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I Domenica di Avvento: Rito Ambrosiano

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2008 18:03
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16/11/2008 23:11

I Domenica di Avvento La venuta del Signore Nella Messa vigiliare della domenica, celebrata il sabato sera, comporta obbligatoriamente la proclamazione del Vangelo della Resurrezione, quale solenne inizio del Giorno del signore, secondo la duplice modalità: con l'unione dei Vespri nella Messa o con la sola celebrazione eucaristica, senza mai omettere l'annuncio della Risurrezione. Nella celebrazione nei Vespri dopo il qualora non si celebrino i Vespri il Sacerdote celebrante dopo il saluto sale all'altare e annuncia il Vangelo della Risurrezione
S. Il Signore sia con voi.
T. E con il tuo spirito.
Rito della luce
Chi mi segue ha già vinto le tenebre: per una strada sicura cammina. Egli avrà la luce della vita dice il Signore -.
V Se custodirà la mia parola, non gusterà la morte. Egli avrà la luce della vita dice il Signore -. Chi mi segue ha già vinto le tenebre: per una strada sicura cammina. Egli avrà la luce della vita dice il Signore -. (in alternativa si può cantare uno dei Lucernari conosciuti dall’assemblea)
Inno
Tu che la notte trapunti di stelle e di luce celeste orni le menti, Signore che tutti vuoi salvi, ascolta chi ti implora! L’acerba sorte dell’uomo ha toccato il tuo cuore: sul mondo sfinito rinasce il fiore della speranza. Al vespro volge la storia del mondo; tu, disposando l’umana natura nell’inviolato grembo di una vergine, sei venuto a salvarci. Compassionevole, tu sei Signore, ogni cosa a te piega il ginocchio: il cielo e la terra adoranti confessano il tuo dominio. E quando scenderà l’ultima sera, santo e supremo Giudice, verrai: oh! Non lasciare in quell’ora al Maligno chi si è affidato a te! A te cantiamo gloria, o Cristo, Re pietoso, con il Padre e lo Spirito nella distesa dei secoli. Amen.
 
oppure*
La notte trapunti di stelle e orni di luce le menti: Signore che tutti vuoi salvi ascolta chi umile implora. La sorte oscura dell’uomo nel cuore, benigno, hai accolto: sul mondo sfinito rinasce il fiore di pura speranza. Al vespro ormai volge la storia; sposando l’umana natura nel grembo di Vergine Madre, tu vieni indulgente a salvarci. Sei mite e clemente, Signore, a te ogni cosa s’inchina: il cielo e la terra adoranti confessano il tuo dominio. E quando verrai al tramonto, tu, Giudice santo e supremo, proteggi, o Re, dal Maligno coloro che a te si affidarono. O Cristo, cantiamo al tuo nome, Signore che hai vinto la morte, col Padre e lo Spirito santo adesso e nei secoli eterni. Amen. testo tratto da: Cantate inni al suo nome. Liturgia Ambrosiana delle Ore. Innario, a cura di G. Boretti, Centro Ambrosiano, Milano 2005. Le melodie sono reperibili in AA.VV., Inni per la Liturgia Ambrosiana delle Ore (= Liturgia Viva 10), Edizioni EurArte. Sono disponibili presso il Servizio per la Liturgia anche le partiture per coro a più voci. oppure* Degli astri eterno artefice, tu luce sei dei popoli, Cristo, che salvi gli uomini ascolta chi ti supplica. Mosso a pietà grandissima per la sua sorte misera, da morte hai reso libera l’umanità colpevole. Volgendo il mondo al vespero tu per amor degli uomini dal grembo della Vergine sei nato per redimerli. A te, o Signore unico, si piega ogni essere; la terra e il cielo adorano, la tua potenza cantano! Verrai un giorno Giudice, noi ti invochiamo unanimi nel tempo tu preservaci dal male che ci insidia, O Cristo, re piissimo, a te e al Padre gloria, insieme al santo Spirito, per gli infiniti secoli. Amen. testo cantabile con melodia tradizionale (in alternativa all’inno proprio si possono eseguire i seguenti canti: Innalzate nei cieli (CD 174), O redentore dell’uomo discendi (CD 176), Tu quando verrai (CD 181). Responsorio (cfr. Ap 19, 16; Is 40, 10) R Apparirà il Signore su candida nube, e con lui le migliaia di santi. Sul mantello e sul femore un nome porta scritto: Re dei re e Signore dei signori. V Ecco, il Signore viene con potenza, con il braccio egli detiene il dominio. Sul mantello e sul femore un nome porta scritto: Re dei re e Signore dei signori. Vangelo della Risurrezione (Mc 16, 9-16) S.
Il Signore sia con voi.
T. E con il tuo spirito.
S. Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Marco Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, il Signore Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato».
S. Cristo Signore è risorto!
T. Rendiamo grazie a Dio!
Salmello (cfr. Ap 2, 7; Sal 35, 10) Così lo Spirito dice alle Chiese: «Al vincitore darò da mangiare dell’albero della vita, che sta nel paradiso di Dio». Alleluia. V In te è la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce, che sta nel paradiso di Dio. Alleluia.
Orazione
Dio onnipotente, dona di assaporare le gioie della vita eterna a quanti celebrano con fede pura e con cuore devoto il mistero della Pasqua di Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Il sacerdote bacia l’altare, mentre si esegue il canto d’Ingresso.
Alla sede il sacerdote recita o canta l’Orazione all’inizio dell’assemblea liturgica. Si proclama solo la Lettura (Is 24,16b-23).
Omessi il salmo e l’Epistola si esegue il Canto al Vangelo e si proclama il Vangelo della Domenica.
Dopo la Comunione, omessi i salmi, si concludono i Vespri con il Cantico della Beata Vergine Antifona «State pronti – dice il Signore -: * nell’ora che non immaginate il Figlio dell’uomo verrà». L’anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. * D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. L’anima mia magnifica il Signore. Antifona «State pronti – dice il Signore -: * nell’ora che non immaginate il Figlio dell’uomo verrà». Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison. La celebrazione si conclude con l’orazione dopo la comunione e la benedizione, prima della quale si potranno dare eventuali avvisi.
16/11/2008 23:12

I DOMENICA DI AVVENTO - La venuta del Signore

Messa del giorno

  LETTURA
Is 24, 16b-23

Io dico: «Guai a me! / Guai a me! Ohimè!». / I perfidi agiscono perfidamente, / i perfidi operano con perfidia. / Terrore, fossa e laccio / ti sovrastano, o abitante della terra. / Avverrà che chi fugge al grido di terrore / cadrà nella fossa, / chi risale dalla fossa / sarà preso nel laccio, / poiché cateratte dall’alto si aprono / e si scuotono le fondamenta della terra. / A pezzi andrà la terra, / in frantumi si ridurrà la terra, / rovinosamente crollerà la terra. / La terra barcollerà come un ubriaco, / vacillerà come una tenda; / peserà su di essa la sua iniquità, / cadrà e non si rialzerà. / Avverrà che in quel giorno il Signore punirà / in alto l’esercito di lassù / e in terra i re della terra. / Saranno senza scampo incarcerati, / come un prigioniero in una prigione sotterranea, / saranno rinchiusi in un carcere / e dopo lungo tempo saranno puniti. / Arrossirà la luna, / impallidirà il sole, / perché il Signore degli eserciti regna / sul monte Sion e a Gerusalemme, / e davanti ai suoi anziani risplende la sua gloria.

SALMO RESPONSORIALE
Sal 79

Rit.: Fa’ splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.
Signore, Dio degli eserciti,
fino a quando fremerai di sdegno
contro le preghiere del tuo popolo?

Tu ci nutri con pane di lacrime,
ci fai bere lacrime in abbondanza.
Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini
e i nostri nemici ridono di noi.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

EPISTOLA
1Cor 15, 22-28

Fratelli, come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però, quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

VANGELO
Mc 13, 1-27

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». Gesù gli rispose: «Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta». Mentre stava sul monte degli Ulivi, seduto di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: «Di’ a noi: quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?». Gesù si mise a dire loro: «Badate che nessuno v’inganni! Molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono io”, e trarranno molti in inganno. E quando sentirete di guerre e di rumori di guerre, non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori. Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando vedrete l’abominio della devastazione presente là dove non è lecito – chi legge, comprenda –, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano sui monti, chi si trova sulla terrazza non scenda e non entri a prendere qualcosa nella sua casa, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano! Pregate che ciò non accada d’inverno; perché quelli saranno giorni di tribolazione, quale non vi è mai stata dall’inizio della creazione, fatta da Dio, fino ad ora, e mai più vi sarà. E se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe. Ma, grazie agli eletti che egli si è scelto, ha abbreviato quei giorni. Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui; ecco, è là”, voi non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti. Voi, però, fate attenzione! Io vi ho predetto tutto. In quei giorni, dopo quella tribolazione, / “il sole si oscurerà, / la luna non darà più la sua luce, / le stelle cadranno dal cielo / e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte”. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo».

16/11/2008 23:13

Tempo e fine
 
Commento al Vangelo di domenica 16 novembre
I Domenica di Avvento
(Is 24,16b-23; 1Cor 15,22-28; Mc 13,1-27)
di Giuseppe GRAMPA
parroco di San Giovanni in Laterano

Con questa domenica inizia un nuovo anno secondo il calendario della Chiesa. Ci sono, infatti diversi calendari, cioè diversi modi di calcolare il tempo . Il calendario agricolo scandito dall’avvicendarsi delle stagioni, il calendario lunare scandito dalle diverse fasi lunari, il calendario scolastico che prevede tempi di lezioni e di vacanze, il calendario sportivo e calcistico in particolare… così come le diverse tradizioni religiose conoscono calendari diversi. E così impariamo che l’anno che si conclude per noi il 2008, per i Buddisti è il 2568, per gli Ebrei il 5768-9, per gli islamici il 1429, per gli Induisti il 2063-4.

Come noi cristiani segniamo il tempo a partire dall’evento decisivo della nascita nel tempo del figlio di Dio, così le altre tradizioni religiose segnano il tempo a partire da eventi decisivi per la loro storia religiosa. La Chiesa non rinuncia ad avere un suo calendario perché ha una sua nozione del tempo come itinerario verso il mistero di Cristo: di domenica in domenica rivivendo le tappe della vita del Signore Gesù la Chiesa ci educa ad assumere gli stili di vita propri di Cristo, ad essere a lui sempre più somiglianti.

Prima e terza lettura di questa domenica annunciano, a tinte fosche, la fine del tempo. «A pezzi andrà la terra, in frantumi si ridurrà la terra, crollando crollerà la terra… barcollerà la terra come un ubriaco, vacillerà come una tenda… arrossirà la luna e impallidirà il sole»… proprio gli orologi astronomici che stabiliscono la scansione del tempo, verranno meno. Verranno meno anche le opere dell’uomo, a cominciare dalla più grandiosa, il tempio di Gerusalemme: “Non rimarrà pietra su pietra che non sia distrutta”. Questo linguaggio esprime una dura verità: noi abitiamo il tempo, lo calcoliamo, tentiamo di dominarlo, lo sfruttiamo al meglio ma non ne siamo davvero i padroni, ne siamo solo inquilini, provvisori.

Proprio a partire da questi testi terrificanti della fine del mondo i predicatori del passato scuotevano i loro ascoltatori con accenti quasi terroristici. Si racconta che il padre Matteo da Bascio, predicatore capuccino, dal pulpito declamava un poema, efficace descrizione dei peccati, intercalato dal ritornello: «All’inferno peccatori, scellerati al grande inferno. Che il ben fare avete a scherno ostinati negli errori. Scellerati al grande inferno».

Un linguaggio questo che oggi fa sorridere piuttosto che incutere paura, in ogni caso un linguaggio improponibile. Eppure non possiamo sbarazzarci, magari con un gesto di sufficienza, di questo tema certamente arduo ma decisivo. Dobbiamo invece lasciarci istruire dall’appello a vivere la precarietà del tempo, l’attesa del Signore e il suo giudizio al quale non potremo sfuggire. Ma non è in uno spirito di paura, di angoscia, bensì di serietà e responsabilità che dobbiamo meditare il tema della vigilante attesa del Signore.

Fin dalle prime pagine della Bibbia Dio affida all’uomo la terra perchè la coltivi e la custodisca. Siamo noi i custodi e gli operai del creato e se oggi il volto della terra è tanto degradato è nostra responsabilità. Ma Dio affida all’uomo non solo la terra, ma soprattutto l’altro uomo, il suo simile: siamo stati costituiti “custodi” l’uno dell’altro. Non possiamo rispondere come Caino: «Sono forse io il custode di mio fratello?». Sì, Dio ci ha affidato la custodia del creato e soprattutto quella dei nostri simili. E proprio perchè il mondo e ogni uomo è stato affidato alla nostra custodia, grande è la nostra responsabilità. Proprio perchè siamo stati chiamati all’alleanza con Dio, perchè siamo il suo popolo amato e custodito come la pupilla del suo occhio, Dio ci chiederà conto nell’ultimo giorno. E quell’ultimo giorno è presentato dai profeti a tinte fosche, terribili: per scuoterci dalla superficialità, dall’irresponsabilità, dalla persuasione di poter agire nell’impunità.

Questa insistenza di Gesù sul tema della fine e dell’attesa vigile del suo ritorno per il giudizio non deve essere da noi sottovalutata. Possiamo dire che la serietà del giudizio è l’altra faccia della serietà dell’amore di Dio per noi, della grandezza dei suoi doni. Proprio perchè Dio ci ha dato tutto è esigente con noi, i suoi doni devono destare in noi il senso della responsabilità. Dio e i suoi doni sono il bene supremo per noi: qui si gioca la partita decisiva. Il valore della nostra esistenza dipende appunto dalla risposta che sapremo dare.

Dobbiamo riconoscere che questi testi certamente duri e inquietanti della fine e dell’attesa del ritorno del Signore sono fatte per scuoterci, per sottrarci alla superficialità, per darci il senso del nostro impegno di corrispondenza ai doni di Dio. Ha scritto Pascal: «Gesù sarà… in agonia fino alla fine del mondo. Durante questo tempo non bisogna dormire».


22/11/2008 18:03

II Domenica di Avvento, Rito Ambrosiano
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