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Le bugie del Codice da Vinci... e ciò che c'è dietro questo romanzo.

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2008 14:28
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22/11/2008 14:27

Sesta bugia
la veridicità di fantasiosi documenti


In una pagina (precisamente la 9 dell’edizione italiana, che poi –guarda un pò- nelle successive ristampe è stata modificata) si afferma che tutta la storia sarebbe confermata da documenti inoppugnabili, documenti che sarebbero stati ritrovati nel 1975 nella Biblioteca Nazionale di Parigi.

Primo: i documenti sono stati sì ritrovati, ma –come ampiamente dimostrato per ammissione degli stessi interessati- questi documenti sono stati “ritrovati” proprio dalle persone che li avevano nascosti nella stessa Biblioteca.

Secondo: è certissimo –come conferma il noto studioso Massimo Introvigne- che non si tratta di documenti antichi ma di falsi moderni.

Che cosa davvero vuol dirci Il Codice da Vinci?


Accanto alle bugie nel Codice da Vinci ci sono delle verità?
Più che verità, si può dire che questo romanzo mette in evidenza alcune verità nascoste, che pochi dicono...ma che sono verità.
Certamente il romanzo, e più ancora il film, sono una grande e riuscitissima operazione commerciale, ma –a nostro parere- non sono solamente questo.
Il racconto, così come è costruito, giocando in maniera molto ambigua sull’elemento né del falso né del vero ma del “verosimile” si rende funzionale ad un progetto. Un progetto che si esprime a sua volta funzionale al radicamento e al trionfo di una mentalità ben precisa.
Per semplificare si può utilizzare questo esempio: s’immaginino due fiumi che scorrono per affluire e dare acqua ad un grande lago. I fiumi sono due “correnti” che insieme si rendono funzionali al raggiungimento di una mèta ben precisa, che è il trionfo di quella mentalità a cui abbiamo alluso prima.


I due fiumi:
il relativismo e il sincretismo

I due fiumi sono il relativismo e il sincretismo.

Il relativismo è la convinzione che la verità debba ridursi ad opinione: non possono esistere verità assolute, ma tutto è relativo e discutibile.

Il sincretismo è la convinzione che le religioni possano o debbano fondersi. Oggi è molto diffusa la religione fai-da-te: mi piace qualcosa del Cristianesimo, me lo prendo; mi piace qualcosa del Buddismo, me lo prendo; mi piace qualcosa del Taoismo, me lo prendo; ecc...poi si mescola il tutto e viene fuori una religione a proprio gusto.

Con il relativismo e il sincretismo il Cristianesimo si nullifica. Che ne rimane della frase di Gesù: Io sono la via, la verità, la vita? Con il relativismo Gesù non è più la verità, ma una verità; e con il sincretismo non è più la via e la vita, ma una via e una vita.
Il Codice da Vinci cerca di ridurre il Cristianesimo da “fatto” a “mito”, attaccando i suoi fondamenti storici. Ma se il Cristianesimo diviene mito e Gesù un personaggio mitico, allora se ne annulla qualsiasi pretesa totalizzante e assoluta.

Il grande lago:
il trionfo della gnosi


Abbiamo visto come il Gesù di Dan Brown non è il Dio incarnato ma una sorta di predicatore, di capo-popolo, che però aveva un’idea ben precisa. L’idea era quella di voler restaurare, anche in Palestina (la terra del monoteismo per eccellenza) l’antico culto del femminino sacro, legato a sua volta al culto della Grande Dea. Dunque, un Gesù non cristiano ma paradossalmente pagano.
Ebbene, questa esaltazione del paganesimo è perfettamente coerente con la mentalità gnostica.
Per chi non lo sapesse già, con il termine Gnosi s’intendono tutte quelle credenze pseudo-religiose che ritengono che l’uomo possa raggiungere la salvezza attraverso la conoscenza (gnosis, infatti, vuol dire “conoscenza”).
La Gnosi (che preesisteva al Cristianesimo e che poi ha cercato di contaminarlo) crede in un divino impersonale (chiamato pleròma o plèroma a secondo dell’accentuazione latina o greca). Da questo divino impersonale sarebbero venute fuori delle “scintille” spirituali, che poi sarebbero state “imprigionate” nella materialità (cioé nei corpi) da un dio inferiore, una sorta di demiurgo cattivo.
Stando così le cose, per la Gnosi l’uomo avrebbe una componente divina (il suo spirito), ma questa componente divina sarebbe purtroppo “imprigionata” in un corpo. Concezione, questa, diametralmente diversa da quella cristiana che invece concepisce l’uomo come sintesi di spirito e corpo.
Ma per la Gnosi chi sarebbe questo demiurgo cattivo? Il Dio tradizionale e personale. E, per quanto riguarda il Cristianesimo, sarebbe Colui che viene chiamato Dio Padre!
La Gnosi, dunque, dice all’uomo che non solo non è inferiore a Dio, ma che lui stesso è Dio; e perché questo si realizzi pienamente, l’uomo deve quanto prima spogliarsi della sua individualità e corporeità.
A questa conoscenza specialissima (convincersi di essere Dio nel proprio spirito) possono aspirare in pochi (ecco perché la Gnosi è il comune denominatore di molte sette esoteriche) ma questa conoscenza, e solo questa, permetterebbe la vera salvezza.
Ora –è chiaro- questa pretesa gnostica va di pari passo con la mentalità moderna e postmoderna che esigono che l’uomo trovi solo in se stesso la risposta e il senso della sua vita; che esigono che l’uomo non si assoggetti a nessuna autorità (Dio), ma che faccia di se stesso e della sua coscienza l’unico criterio di giudizio.
Ma torniamo al Gesù di Dan Brown. Egli non è il Dio incarnato ma si presenta molto vicino al Gesù così come lo ha pensato e lo pensa la Gnosi, cioé un uomo specialissimo che è riuscito ad arrivare alla “vera conoscenza”, cioé al fatto che l’uomo è Dio.
Il “sang réal”, di cui parla il romanzo, non è altro che la “vera conoscenza” che deve trasmettersi in coloro che credono in questo vero Gesù, così come il sangue si trasmette di generazione in generazione.

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