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Che cos'è l'ecumenismo?

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2008 17:38
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08/12/2008 00:04

Poichè Viola da un'altra Com dice che la Chiesa Cattolica per ecumenismo intende accaparrarsi gli evangelici e portarli sotto il suo potere, vi lascio con una bella chicca ecumenica di cosa pensano i fratelli della sua denominazione riguardo l'ecumenismo [SM=g7566] :

Cristiani evangelici

ed ecumenismo biblico

Da sedici anni ho la gioia di appartenere a Cristo e alla Sua Chiesa, ed attualmente ho il privilegio di essere uno degli anziani della chiesa "dei Fratelli" di Roma, via Campo Bruno. Intervengo sul tema dell'ecumenismo a titolo personale, anche se sono convinto di interpretare, su quest'argomento, il pensiero di tanti altri fratelli e sorelle in Cristo.

In via preliminare bisogna ammettere che il mondo evangelico italiano è molto variegato, con centinaia di chiese e decina di migliaia di credenti appartenenti a denominazioni diverse (pentecostali, battiste, libere, apostoliche, indipendenti, "dei Fratelli", ecc.) e dobbiamo riconoscere che in Italia occorre fare ancora molta strada per una vera unità fra le chiese evangeliche. Vi è, però, una diffusa esigenza di incrementare una migliore conoscenza reciproca e si sente spesso il bisogno di riscoprire i valori biblici che uniscono tutti gli evangelici italiani, mettendo in secondo piano quegli aspetti secondari della fede che hanno talvolta prodotto steccati ed incomprensioni. In tutto ciò, personalmente intravedo un'opera spirituale, difficile ed importante, che possiamo definire di "sano ecumenismo biblico", perché cerca - con l'aiuto di Dio - di riscoprire e far riscoprire l'unità in Cristo che già esiste.

A tal proposito voglio precisare che sono persuaso che il vero ecumenismo tra fratelli in Cristo passi attraverso la condivisione dei principi biblici fondamentali ed il pieno rispetto delle posizioni altrui su questioni secondarie della fede (Rom 14). Queste ultime sono rappresentate da quei principi teologici che contraddistinguono le varie denominazioni evangeliche e che spesso non sono condivisi dalle altre denominazioni, in quanto fondate su una particolare interpretazione della Bibbia. Eppure, Gesù sta pregando per l'unità della Sua Chiesa (Gv 17:20-23) e questa unità esiste già, non bisogna costruirla ed occorre solo conservarla (Ef 4:3).

Per conservare quest'unità dobbiamo imparare a rispettare il fratello che (per esempio) crede nell'importanza di parlare in lingue, ed allo stesso tempo dobbiamo imparare a non giudicare il fratello che (per esempio) è convinto della necessità di un collegio di anziani e non di un pastore per governare la chiesa locale. Se invece ci arroccheremo nelle nostre posizioni denominazionali, rischieremo di separarci dai nostri fratelli in Cristo e potremmo trovarci - paradossalmente - più vicini a chi non condivide i capisaldi della dottrina cristiana, magari solo perché ci è più vicino su questioni di secondaria importanza.

Ma facciamo un passo avanti. Da quanto ho appena detto discende la conseguenza che suscita in me grandi perplessità la posizione di chi mette sullo stesso piano evangelici, protestanti e cattolici, come se tutti fossero "cristiani", in nome di un non meglio precisato "ecumenismo". Questo è un punto molto delicato, che credo vada affrontato.

In buona sostanza mi chiedo: può definirsi "cristiana" una chiesa come quella cattolica che insegna l'esistenza del purgatorio, la salvezza per opere, l'intercessione dei santi e delle madonne, il vicariato di Cristo nel papa, la confessione auricolare dei peccati, il battesimo dei bambini, e così via? Può definirsi "cristiana" una chiesa come quella cattolica che per tanti secoli ha vietato la lettura della Bibbia, perseguitando tutti coloro che volevano divulgarla, ed ancora oggi cerca in qualche modo di guidarne e di addomesticarne la lettura? Può definirsi "cristiana" una chiesa come quella cattolica che proclama l'anno del "giubileo" in dispregio del vero giubileo biblico e pretendendo di essere l'unica istituzione religiosa che possa concedere indulgenze e perdono, con relativo invito ai fedeli di spendere tanti soldi per recarsi a Roma ed attraversare una porta o salire una scala per ottenere (forse) la remissione dei peccati?

Non escludo che anche nella chiesa cattolica vi siano dei figli di Dio e certamente vi sono anime alla ricerca della Verità. Allo stesso modo, è chiaro che non basta frequentare una chiesa evangelica per essere dei cristiani. Ma è cosa molto diversa avere un dialogo con i cattolici per portarli a Cristo rispetto al promuovere un cammino ecumenico con la chiesa di Roma per conoscersi meglio. I cattolici hanno bisogno di Cristo, non di ecumenismo, e quest'ultimo va bene solo se si conserva e si attua l'obiettivo di condurli a Cristo. All'apertura del congresso eucaristico internazionale, qualche mese fa il papa ha fatto un "urgente appello alla riconciliazione e all'unità di tutti i credenti in Cristo perché superino le divisioni e le lacerazioni che impediscono loro di condividere il pane eucaristico". Bisogna forse partecipare all'eucarestia cattolica per essere finalmente di nuovo tutti uniti come cristiani… o come cattolici? Non c'è unità se non nella verità e non c'è verità se non nella Parola di Dio.

Personalmente non critico i fratelli pentecostali che, con coraggio e fede, hanno cominciato un lungo e difficile cammino di dialogo con la chiesa cattolica. Ma chiediamoci: qual è l'obiettivo? Se è solo quello di conoscersi meglio per evitare fraintendimenti ed incomprensioni, in vista di eliminare steccati storici, vorrei far notare che questo va bene nel dialogo tra figli di Dio ma non è sufficiente nella testimonianza evangelica verso chi è perduto e non conosce Cristo. E' come se i cristiani evangelici non predicassero più la salvezza per sola grazia ma facessero solo conferenze pubbliche per farsi conoscere e per conoscere meglio il cattolicesimo.

Di norma, i cattolici sono anime perdute perché sono state loro insegnate dottrine false e talvolta eretiche alla luce della Scrittura. Di norma, [ma non sempre, ci sono molti cattolici salvati, in particolare tra i cattolici carismatici e del rinnovamento nello Spiroto] il cattolico non segue Cristo ma le tradizioni della sua chiesa, non innalza la Bibbia ma "i misteri di Fatima", non adora il Signore ma fa pellegrinaggi a Padre Pio. La chiesa cattolica, come istituzione, [notasi che non si parla dei singoli] non è cristiana e in quanto tale i cattolici, di norma, hanno bisogno che venga loro predicato il ravvedimento e la conversione a Cristo. Questo è l'unico ecumenismo che vedo, al momento attuale, con la chiesa cattolica. E ciò senza dimenticare la strategia dello Stato del Vaticano, che invece vuole "abbracciare" anche gli evangelici per "riportarli nel suo ovile", sfruttando in questo lo strapotere cattolico a tutti i livelli della vita sociale, politica e religiosa.

Un ultimo appunto sull'ecumenismo riguarda il mondo riformato. Anche se la chiesa valdese e quelle metodista e battista hanno un glorioso passato di fedeltà alla Parola di Dio, credo che anche qui sia doveroso chiedersi: possiamo considerare ancora cristiano chi non crede più alla totale ispirazione divina della Scrittura e ha aderito così profondamente ai filoni della critica biblica da mettere in discussione, per esempio, la necessità del ravvedimento, il significato vicario della morte di Cristo e la realtà storica della resurrezione?

Anche in questo caso, allora, credo che il migliore servizio che possiamo offrire al Signore, se davvero amiamo i valdesi e gli altri protestanti storici, sia quello di testimoniare Cristo e la Sua Parola affinchè essi tornino alla semplicità e alla potenza della Scrittura. Non mi sembra, pertanto, che neppure in questo caso si possa parlare di "ecumenismo biblico", ovvero di una ricerca di unità all'interno della chiesa di Cristo, perché gli evangelici ed i protestanti sono molto lontani fra loro in quanto a presupposti teologici ed a conseguenziali scelte etiche.

In conclusione, sono convinto che sia un bene ricercare un sano ecumenismo biblico nella chiesa di Cristo, e sono altresì persuaso che sia un errore isolarsi nelle proprie roccaforti dottrinali. Allo stesso tempo, però, rimane impregiudicato il compito principale di ogni cristiano nato di nuovo, che è quello di annunciare il vangelo ad ogni creatura non ravveduta, compresi i cristiani solo nominali, a qualsiasi confessione o denominazione essi appartengano.

Buon lavoro a tutti, allora, sia nella ricerca dell'unità che nell'evangelizzazione!

Roma, 23 agosto 2000

Giuseppe Martelli

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