L'attenzione alla pietà popolare
40. I Padri sinodali hanno ribadito l'importanza che, nella trasmissione e nello sviluppo della fede, ha la pietà popolare. Essa, infatti, come ebbe a dire il mio predecessore di v. m. Paolo VI, è ricca di valori nei confronti sia di Dio che dei fratelli,155 così da costituire un vero e proprio tesoro di spiritualità nella vita della comunità cristiana.
Anche nel nostro tempo, nel quale si avverte una diffusa sete di spiritualità, che spesso porta molti ad aderire a sette religiose o ad altre forme di vago spiritualismo, i Vescovi sono chiamati a discernere e a favorire i valori e le forme della vera pietà popolare.
È sempre attuale ciò che è scritto nell'Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi: « La carità pastorale deve suggerire a tutti quelli, che il Signore ha posto come capi di comunità ecclesiali, le norme di comportamento nei confronti di questa realtà così ricca e insieme così vulnerabile. Prima di tutto, occorre esservi sensibili, sapere cogliere le sue dimensioni interiori e i suoi valori innegabili, essere disposti ad aiutarla a superare i suoi rischi di deviazione. Ben orientata, questa religiosità popolare può essere sempre più, per le nostre masse popolari, un vero incontro con Dio in Gesù Cristo ».156
Occorre, quindi, orientare questa religiosità, purificandone, all'occorrenza, le forme espressive secondo i principi della fede e della vita cristiana. I fedeli, mediante la pietà popolare, devono essere condotti all'incontro personale con Cristo, alla comunione con la Beata Vergine Maria e con i Santi, specialmente per mezzo dell'ascolto della parola di Dio, del ricorso alla preghiera, della partecipazione alla vita sacramentale, della testimonianza della carità e delle opere di misericordia.157
Per una più ampia riflessione su quest'argomento e per una preziosa serie di suggerimenti teologici, pastorali e spirituali, mi è grato rimandare ai documenti emanati da questa Sede Apostolica, dove è ricordato che tutte le manifestazioni della pietà popolare sono sotto la responsabilità del Vescovo, nella propria diocesi. A lui compete regolarle, incoraggiarle nella loro funzione d'aiuto ai fedeli per la vita cristiana, purificarle dove è necessario, ed evangelizzarle.158
La promozione della santità per tutti i fedeli
41. La santità del Popolo di Dio, cui è ordinato il ministero di santificazione del Vescovo, è dono della grazia divina e manifestazione del primato di Dio nella vita della Chiesa. Per questo, nel suo ministero, egli deve promuovere instancabilmente una vera e propria pastorale e pedagogia della santità, sì da realizzare il programma proposto dal capitolo quinto della Costituzione Lumen gentium circa la vocazione universale alla santità.
Questo programma io stesso ho voluto proporre a tutta la Chiesa, all'inizio del terzo millennio, come priorità pastorale e come frutto del grande Giubileo dell'Incarnazione.159 La santità, infatti, è ancora oggi un segno dei tempi, una prova della verità del cristianesimo che rifulge nei suoi esponenti migliori, sia in quelli elevati in grande numero agli onori degli altari, sia in quelli ancora più numerosi che nascostamente hanno fecondato e fecondano la storia degli uomini con l'umile e gioiosa santità del quotidiano. Anche nel nostro tempo, infatti, non mancano preziose testimonianze di forme di santità, personale e comunitaria, che sono per tutti, anche per le nuove generazioni, un segno di speranza.
Per fare, dunque, emergere la testimonianza della santità, esorto i miei Fratelli Vescovi a volere cogliere e a mettere in luce i segni della santità e delle virtù eroiche, che ancora oggi si manifestano, specialmente quando riguardano i fedeli laici delle loro diocesi, soprattutto i coniugi cristiani. Dove ciò, poi, risulti davvero opportuno, li incoraggio a promuovere i relativi processi di canonizzazione.160 Ciò potrà essere per tutti un segno di speranza e, per il cammino del Popolo di Dio, un motivo d'incoraggiamento nella sua testimonianza, di fronte al mondo, della permanente presenza della grazia nel tessuto delle umane vicende.