e la cultura del nostro tempo; opposizioni e anche vere e proprie persecuzioni in tante nazioni. Al proposito non è possibile passare sotto silenzio le molteplici sofferenze e crudeltà inflitte, anche nell'anno appena trascorso, a molti nostri fratelli e sorelle nella fede in varie parti del mondo. Di loro si parla poco, a volte per nulla. Uno strano e ingiusto silenzio avvolge il sangue versato da tanti cristiani. Ma noi, questi cristiani li vogliamo ricordare: perché sono parte di noi, perché sono l'avanguardia della Chiesa, perché gridano con il loro sacrificio che la libertà non è ancora una conquista universale dell'umanità, perché hanno testimoniato e testimoniano pagando di persona, fino al dono della vita, l'appartenenza a Cristo Signore.

Ecco le fatiche della Chiesa. "…le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni…". Ma ecco i motivi della gioia e dello stupore della Chiesa: "…su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te". Non c'è infedeltà o incomprensione o persecuzione che possa minacciare la gioia della Chiesa: perché il Signore le si è manifestata e continua a manifestarsi accordandole luce, forza, coraggio, speranza con la sua presenza d'amore fedele.

"Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te". Non c'è parziale insuccesso nella missione o mancanza e ritardo od opposizione debole e forte che possa minacciare lo stupore della Chiesa: perché il Signore le si è manifestato e continua a manifestarsi offrendole la stupenda visuale di sempre nuovi popoli che si uniscono a lei.
Alzo gli occhi e guardo, allora. E nella luce di cui parla il profeta come nella stella che brilla di cui parla il Vangelo vedo lo splendore della Chiesa di Cristo.


Alziamo insieme gli occhi e guardiamo la stella! Risplende di luce perché è Dio che la illumina, come uno sposo che rende più bella e felice la sposa con il calore del suo amore. Chiesa che amiamo, Chiesa nella quale viviamo e per la quale viviamo! Ancora oggi, come allora al tempo dei Magi, manifesta con la tua luce la presenza del Signore. Indica, con l'orientamento sicuro della tua direzione, la strada che ogni uomo è chiamato a percorrere per incontrarsi con Cristo ed essere finalmente e integralmente uomo. Ricolma di gioia quanti ti incontrano nel cammino della loro vita con la verità della Parola che annunzi, con la carità delle opere che compi, con il calore della comunione che vivi.

In questi giorni, un'anziana signora, costretta a casa per motivi di salute, dopo aver seguito la celebrazione natalizia del Santo Padre mi confidava: "Come è bella la Chiesa; nulla al mondo è bello quanto la Chiesa!". Era forse un'affermazione di carattere estetico. Però rivelava anche una percezione interiore di fede. Davvero nulla è affascinante quanto la Chiesa a questo mondo! Perché Dio l'ha voluta e la ama. Perché Dio la custodisce e vi abita.
Alziamo gli occhi, come i Magi, e guardiamo la stella! Invitiamo tutti a guardarla! Insieme seguiamola e, con grandissima gioia lasciamoci portare da colui che la illumina: Gesù Salvatore.


Il percorso interiore dei Magi

2.Soffermiamoci per un momento sull'esperienza fatta dai Magi: esperienza che il brano del vangelo di Matteo ci ha narrato e che offre a ciascuno di noi molti motivi di riflessione. Forse, per certi aspetti, un vero e proprio percorso interiore di vita cristiana.

Dei Magi si dice che "giunsero da Oriente a Gerusalemme e domandavano…". Due annotazioni semplici, quelle dell'evangelista; eppure di grande significato. Giunsero da Oriente: quindi, da lontano, molto lontano. E domandavano, esprimendo così la forza del loro desiderio e la profondità della loro ricerca. Questi uomini, primi tra i pagani a incontrare il Signore, ci lasciano un significativo messaggio. Non c'è uomo, per quanto venga da lontano, che non porti nel cuore desiderio e domanda. Sono il desiderio e la domanda di Cristo, anche se a volte diversamente e indistintamente orientati. Perché ogni autentico desiderio e ogni vera domanda sulla vita sono desiderio e domanda di Cristo. Anche per questo la Chiesa è cattolica: perché porta Cristo e, dunque, è aperta a ogni uomo e bussa alla porta del cuore di ogni uomo; perché porta Cristo e, dunque, ogni uomo chiede di lei. Siamo davvero cattolici, allora; cioè universali. Protesi verso tutti, pronti ad accogliere tutti.

Quando, entrati nella casa, videro il bambino, i Magi si prostrarono e lo adorarono. In questo modo i tre personaggi provenienti dall'oriente hanno dato forma visibile al loro atteggiamento interiore di adesione e di dipendenza dal Salvatore. Una domanda si impone: viviamo anche noi, abitualmente, questo atteggiamento spirituale di adesione e di dipendenza rispetto a Dio e alla sua volontà? Un elemento tipico del modo in cui spesso oggi si vive la fede è quello del soggettivismo. In questo senso ciascuno tende a fare proprio quanto del vangelo gli è confacente e a eliminare quanto invece del Vangelo risulta estraneo alla sua mentalità o difficile da realizzare. E' forse anche per questo che poco si adora. In verità è proprio l'adorazione che urge recuperare: come stile della preghiera e, soprattutto, come stile del vivere il rapporto di fede con Dio.

L'evangelista, con attenzione, sottolinea che i Magi fecero ritorno al loro paese per un'altra strada rispetto a quella percorsa nell'itinerario precedente. La nota di Matteo è certamente geografica. Però rivela anche un elemento di spiritualità. Dopo aver incontrato Gesù non si può più percorrere la strada di un tempo. Qualcosa è cambiato. Anzi, tutto deve cambiare, nulla può essere come prima. Così è stato per i Magi. Così possa essere per noi ancora una volta. La rinnovata esperienza del Natale sia il fondamento di una vita nuova che tutti possano vedere: a riprova che il Signore lo abbiamo davvero incontrato, che il Signore è con noi e che per il Signore, luce della Chiesa e del mondo, vale la pena donare per intero la propria vita.


+ Dionigi Card. Tettamanzi






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