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Le bugie del Codice da Vinci... e ciò che c'è dietro questo romanzo.

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2008 14:28
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22/11/2008 14:24

Le bugie del Codice da Vinci... e ciò che c'è dietro questo romanzo.

di Corrado Gnerre

La trama del Romanzo
Jacques Saunière, anziano studioso del culto pagano della Dea Madre e del sacro femminino e curatore del Louvre, viene assassinato in una delle sale del museo da un “monaco” appartenente all’Opus Dei.
Prima di morire, Saunière lascia degli indizi per comunicare un grande segreto.
Per decifrare questi indizi, la polizia parigina convoca il professor Langdon, docente dell’Università di Harvard, che in quei giorni si trova a Parigi.
Intanto arriva sul posto del delitto anche l’agente di polizia Sophie Neveu, nipote dello stesso Saunière, che capisce che gli indizi lasciati dal nonno sono rivolti a lei.
La giovane, insieme al professor Langdon (che intanto è sospettato dalla polizia di essere l’omicida di Saunière), inizia un percorso d’indagini in cui sarà svelato un grande segreto.
I due riescono a decifrare due indizi lasciati dalla vittima. La frase “O, draconian devil! Oh, lame saint!”, che è l’anagramma di “Leonardo da Vinci! The Mona Lisa!”; e anche le iniziali “PS”, che stanno per “Priorato di Sion”, associazione segreta di cui Saunière era Gran Maestro.
Questo Priorato di Sion sarebbe una setta antichissima nata per custodire un grande segreto. Ad essa sarebbero appartenuti importanti personaggi. Tra questi, Leonardo da Vinci, che ne sarebbe stato Gran maestro tra il 1510 e il 1519.
Il Priorato avrebbe sempre avuto una venerazione pagana per il culto del principio femminile.

Il grande segreto custodito è:

1. L’imperatore Costantino (280-337) volle definitivamente distruggere la religione pagana del femminino sacro e, per fare questo, “inventò” la divinità di Gesù, fece occultare i veri vangeli (quelli gnostici) e promosse solo i vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni (cioé i vangeli canonici) perché questi presenterebbero un Gesù poco umano.

2. Gesù non era Dio, ma un semplice predicatore che addirittura si sposò con Maria Maddalena, da cui ebbe anche dei figli (la stirpe del sang rèal, del sangue reale).

3. Gesù indicò la stessa Maria Maddalena come capo della sua chiesa (priorità del principio femminile).

4. Questa “successione femminile” non fu però accettata dagli apostoli che, per impadronirsi della chiesa, decisero di far fuori Maria Maddalena che fu costretta a fuggire.

5. La discendenza di Gesù si stanziò in Francia dando origine nel V secolo alla dinastia dei Merovingi.

6. Questo grande segreto è custodito dal Priorato di Sion e da tutti i suoi Gran Maestri, fra cui l’assassinato Saunière.

Il Romanzo dice che la Chiesa cattolica, per evitare che questo segreto fosse svelato, non ha esitato nel corso dei secoli a commissionare omicidi. Questo accadrebbe ancora ai nostri giorni anche grazie ad alcune organizzazioni ecclesiali, come l’Opus Dei esplicitamente citata nel Romanzo.

Il tassello che fa cadere tutti gli altri: la datazione dei Vangeli canonici

Dan Brown, per la costruzione del suo romanzo, si richiama ad una teoria, che però è falsa. La teoria è questa: i vangeli cosiddetti “gnostici” ed “eretici” sarebbero i “veri” vangeli, mentre quelli cosiddetti “canonici” (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) la Chiesa li avrebbe successivamente ufficializzati proprio perché non parlerebbero della vera vita di Gesù.

Attenzione: questa convinzione avrebbe una sua logica se davvero i vangeli gnostici ed eretici fossero contemporanei a quelli canonici. Se così fosse, effettivamente sarebbe difficile poter dire quali vangeli dicano davvero la verità.
Dan Brown, però, nasconde un fatto ormai indiscutibile e cioé che i vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) sono non solo molto anteriori ai vangeli gnostici ed eretici (che partono dal II secolo inoltrato per arrivare fino al IX), ma anche molto vicini alla vita di Gesù.

Schematizziamo in maniera tale che il lettore possa capire meglio.

Primo: fino a qualche decennio fa gli studiosi erano concordi nel ritenere che i vangeli canonici fossero databili tra gli anni 70 e 90, il che vuol dire che sarebbero stati scritti in un periodo che va dai 35 ai 55 anni dopo la vita di Gesù, cioé in un periodo in cui erano ancora in vita i testimoni oculari dei fatti.

Secondo: recenti studi hanno ulteriormente abbassato la datazione dei vangeli canonici.

Terzo: nel campo linguistico si è dimostrato che i testi in greco dei vangeli canonici che noi possediamo sono la traduzione di testi più antichi scritti in ebraico e in aramaico, ovvero la lingua parlata da Gesù. La dimostrazione verte sulla costruzione di alcune frasi e sull’uso di alcune parole ebraiche che non esistono in greco come “amen”, “alleluja”, ecc. e sulla costruzione del periodo. Ora –riflettiamo- se la prima redazione è in aramaico, vuol dire che i vangeli canonici sono stati scritti in un periodo in cui l’aramaico aveva ancora un valore, ovvero il periodo dei primissimi anni della Chiesa. Infatti, le comunità cristiane degli anni più lontani dalla vita di Gesù utilizzeranno la lingua greca.

Quarto: risultati utilissimi sono emersi anche nel campo papirologico. La Provvidenza ha donato delle scoperte di frammenti di papiri antichissimi dei vangeli canonici, databili a pochi anni dalla morte e Resurrezione di Gesù: il 7Q5, ritrovato a Qumran; e il P64, conservato nel Magdalen College di Oxford. Diciamo qualcosa sul 7Q5. A Qumran, una località sul Mar Morto, esisteva una comunità di monaci esseni. Tra il 66 e il 68 questi monaci fuggirono da Qumran dopo che gli eserciti romani, al comando prima di Vespasiano e poi di Tito, assediarono Gerusalemme. Questi monaci prima di fuggire decisero di nascondere la loro biblioteca in alcune grotte vicine, con la speranza di tornare al più presto e riprendere i testi. Nel 1947 (quasi 1900 anni dopo!) la Provvidenza volle che un pastore arabo, inseguendo una pecora che si era smarrita (immagine molto evangelica!), entrò in una di quelle grotte e scoprì un vaso pieno di manoscritti antichi. Dette la notizia e molti studiosi si catapultarono a Qumran. Un frammento trovato nella grotta numero 7 e catalogato con il numero 5 (perciò 7Q5, “Q” sta per “Qumran”) ha riservato una grande sorpresa. Nel 1972 un celebre papirologo spagnolo, il gesuita padre José O’Callaghan, scoprì che questo frammento è di un testo del Nuovo Testamento, precisamente si tratta dei versetti 52-53 del capitolo VI del Vangelo di Marco. L’identificazione di padre O’Callaghan è stata confermata dal computer con il potente programma Ibykus contenente tutta la letteratura greca antica. Dunque, certamente il frammento è stato scritto prima del 66-68, cioé quando fu nascosto dai monaci esseni che avevano deciso di fuggire; ma l’esame della scrittura ci dice che è addirittura anteriore agli anni 50, cioé quando lo stile cosiddetto “ornato erodiano”, con cui è scritto, non venne più utilizzato. A questo poi si aggiunge che il 7Q5 è una traduzione greca dall’aramaico. Pertanto la prima redazione del Vangelo di Marco fu scritta ben prima del 50, forse ad appena 5-8 anni dalla vita di Gesù!

Facciamo questo esempio: se scrivessi di Mario Rossi che è morto venti anni fa, non potrei permettermi di alterare la verità storica, perché sarebbero ancora in vita coloro che lo hanno conosciuto. E costoro potrebbero benissimo contestarmi ciò che scrivo. Ma se scrivessi di un Mario Rossi vissuto due secoli fa, potrei dire tutto ciò che vorrei, perché nessuno ormai mi potrebbe contestare ciò che scrivo sulla base della testimonianza.

Altro esempio: non bisogna essere storici di professione per sapere che dovendo fare una ricerca su un personaggio, devono essere ricercati documenti quanto più vicini alla sua vita. Se non si trovano documenti vicini, si possono eventualmente utilizzare documenti più lontani, ma con l’onestà intellettuale di dire che c’è un buco tra la vita del personaggio e i documenti trovati. Ma se si trovano documenti vicini e documenti posteriori, non si possono scartare i primi per privilegiare unicamente i secondi. Così non si farebbe storia, ma fantasia!
Ebbene, per conoscere Gesù bisogna rifarsi ai vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), per un motivo molto semplice: perché questi sono i più vicini alla sua vita!
La datazione dei vangeli canonici e il sapere che quelli gnostici ed eretici sono molto posteriori sono argomenti che da soli basterebbero a smontare tutto il romanzo del Codice da Vinci. E’ un pò come far cadere il primo tassello di un domino; fatto cadere questo, cadono inevitabilmente tutti gli altri.
Ma –chiediamoci- come mai la figura di Gesù sarebbe stata così alterata nei secoli successivi dai vangeli gnostici ed eretici? Qui possiamo e dobbiamo rispondere coinvolgendo la Fede. Il santo è il capolavoro di Dio e se si vuole colpire l’Artista va imbrattata l’opera d’arte. Allo stesso modo il diavolo ha sempre cercato di rovinare le meraviglie della santità: quale santo non è stato calunniato? Ma se il diavolo cerca di calunniare il santo, a maggior ragione ha sempre tentato di calunniare Colui che è il Santo dei Santi, cioé Gesù.

Ricapitolando: i fatti dimostrano che il Cristianesimo è storico ed è storico il legame di Cristo con la Sua Chiesa, che è quella apostolica, cattolica e romana. La Chiesa, cioé, che da sempre ha avuto l’autorità di giudicare le Scritture.
Insomma, più di dilungarsi nel confutare tutte le sciocchezze presenti nel Codice da Vinci, va ricordato e ribadito che ciò che afferma la Chiesa cattolica è ciò che affermano i vangeli canonici e che questi sono stati scritti da chi ha conosciuto Gesù e ha convissuto con Lui!
Se si vuole, ci si potrebbe fermare qui e non andare più oltre.
Se il lettore ha capito bene e ha conservato nella sua memoria, già l’utilizzazione di questo argomento basta a smontare tutto il romanzo.
Se poi si vogliono più argomenti per contrastare questo romanzo, ecco qualcosa in merito alle singole bugie in esso contenute. Attenzione: per ogni “bugia” si sarebbe potuto dire molto di più, ma questo opuscolo vuole essere solo uno strumento di rapidissima lettura.

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