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"La fede e le opere" di S.Agostino

Ultimo Aggiornamento: 27/11/2008 18:01
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27/11/2008 17:57

Che cosa significa insegnare e imparare Cristo crocifisso.

10. 15. Ciò si può capire anche da quel passo dell'Apostolo Paolo, nel quale essi ricordano che disse: Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi, se non Gesù Cristo, e questi crocifisso (1 Cor 2, 2). A loro avviso, fu detto così come se niente altro fosse stato insegnato ai Corinti, di modo che prima credessero e poi, una volta battezzati, imparassero tutto quello che riguarda la condotta di vita. Sostengono infatti: "Questo per l'Apostolo fu più che sufficiente, perché disse loro che in Cristo, se hanno molti pedagoghi, non hanno però molti padri, in quanto è lui che li ha generati in Cristo Gesù mediante il Vangelo"(1 Cor 4, 15). Se, dunque, colui che li ha generati mediante il Vangelo - benché ringrazi di non aver battezzato nessuno tra loro, all'infuori di Crispo e Gaio e della famiglia di Stefanas (1 Cor 14-16) - non ha insegnato loro niente di più che Cristo crocifisso, che dire se uno sostenesse che essi, quando furono generati mediante il Vangelo, non avevano neppure sentito dire che Cristo era risorto? E come spiegare, dunque, ciò che dice loro: Vi ho infatti trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture (1 Cor 15, 3-4), se non lo aveva insegnato altro che crocifisso? Se poi non intendono così e sostengono che anche questo fa parte dell'espressione Cristo crocifisso, sappiano che in Cristo crocifisso gli uomini imparano molte cose e soprattutto che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato e noi non fossimo più schiavi del peccato (Rm 6, 6). Per questo l'Apostolo dice anche di se stesso: Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo (Gal 6, 14). Facciano attenzione, quindi, e guardino bene che cosa significa insegnare e imparare Cristo crocifisso, e vedranno che rientra nella sua croce che anche noi, nel suo corpo, siamo crocifissi al mondo: da qui si comprende tutta la repressione delle perverse concupiscenze. In conseguenza di ciò, è impossibile che sia consentito di vivere dichiaratamente nell'adulterio a quanti si formano nella croce di Cristo. E infatti l'Apostolo Pietro, a proposito del mistero della croce stessa, cioè della passione di Cristo, ammonisce chi si consacra ad essa di smettere di peccare, così dicendo: Poiché, dunque, Cristo ha sofferto nella carne, anche voi armatevi degli stessi sentimenti; chi ha sofferto nel suo corpo, ha rotto definitivamente con il peccato, così da vivere il tempo che gli resta da passare nella carne non più per soddisfare alle voglie umane, ma alla volontà di Dio (1 Pt 4, 1-2), e gli altri passi nei quali mostra in modo conseguente che appartiene a Cristo crocifisso, cioè a Cristo che ha sofferto nella sua carne, colui che crocifisse nel proprio corpo le voglie carnali, vive bene secondo il Vangelo.

Nell'uomo non ci può essere né amore di Dio, se non ama il prossimo, né amore del prossimo, se non ama Dio.

10. 16. E che dire: non ritengono che questa loro opinione trovi sostegno persino in quei due comandamenti dai quali il Signore dice che dipende tutta la legge e i profeti? Ecco come li spiegano. Siccome il primo comandamento è così enunciato: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente, e il secondo in modo simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso (Mt 22, 37-39), essi credono che il primo riguardi i battezzandi, perché vi viene prescritto l'amore di Dio, il secondo invece i battezzati, perché è evidente che tratta dei costumi e dei rapporti fra gli uomini. Ma, in tal modo, essi dimenticano che sta scritto: Se non ami il fratello tuo che vedi, come potrai amare Dio che non vedi? (1 Gv 4, 20), e altro ancora, nella stessa lettera di Giovanni: Se qualcuno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui (1 Gv 2, 15). Ora, da che cosa dipendono tutti i vizi dei cattivi costumi, se non dall'amore per questo mondo? Per questo appunto quel primo comandamento che, secondo loro, riguarda i battezzandi, non può essere affatto osservato senza i buoni costumi. Non voglio attardarmi con parecchi esempi; infatti questi due comandamenti, diligentemente considerati, si rivelano così connessi tra loro che nell'uomo non ci può essere né amore di Dio, se non ama il prossimo, né amore del prossimo, se non ama Dio. Ma per la questione di cui ora si tratta, ciò che di questi due comandamenti abbiamo detto è sufficiente.

La penitenza che distacca dalle opere morte deve precere il battesimo.

11. 17. Obiettano ancora: " Ma il popolo d'Israele prima dovette passare attraverso il mar Rosso, che significa il battesimo, e poi ricevette la legge, da cui avrebbe imparato come doveva vivere ". E allora perché insegniamo ai battezzandi sia pur solo il Simbolo, e pretendiamo che ce lo ripetano? Niente di simile in realtà fu fatto nei confronti di coloro che Dio liberò dagli Egizi attraverso il mar Rosso. Se poi interpretano correttamente quando vedono il segno di questa istruzione negli antichi misteri del sangue dell'agnello cosparso sulle porte e degli azimi della purezza e della verità(Cf. Es 12, 7 ss.) , perché non interpretano in modo conseguente anche il resto, cioè, per esempio, che la stessa separazione dagli Egizi significa il distacco dai peccati, che i battezzandi professano? A questo infatti si riferiscono le parole di Pietro: Fate penitenza e ciascuno di voi sia battezzato nel nome del Signore nostro Gesù Cristo (At 2, 38); è come se dicesse: allontanatevi dall'Egitto e attraversate il mar Rosso. Per questo anche nella Lettera indirizzata agli Ebrei, quando si ricordano le prime istruzioni da dare a chi sta per ricevere il battesimo, si fa menzione della penitenza che distacca dalle opere morte. Così infatti dice: Perciò, lasciata da parte l'istruzione iniziale su Cristo, passiamo a ciò che è perfetto, senza porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, della dottrina del bagno battesimale e dell'imposizione delle mani, della resurrezione dei morti e del giudizio eterno (Eb 6, 1-2). Dunque, che tutte queste cose riguardino la fase iniziale dei neofiti è attestato dalla Scrittura con sufficiente chiarezza. Ma, che cosa è la penitenza che distacca dalle opere morte, se non la penitenza che ci allontana dalle opere che dobbiamo far morire per vivere? E se non sono tali gli adultèri e le fornicazioni, che cosa allora dobbiamo far rientrare tra le opere morte? Di certo, però, non è sufficiente dichiarare il distacco da tali opere, se il bagno della rigenerazione non distrugge anche tutti i peccati passati che, in qualche modo, inseguono l'uomo, così come non sarebbe bastato agli Israeliti andarsene dall'Egitto, se la moltitudine dei nemici che li inseguiva non fosse perita nei flutti di quel medesimo mare che si aprì al popolo di Dio al momento di passarvi e di liberarsi. Chi dunque dichiara apertamente di non volersi distaccare dall'adulterio, come potrà essere condotto attraverso il mar Rosso quando ancora rifiuta di allontanarsi dall'Egitto? Inoltre, non si rendono conto che, in quella legge che fu data a quel popolo dopo il passaggio del mar Rosso, il primo comandamento è: Non avrai altro Dio fuori che me. Non ti farai idoli, né immagine alcuna delle cose che sono su nel cielo o in basso sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non adorerai tali cose, né le servirai (Es 20, 3-5), e tutte le altre prescrizioni che si addicono a questo comandamento. Pertanto, se vogliono, affermino pure, contro la loro stessa asserzione, che nemmeno il culto di un solo Dio e il rifiuto dell'idolatria devono essere annunciati a coloro che attendono il battesimo, ma ai già battezzati; però non dicano più che a coloro che stanno per ricevere il battesimo si deve richiedere soltanto la fede in Dio e che, dopo che lo hanno ricevuto, si deve istruirli sui costumi della vita, ossia sul secondo comandamento che riguarda l'amore del prossimo. Infatti, sono tutti e due contenuti nella legge che il popolo ricevette dopo il passaggio del mar Rosso, che è come dire dopo il battesimo. Non è stata fatta una distinzione tra i comandamenti in modo che il popolo, prima del passaggio di quel mare, fosse istruito sull'obbligo di evitare l'idolatria e, dopo il passaggio, imparasse che si deve onorare il padre e la madre, che non si deve fornicare, uccidere, e tutte le altre norme di una condotta umana buona e innocente.

continua...........

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