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"Costituzione della Chiesa sulla pietra di fondamento" e "Primato Petrino"

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2009 14:05
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14/04/2009 12:49

Un evangelico sul vecchio FC ha scritto:

Poi, parlando del dove, quando e come riporti giustamente il verso di Matteo 16; ma quella è la nascita della CHIESA, o della Chiesa Cattolica Romana?Certo voi fate coincidere l'evento del vicariato di Cristo, nella figura di Pietro, primo papa, con la nascita della Chiesa. Senza voler sollevare troppa polvere, siamo veramente certi che "la pietra" su cui si FONDA la Chiesa è Pietro? 

Sant'Agostino
non sarebbe d'accordo: "Che cosa vogliono dire le parole 'Io edificherò la mia chiesa su questa pietra?' Su questa fede, su quello che è detto: Tu sei il Cristo, il figlio di Dio vivente"; e anche: "Sopra questa pietra che tu hai confessato, io edificherò la mia chiesa, imperocchè Cristo era la pietra".
 

Paolo non sarebbe d'accordo: poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù" (1 Corinzi 3:10-11). 

Pietro stesso non sarebbe d'accordo: Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, (1 Pt. 2:4) 

Gesù non sarebbe d'accordo quando afferma il verso che più volte è ripetuto nella Bibbia: "La pietra che i costruttori hanno rifiutata, è diventata pietra angolare; (Mat. 21:42, Mar. 12: 10, Luca 20:17, Atti 4:11, 1 Pietro 2:7 Salmo 118:22)

Vediamo di poter dare delle risposte in merito.
[Modificato da Cattolico_Romano 14/04/2009 12:52]
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14/04/2009 12:54

Sant'Agostino non sarebbe d'accordo: "Che cosa vogliono dire le parole 'Io edificherò la mia chiesa su questa pietra?' Su questa fede, su quello che è detto: Tu sei il Cristo, il figlio di Dio vivente"; e anche: "Sopra questa pietra che tu hai confessato, io edificherò la mia chiesa, imperocchè Cristo era la pietra". 

Quando mi citi S.Agostino, ti ricordo innanzitutto che non negò mai la dottrina del "primato di Pietro". Infatti si legge:"Ciò che la chiesa è in Cristo in senso proprio, Pietro lo è, in senso figurato, noi comprendiamo che Cristo è la Pietra, e Pietro è la Chiesa. "

Al contrario, l'ammise esplicitamente provandola sopratutto dalle parole di Cristo a Simon Pietro dopo la risurrezione (Giovanni 21:15-17):...Pasci le mie pecore...

Il Dottore della Chiesa Cattolica sant'Agostino insegna che con queste parole che Cristo costituì Pietro quale capo del corpo della Chiesa (A proposito della eresia pelagiana e della sua condanna Agostino commentò:
"Intorno a questa questione sono state mandate due delegazioni alla Sede Apostolica; e da lì è venuta la risposta. La questione è chiusa ". [Sermone 131, 10]).

Capo, s'intende, non come Cristo, ma a livello visibile, su questa terra, durante il tempo della storia. Questa dottrina Agostino non l'ha mai ritrattata! Questa dottrina ha ispirato il genio del Bernini, che ha unito sant'Agostino, a san Giovanni Crisostomo e a sant'Atanasio nella maestosa gloria di bronzo, che sostiene la Cattedra di san Pietro nella Basilica Vaticana.

Ciò che Sant'Agostino ritrattò, fu solo la sua interpretazione di Matteo 16:18. In un primo tempo egli aveva ritenuto che le parole "su questa pietra" si dovessero riferire a Pietro. Poi cambiò idea e preferì l'opinione secondo cui quelle parole andrebbero riferite a Cristo. Ma affermò esplicitamente che l'altra spiegazione, da lui prima seguita, era accettata da molti, tra i quali il beatissimo Ambrogio.

Agostino non contestò ad Ambrogio l'interpretazione di Matteo 16:18 come errata, benché diversa dalla propria.Leggiamo il testo integrale della Retractationes :

"Parlando dell'Apostolo Pietro, dissi che la Chiesa è basata su di lui come sulla pietra, com'è cantato da molti , nei versi del beatissimo Ambrogio, dove dice del gallo: Con il canto di questo la stessa pietra della Chiesa pianse la sua colpa . Ma in seguito ho esposto spesso le parole dette dal Signore: Tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa come se per "sopra questa" si dovesse intendere quello che Pietro ha affermato quando ha esclamato: Tu sei il Figlio di Dio vivo ; e che Pietro ha preso nome da questa pietra ed ha ricevuto le chiavi del regno dei cieli. Non gli è stato detto infatti: "Tu sei pietra", ma "Tu sei Pietro". Pietra era Cristo, e Simone che lo aveva riconosciuto come lo riconosce tutta la Chiesa, fu detto appunto Pietro.(da "I due libri delle Ritrattazioni, Libreria Editrice Fiorentina, 1949, pp.117-118).

Sant'Agostino dunque professò sempre la dottrina biblica del "Primato di Pietro" .

Ma seguì o preferì l'opinione sua personale nella interpretazione di Matteo 16:18, delle parole cioè "su questa pietra ". Era libero di farlo perché nella Chiesa Cattolica vi è libertà di opinioni a riguardo di esegesi o interpretazione di singoli testi biblici, salva sempre la sostanza della fede. Il grande Dottore Agostino ebbe comunque l'onestà di dire che altri, cioè "molti ", la pensavano diversamente. Egli non li condannò come eretici.

Vorrei anche precisare che al contrario di ciò che dice S. Agostino, Gesù non disse: "Tu sei Pietro ", perché non parlava ne in italiano, ne in latino, ma in aramaico, quindi disse: "Tu sei Kefa ", in italiano: " tu sei pietra o roccia ".
 
Inoltre ne la parola greca "Petros " e nemmeno il suo corrispondente aramaico kefa ("roccia") erano usati come nomi di persona prima che Gesù avesse chiamato così "Simone" per simboleggiare il suo compito nella fondazione della chiesa. Questo cambiamento di nome ha potuto avere luogo anche prima (cf. Giovanni 1:42; Marco 3:16; Luca 6:14).
[Modificato da Cattolico_Romano 14/04/2009 12:54]
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14/04/2009 12:55

Paolo non sarebbe d'accordo: poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù" (1 Corinzi 3:10-11).

 Anche la metafora di fondamento ricorre nella Bibbia più di una volta e naturalmente con diversi significati ed applicazioni. Ricordiamone alcune:

a) Fondamento, prima di tutti, è detto Gesù Cristo, secondo la vigorosa precisazione di San Paolo. Scrive l'Apostolo (1 Corinzi 3:10-11):

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento ; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.
b) Ma oltre che per Cristo, Paolo usa la metafora di fondamento anche per gli Apostoli e i profeti. (Efesini 2:19-20)
Voi (= i pagani divenuti cristiani) non siete più stranieri nè ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli Apostoli e dei profeti....

S.Giovanni poi nell'Apocalisse 21:14 ci fa sapere che:Le mura della città ( = della Chiesa) poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli.

c) infine la Chiesa tutta intera, ancora da San Paolo, è detta fondamento (1 Timoteo 3:15):Voglio che tu (= Timoteo) sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la nostra Chiesa del Dio Vivente, colonna e sostegno (= fondamento) della verità.

Fedeltà alla Parola di Dio esige che tutte le metafore della roccia o pietra e fondamento siano tenute in debito conto, tutte siano spiegate e armonizzate senza far torto allo Spirito Santo che le ha suggerite. Ciascuno infatti indica a suo modo la funzione di pietra-fondamento senza far torto o vanificare le altre.
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14/04/2009 12:57

Pietro stesso non sarebbe d'accordo: Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, (1 Pt. 2:4)

Continuiamo a esaminare la tua citazione 1 Pietro 2:4-8, che leggeremo con tutto il contesto:

Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.Si legge infatti nella Scrittura:

Ecco io pongo in Sionuna pietra angolare, scelta, preziosae chi crede in essa non resterà confuso.Onore dunque a voi che credete; ma per gli incredulila pietra che i costruttori hanno scartatoè divenuta la pietra angolare,òsasso d'inciampo e pietra di scandalo.Loro v'inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati.

Come abbiamo letto dal contesto, ci accorgiamo che non parla dello stesso argomento, "Costituzione della Chiesa sulla pietra di fondamento", ma di ben altro.

Comunque esaminiamolo lo stesso.

Qui, Pietro, scrive che il popolo cristiano si stringe a Gesù che è Pietra viva scelta preziosa da Dio, ma attesta che anche i cristiani vengono impiegati come "pietre vive" per la costruzione di un edificio spirituale. Come notate non è solo Gesù la "pietra viva", ma anche i cristiani. Naturalmente questo edificio viene costruito sulle fondamenta, che Pietro in questo contesto non specifica. Ma notiamo ancora che questo edificio spirituale serve per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo sovrapposto all'antica alleanza (Esodo 24:5-8):

Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per i Signore.Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare. Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: "Quando il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!".

Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: "Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste Parole!"

Il sacrificio della comunione con Dio per l'antica alleanza di allora, oggi viene sostituito con Cristo che sarebbe la vittima, l'agnello, quindi la nuova alleanza lo sarà da parte del sangue di Cristo.

Continuiamo a leggere 1 Pietro 2:6:

Si legge nella Scrittura:di quale Scrittura si parla? Naturalmente non del "Nuovo" ma del "Vecchio Testamento", per cui Pietro parlando della Scrittura si riferisce per il verso 6 a Isaia 28:16 e per il verso 7 a Salmi 118:22 e Isaia 8:14 .

Quindi Pietro con queste scritture riferisce, in parole povere, che quella "pietra angolare" del Vecchio Testamento è Gesù Cristo.

Per cui, come hai sicuramente notato, questi versi da te espressi, non hanno nessuna attinenza con Matteo 16:18 (Costituzione della Chiesa sulla "pietra di fondamento" che non è e non c'entra con la pietra angolare).
 
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14/04/2009 13:02

Gesù non sarebbe d'accordo quando afferma il verso che più volte è ripetuto nella Bibbia: "La pietra che i costruttori hanno rifiutata, è diventata pietra angolare; (Mat. 21:42, Mar. 12: 10, Luca 20:17, Atti 4:11, 1 Pietro 2:7 Salmo 118:22)

 Devi specificare che nella Bibbia si parla di diverse pietre (nel senso umano, per capirci meglio):

1) Pietra che disseta (Efesini 2:19-22);
2) Pietra angolare.

Che
cos'è la "pietra angolare"?
Leggiamolo nel Dizionario Biblico di "John L:McKenzie", dalla Editrice Cittadella:

PIETRA ANGOLARE : La pietra angolare, in particolare quella di base, tiene uniti due muri: è scelta in base alle dimensioni.
3) Pietra di fondamento:

4) Pietre vive.

Quindi
come notate, nel senso umano, per comprendere meglio, ogni pietra ha la sua utilità o le sue funzioni e non serve per la medesima cosa.
Se
noi dovremmo costruire una costruzione, nel nostro caso la "Chiesa di Cristo", cosa useremmo?Innanzitutto la "pietra che disseta" non serve per la costruzione, ma per dissetare gli operai che costruiscono.
Allora cosa dobbiamo usare?

La "pietra di fondamento", la "pietra angolare" (ai tempi di Gesù sostituiva le colonne o travi di cemento armato), e le "pietre vive".
Quindi per costruire questa "Chiesa", prima di tutto cosa si deve fare?
Il fondamento! E nel fondamento cosa viene messo?

Le "pietre di fondamento" e agli angoli la "pietra angolare" per tenere unite le pietre di fondamento, poi si alza la costruzione mettendo le pietre vive, una sopra l'altra e mettendo ai lati o agli angoli la "pietra angolare" per tenere il muro o la costruzione, altrimenti crolla tutto.

Per cui a noi interessa sapere nella Bibbia chi è la "pietra" iniziale e principale di fondamento seguite da altre pietre di fondamento.
Chi sono le altre "pietre vive" per alzare il muro per la costruzione della Chiesa e chi è la "pietra angolare viva" che tiene questa costruzione (formata da "pietre vive")
Quindi
prima di tutto, ripeto, chi è la pietra di fondamento su cui Gesù costruisce la sua Chiesa?Siccome non hai potuto dimostrare a che è riferito "questa pietra", con altri versi biblici, cerchiamo di andarci da un altro lato, con la grammatica italiana.

1°) Noi sappiamo che il nome dell'apostolo era Simone e Gesù in Giovanni 1:42 dice:
"Tu sei Simone, figlio di Giona; tu sarai chiamato Cefa , che vuol dire: Pietra."
(La SACRA BIBBIA di Giovanni Diodati)
Quindi Simone sarà Cefa (Pietra), per cui se Gesù ha cambiato il nome ci sarà stato un motivo ben preciso, altrimenti sarebbe assurdo questo cambiamento.

"2°) Rileggiamo e analizziamo la frase di Gesù, Matteo 16:18:
Ed io dico a te che tu sei pietra e su questa pietra....

Ed
io dico a te: E' Gesù che parla rivolgendosi a SIMONE;
che
tu: sarebbe SIMONE;
sei
pietra: sarebbe SIMONE;
e
su questa pietra: non sapendo chi è, lo analizzeremo con la grammatica:
- e : congiunzione;

- su : preposizione;

- questa : Aggettivo dimostrativo. Indica persona o cosa vicina, materialmente o logicamente, a chi parla;

- pietra : Nome comune di cosa o di persona.

Come avete visto, "questa", taglia la testa al toro.

Ripetiamo la grammatica su "questa".

"Questa": indica persona o cosa...

Nel nostro caso "questa" cosa indica?

Naturalmente: indica "PIETRA" ;

Poi la grammatica continua: "vicina, materialmente o logicamente, a chi parla.

Chi stava paralando in Matteo 16:18?

E' chiaro e senza ombra di dubbio che chi parlava era sicuramente: "GESU' ".

Siccome si legge anche: "Vicina, ..., a chi parla".

La persona vicina a chi parlava (Gesù) chi era?

Materialmente e logicamente era: "SIMONE" quindi "PIETRA " (Cefa = Kefa):

Quindi come avrai letto e sicuramente capito, senza ombra di dubbio la grammatica ci informa che " QUESTA PIETRA "è riferita a "SIMONE " e non a "GESU' ". Se sarebbe stato, per come mi hai riferito, GESU' , la grammatica avrebbe citato: "QUESTO : indica la persona che parla ". - Ma non è così. Inoltre, se per caso Gesù si riferiva a se stesso, nel verso su indicato (Matteo 16:16-19) avrebbe detto: "...Ed io dico a te, che tu sei Simone, e su di me edificherò la mia Chiesa":

Ma secondo te, che senso avrebbe avuto che Gesù su se stesso avrebbe edificato la Sua Chiesa? Non solo, ma non avrebbe avuto nessun significato (sempre se "QUESTA" si riferiva a Gesù) la frase seguente:
E a te darò le chiavi del Regno dei Cieli; e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli.

Per cui se la "pietra di fondamento" era Gesù, non c'era bisogno di dare "le chiavi del regno dei cieli" a Pietro.

Da premettere ancora che la "pietra angolare" è solo Gesù e non Pietro:

Ora che sappiamo e abbiamo la prima "pietra di fondamento" ("Simone") possiamo iniziare a costruire la Chiesa di Cristo.
Mettiamo la prima "pietra di fondamento" (Simone). Però, prima di alzare le mura della Chiesa, dobbiamo completare il fondamento e rinsaldarlo per bene. Siccome manca il resto delle "pietre di fondamento" con la "pietra angolare" che deve tenere ben saldo, altrimenti si sfalda tutto.

Dove li troviamo? Li troviamo in Efesini 2:20:

...edificati sopra il fondamento degli Apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. Ecco che il "fondamento" è già fatto, e come hai accertato, Gesù non è la "pietra di fondamento" ma la "pietra angolare" e questo conferma ancora che "questa pietra" non è riferito a Gesù, ma a Pietro (che naturalmente non è la "pietra angolare").

Andiamo avanti con la costruzione, dato che il fondamento è stato fatto, per innalzare le mura per la Chiesa di Gesù Cristo, (1° Pietro 2:4-5):

"Stringendovi a lui pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale "

Ecco che abbiamo trovato il resto delle "pietre vive" (il resto dei cristiani) e "la pietra viva " o "pietra angolare" (1° Pietro 2:6-7). Possiamo innalzare l'edificio (la Chiesa di Cristo) con la "pietra angolare" che lo trattiene, altrimenti crolla tutto. In sostanza senza la "PIETRA ANGOLARE" (GESU') le fondamenta con la Chiesa non si possono fare.

Da tutto ciò, ribadisco che "su questa pietra" è riferita, senza ombra di dubbio, a "Pietro" e non a "Gesù". Infatti nella "LA BIBBIA" traduzione interconfessionale in lingua corrente, tradotta da protestanti e cattolici, ("Editrice Elle Di Ci" e "Alleanza Biblica Universale") si legge (Matteo 16:17-18):

Allora Gesù gli disse:- Beato te, Simone figlio di Giona, perchè non hai scoperto questa verità con forze umane, ma essa ti è stata rivelata dal Padre mio che è in cielo. Per questo io ti dico che tu sei Pietro e su di te, come su una pietra, io costruirò la mia Chiesa.
Quì
si parla molto chiaro: "Tu sei Pietro e su di te, come su una pietra" e non c'è bisogno di commenti.
Cari fratello
vorrei mettere alla tua cordiale attenzione anche cosa scrive uno dei più grandi esegeti protestanti di quest’ultimo secolo, riguardante l’esatta interpretazione del passo di Matteo 16:17-19;

Tratto dal libro "IL PRIMATO DI PIETRO" alla pag.291 di Oscar Cullmann.Si tratta, com'è noto di un grosso nome nel mondo teologico ed esegetico, e desidero citarlo per il fatto che l'esegesi al brano di Matt. tanto discusso, fatto da Cullman, che non è cattolico, ma un onesto cultore della Parola, acquista uno spessore del tutto degno di nota.

"Ecco il problema: a chi pensa Gesù, dicendo che il nuovo popolo di Dio sarà edificato sulla "roccia"?L'interrogativo potrebbe sembrare superfluo: ma il riferimento alla persona di Pietro, che pare evidente, è stato ed è oggi ancora contestato, sia da parte protestante che da parte cattolica.L'interpretazione dei riformatori, secondo i quali la roccia è soltanto la fede di Pietro, non è soddisfacente: essa non trova il minimo punto di appoggio nel testo, anzi il parallelismo delle due frasi: Tu sei Roccia e su questa Roccia edificherò la mia Chiesa, indica che questa seconda "roccia" non può che identificarsi con la prima.In aramaico, ove troviamo nei due casi il medesimo termine KEFHA, la cosa risulta più evidente che in greco.L'interpretazione secondo la quale Gesù non avrebbe detto "Tu sei Pietro" bensì "dico a te, si a te Pietro, sebbene possa richiamarsi all'uso aramaico, è puramente ipotetica.

Che con la roccia sia designato, in fondo Cristo stesso (cf.Mt21,42) può avere un fondo di verità, ma non è questo elemento ad essere qui affermato, bensì viene conferita ad un discepolo LA FUNZIONE DI ROCCIA che compete a Gesù.Rimane quindi una sola possibilità: che con questa parola Gesù designi proprio colui al quale ha dato il nuovo nome "Roccia".Se ci si riferisce alla fede di Pietro, non si comprende più chiaramente il rapporto con il conferimento del nuovo nome, mentre il "loghion" (espressione) intende certo riferirvisi e spiegarlo.

Il conferimento del nuovo nome, attestato anche indipendentemente da Matt.16,17 ss, è rivolto alla persona dell'individuo Pietro, proprio come, quando Gesù conferisci agli Zebedei il soprannome di "figli del tuono", egli ha in mente la loro personalità.Mi paiono perciò insoddisfacenti tutti i commenti protestanti che cercano di stornare il riferimento a Pietro, in questo o in altri modi.No, è un fatto che Gesù intende proprio la persona di Simone, quando dice che "su questa roccia" edificherà la sua "ekklesia": su questo discepolo, che durante la vita di Gesù ha posseduto quelle determinate qualità e quelle specifiche debolezze, su di lui che allora era il portavoce dei discepoli, il loro RAPPRESENTANTE nel bene come nel male - e in tal modo roccia del gruppo dei discepoli - su di lui deve essere fondata la Chiesa che dopo la morte di Gesù deve continuarne l'opera sulla terra.
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Ora ritornando al verso di Matteo 16:16-19 (dopo aver dimostrato ampiamente che "su questa pietra" è riferito a Simone [Pietro]) si legge chiaramente che Gesù fonda la Chiesa su Pietro a Capo della Chiesa (Chiesa che non verrà mai distrutta - Le porte dell'inferno mai prevarranno contro di lei [Chiesa])- lasciandolo come suo rappresentante sulla terra dandogli ogni potere (E a te darò le chiavi del regno dei Cieli; e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli...ecc.)

Continuando la ricerca della vera Chiesa Costituita da Gesù Cristo leggiamo Giovanni 21:15-17

Quando ebbero dunque mangiato, Gesù chiese Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi ami tu più di questi? ( gli altri apostoli) " gli rispose: "Si, o Signore, tu lo sai che io ti amo". Gesù gli dice : " Pasci i miei agnelli" . Poi gli chiede una seconda volta: "Simone di Giovanni, mi ami tu?". Ed egli rispose: " Si, o Signore, tu lo sai che io ti amo". E Gesù a lui: "Sii pastore delle mie pecore". Poi per la terza volta gli domanda: "Simone di Giovanni, mi ami tu?". Si contristò Pietro che per la terza volta gli avesse chiesto: "Mi ami tu?" e gli disse: "Signore, tu sai tutto, tu lo sai che io ti amo". Gesù gli rispose: "Pasci le mie pecorelle".

Noi sappiamo che Dio è il nostro pastore (Salmi 23:1):

Il Signore è il mio pastore.

che Gesù è il nostro pastore (Giovanni 10:11 e 14):

"Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. ...Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me."

Domando al lettore, chi pasce le pecore? Naturalmente il pastore. Quindi, quando Gesù dice a Pietro: "Pasci i miei agnelli, ...Sii pastore... ecc." Pietro diventa " Pastore ". E come se Gesù avesse detto a Pietro: "Prendi il mio posto o fai le mie veci per pascere i miei agnelli, ecc.".

Anche gli apostoli erano considerati pastori (Efesini 4:11):

"E' lui cha ha stabilito ... altri come pastori..."

In sostanza anche quì conferma con: " pasci le mie pecorelle e i miei agnelli ...sii pastore " che Gesù dà a Pietro il primato di onore e di giurisdizione, non soltanto sui fedeli, ma anche sui pastori; e lo fa pastore dei pastori . Dopo che Pietro ha affermato il suo affetto, Gesù gli affida il ministero d’amore.

Ma questo primato e predilezione di Pietro lo notiamo in tutto il contesto:- Gesù predilige la casa di Pietro dove nello stesso tempo gli guarisce la suocera (Marco 1:29-31)E usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.

Anche nelle circostanze eccezionali, Gesù si fa accompagnare da Simone (Pietro) assieme ad altri due apostoli soli:


- nella resurrezione della figlia di Giairo (Marco 5:37):

E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro , Giacomo e Giovanni fratello di Giacomo(Luca 8:51):"
Giunti alla casa, non lasciò entrare nessuno con sè, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre."
(Se notate e noterete bene i vari autori biblici mettono sempre in prima persona il nome di Pietro)
- nella trasfigurazione (Marco 9:1-2)
Dopo sei giorni, Gesù prese con sè Pietro, Giovanni e Giacomo e li portò sopra un monte alto, in luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, (bianchissime).(Leggete anche Mt. 17:1 e Luca 9:28-30)
- nella preghiera nell'orto degli ulivi (Marco 14:32-33):
Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: "Sedetevi quì, mentre io prego". Prese con sè Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia.

Come si nota Pietro è sempre in prima persona, anche nella preparazione dell'ultima cena Pasquale (Luca 22:8):Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: "Andate e preparate per noi la Pasqua, perchè possiamo mangiare".Gesù per primo lava i piedi a Pietro (Giovanni 13:6):"Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: Signore, tu lavi i piedi a me?"
Si nota ancora che Pietro viene distinto da discepoli:

- nel fare annunziare la propria resurrezione (Marco 16:6-7)
Ma egli disse loro: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il Crocifisso. E' risorto, non è quì. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea..."

Come avete letto disse: "ai suoi discepoli e a Pietro", come se Pietro è qualcosa di più di un discepolo, un superiore dei discepoli, se non fosse così, l'Angelo avrebbe semplicemente detto: "dite ai suoi discepoli", senza nominare Pietro, e difatti Maria di Màgdala nel vedere il sepolcro vuoto andò subito da Pietro e l'altro discepolo (Giovanni 20:1-2):"Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata da sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo..."

Come notate anche quì l'evangelista Giovanni distingue Pietro dal discepolo, non solo ma l'altro discepolo, quando apprende la notizia che il Signore era sparito dal sepolcro corre avanti, ma pur essendo arrivato per prima alla tomba, diede la preminenza a Pietro per entrare nel Sepolcro vuoto (Giovanni 20:3-6):"Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutte e due, ma l'altro discepolo, corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro..."

- nella risurrezione di Gesù che gli appare per primo (Luca 24:33-34):

"E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone (Pietro)."(1 Corinti 15:3-5):"Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le scritture, fu sepolto ed è risuscitato:che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici."

- nella preghiera in un modo particolare per farlo ravvedere e confermare gli altri, benché Satana ha cercato di vagliare la fede di tutti gli apostoli (Luca 22:47):"Simone, Simone, ecco Satana ha cercato di vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli"

Come abbiamo visto Pietro costituito a capo degli Apostoli (Giovanni 21:15-17) conserva nelle varie circostanze la preminenza. Anche quando hanno ricevuto lo Spirito Santo, Pietro prende per primo la parola sulla piazza affollata di Gerusalemme (Atti: 2:14-16):

"Allora Pietro levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: "Uomini di Galilea, e voi tutti che vi troviate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole: Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino. Accadde invece quello che predisse il profeta Gioele:..."Da questo si comprende che è la presentazione della Chiesa ufficiale e che viene fatta dal suo capo (che ha il diritto di pronunciare).

- E quando hanno fatto arrestare gli apostoli è Pietro che li difende con coraggio davanti al Sinedrio (Atti 4:8-12):"Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: "Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute, la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo. Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati"(Atti 5:26-32)

Allora il capitano uscì con le sue guardie e li condusse via, ma senza violenza, per timore di essere presi a sassate dal popolo. Li condussero e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote cominciò a interrogarli dicendo: "Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue dell'uomo" Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù che avete ucciso sapendolo alla croce. Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversazione e il perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui".

- Ed è Pietro che tra gli apostoli opera per primo il miracolo (Atti 3:1-9):"Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre di pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta "Bella" a chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio. Questi vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l'elemosina. Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: "Guarda verso di noi". Ed egli volse verso di loro aspettandosi di ricevere qualche cosa. Ma Pietro gli disse: "Non possiedo nè argento nè oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!". E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi il popolo lo vide camminare e lodare Dio..."

- e apre la porta della Chiesa ai Gentili nella persona del Centurione Cornelio (Atti 10:1-48).Riguardo al fatto, come dicono i protestanti che tra i Cristiani (è chiaro che su questo argomento non sono tutti concordi) non c'era nessuna gerarchia e che Gesù si riferiva solo alla Chiesa invisibile confrontiamo i versi su menzionati:(Atti 2'0:28)

Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue
(Atti
20:17-20) Da Mileto mandò a chiamare subito da Efeso gli anziani della Chiesa. Quando essi giunsero disse loro (Paolo): "Voi sapete come mi sono comportato con voi fin dal primo giorno in cui arrivati in Asia e per tutto questo tempo: ho servito il Signore con tutta l'umiltà, tra le lacrime e tra le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei. Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle vostre case.

(Atti 15:2-12)Poichè Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Essi dunque, scortati però un tratto dalla comunità , attraversarono la Fenicia e la Samaria raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo di loro , ecc. ecc.

(Atti 14:21-24)Dopo aver predicato il vangelo in quella città e fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Iconio e Antiochia, rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede poiché, dicevano, è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio: Costituirono quindi per loro in ogni comunità alcuni anziani ... ecc.

(Lettera a Tito 1:5-9)Per questo ti ho lasciato a Creta perchè regolassi ciò che rimane da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato: il candidato deve essere irreprensibile, sposato una sola volta, con figli credenti e che non possano essere accusati di dissolutezza o siano insubordinati. Il vescovo infatti come amministratore di Dio, deve essere irreprensibile:...ecc.

(1 Timoteo 3:1-12)Come si nota in tutti questi versi si parla di Vescovi, anziani, discepoli, presbiteri e candidati, si parla di costituire, istruire, pascere ecc. Beh! se questa non è gerarchia, che cos'è? Lo stesso Paolo aveva dei collaboratori a suo servizio come se fosse un dirigente, un capo, un collega ecc.

(Filippesi 4:1-3)Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi! Esorto Evòdia ed esorto anche Sintiche ad andare d'accordo nel Signore. E prego te pure, mio fedele collaboratore, di aiutarle, poiché hanno combattuto per il vangelo insieme con me, con Clemente e con gli altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita.

In (Atti 20:28 - 20:17 - 15:4) leggiamo:Vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio... - gli anziani della Chiesa... - ...furono ricevuti tutti dalla Chiesa ...Ora vi chiedo: se Gesù si riferiva ad un Chiesa invisibile, come si può pascere una Chiesa che non si vede? come si può essere anziani di una Chiesa che non si vede? come si può essere ricevuti da una Chiesa che non si vede? come può ricadere il peso su una Chiesa che non si vede? (1 Timoteo 5:16)

Se qualche donna credente ha con sè delle vedove, provveda lei a loro e non ricada il peso sulla Chiesa, perché questa possa così venire incontro a quelle che sono veramente vedove.ed aver cura di una Chiesa che non si vede? (1 Timoteo 3:4-5)

Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità, perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà avere cura della chiesa di Dio?

e ancora (1 Timoteo 3:14-15)Ti scrivo tutto questo, nella speranza di venire presto da te; ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.

e ( Atti 15:1-2.22-28)In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: "se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè non potete essere salvi". Poichè Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questiono.

Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiochia insieme a Paolo e Barnaba; Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli. E consegnarono loro la seguente lettera: Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico , sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle ai nostri carissimi Barnaba e Paolo, uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo.Abbiamo mandato dunque Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi queste cose a voce. Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie...

Ci fanno comprendere chiaramente che Gesù Cristo ha lasciato una gerarchia e (una Chiesa oltre che invisibile che è il Signore Gesù Cristo) una Chiesa visibilissima e terrena. (Atti 3:1-9):

Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre di pomeriggio. Quì di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta "Bella" a chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio. Questi vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l'elemosina. Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: "Guarda verso di noi". Ed egli si volse verso di loro aspettandosi di ricevere qualche cosa. Ma Pietro gli disse: "Non possiedo nè argento nè oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!". E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio...

Leggiamo ancora (Giovanni 15:16) Vi ho scelto e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.Ancora, Gesù, in questo verso conferma la loro chiamata (degli apostoli) e in (Matteo 28:18-20):Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo.

Quì, Gesù, prima di salire al cielo, confermò ancora il mandato, dicendo: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni...", secondo voi gli apostoli avrebbero ammaestrati tutti le nazione, senza i mezzi che abbiamo oggi? Sicuramente no! Ma allora perché Gesù ha detto questo? Forse non sapeva quello che diceva? Gesù sapeva quello che diceva e sapeva che i suoi apostoli dovevano avere dei successori, una continuazione della Chiesa. Infatti nello stesso momento Gesù ha detto chiaramente che Lui sarebbe stato con la loro Chiesa (che la Chiesa di Gesù) tutti i giorni, fino alla fine del mondo e le porte dell'inferno mai prevarranno contro di lei. (Matteo 16:18).

Quindi la Bibbia ci dice che la Chiesa costituita su Pietro e gli apostoli avrebbe avuto una continuazione ininterrotta. Ora, caro fratello, ti faccio una domanda: "Qual'è quella Chiesa che ha duemila anni di vita ininterrotta e più vicina agli Apostoli?
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Allora, detto questo, prenderemo come regola del nostro dialogo, una famosa frase del Pastore Francesco Toppi, ex presidente delle Assemblee di Dio in Italia, ovvero che "Un testo, fuori dal conesto è solo un pretesto".

 Diciamo che Francesco Toppi non ha fatto altro che copiare una famosa frase di sant'Agostino d'Ippona

 Occorre fare una imponente premessa; intanto non è neppure certo e provato storicamente che Pietro andò a Roma (vi sono testimonianze, non prove. Ciò che affermo io non è che sia impossibile che Pietro sia stato a Roma o che sia falso, dico solo che non è certo), quindi non si può nemmeno provare il suo pontificato di circa 25 anni. Tuttavia cosa ben più grave, è che se anche Pietro fosse stato istituiuto da Gesù quale fondamento della Chiesa in nessun punto della Scrittura si parla di successione apostolica, cioè che questo prezioso mandato sia trasmissibile. Le parole di un commentario biblico esprimono: "la prima pietra d'un edificazione non si può sostituire e il privilegio di chi fonda una società o un'istituzione non è trasmissibile". Anche se fosse bibblico il mandato pietrino, non è certamente biblica la trasmissione di questo mandato! 

 

Allora...cerchiamo di non mettere troppe cose nel pentolone se no una discussione non termina più....sulla successione apostolica ne potremo parlare più in là per ora concentriamoci su Pietro, per quanto riguarda la presenza di Pietro a Roma, senza offesa tutti gli studiosi seri sia cattolici che non sono concordi nell'affermare che Pietro fu a Roma e vi morì come martire, se vuoi puoi dare un'occhiata qui: PIETRO FU DAVVERO A ROMA?

Ma concentriamoci su Pietro e sulla affermazione del Signore Gesù Cristo. Ho letto la spiegazione grammaticale del verso di Matteo 16:18 riportata da Cattolico Romano, e sinceramente, sperando che nessuno si offenda, si avvicina al sofismo.

 Non la prendo come offesa, ma leggendo il tuo commento che è un'interpretazione completamente estraneo a ciò che afferma la Bibbia, direi che al sofisma ci vai più vicino tu.

 Perchè infatti il QUESTA a cui si riferisce Gesù dovrebbe essere Pietro è non piuttosto l'affermazione di Pietro?

 Il perchè ti è stato detto e te lo dice anche la traduzione interconfessionale fatta sia dai protestanti che dai cattolici;

 Beato te, Simone figlio di Giona, perchè non hai scoperto questa verità con forze umane, ma essa ti è stata rivelata dal Padre mio che è in cielo. Per questo io ti dico che tu sei Pietro e su di te, come su una pietra, io costruirò la mia Chiesa. ("Editrice Elle Di Ci" e "Alleanza Biblica Universale")
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  Proviamo allora, come da premessa, ad analizzare il contesto.

 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?".Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?".Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché nè la carne nè il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".
Cosa notiamo in questo contesto?


Che Gesù vuole sapere dai suoi discepoli il pensiero della gente riguardo la sua identità e ognuno dà la sua risposta non confacente con la realtà. E fin qui l'argomento principale è Gesù.

Dopo (Gesù) ha chiesto il loro pensiero. Ma stavolta per tutti risponde Simone. E Gesù si rivolge, non agli apostoli, ma a Simone cambiandogli il nome con Pietro. Per cui Gesù stesso né fa di Pietro (da questo verso in poi al verso 19) l'argomento principale.

Se avessero ragione i protestanti Gesù avrebbe detto: "Tu sei Pietro e su di me edificherai la mia Chiesa", oppure Matteo stesso lo avrebbe spiegato che si trattava di Gesù, ma leggendo tutto il contesto, si può affermare che non è così. Intanto mi farebbe piacere sapere da te perché e quale motivo avrebbe avuto Gesù di cambiargli il nome da Simone a Cefa (Giov. 1:42) (Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni, ti chiamerai Cefa [armaico Kefa]") (Marco 3:16 - Luca 6:14).

Se non erro ci fu antecedentemente un altro personaggio al quale è stato cambiato il nome (Genesi 32:29) (...Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele", (Gen. 35:10-12) (Dio gli disse: "Il tuo nome è Giacobbe. Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele sarà il tuo nome".

Così lo si chiamò Israele. Dio gli disse: "Io sono Dio onnipotente. Sii fecondo e diventa numeroso, popolo e assemblea di popoli verranno a te, re usciranno dai tuoi fianchi. Il paese che ho concesso ad Abramo e ad Isacco, a te e alla tua stirpe, dopo di te darò il paese"). Quindi come vedete da Giacobbe è nato il popolo di Israele e il sacerdozio di Aronne. Da premettere che Israele significava: "Dio si mostri forte". Allo stesso modo da Simone è nata la Pietra terrena o di fondamenta dove è stata edificata la Chiesa di Gesù Cristo, quindi il popolo cristiano, e naturalmente il sacerdozio di Melchisedk che è il Cristo. E la conferma la constatiamo continuando a leggere: "E a te darò le chiavi del regno dei cieli; e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta nei cieli"

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OsservazioniSe davvero quel giorno a Cesarea, Pietro fosse stato investito dell'autorità papale come oggi la conosciamo, vi sono delle osservazioni che "stridono".

Come mai un fatto importante, anzi fondamentale per la sussistenza della Chiesa Cattolica Romana è riportato solo in uno dei Vangeli sinottici? Era forse più importante la guarigione della suocera di Pietro, riportata in tutti e tre i Vangeli, che non la sua proclamazione quale fodamento della Chiesa? 
Come dirò più avanti, non basta leggere i Vangeli, bisogna anche capirli. Ogni vangelo è stato scritto con uno scopo ben preciso. In quest' ottica il Vangelo di Matteo ci mostra  un Gesù Risorto che da un mandato alla Sua Chiesa. Una Chiesa che non è un "mucchio selvaggio" fatto di tante teste scollegate ma è una vera e propria istituizione gerarchicamente organizzata e visibile. Questo spiega perchè alla frase "Tu sei il Cristo", Matteo aggiunga anche la fondazione della Chiesa su Pietro.


 Del resto, secondo il tuo ragionamneto, altri passi evangelici, come ad esempio Mt 5,21-22, non sarebbero molto importanti.

 "Tutta la Scrittura è utile...." ti dice nulla questo passaggio?


Ricordiamo che la destinazione del vangelo di Marco era per i Romani: è proprio strano che non accenni al conferimento dato da Gesù a Pietro, primo Vescovo di Roma. (Tra l'altro, l'apparato di studio della Bibbia di F.C.Thomson riporta che la tradizione afferma che Marco sia stato compagno d'opera di Pietro).

 E' strano che tu ricorra alla tradizione per confermare ciò che pensi e invece la rigetti in altri momenti.

Comunque del vangelo di Marco sappiamo molto poco.

L'unica cosa certa è che è stato scritto per i non giudei. Tutto il resto (che sia opera di un autore di nome Marco, Marco compagno di Pietro, che sia stato scritto per i Romani) sono semplicemente delle illazioni. Per certo noi sappiamo solo che il Vangelo di Marco è il primo tentativo di mettere ordine al caos di racconti sulla vita di Gesù e di proclamarne la divinità. Quindi, anche se all'apparenza i due vangeli sembrano simili,  lo scopo è diverso da quello di Matteo.


 Come mai i discepoli poco dopo (Matteo 18:1) chiedono a Gesù chi è il "maggiore nel Regno dei cieli"? Ma come, non lo avevano sentito poco prima?

 No, perchè il mandato a Pietro è qui, sulla terra. 

 Non è forse strano che la Conferenza di Gerusalemme sia presieduta da Giacomo, nonostante Pietro sia presente e partecipi alla discussione?    Gli Atti non dicono che Giacomo abbia PRESIEDUTO il Concilio, né che egli fosse il più anziano, né che avesse la funzione principale, neppure per quella sola occasione.
Non risulta da nessuna scrittura che Giacomo abbia avuto una funzione rappresentativa in rapporto a tutta la Chiesa.
Dicono solo che Giacomo, che era comunque considerato una delle colonne e che esercitava un’attività in rapporto alla Chiesa locale di Gerusalemme, intervenne anch’egli in modo significativo, ma dopo Pietro che aveva già indicato e impresso la direzione del Concilio.
 


E poi la decisione mandata ai cristiani non fu portata "in nome di Pietro", bensì "in nome dei fratelli apostoli e degli anziani".

 Cioè a nome della Chiesa. Sì, è esattamente questo. Quando "Pietro" parla non parla a suo nome personale ma nome di tutta la Chiesa e di tutta la comunità

 Inoltre come spiegare che Paolo rivendichi l'indipendenza del suo apostolato di fronte a quello degli altri e non si periti, in Antiochia, di «resistere in faccia a Pietro, perché era da condannare» e restringa il campo dell'apostolato di Pietro ai Giudei, mentre il suo si estende ai popoli dei Gentili? (Galati 1:12,17-18; 2:7-8,11-17). Come avrebbe potuto Paolo obbiettare all'infallibile papa?

 Innanzitutto hai un'idea sbagliata del concetto di infallibilità. Il dialogo con gli evangelici è difficile proprio perchè loro criticano dottrine che non conoscono se non per sentito dire.

 Comunque in questo caso l'infallibilità non c'entra.

 Il fatto che Pietro sia stato ripreso da Paolo per la sua ipocrisia, non ha nulla a che fare con il suo ministero ma dimostra, una volta di più, che neppure i papi sono perfetti ma Gesù non ha mai promesso la perfezione ai suoi ministri ma la sopravvivenza della Sua Chiesa nonostante questa imperfezione,. Del resto se gli uomini che guidano la Chiesa fossero perfetti si potrebbe rischiare di dimenticarsi che è lo Spirito Santo a guidarla.

 Ti invito comumque a leggerti il bellissimo commento fatto da San Girolamo a questo passaggio (Lettera 112, 4-18)

 Come spiegare che nelle sue tredici Epistole, Paolo non dica una parola, neanche in via di allusione, del primato di Pietro, né la l'epistola agli Ebrei, e Giacomo e Giuda e Giovanni nelle loro lettere?

 Le lettere sono esattamente questo: lettere. E servono per risolvere problemi contingenti.

 Come spiegare che Pietro stesso ignori il suo preteso primato nelle due Epistole che abbiamo di lui nel Nuovo Testamento? Egli chiama se stesso «apostolo di Gesù Cristo», «testimone delle sofferenze di Cristo», «anziano con gli anziani» che non devono «signoreggiare» le chiese; chiama Cristo il Sommo Pastore, la «pietra vivente» su cui sono edificate le «pietre viventi che sono i credenti». 

Il papa è sempre stato definito "primus inter pares". Non vedo una grossa differenza con la definizione di "anziano con gli anziani".
Per il resto vale la stessa risposta data per le lettere di Paolo se vogliamo escludere una considerazione molto interssante, vale dire che entrambe le lettere hanno un carattere omiletico o, per rapportarle al presente, hanno più il carattere di un'encliclia papale odierna che quella di una semplice missiva.


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14/04/2009 13:20

Prima ancora di usare termini come “Papa”, “primato” e  “successione” occorre aver già fatto un passo precedente altrimenti ogni discorso rischia di perdere di significato.
Ad esempio, quando leggiamo frasi come questa: i passi che vengono addotti più di frequente dai membri della chiesa cattolica romana per giustificare il ruolo del papato non sono molti, ve ne sono tre principali che troviamo con ricorrenza nell’apologetica cattolica” abbiamo la certezza di trovarci davanti ad un’affermazione frettolosa e superficiale dettata più dal desiderio di instaurare una polemica che dalla volontà di capire. Infatti l’apologetica cattolica dice proprio che non ci si può precipitare subito sulla testimonianza di qualche versetto, dato che isolare un singolo testo rende solo più difficile la comprensione del tema, ma occorre innanzitutto farsi un quadro di insieme e da lì procedere per gradi e con molta attenzione.


In realtà la Chiesa Cattolica non individua “tre versetti principali” a sostegno del primato di Pietro ma cita  a testimonianza di quest’ afrremazione tutto il NT  in quanto i versetti utili a comprendere il primato petrino sono molti e sono disseminati per tutto il percorso dei 27 Libri  canonici.

Proprio per questo la Chiesa Cattolica non fa una divisione fra versetti principali e versetti secondari. Una formulazione del genere non esiste perchè tutti i versetti, anche quelli a volte più trascurati perché nascosti, sono utili e necessari a stabilire la dottrina. Ci sono, è vero, versetti che spesso sfuggono ad una lettura superficiale. ma se si vuole realmente comprendere le tematiche che stanno dietro a quest’ insegnamento, bisogna avere l’ umiltà di cercarle e .la volontà di capirle.

IN quest’ottica, per esempio, è significativo il fatto che ogni volta che vengono nominati i Dodici, Pietro è sempre il primo dell’elenco mentre Giuda Iscariota è sempre l’ultimo. Spesso questo particolare è trascurato eppure si tratta di un segnale importante.Per comprendere il senso e il significato del primato petrino occorre affrontare la questione avvicinandosi ad essa per gradi come in una serie di cerchi concentrici. Questa spirale deve necessariamente partire da un’immagine generale della figura di Pietro così come ci viene presentata nel NT e da lì, dopo aver completato questo primo passaggio, si potrà arrivare a discutere dei testi specifici riguardanti il primato.

Innanzitutto chiediamoci qual è il posto di Pietro nel Nuovo Testamento. Difficilmente si può negare un primato di Pietro di fronte alle testimonianze delle Scritture.

Già nell’epistolario paolino ci imbattiamo nell’antica formula di fede che attesta la morte e la  resurrezione di Gesù. In 1 Cor  15,3-7 si fa esplicito riferimento a Pietro, identificato col titolo aramaico di Cefa, quale primo testimone della resurrezione di GesùAnche questo non è un elemento trascurabile in quanto, secondo la testimonianza di Paolo, la missione apostolica è essenzialmente la testimonianza della resurrezione di Gesù.

Paolo stesso afferma di potersi definire “apostolo” solo in quanto Gesù risorto gli è apparso. Così diventa comprensibile l’ importanza di questa breve annotazione. Questo è uno di quei versetti nascosti, perché inseriti in un complesso teologico più ampio, ma che comunque ci  ricorda che Pietro è stato il primo testimone. Evidentemente anche per Paolo quest’ evento rivestiva la sua importanza  e non vuole che cada nel dimenticatoio.  E’ anche da tenere presente che la 1 Corinzi è datata all’ incirca verso il 56 d.C., quindi molto vicina nel tempo ai fatti ai quali si riferisce. La Chiesa è stata fondata dal Kerigma pasquale.. Il risultato è che alla formazione delle comunità cristiane e perciò alla prosecuzione dell'opera di Gesù si giunse secondo le tradizioni del cristianesimo primitivo esclusivamente attraverso il Kerigma pasquale ; questo è il punto d'avvio della teologia neotestamentaria e in quest’annuncio la figura di Piero riveste un ruolo di estrema inportanza.


L’esegeta evangelico Ulrich Lutz afferma che Pietro divenne “la figura apostolica fondamentale” in quell’ epoca che si colloca fra il periodo apostolico e quello post apostolico confermando, anche da parte evangelica, l’assunto già accennato da Paolo.Ma perchè si dice che Pietro aveva un “primato” fra gli altri discepoli di Gesù?  Per poter dare una risposta a questa domanda occorre esaminare prima i quattro Vangeli, per trarre da essi la storia di un uomo che ricevette da Gesù stesso un particolare mandato, e poi andare ad esaminare il libro degli Atti degli Apostoli per vedere come questo mandato venne esercitato.

In linea generale possiamo riconoscere una posizione preminente di Pietro nel gruppo dei Dodici. Pietro,ad esempio fa  parte di quel ristretto gruppo di tre, insieme a Giacomo e Giovanni figli di Zebedeo, che seguono Gesù in alcuni momenti molto importanti della Sua vita pubblica.Sono presenti, ad esempio, nell’ episodio della Trasfigurazione e nell’ Orto degli Ulivi. Sono anche testimoni della guarigione ( rivivificazione) della figlia di Giairo

Ma, d’altra parte, all’interno di questo ristretto nucleo di Apostoli, Pietro è certamente la figura che spicca maggiormente. E’ lui che parla anche a nome degli altri due nell’ episodio della Trasfigurazione, è a lui che Gesù si rivolge nell’orto degli Ulivi. E’ ancora Pietro che tenta di imitare il Signore che cammina sulle acque ed è sempre Pietro che dichiara la sua fede in Gesù accettando l’assurdità di gettare nuovamente le reti dopo una notte di pesca infruttuosa.

E’ bene ricordare questo brano perché ci rivela cosa Pietro provasse per il Signore:
“Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti” (Lc 5,5)Il passaggio dal noi ( abbiamo faticato) all’ io ( getterò le reti) può passare inosservato ma è significativo.A causa della diversità che contraddistingue i primi tre Vangeli da quello di Giovanni, occorre prima di tutto esaminare i sinottici e successivamente passare all’ esame del quarto Vangelo.

Il primo Vangelo da esaminare è quello di Marco, innanzitutto perché è probabilmente il primo Vangelo in ordine temporale e poi perché è quello che più reca in sé il sigillo “petrino”. Si dice infatti che l’autore, tradizionalmente riconosciuto in Marco, sia stato uno stretto collaboratore dell’ Apostolo e da lui abbia appreso le informazioni. Ci sono anche studiosi che attribuiscono questo Vangelo direttamente a Pietro ma siano sempre nel campo delle ipotesi.

Da questo Vangelo ricaviamo innanzitutto che Pietro è il primo dei discepoli a ricevere la chiamata ad essere “pescatore di uomini” e, come abbiamo già detto, è il primo ad essere nominato quando Gesù “crea” il suo gruppo dei Dodici.Pietro segue Gesù in tutta la sua missione avanti e indietro per la Galilea, è il primo confidente del Signore ed è il portavoce degli altri discepoli.

E’ a lui che Gesù si rivolgerà nel Getsemani dicendo “Simone, dormi?”Per ultimo, è a casa di Pietro che Gesù soggiorna a lungo.Il Vangelo di Marco sembra limitarsi ad elaborare tradizioni più antiche mettendo in rilievo il ruolo di primo piano di Pietro senza però nascondere le sue debolezze e le sue paure.Il secondo documento da esaminare è il Vangelo di Matteo .

Qui la figura di Pietro è delineata in maniera più chiara. Pietro è il discepolo non solo nominato  per primo ma definito “primo” (Mt 10,2) dei dodici Apostoli.  Inoltre è indicato fin da subito come “Simone detto Pietro” .Tocca a Pietro il compito di confessare la sua fede in Gesù, “Figlio del Dio vivente”, grazie alla rivelazione ricevuta dal Padre che è nei cieli. E’ questo il Vangelo nel quale si parla della “roccia” sulla quale Gesù costruirà la Sua Chiesa. Per un’esame del testo rimandiamo all’esegesi posta alla fine di questo breve studio

Il terzo Vangelo da prendere in esame è quello di Luca e in questo testo, che si pone come prima parte di un’opera più complessa che termina con gli Atti degli Apostoli, il “primato” di Pietro emerge in maniera ancor più chiara.Ad esempio, alla fine della parabola del padrone di casa, Pietro parla a nome del “piccolo gregge” e chiede spiegazioni. E la risposta di Gesù sembra chiamarlo in causa in prima persona.

Inoltre, fin dal momento della chiamata dei Dodici, Simone è quasi sempre chiamato con il nome di Pietro, nome che ormai diventa più un titolo di servizio che un soprannome. Bisogna sottolineare che nel Vangelo di Luca è solo a lui che Gesù promette di diventare “pescatore di uomini”,

Sicuramente Pietro è il primo testimone della Pasqua ed è colui che, nell’ultima cena, riceve il compito di confermare i fratelli. In queste pericopi, dopo la discussione su chi fra gli apostoli avrebbe potuto essere il primo, Pietro appare chiaramente come il primo.Il Vangelo nel quale Pietro appare più spesso è però il quarto, il Vangelo di Giovanni. In questo quarto documento, l’autore dà già per scontata una conoscenza approfondita della fede da parte del lettore e si cura più del lato spirituale degli avvenimenti che di quello più strettamente storico.

In quest’ottica, fin dal primo capitolo Giovanni ci comunica che Simone riceve da Gesù il nome di Cefa. Il conferimento del nome è legato alla vocazione e riveste un profondo significato ecclesiologico: Pietro è la “Pietra Nobile” ( R. Pesch) del gruppo dei Dodici. E diventa la base sulla quale viene costruita la comunità.

In ogni caso tutta la letteratura giovannea è percorsa dalla forte presenza di Pietro che trova il suo apice in Gv 21, 15-19:  Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro? ”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene? ”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene? ”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene? , e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle.  In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”. Perfino R. Butmann, l’autore del controverso “Nuovo Testamento e Mitologia”, ha affermato che nessuno può negare che in questo testo “ a Pietro viene affidata la guida suprema della Chiesa”. Anzi, egli vi scorge la redazione originaria della stessa tradizione che ha dato vita a Mt 16 e considera questo passaggio come un antico brano di tradizione pre-giovannea. Questa tradizione, risalente ai primissimi anni del cristianesimo, era evidentemente già patrimonio della Chiesa appena nata.

IL Vangelo di Giovanni ci indica Pietro come “guida della comunità” colui al quale Gesù “pastore supremo” (cfr 1 Pt 5,4) ha affidato le sue pecore.Dopo la crisi profonda che ha colpito la cerchia dei discepoli in seguito al discorso dei pani, Pietro prende la parola e fa da portavoce ai Dodici,c e che qui compaiono per la prima volta, dicendo: Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio. Questo episodio narrato nel cap. 6 di Giovanni, ricco di tinte fosche e di elementi drammatici, sembra mettere in contrapposizione la fede con il tradimento, la sequela con l’abbandono. In questo clima pesante la figura di Pietro emerge con estrema chiarezza.

La scena delal lavanda dei piedi, che nel quarto Vangelo sostituisce quella dell’ ultima Cena, è un’azione simbolica alla quale Gesù ricorre per stabilire un rapporto di comunione tra Sé e i suoi discepoli e fra i discepoli stessi. E Pietro, che non riesce ad afferrare ancora il significato di quel gesto, accetta comunque il lavaggio dei piedi entrando in comunione con il Maestro. Egli, accettando l’umiltà del servizio che ha dato origine alla Chiesa, è messo in contrapposizione ancora aun avolta a colui che non è in comunione, che non è mondo. Giuda.

Ed è lo stesso Pietro, abbastanza coraggioso da seguire Gesù fin nel cortile del palazzo del sommo sacerdote ma non ancora abbastanza forte da resistere alla tentazione ( quando per tre volte rinnega il suo discepolato) che la mattina di Pasqua corre al sepolcro, primo testimone della Resurrezione, e poi a gettarsi in acqua alla vista del Signore.Ed è sempre lui a tirare a riva le reti che non si rompono, lui che è stato chiamato ad essere “pescatore di uomini” con una rete che non si può rompere perché fondata sulla figura del Risorto.
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14/04/2009 13:24

Il perchè ti è stato detto e te lo dice anche la traduzione interconfessionale fatta sia dai protestanti che dai cattolici

 Il perchè mi è stato detto, ma il fatto che mi sia stato detto non è certo sinonimo di verità. La spiegazione pseudo-grammaticale riportata non regge. E' vero, QUESTA può essere riferito a Pietro, ma non è necessariamente così. Come dici tu, l'aggettivo dimostrativo indica persona o COSA vicina, materialmente o LOGICAMENTE e l'affermazione di Pietro è proprio questa "cosa", questa pietra che rientra logicamente nel discorso. Non è possibile negare che la frase abbia il possibile duplice valore. 
 
Intanto petra non significa affatto fondamento ma significa letteralmente pietra, sapresti dirmi che differenza c'è tra pietra e sasso?.....non sono per caso congetture atte a negare l'evidenza?
 
Assolutamente no! Se fossero veramente la stessa cosa, quale sarebbe il motivo dei greci di coniare due termini differenti? La voglia di ingrandire il dizionario? Perchè non usare la stessa parola e togliere ogni dubbio? Il fiammifero e la torci sono tutti e due mezzi che sostengono un fuoco, a non per questo sono la stessa cosa, E comunque, petros, significa sasso e petra non significa ugualmente sasso" o semplicemente" pietra", ma rupe, scoglio e comunque un riferimento a qualcosa di molto più grosso di un sasso. 

Risposta;
Nel Nuovo Testamento Gesù chiama Simone con l'appellativo Pietro, e in altre parti delle scritture un soprannome indica un carattere o uno status particolare (Abram in Abraham, Giacobbe in Israele, e Saul in Paolo). Nel testo greco di Mt 16,18 a "Simone" viene dato il nome di "πητρος" e la "pietra" di cui si parla nella seconda parte del versetto è in greco "πητρα".


Il genere è diverso, ma si tratta di un puro requisito grammaticale della lingua greca, un artefatto dovuto alla traduzione dall'aramaico (la lingua probabilmente parlata da Gesù) al greco, e un tentativo di mantenere il gioco di parole. Non si vuole fare la distinzione (in genere circoscritta al linguaggio poetico greco) tra "roccia" e "piccola pietra" o "sasso". Tra i classici, comprese opere di Platone e Sofocle, ci sono molte ricorrenze di πητρος con il significato di "pietra".

Il nome proprio di un uomo dovrebbe essere maschile (-ος), mentre πητρα, la parola usata per "pietra", è femminile (-α). In aramaico, la parola che significa pietra è "" (diversamente traslitterata nell'alfabeto latino con "Kefa", "Kepha", "Cephas", e traslitterata nell'alfabeto greco con Κηφας (vedi il Vangelo secondo Giovanni, capitolo 1, versetto 42). In aramaico, si sarebbe usata la stessa parola per esprimere entrambi i concetti, e Gesù si riferisce direttamente a Pietro quando dice "su questa pietra edificherò la mia Chiesa" (tesi supportata dal fatto che la Peshitta, scritta in siriaco, una lingua imparentata con l'aramaico, non fa distinzione tra le due parole). Gesù dichiara dunque il primato di Pietro in mezzo agli altri apostoli, e (forse) una giusta traduzione italiana di Mt 16,18 dovrebbe essere: "Tu sei Pietra, e su questa pietra edificherò la mia chiesa".

Si noti che la traduzione francese del vangelo di Matteo non ha questo problema della lingua italiana, dato che mantiene perfettamente il supposto senso originale dell'aramaico;

 « Tu es Pierre, et sur cette pierre je bâtirai mon Eglise, et les portes de l'enfer ne prévaudront point contre elle »

Comunque la Pietra non può essere riferita alla confessione di Pietro per due ragione semplici;

1) l'aggettivo dimostrativo (questa) indica la persona o la cosa vicina a chi parla, quindi la confessione di Pietro doveva essere subito prima e non antecedente ad un discorso più lungo, quindi diviene lontano dalla persona che parla e non vicina.

2) La cosa nella grammatica non indica una frase ma un'oggetto, in questo caso è inapplicabile la cosa poichè Gesù non prende in mano una "pietra" per dire che su quella "pietra" edificherà la sua Chiesa, cerchiamo di usare anche la logica intellettuale senza pregiudizi.
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14/04/2009 13:25

  Ma prima di rispondermi, hai letto ciò che ho scritto? La risposta è già presente nel mio post.; Simone da pescatore di pesci fu reso pescatore di uomini e per la sua confessione di fede fatta a Gesù ebbe la possibilità di essere il primo ad usare le chiavi del Regno dei Cieli, ovvero la predicazione dell'Evangelo. Non Pietro "il superiore", bensì Pietro "Il primo". Ripeto, sarà proprio pietro stesso a dire che i credenti sono "pietre" edificate su Cristo!  

 Ho letto ciò che hai scritto e la tua presunta risposta non c'è e se dovesse esserci come quella da te ripostata non ha nulla di attinente.......Gesù non cambia il nome a Simone in Pietro perchè diverrà pescatore d'uomini, se fosse così il nome lo doveva cambiare a tutti gli apostoli dato che anche agli altri viene detto "Seguitemi, ed io vi farò di voi, dei pescatori d'uomini" (Mc 1:17)....una ragione ci deve essere, Gesù non fa le cose tanto per ammazzare il tempo, no!

Se il Signore cambia il nome a Simone (che in aramaico vuol dire Canna) in Kefa (che in aramaico vuol dire Roccia)...lo fa per stabilire un preciso compito nella futura chiesa nascente...infatti, la canna altro non simboleggia che l'instabilità e chi è instabile non è duraturo, anzi ogni vento di dottrina lo sballottera da una parte all'altra fin quando non si spezzerà!....Ma la Roccia no!....Essa simboleggia la fermezza, la stabilità, l'impenetrabilità (le forze del male non prevarranno mai su di essa), ma anche e sopratutto l'unità, difatti dove vi è Pietro v'è un'unica Chiesa, dove egli non c'è v'è la confusione, l'istabilità e la frammentazione.....Su Kefa c'è la stabilità e l'unità (una sola fede, un sol battesimo e un sol Signore).....Fuori dal fondamento di Kefa vige la babele dell'istabilità e di ogni vento di dottrine, dove non v'è ne unità ne comunione! 
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14/04/2009 13:27

Gli Atti non dicono che Giacomo abbia PRESIEDUTO il Concilio, Ah sì? E oggi chi prende la decisione finale di un concilio: il papa o qualcun'altro? No, perchè a me risulta che fu Giacomo e non Pietro a stabilire la conclusione finale del dibattito e la decisione conciliare. Strano, visto che il "papa" era presente. 
 
I primi versetti del capitolo 15 ci informano che in seno alla comunità cristiana era in atto un’animata controversia suscitata da alcuni membri della setta dei farisei che avevano accolto Gesù: essi infatti contestavano i missionari Paolo e Barnaba per la prassi da loro adottata nei confronti dei pagani divenuti cristiani rispetto alla circoncisione e alla legge di Mosè. Tra l’altro, dobbiamo ricordare che anche Paolo apparteneva alla medesima setta.


In seguito alla crescente importanza che rivestiva Antiochia nella diffusione del Vangelo, sia in ambito giudaico che ellenistico, questi farisei convertiti si spostano da Gerusalemme ad Antiochia pretendendo dai predicatori della Chiesa missionaria che tutti i pagani che avessero abbracciato la fede cristiana si facessero circoncidere in rispetto alla legge di Mosè.

A questo proposito possiamo fare alcune considerazioni che animarono il Primo Concilio della Chiesa:

· appare evidente che nella chiesa nascente non è chiaro e automatico il significato della salvezza offerta da Gesù in rapporto alla pratica religiosa del mondo ebraico;

· si riconoscono agli apostoli, responsabili della comunità di Gerusalemme, capacità e autorità per risolvere questo problema cruciale;

· da questo episodio si comprende anche come sia impossibile fare a meno della autorità ecclesiale per avere un giusto rapporto con i contenuti della fede.

Infatti inviano una Lettera in comunione che dice: "Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! [24]Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. [25]Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Barnaba e Paolo, [26]uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo >.

In questa lettera che è in sostanza il documento ufficiale del Concilio di Gerusalemme appare come decisa, definita, risolta la questione a partire dall’autorità che lo ha stilata e cioè dall’autorità apostolica riconosciuta da tutti. E’ da sottolineare che se a Paolo fosse stata attribuita una autorità pari a quella delle COLONNE il problema non si sarebbe nemmeno posto. Mentre Paolo è guidato da una rivelazione a far ricorso agli apostoli per decidere sul da farsi e per riportare la pace nell’ambito delle comunità che egli andava fondando.

 

Vs 6-12: discorso di Pietro

Gli apostoli e gli anziani si radunano per risolvere il problema e vi è una discussione preliminare che permetteva a tutti di mettere in tavola le questioni. Allora probabilmente non esistevano circolari con i punti all’ordine del giorno da trattare, e questo era una prassi correntemente seguita anche nelle fasi decisionali del sinedrio di allora. In modo analogo dunque, Pietro, consapevole del ruolo assegnatogli espressamente da Gesù:

"a te darò le chiavi per legare e sciogliere",-

"conferma i tuoi fratelli nella fede"-
 
"pasci le mie pecorelle" –

"Qual è l’amministratore fedele e prudente che il padrone ha POSTO A CAPO della sua casa per dare a ciascuno, a suo tempo, la propria razione di viveri"),

SI ALZO’ in mezzo ai fratelli, che fecero silenzio. Anche questo silenzio è molto significativo ed indica rispetto e attesa di una definizione.

Inoltre questa espressione di Luca ricorda un’altra occasione significativa in cui Pietro si alzò: Atti 2,14: Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così…..

Pietro prende la parola e indica i criteri per risolvere il dilemma:

· è stato Dio ad inviare Pietro a predicare e a battezzare i pagani;· Dio ha donato loro lo Spirito Santo e la purificazione del cuore senza che fosse chiesta la circoncisione;

· la salvezza, dono gratuito, è offerta allo stesso modo, cioè per grazia, sia ai pagani che agli ebrei; Tutto questo Pietro lo espone con la massima chiarezza nel suo discorso che ha la solennità, di una definizione esplicita e dirimente.

Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. 7Dopo lunga discussione, Pietro si alzò e disse:"Fratelli, voi sapete che già da molto tempo Dio ha fatto una scelta fra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola del vangelo e venissero alla fede. 8E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; 9e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede. 10Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? 11Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro".


12Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro.


13Quand'essi ebbero finito di parlare, Giacomo aggiunse: 14"Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome…  Gli Atti riportano a conclusione della discussione, come primo intervento concludente, quello di Pietro mentre riportano per ultimo quello di Giacomo.

E’ possibile dire quale dei due apostoli abbia un posto di preminenza a partire solo da questa sequenza di interventi?

Perché dovrebbe essere considerato più importante l’ultimo intervento e non il primo, (che però conclude tutte le discussioni)?
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14/04/2009 13:28

Le lettere sono esattamente questo: lettere. E servono per risolvere problemi contingenti.

Eh no, questo proprio non me lo aspettavo. Le lettere non sono assolutamente solo "lettere"! Nelle Epistole degli apostoli vi è il fulcro di tutta la dottrina della Chiesa! Da dove prenddiamo la dottrina altrimenti, dal Vecchio Testamento? No, lì vi è il veccio Patto. Dai Vangeli? No, li è narrata la vita di Gesù. Non si trae forse dalle Epistole Paoline e non la dottrina della Chiesa? Altrimenti perchè giustificare le nostre affermazioni con i pasi del nuovo Tetsamento? Sarebbe inutile, tanto sono "solo" lettere.

Forse mi sono spiegato male io, o tu non hai capito, comunque....se leggi bene cosa ho scritto?....E servono per risolvere problemi contingenti.......quindi non intendevo dire che erano semplici lettere, ma che erano lettere che trattavano le problematiche contingenti di quel contesto storico e dottrinale, le Epistole non sono compendi dogmatici con illustrazioni e spiegazioni dottrinali, sia Paolo che il resto degli scrittori delle epistole non trattano l'ergomento del primato anche se vi sono traccie interessanti in proposito;

"Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, [4]fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, [5]e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici." (1 Cor.15:3_5) 
Qui l'apostolo Paolo mette per prima Cefa (attenzione lo chiama Cefa=Roccia e non Pietro ne Simone) come se volesse differenziarlo dal rimanente degli Apostoli.


 Galati 1,18 " In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni" 
Non a caso egli aveva avuto questo contatto proprio con l’apostolo che definisce espressamente CEFA, che significa ROCCIA. Questa consultazione con il principale interlocutore della Chiesa nascente durato ben 15 giorni ha permesso a Paolo di verificare se il "suo" Vangelo, ricevuto per via straordinaria, era concorde con quello affidato agli apostoli scelti da Cristo durante la sua missione terrena.
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14/04/2009 14:05

Se Pietro fosse stato il primo Papa (cosa che ne dubito) come mai non fu lui direttamente a scegliere il sostituto di Giuda?


La sostituzione di Giuda

[15]In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli (il numero delle persone radunate era circa centoventi) e disse:

[16]«Fratelli, era necessario che si adempisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù. [17]Egli era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. [18]Giuda comprò un pezzo di terra con i proventi del suo delitto e poi precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparsero fuori tutte le sue viscere. [19]La cosa è divenuta così nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che quel terreno è stato chiamato nella loro lingua Akeldamà, cioè Campo di sangue. [20]Infatti sta scritto nel libro dei Salmi:
 

La sua dimora diventi deserta,
e nessuno vi abiti,
il suo incarico lo prenda un altro.

[21]Bisogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, [22]incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della sua risurrezione». (Atti 1:15:22)

Come vedi è Pietro che prende la decisione che ci vuole uno che sostituisca Giuda Iscariota, certo è che Pietro con tutta la Chiesa si affidò alla volontà di Dio per la decisione finale, ma è sempre la figura di Pietro che anche qui è preminente, difatti è lui che propone ed è sempre lui che prendendo la parola dimostra Biblicamente che tale sua iniziativa è secondo la volontà di Dio!

Devi anche comprendere che la Chiesa era ancora giovanissima e con poche esperienze e naturalmente ancora non organizzata, ad esempio mancavano ancora i diaconi, non è che poi se li sono inventati gli apostoli.

Quello che accadde in Atti accade in un certo qual modo anche oggi, Non è il Papa che decide chi deve fare il sacerdote ma è egli che li conferma nella fede, secondo la Promessa del Vangelo dove Gesù dice a Pietro "Conferma i tuoi fratelli nella fede" !

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