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Gesù Cristo è Dio?

Ultimo Aggiornamento: 06/01/2009 16:06
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06/01/2009 15:53

Gesù è Dio?


[N.B.: la definizione della natura di Gesù e il suo rapporto col Padre è una questione molto complessa tanto è vero che ha provocato numerose controversie nel corso della storia della Chiesa. Con questo studio non si vuole quindi "dimostrare" la fondatezza di una interpretazione teologica particolare (ad esempio la Trinità), ma solo evidenziare che i TdG hanno "adattato" alla loro interpretazione della figura di Gesù tutti quei versetti che indicavano il contrario, in modo da fare apparire la dottrina della Trinità come una frode deliberata senza il minimo sostegno della Bibbia].

Il Corpo Direttivo dei TdG ripete (ad ogni versetto alterato) che dall’esame delle Scritture non è possibile concludere che Gesù sia Dio, e che coloro che lo sostengono sono influenzati dalla filosofia di Platone. Probabilmente deve trattarsi di un altro Platone, sconosciuto a tutti tranne ai membri del Corpo Direttivo, in quanto è proprio la dottrina del "dio" inferiore a Geova-Dio, ma superiore alle "altre" (si prega di notare "altre") creature che ricorda tanto il "demiurgo" del Platone che si studia a scuola (ed è un ulteriore esempio che fa capire perché il Corpo Direttivo abbia sempre sconsigliato l’istruzione superiore, soprattutto gli studi classici (Svegliatevi! 22/1/88), e perché chi ha effettuato questi studi difficilmente diventa TdG o se lo diventa non vi rimane, in quanto prima o poi scopre queste manipolazioni e false citazioni per quanto ben presentate!


Gesù si è mai proclamato uguale a Dio? Studiando la versione alterata della Bibbia del NM la risposta è no, ma se esaminiamo l’originale greco (anche nella traduzione letterale in inglese) gentilmente messo a disposizione dalla stessa WTS, la risposta è ben diversa. Faremo alcuni esempi in parte già esaminati:

la dottrina del Corpo Direttivo sostiene che secondo la Bibbia le preghiere vanno rivolte solo a Dio. Verissimo. Ma Gesù, che non era mai stato a Brooklyn, evidentemente non lo sapeva, e perciò disse "se voi MI chiederete qualcosa IO la farò (Giov.14:14). Meno male che ci ha pensato il Corpo Direttivo a correggere il Figlio di Dio! In un’altra occasione Gesù è ancora più imprudente arrivando a definirsi come Suo Padre "IO SONO" (Giov.8:58 – Esodo 3:14). Anche questo tuttavia non dimostra nulla per la strana logica dei TdG. Forse il Figlio di Dio non conosceva per niente la grammatica e si esprimeva come un indiano dei vecchi film americani, per cui anche qui è stato necessario correggerLo! L’altra spiegazione, accettata da coloro che non si mettono al di sopra di Dio "correggendo i suoi errori", è che Gesù sapeva benissimo cosa stava dicendo (il contesto lo dimostra con estrema chiarezza), e quindi è il Corpo Direttivo che cerca di arrampicarsi sugli specchi nel vano tentativo di giustificare questo grave errore di traduzione (che non commetterebbe nemmeno uno studente del 1° anno di Liceo) citando oscure fonti incontrollabili o ricorrendo alla consueta tecnica della manipolazione delle citazioni o della menzogna diretta come quando sostiene che è addirittura frequente nel NT questo tipo di costruzione grammaticale in cui l’indicativo presente si traduce al passato! [N.B. a pag. 1584 in basso a sinistra della NM grande, ci sono una serie di versetti che dovrebbero dimostrare che l'indicativo presente si può tradurre al passato quando indica un azione che continua. Si tratta del solito trucco già usato per giustificare l'inserimento di "altre" in COLOSS. 1:15-16 confrontandolo ad esempio con LUCA 13:2. Infatti si tratta di contesti diversi in cui in un caso cambia profondamente il senso della frase (e quindi NON SI PUO' AGGIUNGERE) in altri il senso non cambia e quindi si può anche fare una traduzione libera come fa ad esempio anche la Bibbia della C.E.I. Esempi: GIOV. 14:9 si può "girare" la costruzione della frase al passato (IO SONO STATO con voi tanto tempo), ma perché non lasciare il presente "IO SONO con voi da tanto tempo"? In GIOV. 15:27 è particolarmente evidente il "trucco": infatti a sinistra dell'interlineare vi è la traduzione letterale al presente con "IO SONO" e a destra quella "girata" al passato. Negli altri versetti non c'è nemmeno l'indicativo presente di essere, ma il concetto è sempre lo stesso. Ad es.: in ATTI 15:21 vi è l'indicativo presente del verbo "avere" che la NM traduce al passato. Ma anche qui non c’è motivo per non lasciare il presente: "Mosè, fin dalle antiche generazioni HA in ogni città chi lo predica nelle sinagoghe dove viene letto ogni sabato". Nel caso di Giov.8:58 invece il significato è ben diverso se si lascia il presente o se si traduce al passato. Infatti gli Ebrei si scandalizzano non quando credono che Gesù volesse dire che ai tempi di Abramo c’ERA, ma quando dice IO SONO, allora lo vogliono lapidare!]


Lo studioso Robertson, citato in Ragioniamo a pag 415, afferma che in realtà "io sono" ha un valore "assoluto". Altre traduzioni citate sono di gruppi fondamentalisti vicini ai tdG della cui "scientificità" è lecito dubitare.

In realtà Gesù usa l’indicativo presente "IO SONO" con lo stesso significato anche in altri punti come Giov.8:24, 8:28, 13:19. In quest’ultimo versetto Gesù dice "affinché crediate che Io SONO" confermando la sua piena Deità con la stessa espressione usata in Giov. 8:58. Ma qui, guarda caso, anche per la NM il presente rimane presente ma si cambia "trucco" invertendo l’ordine tra soggetto e verbo onde evitare pericolosi "malintesi", tanto quale TdG va a controllare come stanno le cose? Infatti o non conosce il greco e quindi non ha la possibilità di verificare (ancora una volta la "raccomandazione" di non proseguire gli studi superiori specie umanistici si dimostra la migliore garanzia per il Corpo Direttivo), o anche se avesse la possibilità di farlo non lo farebbe comunque perché si sentirebbe in colpa in quanto sarebbe come dubitare del "cibo spirituale" che Geova-Dio fornisce tramite il suo Corpo Direttivo!


Altri punti in cui Gesù afferma di essere uguale a Dio, sia pure tramite il suo angelo che "parla" a Giovanni (vedi Riv.1:1), sono Riv. 1:8 e Riv.22:13: in questi punti Gesù dichiara di essere l’alfa e l’omega, il principio (in greco = archè) e la fine il che può essere detto solo di Dio (vedi ISAIA 44:6), ed infatti il Corpo Direttivo si affretta a spiegare nel suo libro-commento a Rivelazione che in questi versetti è Geova che parla e non Gesù. Anche qui se un TdG ragionasse con la propria testa e si accertasse direttamente dalla Bibbia leggendo il contesto, gli risulterebbe evidente che è sempre Gesù che parla e di cui si parla: nel versetto 7 infatti si parla della "venuta" di Gesù, ed al versetto successivo, che completa il discorso è detto: "Io sono l’alfa e l’omega,... colui che viene, l’Onnipotente". Non c’è nessun elemento quindi (e nessun motivo) a sostegno del fatto che qui intervenga Geova a parlare, ma è solo un altro tentativo di arrampicarsi sugli specchi per giustificare un preconcetto dottrinale. In Riv. 1:17 infatti il termine "Primo e Ultimo" si riferisce a Gesù anche per la traduzione del NM così come in IS. 44:6 era riferito a Geova. Ogni persona dotata di un minimo di capacità razionale si rende conto che solo di uno può essere detto che è il primo e l’ultimo. Anche il Corpo Direttivo se ne rende conto, per cui nel libro "Ragioniamo" (a pag. 410, dove tratta questo punto) cerca di distogliere l’attenzione del lettore incastrandolo in un falso ragionamento facendo notare che in Ebrei 3:1 Gesù è definito Apostolo così come i suoi seguaci, ma questo, continua a spiegare il Corpo Direttivo, non dimostra che siano la stessa persona o che siano di pari rango, non è vero? È veramente triste pensare che tanti sinceri TdG siano ingannati in questo modo e si convincano, di fronte a queste "spiegazioni", che quello fornito dal Corpo Direttivo è il "cibo spirituale non adulterato", la "Verità"! Purtroppo il Testimone di Geova è stato "educato" a rimuovere ogni capacità critica verso gli insegnamenti del CD. Infatti, quale figlio penserebbe che suo padre lo possa deliberatamente ingannare? E per il TdG il Corpo Direttivo è più di un padre, è l’unico "canale" attraverso cui può ricevere istruzioni da Dio, e quindi sarebbe come pensare che Dio stesso lo possa ingannare! Se quindi un TdG non si rende conto che viene così sfacciatamente ingannato, anche quando ne legge le prove come in questo studio, non è perché sia uno stupido, ma è dovuto a questo "muro mentale" che purtroppo non sa di avere, che gli è stato costruito mattone dopo mattone quando ha cominciato a studiare le dottrine del Corpo Direttivo. È come se uno fosse prigioniero dentro una gabbia e quando qualcuno, volendolo liberare, gli fa notare che sta dietro le sbarre, invece di prendere coscienza del suo stato di prigionia, gli rispondesse che è l’altro e non lui dietro le sbarre! Sembra una battuta ma nel caso dell’Organizzazione dei TdG è purtroppo la realtà. Torniamo adesso alla precedente spiegazione di "Ragioniamo" sperando che il lettore TdG riesca finalmente a coglierne l’inganno: infatti mentre di "primo e ultimo" non può che essercene uno solo e quindi la Bibbia applicando questo termine sia a Geova che a Gesù vuole indicare che sono lo stesso Dio (e non la stessa persona), il termine "apostolo" che significa inviato, mandato, ecc., può tranquillamente applicarsi a persone diverse in quanto ci possono ovviamente essere più "inviati", anche con ranghi o ruoli diversi. Questo tipo di falso ragionamento è molto frequente sia in "Ragioniamo" sia nelle altre pubblicazioni della Società Torre di Guardia.

Vediamo adesso altri esempi di alterazioni della Parola di Dio:

In I COR. 16:22 l’apostolo Paolo usa l’espressione ebraica "marana the" = "Signore nostro vieni" (che gli Ebrei rivolgevano ovviamente a Dio) riferita a Gesù. La stessa espressione, sempre riferita a Gesù, ma tradotta in greco, la troviamo in GIUDA 14, RIV. 1:7 e RIV 22:20. Altro aspetto rilevante è che i Cristiani aspettavano la venuta visibile del Signore e non la presenza invisibile inventata dal Corpo Direttivo per coprire i propri errori! In RIV.1:7 è scritto: "Ecco (letteralmente guarda!) Egli viene sulle nuvole ed ogni occhio lo vedrà!..." è evidente che qui non si parla di una presenza, tanto meno invisibile!


Continua.......

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  • Un altro punto completamente frainteso è GIOV. 1:1.

In questo caso i TdG riportano usa serie di citazioni di studiosi la maggior parte dei quali sostiene che Gesù (il Logos) non si può identificare con il Padre, (il che è vero) e concludono affermando che quindi Giovanni non voleva dire che Gesù è Dio (il che è falso). Anche qui infatti, come in altri casi, le pubblicazioni geoviste citano il pensiero di studiosi estrapolando affermazioni fuori dal contesto in modo da far apparire che sostengano le loro tesi. La traduzione biblica Emphatic Diaglott traduce "un dio" ma questo non dimostra che tale Bibbia voglia sostenere che Gesù è un dio minore. Infatti questa stessa Bibbia traduce correttamente (a differenza della NM) theotes con Deità, cioè uguale a Dio, riferito a Gesù in Colossesi 2:9. Altro esempio: nel libro "Ragioniamo" a pag. 414 viene citato lo studioso Barclay in modo che sembra sostenere la correttezza della traduzione della NM in Giov. 1:1. In realtà Barclay stava spiegando che Giovanni non voleva identificare il Logos col Padre, ma questo non indica che Gesù non sia "Dio". Infatti è proprio perché Giovanni non voleva identificare Gesù col Padre che non ha messo l’articolo davanti a theos riferito al logos, altrimenti ci sarebbe stata una totale identificazione e confusione come verrà spiegato più avanti. Ma l’assenza dell’articolo determinativo non significa che il logos sia un dio minore, come vorrebbero sostenere i TdG! Se Giovanni avesse voluto dire che Gesù è divino ma non Dio, avrebbe usato l’aggettivo theios che significa appunto divino, proprio nel senso che vorrebbero intendere i geovisti, e che nella Bibbia è usato 3 volte ma mai riferito a Gesù! Gesù infatti non è chiamato "divino"= theios ma "Divinità"= theotes, cioè uguale a Dio (Colossesi 2:9 dove la TNM traduce erratamente "qualità divina" come se ci fosse "theiotes").

In Giov. 1:1, nella seconda parte, il soggetto è la "Parola", il verbo è "era" ed il predicato nominale è "Dio". Normalmente il predicato nominale segue il verbo, ma quando lo precede, come in questo caso, lo scrittore vuole mettere in risalto una qualità del soggetto. Se Giovanni avesse aggiunto anche l’articolo determinativo avrebbe identificato la Parola con il Padre mentre invece voleva dire che sono entrambi "Dio" ma sono anche "Persone" diverse. Per fare un esempio sarebbe come se uno volesse affermare che il ghiaccio e la nebbia sono cose distinte e tuttavia entrambe sono acqua: se Giovanni avesse messo l’articolo davanti a Logos avrebbe detto che Gesù ed il Padre sono la stessa cosa (come dire la nebbia ed ghiaccio sono la stessa cosa) mentre invece voleva dire che sono distinti eppure entrambi "Dio". Questo è il vero motivo di tipo logico-grammaticale per cui Giovanni non usa l’articolo determinativo davanti a "Dio".


Molte volte in greco i sostantivi sono senza articolo: la falsa regoletta grammaticale "niente articolo = d minuscola", cioè sostantivo indeterminato, è smentita persino dalla stessa Traduzione del Nuovo Mondo che infatti segue sempre, tranne qui, la cosiddetta "regola di Colwell": un complemento predicativo determinato prende l’articolo quando segue il verbo, ma non lo prende quando lo precede. In quest’ultimo caso rimane comunque determinato!


Esempi: in Giov. 19:21 abbiamo "basileus ton iudaion eimi". In questo caso basileus è nome del predicato che precede il verbo (eimi) come in Giov. 1:1, quindi seguendo il criterio applicato in Giov. 1:1, la TNM dovrebbe tradurre "io sono un re dei giudei" mentre giustamente traduce "il Re dei giudei". In Romani 8:33 è scritto "Dio è colui che ci dichiara giusti": anche qui manca l’articolo davanti a theos. Altri esempi: in Giov. 1:6,12,13 la parola "Dio" non è preceduta dall’articolo eppure anche la NM indica (giustamente) "Dio" con la D maiuscola. Sempre Giovanni usa tranquillamente l’articolo davanti a theos riferito a Gesù quando non c’è la possibilità di confusione (Giov.20:28) o al contrario troviamo theos senza articolo riferito al Padre anche in II COR.1:3, GIOV.6:45, MT 4:4, MT 5:9, LUCA 1:35, GIOV. 1:6, GC 2:23, ecc. Un altro esempio chiarissimo è in Giov.13:3 dove troviamo, nello stesso versetto, 2 volte il termine "Dio", che precede sempre il verbo, una volta con l’articolo ed una volta senza eppure la NM lo traduce sempre con la D maiuscola!


La dottrina del dio minore è una dottrina di origine Platonica (vedi il "demiurgo") mentre invece il Corpo Direttivo dei tdG (capovolgendo al solito i fatti) sostiene che sia influenzato da Platone chi crede che Gesù sia Dio: se Gesù fosse un dio minore che era presso il Dio, perché in Deuteronomio 32:39 Geova dichiara che "non vi è altro dio accanto a me"?


I TdG amano gli esempi, che didatticamente sono molto utili, ma è un atto di grave presunzione pretendere che la natura di Dio sia chiara e comprensibile alla nostra limitata ragione. Per cui, non tanto per cercare di spiegare la natura di Dio, ma solo per far comprendere ai TdG che non è poi così contro ogni logica sostenere che sia Gesù che il Padre sono Dio pur essendo distinti ed essendoci un unico Dio, si può fare l’esempio della nebbia e del ghiaccio che pur essendo due cose ben distinte, tuttavia entrambe hanno la stessa natura, sia pure in forme diverse: sono infatti la stessa identica molecola d’acqua!


L’acqua infatti può manifestarsi in tre forme distinte: solido, liquido ed aeriforme, ma la molecola è una sola! Non è forse scritto nella Bibbia che è dallo studio della creazione che possiamo imparare qualcosa sulla natura di Dio?

Questo è il motivo di tipo logico-grammaticale per cui Giovanni in 1:1 usa l’articolo davanti a theos riferito al Padre, ma non lo usa davanti a theos riferito al Figlio, in quanto altrimenti avrebbe detto che il Padre ed il Figlio sono la stessa cosa, come dire che la nebbia ed il ghiaccio sono la stessa cosa mentre invece sono cose distinte, anche se entrambe sono "acqua" cioè "Dio". A parte questa spiegazione di tipo logico-grammaticale, se Giovanni avesse voluto dire che Gesù è stato creato da Geova avrebbe scritto: "in principio Dio creò la Parola (ma si può immaginare che Dio sia esistito senza la Parola?) mentre invece ha detto che in principio c’era la Parola. Ma qui tocchiamo un altro punto critico dell’esegesi biblica secondo il CD dei TdG. Infatti a Brooklyn il termine archè = in principio, non significa come ben sa qualunque studente liceale "origine o causa", ma significherebbe il primo di una serie. Questo non ci meraviglia più, in quanto abbiamo già visto che le regole grammaticali ed i vocabolari che si usano presso la sede della Società WT di Brooklyn sono diversi da quelli che si studiano nel resto del mondo (e quando sono le stesse fonti vengono prima opportunamente "corrette").


Per questo motivo gli ignari proclamatori dei TdG usano Rivelazione 3:14, dove tutte le Bibbie, come la NM, traducono "il Principio della creazione" riferito a Gesù, per dimostrare che Gesù è stato il primo creato e quindi non può essere Dio. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco, e a forza di manipolare qua, aggiungere e togliere la, si finisce per darsi la classica zappa sui piedi: se infatti il termine archè riferito a Gesù dimostrasse che Egli è una creatura, allora lo stesso termine in Riv.1:8 e 22:13 (che secondo il CD si riferiscono a Geova) dovrebbe dimostrare che anche Geova è una creatura, il che è palesemente assurdo!


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Un altro punto importante dove viene chiaramente espressa l’uguaglianza tra Gesù ed il Padre è Giov. 5:18 dove viene detto: "chiamava Dio suo Padre facendosi uguale a Dio". In questo caso, sicuramente per una svista, anche i traduttori della NM traducono correttamente. Questo ha costretto il CD ad inventarsi una spiegazione come riportato a pag. 168 del libro "Ragioniamo" (mai titolo di un libro fu più disatteso), in cui viene detto che Giovanni non stava riferendo il suo pensiero ma quello dei Giudei. Non sarebbe stato quindi Giovanni a credere che Gesù volesse dichiararsi uguale a Dio, ma i Giudei, i quali per questa sua pretesa volevano ucciderlo. Ma i traduttori della NM commettono un’altra "svista": in Giov.10:33 troviamo il termine "theos" senza articolo riferito a Gesù, per cui i traduttori della NM cadono nella loro stessa trappola e traducono: "I Giudei gli risposero: ti lapidiamo ... perché tu ... fai di te stesso un dio". Ma, se i Giudei pensavano che Gesù volesse farsi un dio, chi è allora che pensava che volesse farsi uguale a Dio? Giovanni evidentemente!

I TdG spesso obiettano ingenuamente che se Gesù è il Figlio di Dio non può essere Dio. Abbiamo già spiegato che questa è una falsa obiezione fatta per confondere chi si accinge a studiare la Bibbia e predisporlo così ad accettare le dottrine del Corpo Direttivo. Giovanni, che tra i quattro evangelisti, è quello che ha definito con più chiarezza la natura divina di Gesù non ha trascurato (ovviamente) il minimo dettaglio: in GIOV.1:12 è scritto: "comunque a quanti l’hanno ricevuto ha dato l’autorità di divenire figli di Dio"; un TdG potrebbe prontamente obiettare: allora anche noi entriamo a far parte di Dio? A parte il fatto che Gesù è l’unico figlio definito "unigenito", è notevole che Giovanni usi per Gesù sempre il termine greco uios = figlio, germoglio; mentre riferito ai cristiani usa il termine tecna, come in GIOV.1:12, che significa letteralmente "nato", al fine di evitare possibili equivoci.

Non aveva fatto i conti però con i signori di Brooklyn che 1900 anni dopo avrebbero provveduto a correggere i suoi errori!

Claudio Forte

Tratto da;http://www.infotdgeova.it/dottrine/trinita.php 

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Tratto da "La cristologia dei TdG"


6.0. GESU' E' "DIO" O UN DIO

Nella logica geovista dove tutto deve trovare posto nel razionale, ci si chiede come può Gesù essere allo stesso tempo Dio e Figlio di Dio. Certo, è irragionevole dire che uno è figlio di se stesso, ma questo non è l'insegnamento trinitario della Chiesa.

La dottrina trinitaria della Chiesa non dice che Gesù è suo Padre e viceversa.

Il geovismo non vuol capire che il Padre ed il Figlio sono due Persone distinte.

La versione della Bibbia dei TdG, traduce Gv. 1,1: "In principio era la Parola, e la Parola era con

Dio, e la Parola era un dio". (Cfr. T.N.M., op. cit., ed.1987)

Nella precedente edizione traducevano Gv. 1,1: ". E la Parola era dio", senza l'articolo indeterminativo. (Cfr. T.N.M., ed 1967)

Commentando il brano di Giovanni, si legge nelle pubblicazioni edite dalla Società Torre di Guardia: "Le Scritture indicano chiaramente che Gesù, dalla nascita alla morte, fu tutto e per tutto un uomo. Se Gesù sulla terra fosse stato sia un uomo che Dio, perché mai si sarebbe rivolto ripetutamente in preghiera a Geova? Quelli secondo cui Gesù era un uomo-Dio citano vari passi biblici nel tentativo di dimostrare che Gesù fa parte della Trinità adorata dalla cristianità, e che egli è uguale a Dio in sostanza, potenza, gloria ed eternità.

Ma quando si esaminano a fondo questi passi ci si accorge che i sostenitori della divinìtà di Cristo vi leggono più di quello che in realtà vi è scritto"( La Torre di Guardia de 15/1/1992, pag. 21.)

L'opuscolo antitrinitario sostiene: "La Bibbia afferma chiaramente che il Gesù preumano era un essere spirituale creato, così come gli angeli erano essere spirituali creati da Dio. Né gli angeli, né Gesù esistevano prima di essere creati. Gesù nella sua esistenza preumana fu il principio della creazione di Dio. (Ap. 3,14)" (Dovreste credere nella Trinità?, op. cit. pag. 14.)

"Principio (greco archè) non può correttamente interpretarsi nel senso di principiatore o originatore della creazione di Dio; Giovanni usa più di venti volte la parola archè e sempre nel comune significato di principio.

Si, Gesù fu creato da Dio come principio della creazione invisibile. Notate la stretta affinità che c'è tra l'origine di Gesù e le espressioni della Sapienza personificata di Pr.8,22: « Javè mi creò fin dall'inizio del suo potere, prima delle sue opere ... »(versione cattolica a cura di S. Garofalo); qui la Sapienza è usata per simboleggiare colui che Dio creò e la maggioranza degli studiosi è concorde nel dire che in realtà essa rappresenta Gesù come creatura spirituale prima della sua esistenza preumana. In qualità di Sapíenza nella sue esistenza preumana, Gesù aggiunge: "Io stavo accanto a Dio come architetto »(Pr. 8,30,Ga).

Fu quindi per mezzo di questo artefice subordinato che l'Iddio Onnipotente creò tutte le altre cose".( Cfr. Dovreste credere. pag. 14.)

Va precisato che, secondo il punto di vista cattolico, il dogma della Trinità consiste nella verità che nell'unità della divinità ci sono tre Persone: il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, essendo queste tre Persone veramente distinte l'una dall'altra.

Noi adoriamo un Dio nella Trinità e la Trinità nell'unità, senza confondere le Persone, né dividere la sostanza. Il Padre non è creato né generato da alcuno; il Figlio è generato, non creato dal Padre; lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio.


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Nella Trinità nessuno è maggiore dell'altro, tutte e tre le Persone sono coetanee e coeguali. Per dimostrare che Gesù Cristo è Dio sono molto chiare le parole riportate in Gv. 20,28,: « Rispondendo Tommaso disse (a Gesù) "Mio Signore e mio Dio!" » (ma non nel senso di stupore o di meraviglia o di esclamazione, né tanto meno secondo l'interpretazione "mio Dio, cosa ti è successo!", come vorrebbe fare credere il geovismo). Se Tommaso chiamò "Dio" il risorto Gesù Cristo, e Gesù non lo rimproverò, vuol dire che Cristo provò a Tommaso ed a tutti la propria identità; era veramente il Signore Iddio. La dottrina trinitaria della Chiesa non ha mai avanzato l'assurda tesi che continuamente il geovismo le rimprovera, e cioè che uno uguale a tre. Ciò sarebbe vero nel caso in cui si sostenesse che una Persona è uguale a tre Persone, o che una sostanza divina è uguale a tre sostanze divine.

Nella confessione trinitaria invece si afferma l'unità della sostanza e la Trinità delle Persone, o l'unità della sostanza nella Trinità delle Persone.

Di uno e tre si parla quindi sotto aspetti interamente diversi. "La dottrina cristiana della Trinità si fonda esclusivamente sulla storia di Dio con gli uomini, sull'autorivelazione storica del Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo ... La confessione trinitaria del cristianesimo risponde al problema primordiale che investe l'uomo e il genere umano. La confessione di un unico Dio in tre Persone vuole rispondere ad un problema che riguarda l'intera umanità, ma che specifica, pure il cristianesimo: al problema della unità nella molteplicità, di una unità che non assorbe il molteplice, ma lo configura in una totalità, non significa miseria, bensì ricchezza e compimento ultimo".( W. KASPER, Il Dio di Gesù Crisio, Queriniana, Brescia, 1989, pag. 317.)

In quanto Dio uno, Dio è pure unico. L'unicità di Dio non è dunque una qualche sua proprietà, ma è implicita nella sua stessa essenza. Unità e unicità di Dio, come ci vengono affermate dalla Bibbia,

sono tutt'altro che di Dio, limitazioni: intera, è il Primo e l'Ultimo (Ap. 1,8), il Dominatore dell'Universo (Ap. 4,8). L'unità di Dio è al tempo stesso la sua universalità che congiunge tra loro tutti gli uomini".( Walter KASPEK Il Dio di Gesù Cristo, Queríniana, Brescia, 1989, pag. 320.)

La stessa fede in Gesù poggia sul fondamento trinitario; crediamo in Gesù perché il Padre lo ha risuscitato dai morti e lo ha costituito "Kyrios", (At. 2,36).

D'altro canto l'opera salvifica di Gesù implica pure la missione dello Spirito Santo.

Si può confessare che Gesù è il Signore, solo nello Spirito Santo (1 Cor. 12,5 e seg.) e partecipare alla sua realtà soltanto nello Spirito. Per cui la confessione cristologica non può che tradursi in confessione trinitaria.

"Chi, oggi, sente parlare di tre persone quasi inevitabilmente collega a tale termine la rappresentazione di tre diversi centri di coscienza e di azione, cosa che porta ad una interpretazione eretica dei dogma".(cf AA. VV. Mysterium Salutis; Queriniana, Brescia, 5' ediz., 1980, pag. 446.)

"Credere che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo hanno una sola sostanza o una sola natura o una sola essenza vuol dire credere ed affermare l'unità del loro essere divino, la loro perfetta parità sul piano della divinità, e dunque il loro essere un solo Dio.

All'interno di essa le tre Persone si distinguono per il loro reciproco relazionarsi".(cf Bruno FORTE, Trinità come storia, ed. Paoline, Cinisello Balsamo (MI), 4° ed., 1988, pag. 141)

L'espressione "tre Persone" non vuole indicare quindi né una moltiplicazione numerica dell'essenza, né una uguaglianza della personalità delle tre Persone.

Occorre allontanare una volta per tutte dal concetto di "Persona" tutto quanto potrebbe significare tre soggettività distinte e separate, come purtroppo insiste a dire e scrivere il geovismo.( Cfr. Ragioniamo, op. cit, pag. 405.)

Per quanto riguarda la parola greca archè, viene usata in diversi sensi nel N.T.; secondo il lessico di Thayer che i TdG ritengono autorevole, (arché) significa anche il mezzo per il quale una qualsiasi cosa ha inizio, l'origine, la causa attiva". (Cfr. Achille AVETA, I Testimoni di Geova, un'ideologia che logora, ed. Deboniane, Roma, 1990, pag. 119.)

Inoltre Eb. 7,3 conferma il fatto che Gesù non ebbe principio; l'autore paragona Melchisedec a Cristo, definendolo uno "senza principio".

Stando alle affermazioni del geovismo, "principio della creazione di Dio" (Ap. 3,14) vorrebbe dire: primo di una serie di cose create in quanto "arché" usato da Giovanni più di venti volte, vuol dire sempre "principio", prima cosa creata.

Ma quando "arché" è applicato a Dio, non potrà mai avere il significato di prima cosa creata, ma semplicemente il principiatore, la causa di qualcosa.

Nella maggior parte dei casi in cui Giovanni usa "arché" significa: il punto,iniziale del tempo. Non c'entra affatto l'idea di prima cosa di una serie. I passi sono: Gv. 1, 1-2; 6,64; 8,44; 15,27; 16,4; 1Gv. 1,1; 2,7.13.14.24; 3,8 11; 2Gv. vs. 5.6.


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06/01/2009 15:56

Tre volte nell'Apocalisse "archè" è riferito a Dio come a causa di qualcosa (Ap. 1,8; 21,6; 22,13;).

C'è da ritenere che almeno in questi passi il geovismo vorrà negare che "arché" significhi prima cosa di una serie di altre cose. Dio è il principiatore, causa agente ed il fine delle cose, causa finale.

Quindi dei cosiddetti più di venti casi in cui è usato "arché" la parola non ha il significato datole dal geovismo.

C'è un solo caso in cui è presente l'interpretazione: Gv. 2,11.

Inoltre, "arché" non significa solo principio, ma anche dominatore, re, governatore, padrone.

Quando "arché" nel N.T. è applicato ad una persona, quasi sempre ha il significato di: padrone di una certa cosa. In particolare il plurale "archè" è frequente, ed è di solito tradotto: Principati o qualcosa di simile (Lc. 12,11; Rm. 8,38; Ef 3,10; 6,12; Col. 1, 16; 2,15; Tito 3,1;). Due volte è usato al singolare col

significato di "dominio" (Lc. 20,20; Giuda 6). Tre volte è usato nel significato di "tutto il dominio", oppure "ogni dominatore" (1 Cor. 15,24; Ef .21; Col. 2,10;).

Inoltre in Col. 1,18, unico altro luogo nel N.T. dove Gesù è chiamato "arché", anche se la traduzione comune è "principio", quel "principio" ha il significato quasi certo di "dominatore, padrone". Questo perché in quel contesto (1,16; 2,10- 15) il plurale "archai" appare con il significato di "dominatori" ed anche perché

Col. 1,18 è certamente parallelo ad Ap. 1,5 dove Gesù è "il dominatore" dei re della terra.

Ma "arché" può significare anche "sorgente", "causa", "origine", specialmente quando "arché" è usato in riferimento alla creazione del mondo. E' il caso di Ap. 1, 8; 21,6; 22,13; dove Dio è chiamato "principio e fine di tutte le cose".

Dio è colui che da' origine al creato e che lo consuma.

Egli è la prima causa e la causa finale di tutto.

Quindi "arché" non significa in Gv. 1,1 "prima cosa creata" come erroneamente sostiene il geovismo.(Cfr. Perché dovreste credere nella Trinità?, op. cit. pag. 69.)

A proposito di Prov. 8,22, il verbo ebraico "qanah" viene reso da alcune traduzioni "mi ebbe con sé", "mi possedette", "concepì". La sapienza di Dio, essendo un suo attributo, era una parte integrale della sua natura eterna e non poteva essere stata creata. In Prov.. 8,22 siamo di fronte ad una personificazíone

della Sapienza divina.

Sant'Agostino dice: « il Padre è dunque sapiente per la sua propria sapienza, che Egli stesso è, e il Figlio è la sapienza del Padre che procede dalla sapienza che è il Padre, dal quale il Figlio è stato generato ».(cf Sant'AGOSTINO, De Trinitate, Città Nuova, Roma, 1998, libro XV, 7.12.)

L'unica cosa che Prov. 8,22 dimostra è che la Sapienza era preesistente all'universo.

Ma se Cristo fosse la sapienza personificata e fosse stato creato, allora dovremmo credere che ci fu un tempo in cui Jahwè fu senza sapienza.

Sant'Agostino dice: « Se la Parola fosse stata creata, per mezzo di quale altra Parola sarebbe stata creata? L'evangelista dice: "In principio era la Parola".

Se era vuol dire che non è stata creata ».(cf Commento al Vangelo di Giovanni, I discorso, n. 11. 12.)

L'errore di fondo dei T. di G. consiste nella confusione che fanno riguardo a ciò che la Bibbia dice di Gesù in quanto uomo, e cerca ciò che essa dice in quanto Dio, consustanziale al Padre. Omettendo numerosi passi biblici che affermano chiaramente la divinità di Cristo, i TdG strumentalizzano ciò che la Bibbia dice

di Lui in quanto uomo per negare la sua uguaglianza col Padre (cfr. Gv. 14,28).


Continua....

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7.1. Giudizi sulla T.N.M.

Ho avuto modo di ricordare come la Società Torre di Guardia, nel tentativo di sostenere le sue credenze, ricorra sistematicamente a fonti ritenute autorevoli.

Per fornire una migliore lettura circa la "stima" che gli autori citati spesso dal geovismo nutrono nei confronti della Bibbia prodotta dal C.D. definita ed osannata dai vertici del geovismo una traduzione letterale, accunita, molto apprezzata da esperti traduttori e studiosi",( Cfr. Tutta la Scrittura è ispirala da Dio e utile, ed. da Watch Tower, 1971, pag. 326.) riporto alcuni giudizi: « Il prof H.

H. Rowely afferma: (riferendosi alla Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Ebraiche in inglese) "Dall'inizio alla fine questo volume è un fulgido esempio del modo in cui la Bibbia NON dovrebbe essere tradotta" ». Antony Hoekema, dottore in teologia: "La loro Traduzione dei Nuovo Mondo non è una versione obiettiva della Bibbia in inglese moderno, ma traduzione di parte in cui molti degli originali insegnamenti della Soc. Torre di Guardia sono stati introdotti di contrabbando."

Henry J. Heydt giunse alla seguente conclusione poco lusinghiera dopo avere esamínato la TN.M.: « Consideriamo la TN.M un grossolano insuccesso ed un travisamento di parte incompiuto ai danni della Sacra Parola di Dio ».

Ray C. Stedman dà il seguente giudizio: « Un accurato esame che va al di là dell'esteriore apparenza di erudizione (dei traduttori), rivela un autentico miscuglio di fanatismo, ignoranza, pregiudizio e parzialità che viola ogni nonna di critica biblica ed ogni base di dotta integrità ».( Australian Record del 20/5/1974, pag. 6.)

in una occasione il prof J. R. Mantey, citato diverse volte nelle pubblicazioni edite dalla Soc. Torre di Guardia, così si espresse in riguardo alla T.N.M.: « Dopo aver studiato la loro erronea traduzione in centinaia di versetti del N.T., si è chiarita in me la convinzione che quando la Scrittura era in disaccordo con loro particolari insegnamenti, essi deliberatamente, l'hanno tradotta in modo erroneo, oppure hanno alterato il testo al punto tale che potrebbe sembrare che ci sia qualche apparente sostegno per le loro opinioni non scritturali.

Ma ciò che è di gran lunga peggio, essi, (i traduttori anonimi della TN.M) si sono resi colpevoli di deliberato inganno. Ciò rende la loro traduzione detestabile ».( Cfr. I TdG., Un'ideologia che logora, op. cit. pag. 73.)

In sostanza, i T. di G. fanno e disfanno le regole grammaticali e sintattiche ebraiche pur di sostenere un loro assunto teologico. Il C.D. prima formula della sua dottrina e poi cerca a tutti i costi di adottare dei versetti biblici a sostegno delle sue credenze, indipendentemente dalla visione globale della Scrittura. Il loro non è né un metodo regressivo, né un metodo genetico progressivo, ma metodo di adattamento.

E' uno strano modo di procedere nella riflessione teologica, ma è una esigenza per sostenere con basi scritturistiche le loro credenze. Riguardo al comitato di traduzione, Mantey scrive: « Essi mi citano fuori dal contesto. Tradurre Gv. 1,1 "la Parola era un Dio" nel testo originale greco è grammaticalmente scorretto ». Inoltre in una lettera dell'1 1/7/1974 indirizzata al C.D., lo stesso Mantey scriveva: "Non c'e' affermazione, nella nostra grammatica, che consente di dire che "un dio" sia traduzione accettabile di Gv. 1,1.

Una simile traduzione è scorretta. Tenendo presenti questi fatti, e specialmente perché mi avete citato fuori dal contesto, vi invito a non citare più il "Manual Grammar of the Greek New Testament", cosa che avete fatto negli ultimi ventiquattro anni, e neppure me, in nessuna delle vostre pubblicazioni, da questo

momento in poi ».

Continua...

Inoltre, lo studioso W. Barclay, informato dell'uso che il C.D. aveva fatto di un passo di un suo scritto, ha detto: « L'articolo della Torre di Guardia mi ha , mediante studiate mutilazioni, fatto dire l'opposto di ciò che intendevo dire ».( Cfr. I T. di G., Un'ideoIogia che logora, op. cit. pag. 133.)

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7.2. Preghiere rivolte a Gesù

Da 2000 anni cristiani di ogni nazione e lingua invocano il nome di Gesù perché sanno che "non c'è nessun altro nome dato tra gli uomini per mezzo del quale possiamo essere salvati".(At 4,12)

L'apostolo Paolo dice: « Chiunque invoca il nome del Signore sarà salvato ».( Rm. 10,13;)

Bisognava aspettare quasi 2000 anni per scoprire che Gesù non va invocato né pregato. E' la scoperta della teologia geovista. Le pagine della Torre di Guardia, la Bibbia aggiornata dei T. di G. ne spiegano le motivazioni

In un articolo dal tema: « "Si deve pregare Gesù? ", è scritto "Pur indicando che, possiamo invocare il nome di Gesù, la Bibbia non dice che dovremmo pregarlo. Gesù promise chiaramente ai suoi discepoli:

"Se voi chiederete qualche cosa nel mio nome, io lo farò". Per far questo, ci si deve rivolgere a lui in preghiera? NO. La richiesta va rivolta a Geova Dio, ma nel nome di Gesù; (Gv. 14,14) »( La Torre di Guardia del 15/12/1994, pag.25.)

In un successivo articolo della stessa rivista in un articolo dal titolo "Preghiere rivolte a chi?", gli editori scrivevano: « Nelle loro preghiere i cristiani si rivolgono soltanto a Geova ed a nessun altro, e lo fanno nel nome di Gesù Cristo*. (Gv. 14,14) L'asterisco (*) rimanda ad una nota in calce, la quale si premura di precisare, nel caso in cui qualcuno non l'avesse ancora capito: "*si noti che la preghiera è fatta mediante Gesù, non a Gesù" ».( La Torre di Guardia del 1/2/1995, pag.5)

In uno dei tanti testi di catechesi oditi dalla Soc. Torre di Guardia si dice: « Gesù non insegnò a pregare lui stesso, né la sua madre umana Maria, né alcun'altra persona.

Geova è Onnipotente, perché dovremmo dunque rivolgerci ad alcuna persona inferiore? »( La verità che conduce alla vita eterna, ed. dalla Watch Tower-, 1968, pag. 152.)

La Bibbia insegna realmente che Gesù non va pregato? Per rispondere alla domanda, colgo un suggerimento riportato dai T. di G. nel manuale "Ragioniamo facendo uso delle Scritture" pag. 8: "Ogni volta che è possibile, chiedete alle persone di prendere la loro Bibbia e di cercare le Scritture, affinché si rendano conto che ciò che dite si trova in realtà nella loro stessa copia delle Scritture.

Ma chi mette in pratica tale suggerimento avrà una sorpresa, poiché in Gv. 14,14 (il versetto da loro suggerito), si legge: "Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome io lo farò".( Cfr. La Bibbia, nuovissima versione dai testi originali, ed. Paoline, Cinisello Balsamo (NU), 1987. Cfr. La Bibbia di Gerusalemme, op. cit.; cfr. La Bibbia a cura di twns. Garofalo, Op. cit.)

Apparentemente il testo dei T. di G. e quello delle Bibbie cattoliche è uguale, ma nel versetto in esame vi è un "Mi" che smentisce la dottrina geovista.

Il vs. 14 è inserito nel contesto della preghiera sacerdotale di Gesù; il pronome riflessivo "Mi" rende evidente che le preghiere devono essere rivolte a Gesù.

La replica del T. di G. sarà: "Ma chi mi garantisce che la traduzione corretta è la vostra o la nostra?"

L'obiezione è legittima. Ma viene meno l'asserzione che la loro Bibbia è uguale a tutte le altre Bibbie. Inoltre, sempre seguendo i loro suggerimenti, si può avere la risposta alla loro obiezione consultando il "loro" testo greco, definito dai dirigenti geovisti "un testo molto prezioso, perché può servire da salvaguardia contro l'errore dei capi religiosi che torcono la scritta Parola di Dio".( La Torre di Guardia del 1/6/1970, pag. 344.)

Questo testo che traduce il N.T. dal greco in inglese, prende il nome di "The Kingdom Interlinear Traslation ofthe Greek Scriptures ", comunemente chiamato: 'L'interlineare del Regno ". Tale testo è per noi preziosissimo perché non solo si può rispondere all'obiezione sopra citata, ma consente di dimostrare i numerosi cambiamenti apportati al testo sacro, e le manipolazioni operate dai responsabili del movimento a danno della Parola di Dio; questo modo di abusare della Parola di Dio dice la poca considerazione in cui tengono il testo sacro, anche se sovente nelle loro pubblicazioni viene citato Pr. 30,6: "Non aggiungere nulla alle sue parole".( Cfr. Ap. 22.18-19.) Oggi questo testo è stato fatto sparire dalla circolazione, e non lo forniscono più nemmeno ai T. di G. che lo richiedono (e dire che i loro depositi ne sono pieni), perché ogni copia è una palese evidenza dell'infedeltà della loro Bibbia.
Avere stampato e distribuito nel passato l'Interlineare" è pure un segno evidente della poca stima che i capi del movimento hanno dei loro adepti, perché ritenuti incapaci di accorgersi delle manipolazioni della T.N.M. di fronte al testo greco.

Altro testo biblico comprovante la legittimità delle preghiere rivolte a Gesù, è At. 7,59.

Nel contesto si parla dei motivi che hanno determinato la lapidazione di Stefano ed al vs. 59 si legge: " ... e lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: « Signore Gesù accogli il mio spirito ».

Questa preghiera formulata da Stefano in punto di morte è una chiara evidenza della divinità di Gesù, e dato che Gesù è Dio, Stefano lo prega.

E' significativo il fatto che Stefano, nel momento in cui innalza la sua preghiera a Gesù, è "pieno di Spirito Santo";(Cft. At. 7,55.) non sta delirando a motivo dei dolori nè parla nel delirio della morte, come vorrebbe fare credere il geovismo.

Tutto ciò contrasta con l'intendimento dei vertici americani geovisti, e così, per aggirare l'ostacolo, a Brooklyn hanno pensato bene di eliminare la prova biblica che Gesù era l'oggetto della preghiera di Stefano.

Se consultiamo la loro "Bibbia", in At. 7,59 vi si legge: "... gettavano pietre contro Stefano mentre faceva appello e diceva: « Signore Gesù ricevi il mio spirito ». Il "fare appello", è tutt'altra cosa che pregare.

Fare appello è un termine giuridico; ad esempio, Paolo si appella a Cesare per evitare la fustigazione in quanto cittadino romano.( Cfr. At. 25,11.)

Nel caso di Stefano, che sta vivendo una situazione tragica, trovandosi in punto di morte, l'unica cosa che gli resta da fare è pregare. Molti, soprattutto ex T. di G. hanno accusato il C.D. del cambiamento operato ai danni di At. 7,59.

Nella loro edizione della "Bíbbia con le note in calce" del 1987, hanno inserito un asterisco in At. 7,59 alla parola "appello" e nella relativa nota in calce vi si legge: "Faceva appello, o invocava, pregava".

Dunque, non solo confinano in nota quanto darebbe loro fastidio nel testo sacro, ma asseriscono che "fare appello" ha lo stesso significato di "invocare, pregare".

Sarebbe più corretto inserire il proprio intendimento nella nota in calce. Il testo sacro è non va alterato per nessun motivo. Il vs. 59 dà molto fastidio al geovismo, perché confuta e mostra prive di fondamento gran parte delle loro dottrine:

1) Stefano non vede "Michele" seduto accanto al Padre, ma Gesù; crolla il loro insegnamento che dopo la morte, Gesù tornò ad essere l'arcangelo Michele;

2) Crolla la teoria che Gesù non va pregato, ma si prega solo il Padre in quanto creatura superiore;

3) Crolla l'insegnamento circa l'anima; non si capisce come mai Stefano prega, chiedendo a Gesù di ricevere il suo spirito, dal momento che "l'uomo non ha una anima" che sopravvive alla morte, ma

torna nella inesistenza proprio come qualsiasi animale;

4) Crolla tutto l'insegnamento geovista che vede in Gesù solo l'uomo, negando qualsiasi idea di divinità; infatti, dato che si prega solo Dio (Geova) l'unico che può essere adorato, ammettere che anche Gesù va pregato significa ammettere la sua divinità che implica l'adorazione. Di fatto, a Gesù spetterebbe quello che spetta a Dio. Tutto ciò non può trovare posto in casa geovista. Difatti, quando il verbo greco

"Proskynéo" = adorare, si riferisce a Dio, agli idoli, a Satana, lo traducono correttamente con "adorare", quando , invece si riferisce a Gesù, viene tradotto con "rendere omaggio", come nel caso dei Magi (Mt. 2,2.), del lebbroso (Mt. 8,2.), delle pie donne dopo la sua risurrezione (Mt. 28,9.), degli apostoli (Lc. 24,52.).

Altro grave errore commesso dal geovismo, nell'edizione della TN.M del 1967 riguarda Eb. 1,6.

Tutte le varie versioni bibliche, compresa la T.N.M. traducono questo versetto: "Ma quando introduce il primogenito nel mondo dite: « Tutti gli angeli di Dio lo adorino ». Si tratta dell'adorazione dovuta a Gesù, perché Dio. L'autore di Ebrei stava citando Dt. 32,43 nella versione della LXX, ed il Sal. 97,7 nell'originale ebraico. Sia la LXX con "proskynéo', che l'ebraico "shahah", hanno lo stesso significato di "prostrarsi".

In Eb. 1,6 gli angeli devono prostrarsi dinanzi a Dio, perché le citazioni dell'A.T. richiamano Dio, e questo Dio è detto espressamente essere Gesù Cristo; gli angeli devono prostrarsi dinanzi a Gesù come vero Dio eterno ed Onnipotente. Eb. 1,6 è una affermazione biblica molto chiara, e non ha bisogno di altre esplicitazioni, perché parla di Cristo che è riconosciuto come Dio.

Quando alcuni T. di G. si sono resi conto che Eb. 1,6 si riferiva all'adorazione che era dovuta a Gesù in quanto Dio, fanno pervenire al C.D. di Brooklyn alcune lettere di chiarificazione. Si chiede : "Se Eb. 1,6 dice che a Gesù, spetta l'adorazione anche degli angeli, come mai noi crediamo ed insegnamo che Gesù non va adorato?

Il geovismo, tenta di ricorrere all'idea di "adorazione relativa", cioè quella che passa attraverso qualcuno ed arriva a Dio. Anche noi cattolici parliamo di "adorazione relativa" e la riteniamo esatta, per esempio, quando parliamo di adorazione relativa (meglio dire venerazione) alla Beata Vergine o ai Santi. Ma qui non si tratta affatto di adorazione relativa, perché la persona alla quale si deve adorazione è il Dio vero ed onnipotente dell'A.T. nella Persona di Gesù Cristo. Quindi in Eb. 1,6 bisogna adorare Dio che è Gesù Cristo.

Siccome i vertici geovisti sì sono resi conto che questa risposta era alquanto evasiva, ed i dubbi persistevano, sono ricorsi ad una soluzione più sicura, e cioè fare dire alla stessa ispirata Parola di Dio che Gesù non va adorato.

Come per incanto, dalla loro bibbia scompare in Eb. 1,6 il verbo "adorare", (riferito a Gesù), (Cfr. TNM., del 1967.) e nella T.N.M. del 1987 si legge sempre in Eb. 1,6: " e tutti gli angeli di Dio gli rendano omaggio". Per premunirsi dagli attacchi di chi, conoscendo le loro tecniche, li avesse per l'ennesima volta accusati di avere falsificato la Parola di Dìo, sono ricorsi ancora una volta all'asterisco, e nella relativa nota in calce precisano: "Rendano omaggio, o adorino, gr. Proskynesàtosan; lat. Adorent"

Ancora una volta la loro "bibbia" è stata adattata per sostenere una dottrina precostituita.

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2Pietro

(1:1 Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo 

Romani 9: 5 ai quali appartengono i padri e dai quali proviene, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen!

Tito 1:13 aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù.
1 Giovanni 5:20 Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna. 21 Figlioli, guardatevi dagl'idoli.
  Apoc.1:7 Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno lamenti per lui. Sì, amen. 8 «Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente».
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Agostino,
De Trinitate, Libro XV, 22.42. - 23.43:
Quando queste tre potenze si trovano in una sola persona, come è il caso dell'uomo, qualcuno potrebbe dirci: «Queste tre potenze: memoria, intelligenza, amore appartengono a me, non a se stesse; non è per se stesse, ma è per me che compiono ciò che compiono, anzi sono io che agisco per mezzo di esse. Sono io infatti che ricordo con la memoria, che comprendo con l'intelligenza, che amo con l'amore; e quando volgo verso la mia memoria lo sguardo del pensiero e dico cosi nel mio cuore ciò che so e dalla mia scienza è generato un verbo vero, queste due cose sono mie, sia la conoscenza che il verbo.
Infatti sono io che so e che dico nel mio cuore ciò che so. E quando con l'atto del pensiero scopro che nella mia memoria già comprendevo, già amavo qualcosa — intelligenza e amore che già erano nella memoria ancor prima che ne prendessi coscienza con il pensiero — è la mia intelligenza e il mio amore che scopro nella mia memoria e sono io che comprendo e amo per mezzo di essi, non essi stessi.
Cosi pure, quando il mio pensiero cerca un ricordo e vuole ritornare su ciò che aveva lasciato nella memoria vederlo con l'intelligenza» e dirlo interiormente, è con la mia memoria che ricorda, è con la mia volontà che vuole, non con la sua memoria e con la sua volontà.
Anche il mio amore, quando ricorda e comprende ciò che deve desiderare, ciò che deve evitare ricorda con la mia, non con la sua memoria, e con la mia intelligenza, non con la sua, comprende tutto ciò che ama comprendendolo».
Tutto ciò si può esprimere in breve così <Per mezzo di tutte queste tre potenze, sono io che ricordo, io che comprendo io che amo, io che non sono ne memoria, ne intelligenza ne amore ma che li possiedo>.
Tutto ciò può dunque essere detto da una sola persona, che possiede queste tre potenze, ma che non è queste tre potenze.
Invece in quella natura supremamente semplice, che è Dio, sebbene vi sia un solo Dio, vi sono tuttavia tre Persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. 
Una cosa è dunque la Trinità nella sua realtà stessa altra cosa l'immagine della Trinità in una realtà diversa' e proprio a causa di questa immagine che ciò in cui si trovano queste tre potenze è anche chiamato immagine, come si chiama immagine sia la tela che ciò che è dipinto sulla tela, ma è a causa della pittura che la ricopre che è chiamata immagine anche la tela. Ma in quella suprema Trinità, incomparabilmente superiore a tutte le cose, è tanto accentuata l'inseparabilità che mentre una trinità di persone umane non si può chiamare un solo uomo, essa è detta ed è un solo Dio e quella Trinità non e in un solo Dio, ma è un solo Dio o ed ancora per quanto riguarda quella Trinità le cose non stanno come nella sua immagine, l'uomo, che sebbene possegga quelle tre potenze, è una sola Persona, ma vi sono tre Persone: il Padre del Figlio il Figlio del Padre, lo Spirito Santo del Padre e del Figlio. Sebbene, infatti, la memoria dell'uomo e particolarmente quella che non possiedono le bestie, cioè quella che contiene delle realtà intellegibili che non provengono dai sensi del corpo presenti a suo modo, in questa immagine della Trinità, una somiglianza incomparabilmente indegna certo, ma tuttavia non del tutto dissimile, del Padre; e cosi pure, sebbene l'intelligenza dell'uomo che e informata dalla memoria per mezzo dell'attenzione del pensiero, quando si dice ciò che si sa e si produce quel verbo del cuore che non appartiene ad alcuna lingua, presenti, malgrado la sua accentuata differenza, una certa somiglianza del Figlio e sebbene l'amore dell'uomo, che procede dalla conoscenza e unisce la memoria e l'intelligenza, essendo comune alla potenza che svolge in qualche modo la funzione di padre e a quella che svolge la funzione di figlio, motivo per cui se ne deduce che non è ne padre ne figlio - presenti, in questa immagine, una certa somiglianza, benché molto imperfetta, dello Spirito Santo tuttavia mentre in questa immagine della Trinità queste tre potenze non sono un solo uomo, ma appartengono ad un solo uomo, in questa suprema Trinità, di cui l'uomo è immagine, queste tre realtà non appartengono ad un solo Dio, ma sono un solo Dio ed esse sono tre Persone, non una sola. Ecco una cosa di certo meravigliosamente ineffabile o ineffabilmente meravigliosa: sebbene in questa immagine della Trinità vi sia una sola persona, invece nella suprema Trinità vi siano tre Persone, è più inseparabile quella Trinità di tre Persone, che questa di una sola. Perché in quella natura della divinità, o per meglio dire della deità, ciò che è è, e quella divinità è immutabilmente e sempre uguale tra le Persone; non vi fu un tempo in cui non esistette o esistette in modo diverso, ne vi sarà un tempo in cui non esisterà o esisterà in modo diverso. Invece le tre potenze che sono nell'immagine imperfetta della Trinità, sebbene non siano separabili nello spazio, perché non sono dei corpi, lo sono tra loro ora in questa vita per grandezza.
Infatti in esse non vi è alcuna massa corporea, nondimeno vediamo che in un uomo la memoria è più grande dell'intelligenza, in un altro vediamo il contrario, vediamo in un altro l'amore che sorpassa in grandezza queste due potenze, siano esse tra loro due uguali o non lo siano. E cosi accade che due di loro siano inferiori ad una sola, una sola alle altre due, o l'una all'altra, le più piccole alle più grandi. E quando, guarite dalla loro debolezza, saranno uguali tra loro, nemmeno allora questa realtà, che per mezzo della grazia è sottratta al mutamento, sarà uguale alla realtà immutabile per natura, perché mai la creatura può eguagliare il Creatore e il fatto stesso di venir guarita dalla sua debolezza sarà per essa un mutamento.
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Quel giorno però era un sabato. [10]Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «E' sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio». [11]Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina». [12]Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?». [13]Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. [14]Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». [15]Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. [16]Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato. [17]Ma Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero». [18]Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. (Gv 5:10-18)


Il passo è molto evidente: Chiamando Dio "Suo Padre", per i Giudei, Gesù si faceva uguale a Dio.

Ma i tdg cercano di schermirsi dicendo:


"Qui però Giovanni descrive ciò che erroneamente i Giudei increduli pensavano che Gesù volesse dire, e che cioè volesse <<farsi uguale a Dio>>. Ciò è evidente dal fatto che, sempre erroneamente accusavano Gesù di violare il sabato - Confronta Matteo 5:17-19" (La Torre di guardia 1 Luglio 1984 p.6)


Scaltramente, i tdg spostano l'attenzione sull'ultima parte del v.18, facendo credere che i Giudei avevano male interpretato il pensiero di Gesù (che cioè lui volesse <<farsi uguale a Dio>>); O in altre parole essi sostengono: Non era realmente Gesù che si riteneva uguale a Dio, ma i Giudei avevano capito così, erroneamente.


Ma leggiamo il verso precedente: Giovanni 5:17


"Il
Padre mio opera fino ad ora, ed anch'io opero"


Poi Giovanni continua commentando:


"PER QUESTO MOTIVO, in realtà, i Giudei cercavano di ucciderlo....PERCHE' chiamava DIO SUO PADRE":

Questo era il Motivo d'accusa: Egli stava chiamando Dio <<Suo Padre>> ed i Giudei cercavano di ucciderlo PER QUESTO.

Cioè, siccome chiamava Dio <<Suo Padre>> e di conseguenza proclamava di essere <<Figlio di Dio>>, i Giudei ravvisarono in questo titolo una implicita dichiarazione di UGUAGLIANZA CON DIO e per questo cercavano di ucciderlo.

D'altronde, vi sono alcune considerazioni da fare.

Quale sarebbe stata la cosa più logica da fare da parte di Gesù, sapendo che per errore i Giudei volevano ucciderlo, <<pensando che lui volesse farsi uguale a Dio?>> Quale sarebbe stata la cosa più logica da fare, SE GESU' NON SI FOSSE RITENUTO <<UGUALE A DIO>>?

Questa: CHIARIRE L'EQUIVOCO. Dire chiaramente che loro stavano sbagliando nel pensare che lui volesse <<farsi uguale a Dio>> e che non era affatto così!

Dicendo ciò infatti:

a) Avrebbe evitato di rischiare di esser ucciso per un errore di interpretazione del suo pensiero.

b) Avrebbe liberato i Giudei stessi dalla colpa di commettere un omicidio per errore.

c) Avrebbe inoltre dato <<Gloria a Dio>>. Tacendo, avrebbe sottratto a Dio la Sua gloria e se ne sarebbe indebitamente appropriato. Ma Gesù TAQUE! E quel silenzio è molto eloquente: Significa che asserendo di essere <<Figliolo di Dio>> Egli esprimeva anche la Sua Deità.

Il fatto di essere <<Il Fglio di Dio>> indichi la sua personale Deità, ricorre in altre parti della Scrittura.

Leggiamo infatti;


Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». (Gv 19:7)


Da notare che qui non vi è alcun accenno al fatto che <<Gesù volesse farsi uguale a Dio>>, e ciò nonostante i Giudei ritenevano che Gesù dovesse morire <<PERCHE' SI ERA FATTO FIGLIO DI DIO>>.

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06/01/2009 16:03

[1]Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. [2]Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. [3]Proclamavano l'uno all'altro:

«Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti.
Tutta la terra è piena della sua gloria».
( Isaia 6:1-3)


L'Apostolo Giovanni ci informa che queste parole si riferiscono al Signore Gesù. In Giovanni 12:41 leggiamo infatti:


"Questo disse Isaia quando vide la sua gloria e parlò di lui." 

Se il TdG studierà con uno spirito di preghiera Isaia 6:1-10 paragonandolo a Giov. 12:37-41 rimarrà convinto che ciò che dico è la Verità. Giovanni cita Isaia 6 e afferma che Isaia vide Gesù. Isaia, come abbiamo visto, vide YHWH!

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Domanda: "Gesù è Dio? Gesù ha mai preteso di essere Dio?"

Risposta:
Nella Bibbia non troviamo da nessuna parte parole di Gesù significanti: “Io sono Dio”. Il che però non significa che Lui non le abbia mai dette . Vediamo, per es., le parole di Gesù dal Vangelo di Giovanni 10: 30: “ Io e il Padre siamo una cosa sola “. A prima vista, esse non sembrano un’ affermazione di Gesù di essere Dio. Vediamo, però, come reagiscono i giudei a questa Sua dichiarazione: “Non ti lapidiamo per un’ opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio “ {Giovanni 10: 33}. Le parole di Gesù fanno pensare ai giudei che Lui si consideri Dio. E nei versetti successivi Gesù non corregge i giudei, non dice loro: “ Non ho sostenuto l’ idea di essere Dio “. Così le sue parole: “ Io e il Padre siamo una cosa sola “ {Giovanni 10: 30}, confermano la dichiarazione di Gesù di essere Dio. Un altro esempio – Giovanni 8: 58. Gesù dice: “ In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io sono “. E di nuovo i giudei gli rispondono raccogliendo pietre e desiderando ammazzarlo {Giovanni 8; 59}. Quale motivo hanno i giudei di uccidere Gesù con pietre se non la Sua affermazione di essere Dio, la quale loro considerano un sacrilegio.

Nel capitolo 1: 1 del Vangelo di Giovanni si dice che “il Verbo era Dio“. Nel capitolo 1: 14 si dice: “ il Verbo si fece carne “. Negli Atti 20: 28 si dice : “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue “. Chi ha acquistato la Chiesa con il proprio sangue? Gesù Cristo. Negli Atti 20: 28 si dice che Dio ha acquistato la Chiesa con il proprio sangue. Quindi, Gesù è Dio.

Il discepolo Tommaso dice nei confronti di Gesù: “Mio Signore e mio Dio“ {Giovanni 20: 28}. Gesù non lo corregge.Tito 2: 13 ci incita ad aspettare l’ arrivo del nostro Dio e Salvatore – Gesù Cristo{cnf. anche II Pietro 1: 1}. Nelle lettere degli Ebrei 1: 8 Dio Padre dice per Gesù : “…del Figlio invece afferma: “ Il tuo trono, Dio, sta in eterno e scettro giusto è lo scettro del tuo regno.”

Nell’Apocalisse un angelo istruisce l’ apostolo Giovanni nell’ adorazione solo davanti a Dio { Apocalisse19: 10}. Alcune volte nella Scrittura si incontra come Gesù viene adorato {Matteo 2: 11; 14: 33; 28: 9, 17; Luca 24: 52; Giovanni 9: 38}. Lui mai denuncia l’adorazione degli uomini. Se Gesù non fosse stato Dio, Lui avrebbe detto agli uomini di non adorarlo, così come lo fa l’angelo nell’Apocalisse. Ci sono molti altri versetti e brani nella Scrittura in cui si conferma la natura divina di Gesù.

Il motivo più importante per cui Gesù dovrebbe essere Dio è che se non fosse stato Dio, la sua morte non sarebbe bastata per espiare la pena per i peccati dell’ intero mondo {I Giovanni 2: 2}. Soltanto Dio è in grado di scontare questa pena così enorme. Solo Dio puo diventare capro espiatorio dei nostri peccati {II Corinzi 5: 21}, morire e poi risorgere – e dimostrare in questo modo la Sua vittoria sopra il peccato e la morte.
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Domanda: "La divinita’ di Cristo e’ confermata dalla Bibbia?"

Risposta:
Oltre le afferamzioni che Gesu fa per se anche i Suoi discepoli confermano la Sua divinita’. Loro affermano che Gesu puo’ perdonare i peccati – cosa che solo Dio puo’ fare, siccome Dio e’ Quello che e’ offeso dal peccato (Atti 5:31; Colossei 3:13; Salmi 130:4: Geremia 31:34). In stretto legame con questa cosa e anche l’affermazione di Gesu che Lui sara’ Quello “che deve giudicare i vivi e i morti” (II Timoteo 4:1). Tommaso si rivolge a Gesu con le parole: “Signor mio e Dio mio!” (Giovanni 20:28). Paolo chiama Gesu “grande Dio e Salvatore” (Tito 2:13) e indica che prima della Sua incarnazione Gesu esisteva “in forma di Dio” (“in immagine di Dio”) (Filippesi 2:5-8). L’autore di Ebrei dice per quanto riguarda Gesu: “Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in secolo” (Ebrei 1:8). Giovanni dichiara che “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio” (Giovanni 1:1). Si possono dare molti altri esempi dalle Sacre Scritture per la divinita’ di Gesu Cristo (vedi Apocalissi 1:17; 2:8; 22:13; Corinzi I 10:4; Pietro I 2:6-8; cfr Salmi 18:2; 95:1; Pietro I 5:4; Ebrei 13:20), ma solo uno di questi esempi basta per far vedere che Gesu Cristo e’ considarato Dio da tutti i Suoi discepoli.

Anche a Gesu vengono attribuiti dei titoli che sono unici e si danno solamente a Iahove (il nome ufficiale di Dio) nell’Antico Testamento. Il titolo dell’Antico Testamento “Il Redentore” (Salmi 130:7; Osea 13:14) viene usato per Gesu Cristo nel Nuovo Testamento (Tito 2:13; Apocalissi 5:9). Gesu e’ chiamato Emanuele (“Dio con noi” in Matteo 1). In Zaccaria 12:10 Iahove dice: “…essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto”. Ma il Nuovo Testamento lo riferisce alla crocifissione di Gesu Cristo (Giovanni 19:37; Apocalissi 1:7). Iahove e’ quello che e’ stato trafitto e colui che quardano e anche Gesu e’ quello che e’ stato trafitto e colui che guardano dunque Gesu e’ Iahove. Paolo riferisce Issaia 45:22-23 a Gesu in Filippesi 2:10-11. Ma anche il nome di Gesu si usa insieme al nome di Iahove nelle preghiere: “grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo” (Galati 1:3; Efesini 1:2). Questo sarebbe stato un sacrilegio, se Gesu Cristo non era Dio. Il nome di Gesu appare insieme al nome di Iahove nell’ordine di Gesu che siano battezzati i fedeli: “nel nome (numero singolare) del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28:19; vedi Corinzi II 13:14). In Apocalissi si dice che tutte le creature loderanno Gesu Cristo (l’Agnello) – dunque Gesu non fa parte delle creature (5:13).

A Gesu vengono attribuite delle opere che solo Dio puo’ fare. Gesu non solo risuscita i morti (Giovanni 5:21; 11:38-44), perdona i peccati (Atti 5:31; 13:38), ma Lui ha anche creato e mantiene tutto l’universo (Giovanni 1:2; Colossesi 1:16-17)! Questa affermazione diventa ancora piu’ forte, tenendo presente il fatto che Iahove dice che era solo quando ha creato le creature (Issaia 44:24).

Oltre tutto Cristo possiede attributi che solo Dio possiede: Lui e’ eterno (Giovanni 8:58), onnipresente (Matteo 18:20; 28:20), onnisciente (Matteo 16:21), onnipotente (Giovanni 11:38-44).

E adesso, e’ una cosa essere Dio o cercare di ingannare qualcuno che sei Dio, e ben altra cosa – dimostrarlo. Gesu Cristo fa vedere come prova della Sua affermazione che e’ Dio, molti miracoli, e’ risuscita perfino i morti. Ecco quali sono i miracoli di Gesu: trasforma l’acqua in vino (Giovanni 2:7), cammina sull’acqua (Matteo 14:25), multiplica oggetti fisici (Giovanni 6:11), fa guarire i cieci (Giovanni 9:7), gli zoppi (Marco 2:3) e i malati (Matteo 9:35; Marco 1:40-42) e perfino risuscita i morti (Giovanni 11:43-44; Luca 7:11-15; Marco 5: 35). Ma anche lo stesso Gesu Cristo risuscita dai morti. Le altre religioni non hanno delle pretese serie riguardo la risuscitazione che distingue molto Gesu dai cosiddetti dei morenti e risuscitanti nella motologia pagana e nessun’altra affermazione di risuscitazione non e’ confermata in modo cosi convincente da altre fonti non bibliche. Secondo il dott. Gery Habermas ci sono almento dodici fatti storici che anche gli scienziati scettici non cristiani ammetteranno:

1. Gesu muore crocifisso.

2. Lui e’ sepolto.

3. La Sua morte provoca la disperazione dei Suoi discepoli e loro perdono ogni speranza.

4. Qualche giorno dopo la tomba di Gesu e’ trovata (o si afferma di essere trovata) vuota.

5. I discepoli credono che il Gesu Risuscitato appare davanti a loro alcune volte.

6. Dopo di che i discepoli sono trasformati – da sospettosi diventano credenti.

7. Questo messaggio diventa il fulcro della predica della prima chiesa.

8. Questo messaggio viene predicato a Gerusalemme.

9. Come risultato di questa predica nasce e cresce la Chiesa.

10. Il giorno della risuscitazione, la domenica, sostituisce il sabato come giorno principale di adorazione.

11. Giacomo che e’ scettico, anche lui cambia siccome crede di aver visto il Gesu Risuscitato.

12. Paolo, che e’ avversario al cristianesimo, diventa fedele, siccome anche lui crede di aver visto il Gesu Risuscitato.

Anche se ci sono delle obiezioni contro qualcuna di queste affermazioni concrete, solo alcune di esse bastano per testimoniare la risuscitazione di Gesu Cristo e attestare la veridicita’ del Vangelo: morte, funerali, risuscitazione e apparizione di Gesu (Corinzi I 15:1-5). E malgrado che probabilmente esistano teorie che spiegano uno o due dei fatti sopraindicati, solo la risuscitazione puo’ spiegarli e dare una risposta adeguata. I critici ammettono che i discepoli affermavano di aver visto il Gesu Risuscitato. Ne’ bugie, ne’ allucinazioni possono far trasformare la gente in tal modo come fa la risuscitazione. Primo, quale sara’ il loro vantaggio di tutto cio’? Il cristianesimo non era divulgato e di sicuro non sono diventati ricchi, diventando discepoli fedeli a Gesu. Secondo, di solito i bugiardi non diventano martiri. Non c’e’ una spiegazione migliore della risuscitazione per la prontezza dei discepoli di morire da una morte terribile per la sua fede. Si, veramente molte persone muoiono per bugie che credono siano verita’, ma nessuno muore per una cosa che sa che non e’ vera.

In conclusione: Gesu Cristo affermava di essere Iahove, Dio (non “uno dei dei”, ma il vero Dio), i Suoi discepoli (ebrei che sarebbero stati terrorizzati dall’idea di idolatrare) Gli credevano e lo ritenevano Dio. Cristo dimostra le Sue affermazioni di essere Dio tramite miracoli e uno di questi miracoli e’ la risuscitazione che trasforma il mondo. Nessun’altra ipotesi potrebbe spiegare questi fatti.
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06/01/2009 16:06

Domanda: "Chi è Gesù Cristo?"

Risposta:
Chi è Gesù Cristo? A differenza della domanda: “Dio esiste?”, sono pochi quelli che hanno dubitato dell’esistenza di Gesù Cristo. Generalmente si accetta che Gesù Cristo sia stato un uomo di carne ed ossa, vissuto nelle terre israeliane circa 2000 anni fa. Il dibattito comincia quando si mette in discussione l’intera personalità di Gesù Cristo. Quasi ogni religione istruisce che Gesù sia stato un profeta, un buon maestro, oppure un uomo pio. Il problema sta nel fatto che la Bibbia senza dubbio dice che Gesù è molto più di un profeta, un buon maestro o un uomo pio.

Ecco che cosa scrive C.S.Luis nel suo libro” Il Cristianesimo comune”: Cerco di proteggere la gente perché non dica questa stupidaggine, la quale spesso sentivo dire per Lui [Gesù Cristo]: sono pronto ad accettare Gesù come un grande maestro di moralità, ma non sono pronto ad accettare la sua affermazione che è Dio. Ciò non si deve dire. Una persona che è solo uomo e che ha detto cose dette da Gesù non potrebbe essere un gran maestro di moralità. Sarebbe o un uomo pazzo, cioè al livello di uno che dice di essere un uovo al tegame, o il diavolo stesso, uscito dall’Inferno. Tu devi scegliere: Gesù Cristo o è stato e continua ad essere Figlio di Dio, o è stato matto, o qualcosa di peggio …Potresti chiuderlo nel manicomio perchè è matto; oppure sputare su di Lui e ucciderlo come se fosse uno spirito maligno, oppure cadere nei suoi piedi e chiamarlo Signore e Dio. Ma basta con queste stupidaggini indulgenti che sia stato un gran maestro. Gesù non ci ha lasciato tutto ciò come una possibilità di scelta e nemmeno ha avuto l’intenzione di farlo.

Dunque, che cosa dice Gesù per se stesso – Chi è Lui secondo le sue proprie parole? Che cosa dice la Bibbia su di Lui? Prima, esaminiamo le parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni 10: 30: “ Io e il Padre siamo una cosa sola “. In prima vista, esse non sembrano un’affermazione con cui Gesù dice di essere Dio. Vediamo, però, come reagiscono i giudei a questa sua dichiarazione: “ Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio “ {Giovanni 10: 33}. Le parole di Gesù fanno pensare i giudei che Lui si consideri Dio. Nei versetti successivi Gesù infatti non cerca di correggerli, non dice loro: “ Non ho sostenuto l’idea di essere Dio”. Così le sue parole: “ Io e il Padre siamo una cosa sola “ {Giovanni 10: 30} conferma la dichiarazione di Gesù di essere Dio. Un altro esempio – Giovanni 8: 58. Gesù dice: “ In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io sono “.E di nuovo, I giudei reagiscono raccogliendo pietre e desiderando ammazzarlo {Giovanni 8: 59}. Gesù dice per se stesso: “ Io sono”, infatti, così si applica direttamente il nome di Dio dell’Antico Testamento {Esodo 3: 14}. Quale motivo hanno i giudei per uccidere Gesù con pietre se non la sua affermazione di essere Dio, considerata da loro un sacrilegio.

Nel capitolo 1: 1 del Vangelo di Giovanni si dice: “ e il Verbo era Dio “. In quello 1: 14 abbiamo: “ e il Verbo si fece carne “. Ciò indica chiaramente che Gesù è Dio fattosi in carne. Il discepolo Tommaso dice a Gesù: “ Mio Signore e mio Dio “ {Giovanni 20: 28}. Gesù non lo corregge. L’apostolo Paolo lo descrive come: “ … il nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo “ {Tito 2: 13}. L’apostolo Pietro dice lo stesso: “… il nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo “ {II Pietro 1: 1}. Dio Padre pure testimonia la personalità di Gesù: “ … del Figlio invece afferma: “ Il tuo trono, Dio, sta in eterno e Scettro giusto è lo scettro del tuo regno “ {Ebrei 1: 8}. Le profezie dell’Antico Testamento riguardanti Cristo pure dichiarano la Sua Divinità: “ Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace “ {Isaia 9: 6}.

Dunque, anche la dichiarazione di C.S.Luis che crede che Gesù sia un buon maestro, non è una delle possibilità di scelta che ci si danno. Gesù dichiara in modo chiaro e indiscutibile di essere Dio. Se non è Dio, allora è bugiardo, e quindi, non è profeta, buon maestro o uomo pio. Cercando di spiegare le parole di Gesù gli “studiosi” contemporanei sostengono che “il vero Gesù storico” non abbia detto molte delle parole, attribuitegli dalla Bibbia. Chi siamo noi per contestare la Parola di Dio nei confronti di tutto ciò che si dice per Gesù che cos’è, o che cosa non è. Come uno studioso che vive 2000 anni dopo Cristo puo capire meglio ciò che ha detto o non ha detto Gesù nei confronti di coloro che sono vissuti con Lui, si sono serviti di Lui e sono stati insegnati da Gesù {Giovanni 14: 26}?

Perché è così importante la questione riguardante la personalità vera e propria di Gesù? Perché è così importante sapere se Gesù è o non è Dio? Il motivo più importante di saperlo è che se non fosse stato Dio, allora la sua morte non sarebbe bastata per espiare la pena per i peccati dell’intero mondo {I Giovanni 2: 2}. Soltanto Dio è in grado di scontare questa pena estremamente enorme {Romani 5: 8; II Corinzi 5: 21}. Gesù dovrebbe essere Dio per poter pagare il nostro debito. Gesù dovrebbe essere anche uomo per morire. La salvezza è possible soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo. Proprio per la Sua Divinità Gesù è l’unica via di salvezza. Proprio perché è Dio, Lui dice: “ Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me “ {Giovanni 14: 6}.
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