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25 Dicembre: una data da riscoprire insieme alla Stella

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2010 17:46
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15/11/2008 08:17

Dalla Costituzione dogmatica Lumen gentium sulla Chiesa del concilio Vaticano II.

Lumen gentium, 9.13, in AAS 57 (1965), 13-14.17.

Cristo istituì la nuova alleanza nel suo sangue (Cf 1 Cor 11,25); egli chiama gente dai Giudei e dalle nazioni, perché si fondino in unità non secondo la carne, ma nello Spirito, e costituisce il nuovo Popolo di Dio.
Infatti i credenti in Cristo, essendo stati rigenerati non da seme corruttibile, ma da uno incorruttibile, che è la parola di Dio vivo (Cf 1 Pt 1,23), non dalla carne, ma dall'acqua e dallo Spirito Santo (Cf Gv 3,5-6), costituiscono la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato; quello che un tempo era non-popolo, ora invece è il popolo di Dio (Cf 1 Pt 2,9-10).

Questo popolo messianico ha per capo Gesù, il quale e stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione(Rm 4,25). Ora, dopo essersi acquistato un nome che è al di sopra di ogni altro nome, regna glorioso in cielo.

Questo popolo ha per condizione la dignità e libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo, come in un tempio. Ha per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati (Cf Gv 13,34). E, finalmente, ha per fine il regno di Dio, incominciato in terra dallo stesso Dio, e che deve essere ulteriormente dilatato, finché alla fine dei secoli sia da lui portato a compimento, quando comparirà (Cf Col 3,4).
Cristo, vita nostra. Allora anche le stesse creature saranno liberate dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio (Rm 8,21).

Perciò il popolo messianico, pur non comprendendo in atto tutti gli uomini e apparendo talora come un piccolo gregge, costituisce per tutta l'umanità un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza. Costituito da Cristo in una comunione di vita, di carità e di verità, è pure da lui preso per essere strumento della redenzione di tutti; quale luce del mondo e sale della terra (Cf Mt 5,13-16) esso è inviato a tutto il mondo.

Come già Israele secondo la carne, pellegrinante nel deserto, viene chiamato Chiesa di Dio (2 Esd 13,1; cf Nm 20,4; Dt 23,2ss.) così il nuovo Israele, che cammina nel secolo presente, alla ricerca della città futura e permanente (Cf Eb 13,14), si chiama pure Chiesa di Cristo (Cf Mt 16,18). Egli l'ha acquistata con il suo sangue (Cf At 20,28) riempita del suo Spirito e fornita di mezzi adatti per l'unione visibile e sociale.
Dio ha convocato l'assemblea di coloro che guardano nella fede a Gesù, autore della salvezza e principio di unità e di pace, e ne ha costituito la Chiesa, perché sia, per tutti e per i singoli, il sacramento visibile di questa unità salvifica.

Destinata ad estendersi a tutta la terra, essa entra nella storia degli uomini e insieme, però, trascende i tempi e i confini dei popoli. Fra le tentazioni e le tribolazioni del cammino, la Chiesa è sostenuta dalla forza della grazia di Dio, promessa dal Signore; tramite tale grazia, nonostante l'umana debolezza, non viene meno alla perfetta fedeltà, ma permane degna sposa del suo Signore e non smette, sotto l'azione dello Spirito Santo, di rinnovare sé stessa, finché attraverso la croce giunga alla luce che non conosce tramonto.

In tutte quindi le nazioni della terra è radicato un solo Popolo di Dio, poiché di mezzo a tutte le stirpi egli prende i cittadini del suo regno, non terreno ma celeste. E infatti tutti i fedeli sparsi per il mondo, comunicano con gli altri nello Spirito Santo, e così chi sta in Roma sa che gli Indi sono sue membra (Cf Giovanni Crisostomo, In Io., hom. 65, 1, in PG 59, 361).

Siccome, dunque, il regno di Cristo non è di questo mondo (Cf Gv 18,36), la Chiesa, cioè il Popolo di Dio, introducendo questo regno, nulla sottrae al bene temporale di qualsiasi popolo, ma al contrario favorisce e accoglie tutta la dovizia di capacità e consuetudini dei popoli, in quanto sono buone, e accogliendole le purifica, le consolida ed eleva. Poiché bene essa si ricorda di dover raccogliere con quel Re, al quale sono state date in eredità le genti (Cf Sal 2,8), nella cui città portano i loro doni e offerte (Cf Sal 71,10; Is 60,4-7; Ap 21,24).



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