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ANTI CATTOLICESIMO

Ultimo Aggiornamento: 16/12/2008 15:57
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06/12/2008 08:26

Intervista a Mons. Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite

Agenzia I.MEDIA

Includere l'aborto nell'elenco dei diritti dell'uomo sarebbe una "barbarie" secondo la Santa Sede.

Qual è oggi il peso reale dell'Organizzazione delle Nazioni Uniti per far rispettare i diritti dell'uomo?

Le Nazioni Unite non sono un supergoverno con un proprio esecutivo. L'attuazione dei diritti umani nei singoli paesi –seppur tenuta sotto controllo dal Consiglio dei diritti umani e dai meccanismi di seguito collegati a Trattati e Convenzioni- riposa ancora essenzialmente sulle giurisdizioni nazionali, ma anche molto e sempre di più sui sistemi regionali. Basti pensare al sistema europeo, che figura tra quelli maggiormente sviluppati, a quello interamericano e a quello africano che si sta consolidando. Il Consiglio dei diritti umani, succeduto due anni fa all'omonima Commissione, fa molta fatica a decollare con efficacia. I Comitati di seguito, annessi a Trattati e Convenzioni, svolgono un buon ruolo propulsore quando si attengono al proprio mandato e non pretendono, come spesso succede, di interpretare il consenso degli Stati in senso innovativo e spesso ideologicamente selettivo.

Il 10 dicembre prossimo, alcune organizzazioni favorevoli all'aborto tenteranno di ottenere attraverso una petizione che l'Assemblea delle Nazioni Unite aggiunga l'aborto ai diritti universali dell'uomo. Come accoglie questa proposta?

E' triste e indignante, perchè questa iniziativa lavora in favore dello smantellamento del sistema dei diritti umani, in quanto ci porta a riorganizzarne l'enunciazione e la protezione attorno non più a diritti, ma a scelte personali. Rappresenta l'introduzione del principio homo homini lupus, l'uomo diventa un lupo per i suoi simili. Questa è la barbarie moderna che, dal di dentro, ci porta a smantellare le nostre società. Esistono controtendenze motivate, convinte e determinate che dobbiamo sostenere e incoraggiare.

Da parte sua la Francia ha intenzione di presentare all'Onu una proposta per chiedere la depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo intero a nome dei 25 Paesi dell'Unione Europea. Come reagisce a questa proposta?

Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale. Il Catechismo della Chiesa cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione. Ma qui, la questione è un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni.

La Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo è stata approvata nel 1948 dai 58 Stati membri che costituivano all'epoca l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L'Onu conta oggi 192 Stati membri. Di conseguenza la Dichiarazione del 1948 deve essere modificata dopo 60 anni?

E' vero che il numero dei paesi è più che triplicato dal momento dell'adozione della Dichiarazione universale. Tuttavia, è anche vero che tutti gli altri, man mano che sono entrati a far parte dell'Onu, hanno egualmente adottato il testo, impegnandosi a informare dei suoi dettami le proprie Costituzioni e leggi. Per cui, oggi, la Dichiarazione è patrimonio dell'umanità. Che essa enunci principi uguali per tutti, non va affatto contro il pluralismo di culture, tradizioni, filosofie e religioni. Il successo dei redattori della Dichiarazione fu quello di aver potuto mettersi d'accordo in tempi non troppo lunghi su un testo comune, proprio perché convinti che esistono principi così fondamentali da essere presenti in tutte le culture e civiltà. Dire che i diritti umani sono universali non esclude un sano pluralismo nella loro attuazione. Gli estensori della Dichiarazione furono accorti nel predisporre un testo abbastanza flessibile per permettere sfumature diverse di accenti e attuazione, ma per niente malleabile ad un approccio selettivo.

© Copyright Vatican - Agence I.MEDIA - 1er décembre 2008 - 5200 signes
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