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Scott Hahn: da Pastore e Teologo alla Chiesa.

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2008 11:17
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28/11/2008 11:08

***Pastore in Virginia***

Arrivai in Virginia come pastore. In chiesa arrivai con grande entusiasmo. Tenevo ogni domenica un sermone di 45 minuti e due corsi biblici settimanali. Questo era quello che mi chiedevano gli anziani della chiesa. Desideravano rendere la chiesa attiva e trascinante, grazie anche a appassionanti corsi e sermoni. E per questo si affidavano a me, il miglior teologo di quell’anno.

Cominciai a predicare partendo dalla Lettera agli Ebrei, perché nessun altro libro del Nuovo Testamento da altrettanto rilievo all’idea dell’Alleanza. I fedeli della chiesa di cui ero pastore si appassionarono molto all’idea dell’Alleanza come famiglia di Dio. Quella Lettera poi mi era sempre piaciuta perché era considerata dai protestanti che conoscevo, e di cui condividevo l’opinione, la lettera più anticattolica del Nuovo Testamento. “[Cristo] ha fatto questo una volta per tutte”, e altre espressioni simili della Lettera agli Ebrei, ci portavano a questa conclusione…

[NOTA: Il versetto tra virgolette è Eb 7, 27. La Messa è il rinnovamento del Sacrificio di Cristo; ma, dal momento che Cristo si è offerto in sacrificio “una volta per tutte”, i protestanti la considerano inutile. Essi conservano solo il valore memoriale con tutto quello che ne consegue…Detto più chiaraente credono che nella Messa si riproponga un nuovo Sacrificio di Gesù… cosa ovviamente inesatta e sbrigativa… ]

Pur rimanendo saldo nella convinzione che ciò che era cattolico era sbagliato, mi accorsi progressivamente di una cosa importante: l’importanza della liturgia per l’Alleanza, e questo risaltava proprio dalla Lettera agli Ebrei. La liturgia rappresentava il modo in cui Dio riconosceva la sua paternità sulla famiglia alleata con Lui, e rinnovava la Sua Alleanza a intervalli regolari. Erano intuizioni che prendevano sempre più consistenza.

Volevo vedere la gente infiammarsi d’entusiasmo per l’Antico Testamento e per la sua correlazione con il Nuovo: l’Antico che continua nel Nuovo e la Chiesa nata dal Nuovo Testamento come compimento, piuttosto che superamento, dell’Antico. La mia attività di pastore andava davvero bene, tutti pendevano dalle mie labbra e gli anziani erano contenti di me. La chiesa si riempiva sempre più e tutto sembrava andare per il meglio.

Ma, mentre mi immergevo sempre più in profondità nel mio studio, cominciò ad insinuarsi in me un pensiero fastidioso: le idee inedite che pensavo di aver scoperto erano già state formulate, in realtà, dai primi Padri della Chiesa quasi duemila anni fa!

Fui disturbato più e più volte da questo pensiero. Stavo reinventando la ruota? Cominciavo a essere meravigliato.

Quando comunicai queste “scoperte inedite” sulla famiglia alleata con Dio, i fedeli della mia chiesa ne furono entusiasti. Gli anziani mi chiesero addirittura di rivedere la nostra liturgia.

La nostra liturgia??? Ero stupito. Gli unici protestanti a parlare di liturgia erano gli Episcopaliani; i Presbiteriani avevano il “programma di adorazione” non la liturgia!

Ma gli anziani erano convinti di questo passo e mi chiesero di introdurre una liturgia conforme al modello biblico. A questo punto dovetti affrontare il problema della “liturgia”. Una delle prime domande fu il perché eravamo così incentrati sulla figura del pastore Perché la nostra funzione di preghiera era così incentrata sul sermone? E perché i miei sermoni non erano veramente tesi a preparare i figli di Dio a ricevere la Comunione della Santa Cena? Avevo già fatto vedere ai miei parrocchiani che la sola e unica occasione in cui Cristo ha usato la parola "Alleanza" è stato quando ha istituito la Comunione (Eucaristia), durante l’Ultima Cena.

Eppure ricevevamo la Comunione solo quattro volte l’anno. Anche se all’inizio suonò strano a anziani e parrocchiani, proposi la Comunione settimanale per rinnovare questa Alleanza più spesso e dare un “fine” al sermone. La Comunione settimanale venne approvata unanimemente. Cominciammo a chiamarla Eucaristia, dal nome greco che la indica nel Nuovo Testamento e secondo l’uso della Chiesa primitiva. Queste riforme ebbero frutti abbondanti e la chiesa viveva una stagione di buona crescita spirituale.

Qualche tempo dopo discutemmo in profondità il Vangelo di Giovanni e con grande sorpresa, scoprii che era pieno di immagini sacramentali! Mentre studiavo, mi ricordai di una conversazione che avevo avuto anni prima in seminario con un mio ottimo amico. Allora mi aveva detto: “Sto studiando la liturgia. E’ molto interessante!”. Ricordo la risposta che avevo dato a George: “Non c’è niente che mi annoi come la liturgia e i sacramenti”.

In seminario ero così, perché la liturgia e i sacramenti non erano le cose che noi studiavamo. Non facevano parte del nostro bagaglio culturale; non erano cose verso cui ci sentivamo aperti. Ma studiare a fondo la Lettera agli Ebrei e il Vangelo di Giovanni mi fece vedere che la Liturgia e i Sacramenti erano una parte essenziale della vita della famiglia di Dio.

A questo punto il racconto poliziesco si trasformò a poco a poco in un racconto dell’orrore. All’improvviso, la Chiesa cattolica che combattevo sembrava venire fuori con la risposta giusta su troppe questioni, con mio grande sbalordimento e sgomento. Dopo parecchi casi, il fatto diventò spaventoso.

Durante la settimana tenevo un corso biblico in una scuola superiore religiosa privata. Con loro andavo con più leggerezza e una volta mi ritrovai a spiegare ancora una volta la serie delle Alleanze che Dio aveva stabilito con il Suo popolo. La Sua Alleanza con Adamo era stata un matrimonio; l’Alleanza con Noè era stata una famiglia; l’Alleanza con Abramo era stata una tribù; l’Alleanza con Mosè aveva fatto delle dodici tribù una famiglia nazionale; l’Alleanza con Davide aveva stabilito Israele come famiglia di un regno nazionale; mentre Cristo aveva istituito la Nuova Alleanza perché fosse la famiglia universale, cattolica, di Dio.

Uno studente mi domandò: “ Che aspetto avrebbe questa famiglia mondiale di Dio?”. Disegnai una grossa piramide alla lavagna, spiegando: “Ha l’aspetto di una famiglia allargata che copre il mondo intero, con differenti figure paterne a ogni livello, nominate da Dio per amministrare il Suo amore e la Sua Legge ai Suoi figli”.. Uno dei miei studenti cattolici commentò a voce alta: “Quella piramide assomiglia molto alla Chiesa Cattolica, dal Papa, ai Vescovi, fino a noi”. “Eh no! – esplosi – quello che vi sto dando è l’antidoto al cattolicesimo.”

Ma le tossine di quel confronto si sentivano e i ragazzi se n’erano accorti. Dopo la pausa una delle mie studentesse si avvicinò e mi disse quasi ridendo: “Abbiamo fatto una votazione, e il risultato è unanime; pensiamo che lei diventerà cattolico”. Alzai la testa dal mio panino e risi nervosamente, mi sembrava una congiura.

Quando rincasai quel pomeriggio, ero un po’ turbato e raccontai la storia a Kimberly, dandogli un’aria divertita. Aspettai che Kimberly ridesse con me, ma lei mi guardò impassibile e mi disse: “Beh, e lo diventerai?”. Non credevo alle mie orecchie Come poteva minimamente pensare che avrei tradito con tanta disinvoltura la verità della Scrittura e la riforma protestante? Mi sentii come se avessi ricevuto una pugnalata alla schiena. Balbettai: “Com’è possibile che tu dica una cosa simile? Stai rinnegando la tua fiducia in me come pastore e come insegnante? Cattolico?! Sono stato svezzato con gli scritti di Martin Lutero. Che cosa intenti dire?” Con gli occhi tristi mi chiarì: “Ho sempre pensato a te come una persona molto anticattolica e fedele ai princìpi della Riforma. Ma, da un po’ di tempo, parli in continuazione di sacramenti, di liturgia, di tipologia e di Eucaristia” In coda aggiunse una frase che non dimenticherò mai: “A volte penso che potresti essere un Lutero alla rovescia”.

Lutero alla rovescia! Mi andai a rinchiudere nel mio studio. Ero stordito, sconcertato e confuso. Avrei potuto perdere lo spirito mio! Ma dove mi stava portando la Parola di Dio? Lutero alla rovescia: quelle parole mi riecheggiavano nella mente.

Ma ero un pastore e un teologo, dovevo superare tutto questo, era solo un fatto passeggero.

Ma non ebbi tregua. In quei giorni nacque il nostro primo figlio, Michael. Non dimenticherò mai la sensazione di diventare padre: guardai il nostro bambino e mi resi conto che il potere di dare la vita che ha l’Alleanza era più che una teoria.

Qualche giorno dopo, mentre lo tenevo tra le braccia, pensavo: a quale chiesa apparterrà? E i suoi figli e i suoi nipoti? In fondo, stavo facendo il pastore in una Chiesa presbiteriana (Trinity Presbyterian Church) che però si era staccata da un gruppo scissionista (la Othodox Presbyterian Church), il quale a sua volta si era separato da un’altra Chiesa (la Presbyterian Church of the USA), e tutto in questo secolo! (Non per niente ci chiamavano le “tre P separate”).

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