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Scott Hahn: da Pastore e Teologo alla Chiesa.

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2008 11:17
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28/11/2008 11:06

***Gli anni dell’Università***

I miei quattro anni di università li trascorsi seguendo i corsi di Filosofia, Teologia Scritturale e Economia. Nel contempo proseguii l’impegno nella “Young Life”, come segno di gratitudine a Dio per come Egli aveva usato quella organizzazione per entrare nella mia vita. Così mi dedicai all’evangelizzazione di coloro che sconoscevano il messaggio di Cristo ma anche all’evangelizzazione dei cattolici, che secondo me non conoscevano effettivamente Cristo.

Progressivamente mi specializzai proprio nell’”evangelizzare” questi ultimi. Sembravano persi e confusi. Ero allarmato specialmente dalla loro ignoranza: non solo biblica, ma anche relativa alla conoscenza della loro Chiesa. Non conoscevano neanche le basi del catechismo e in un certo senso, gongolavo, immaginandoli come cavie nei loro stessi corsi di catechismo. Perciò riuscire a mostrare loro gli “errori” della loro Chiesa era come sparare ad anatre in un barile.

Nel dormitorio, alcuni miei amici cominciarono a parlare di farsi “ribattezzare”. Il pastore locale, un oratore affascinante, stava appunto dicendoci che quelli di noi che erano stati battezzati da piccoli non erano veramente battezzati. La cosa mi tingeva visto che ero stato battezzato da piccolo. Motivo per cui dissi la mia opinione agli amici: “Non dovremmo prima studiare la Bibbia per essere sicuri che il pastore abbia ragione?”. Non parvero darmi ascolto: “Che cosa c’è di sbagliato Scott? Tu ti ricordi di essere stato battezzato? Che utilità ha un battesimo così? I bambini non sono in grado di credere in nessun modo!”. Non ne ero sicuro nemmeno io ma sapevo che giocare a ”seguire il capo”, ossia basare le mie convinzioni su semplici sensazioni, non era la cosa sempre giusta. Perciò decisi: “Non so voi, ma io voglio studiare la Bibbia un po’ di più, prima di lanciarmi in un secondo battesimo”.

La settimana dopo, furono tutti ribattezzati.

Nel frattempo andai da uno dei miei docenti di Sacra Scrittura e gli raccontai quello che accadeva. Lui non mi disse niente, mi invitò invece a studiare il problema: “Scott, perché non prendi il battesimo infantile come oggetto della tua relazione scritta nel mio corso?”. Ero in trappola. A essere sincero, non volevo studiare così tanto. E poi la questione era davvero difficile!

Nei mesi successivi lessi tutto quello su cui potei mettere le mani sull’argomento. A questo punto della mia vita cristiana, avevo già letto integralmente la Bibbia tre o quattro volte. Leggendola, mi ero convinto che la chiave per comprenderla era il concetto di Alleanza. E lì, in ogni pagina, con Dio che fa un’alleanza in ogni epoca. E il segno di questa alleanza era dato ai bambini del Suo popolo. Nell’antico Testamento il segno di aver stretto l’alleanza con Dio era la circoncisione, mentre nel Nuovo Testamento Cristo aveva sostituito la circoncisione con il Battesimo.

In effetti non trovai Gesù dire in nessun punto che, da allora in poi, i bambini dovessero essere esclusi dall’alleanza con Dio. In effetti trovai che Cristo diceva praticamente il contrario: “Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il Regno dei Cieli” (Mt 19, 14). Trovai anche che gli apostoli lo imitavano. Per esempio, il giorno della Pentecoste, Pietro, finito il suo primo discorso, esortò tutti ad accogliere Cristo entrando nella Nuova Alleanza: “Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa (la Nuova Alleanza) e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro” (At 2, 38-39). In altre parole, Dio continuava a volere che anche i bimbi fossero in Alleanza con Lui. E siccome il Nuovo Testamento forniva solo il Battesimo come segno dell’essere entrati nella Nuova Alleanza, perché mai i bambini dei credenti avrebbero dovuto essere esclusi dalle parole di Atti 2, 38-39?

Andai dai miei amici per mostrare questi risultati, ma li misi solo a disagio… Imparai che è spesso sbagliato basare le proprie convinzioni dottrinali su sensazioni, senza meditare la Bibbia con severità. Scopersi poi che l’Alleanza era veramente la chiave che apriva tutta la Bibbia. Decisi così di approfondire questo aspetto e dopo quattro anni arrivai alla conclusione che l’Alleanza era realmente il tema che legava insieme l’intera Bibbia. La Scrittura aveva sempre più senso.

Nel mio ultimo anno di università avevo un solo altro obiettivo oltre a quello di iscrivermi a un seminario per ricevere la laurea in Sacra Scrittura e in Teologia: sposare la più bella e la più spirituale delle donne del college, la signorina Kimberly Kirk. L’avevo già reclutata come responsabile della Young Life. Per due anni, esercitammo il nostro apostolato fianco a fianco.

Quando ne ebbi il coraggio mi dichiarai e ben presto le proposi di sposarmi. Con mia somma felicità, accettò! Dopo la laurea a pieni voti in Filosofia e Teologia, mi trasferii a Cincinnati, in modo da poter trascorrere assieme con Kimberly l’estate, in preparazione del matrimonio. Con lei al fianco potevo affrontare il futuro a tutto vapore!

In chiusura di questa fase della mia vita vi racconto una passata divertente… Noi due ci sposammo nell’agosto di quell’anno e come ben potete capire il fidanzamento servì per conoscerci e vedere se le nostre vite erano compatibili alla luce dell’amore. Ebbene, poco prima della laurea Kimberly (mentre racconta è accanto a lui, ndR), una sera, in modo casuale, introdusse un argomento: “Tu vuoi avere dei bambini, vero?”. E io: “Beh insomma…sì… ma non troppi comunque…”. Al che lei pensò: “Ecco … questo qui è un altro dei sostenitori della crescita zero!”. Senza demordere continuò: “Scott ma quanti secondo te sono troppi?”. “Non so – risposi – penso che dovremmo limitarci a cinque o a sei”. Ero serio e a lei cadde la mascella… mentre farfugliava: “E sì…. Teniamoci bassi…”

Questa gioia era una delle cose che ci univano. Ognuno di noi era meravigliato dei doni che Dio aveva dato all’altro. Oltretutto le differenze nelle nostre convinzioni teologiche erano sostanzialmente risolte. Inoltre desideravamo andare entrambi al seminario e da lì saremmo partiti a conquistare il mondo per Gesù Cristo. Il 18 agosto 1979, a Cincinnati, alla presenza delle nostre famiglie e di numerosissimi amici, ci alleammo assieme in matrimonio per avere Gesù al centro del nostro amore.

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