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Permangono le divisioni tra Mosca e Costantinopoli

Ultimo Aggiornamento: 12/04/2009 07:10
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12/04/2009 07:10

Permangono le divisioni tra Mosca e Costantinopoli

La questione del primato

sulle Chiese ortodosse della diaspora




Mosca, 11. "Le pretese del patriarcato di Costantinopoli di giocare un ruolo particolare nella Chiesa ortodossa sono, a mio avviso, uno dei principali problemi attuali all'origine di una situazione complessa nei rapporti interortodossi":  lo ha affermato ieri Hilarion Alfeyev, vescovo di Volokolamsk, dal 31 marzo nuovo presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del patriarcato di Mosca.
Durante una conferenza stampa tenuta nella sede moscovita dell'agenzia Interfax, Hilarion ha spiegato che i "principali esponenti" del patriarcato di Costantinopoli spingono per rivedere il principio del primato in seno alla Chiesa orientale. L'obiettivo sarebbe quello di consentire a Costantinopoli di "reggere le Chiese ortodosse della diaspora" ovvero le parrocchie e i monasteri ortodossi che si trovano al di fuori delle frontiere delle Chiese ortodosse locali. Il nuovo capo della diplomazia del patriarcato di Mosca si è detto nettamente contrario a questa sottomissione delle Chiese autocefale ortodosse all'autorità di Bartolomeo.

Secondo il vescovo Hilarion, "si cerca di proiettare sulla Chiesa ortodossa il modello che esiste nella Chiesa cattolica romana, con un potere ecclesiastico centralizzato guidato da una sola autorità". Esso - sottolinea - "non è sbagliato in sé" ma, nella tradizione ortodossa, "non c'è mai stata una sede primaziale universale in Oriente" e, dunque, "non abbiamo il diritto di cambiare la nostra visione della Chiesa". Il presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del patriarcato di Mosca, impegnato da oltre dieci anni nel dialogo interortodosso, ha comunque annunciato che tutte queste complesse questioni dovrebbero essere affrontate nel giugno prossimo alla riunione della commissione interortodossa, durante la quale - secondo Hilarion - Costantinopoli "cercherà di imporre con la forza la sua propria visione" alle altre Chiese ortodosse.

Nel corso della conferenza stampa, Hilarion non ha escluso un incontro tra il patriarca di Mosca, Cirillo, e Benedetto XVI, a patto di dirimere, prima, le controversie tra le due Chiese. Quest'incontro - ha sottolineato il responsabile ortodosso - "non era mai stato escluso dal defunto patriarca Alessio ii e noi non possiamo che confermarlo" ma esso avrà luogo quando "gli ostacoli saranno rimossi". Hilarion si riferisce, in particolare, alle questioni del proselitismo e degli uniati (i cristiani d'Oriente che sono in comunione con la Chiesa cattolica, in particolare quelli che sono ritornati all'unione con Roma dopo lo scisma orientale). Essi, pur conservando la liturgia bizantina, riconoscono l'autorità papale, i dogmi e il catechismo cattolico. Tradizionalmente la Chiesa ortodossa russa non vede di buon occhio gli uniati e considera la loro rinascita in Ucraina come un'intromissione nel proprio territorio canonico.
 
"Non vogliamo un'operazione mediatica che serva a stringerci la mano davanti alle telecamere - ha precisato il responsabile ortodosso - ma un incontro che permetta di aprire una nuova pagina nelle relazioni fra le Chiese ortodossa russa e cattolica. Penso che esistano tutte le condizioni per farlo e che le due parti comprendano sempre più che dobbiamo rinunciare allo spirito di concorrenza e cooperare, realizzando che non siamo dei nemici ma degli alleati che hanno delle sfide comuni" da affrontare.
Benedetto XVI e Cirillo si sono già incontrati tre volte in Vaticano, nel 2005, nel 2006 e nel 2007, quando l'attuale patriarca di Mosca era presidente del Dipartimento delle relazioni esterne.



(©L'Osservatore Romano - 12 aprile 2009)
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