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S. Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione LIBERTATIS CONSCIENTIA, su libertà cristiana e liberazione, del 22 marzo 1986

Ultimo Aggiornamento: 15/05/2009 13:25
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15/05/2009 12:44

Conquiste sociali e politiche

8. Il moderno movimento di liberazione s'era proposto un traguardo politico e sociale. Esso doveva porre fine al dominio dell'uomo sull'uomo e promuovere l'uguaglianza e la fraternità di tutti gli uomini. Che anche a tale riguardo siano stati raggiunti risultati positivi, è innegabile. La schiavitù e l'asservimento legali sono stati aboliti. Il diritto per tutti alla cultura ha fatto significativi progressi. In numerosi Paesi la legge riconosce la parità tra l'uomo e la donna, la partecipazione di tutti i cittadini all'esercizio del potere politico e gli stessi diritti per tutti. Il razzismo è rifiutato, come contrario al diritto e alla giustizia. La formulazione dei diritti dell'uomo significa una coscienza più viva della dignità di tutti gli uomini. In confronto con i precedenti sistemi di dominio, le affermazioni della libertà e dell'uguaglianza in numerose società sono innegabili.

Libertà del pensiero e del volere

9. Infine e soprattutto, il moderno movimento di liberazione doveva apportare all'uomo la libertà interiore, sotto forma di libertà di pensiero e di libertà del volere. Esso intendeva liberare l'uomo dalla superstizione e dalle paure ancestrali, avvertite come altrettanti ostacoli al suo sviluppo. Si proponeva di dargli il coraggio e l'audacia di servirsi della propria ragione, senza che la paura lo trattenesse davanti alle frontiere dell'ignoto. Così, specialmente nelle scienze storiche e nelle scienze umane, s'è sviluppata una nuova coscienza dell'uomo, chiamata ad aiutarlo a comprendersi meglio in ciò che concerne la propria formazione personale o le condizioni fondamentali del costituirsi della comunità.

Ambiguità del moderno processo di liberazione

10. Tuttavia, sia che si tratti della conquista della natura, della vita sociale e politica o del dominio dell'uomo su se stesso, sul piano individuale e collettivo, ciascuno può constatare non soltanto che i progressi realizzati sono lungi dal corrispondere alle ambizioni iniziali, ma anche che nuove minacce, nuove schiavitù e nuovi terrori sono sorti proprio mentre si sviluppava il moderno movimento di liberazione. C'è in questo il segno che gravi ambiguità circa il senso stesso della libertà hanno, fin dal suo inizio, intaccato tale movimento dall'interno.

L'uomo minacciato dal suo dominio della natura

11. È così che l'uomo, man mano che si liberava dalle minacce della natura, ha cominciato a provare una paura crescente dinanzi a se stesso. La tecnica, assoggettando sempre più la natura, rischia di distruggere i fondamenti del nostro stesso avvenire, di modo che l'umanità di oggi diventa la nemica delle generazioni future. Mentre si imbrigliano totalmente con una potenza cieca le forze della natura, non si sta forse distruggendo la libertà degli uomini di domani? Quali forze possono proteggere l'uomo dall'asservimento derivante dalla sua stessa dominazione? Si rende necessaria una capacità tutta nuova di libertà e di liberazione, che esige un processo di liberazione interamente rinnovato.

Pericoli della potenza tecnologica

12. La forza liberatrice della conoscenza scientifica si oggettivizza nelle grandi realizzazioni tecnologiche. Chi dispone delle tecnologie possiede il potere sulla terra e sugli uomini. Di qui son nate forme, fino ad ora sconosciute, di disuguaglianza tra i possessori del sapere e i semplici fruitori della tecnica. Il nuovo potere tecnologico è legato al potere economico e porta alla sua concentrazione. Così, all'interno dei popoli come tra i popoli, si sono formati rapporti di dipendenza che, nel corso degli ultimi vent'anni, sono stati occasione per una nuova rivendicazione di liberazione. Come impedire che la potenza tecnologica divenga una potenza oppressiva di gruppi umani o di interi popoli?

Individualismo e collettivismo

13. Nel campo delle conquiste sociali e politiche, una delle ambiguità fondamentali dell'affermazione della libertà durante il periodo dell'Illuminismo si rifà alla concezione del soggetto di tale libertà, come individuo sufficiente a se stesso e avente come fine il soddisfacimento del proprio interesse nel godimento dei beni terrestri. L'ideologia individualista, ispirata da questa concezione dell'uomo, ha favorito la diseguale ripartizione delle ricchezze agli inizi dell'era industriale, a tal punto che i lavoratori si sono trovati esclusi dall'accesso ai beni essenziali, che avevano contribuito a produrre ed ai quali avevano diritto. Di qui sono nati potenti movimenti di liberazione dalla miseria, che la società industriale aveva mantenuto.

Cristiani, sia laici che pastori, non hanno mancato di lottare per un equo riconoscimento dei legittimi diritti dei lavoratori. In favore di questa causa il magistero della Chiesa a più riprese ha levato la sua voce.

Il più delle volte, tuttavia, la giusta rivendicazione del movimento operaio ha condotto a nuove forme di asservimento, perché s'ispirava a concezioni che, ignorando la vocazione trascendente della persona umana, assegnavano all'uomo un fine soltanto terreno. Tale rivendicazione in alcuni casi è stata orientata verso progetti collettivistici, che dovevano generare ingiustizie tanto gravi quanto quelle alle quali intendevano porre fine.

Nuove forme di oppressione

14. È così che la nostra epoca ha visto nascere i sistemi totalitari e forme di tirannia, che non sarebbero stati possibili nell'epoca precedente al grande sviluppo tecnologico. Da una parte, la perfezione tecnica è stata applicata ai genocidi. D'altra parte, attraverso la pratica del terrorismo, che provoca la morte di tante persone innocenti, alcune minoranze cercano di tenere in scacco intere nazioni.

Oggi il controllo può insinuarsi fino nell'interiorità degli individui; e le stesse dipendenze, create dai sistemi di previdenza, possono costituire potenziali minacce di oppressione. Una falsa liberazione dalle costrizioni della società viene ricercata nel ricorso alla droga, che in tutto il mondo porta molti giovani all'autodistruzione e getta famiglie intere nell'angoscia e nel dolore.

Pericolo di distruzione totale

15. Il riconoscimento di un ordine giuridico, come garanzia dei rapporti all'interno della grande famiglia dei popoli, s'indebolisce ogni giorno di più. Quando la fiducia nel diritto non sembra offrire più una protezione sufficiente, la sicurezza e la pace sono ricercate in una minaccia reciproca, che diviene un pericolo per tutta l'umanità. Le forze che dovrebbero servire allo sviluppo della libertà servono ad aumentare le minacce. Gli ordigni di morte, che oggi tra loro si oppongono, sono capaci di distruggere ogni vita umana sulla terra.

Nuovi rapporti d'ineguaglianza

16. Tra le nazioni dotate di potenza e le nazioni che ne sono prive si sono instaurati nuovi rapporti di disuguaglianza e di oppressione. La ricerca del proprio interesse sembra essere la regola delle relazioni internazionali, senza che si prenda in considerazione il bene comune dell'umanità.

L'equilibrio interno delle nazioni povere è rotto dall'importazione di armi, con la quale si introduce un fattore di divisione, che porta al dominio di un gruppo su un altro. Quali forze potrebbero eliminare il ricorso sistematico alle armi e restituire al diritto la sua autorità?

Emancipazione delle nazioni giovani

17. È nel contesto della disuguaglianza nei rapporti di potenza che sono apparsi i movimenti di emancipazione delle nazioni giovani, le quali in generale sono anche nazioni povere, ancora sottomesse fino ad epoca recente alla dominazione coloniale. Ma troppo spesso il popolo è defraudato dell'indipendenza, duramente conquistata, da regimi o tirannie senza scrupoli, che irridono impunemente ai diritti dell'uomo. Il popolo, ridotto in tal modo all'impotenza, non fa che cambiare padrone.

Ciò non toglie che uno dei fenomeni salienti del nostro tempo, a livello di interi continenti, sia il risveglio della coscienza del popolo che, curvo sotto il peso di una miseria secolare, aspira ad una vita nella dignità e nella giustizia, ed è pronto a combattere per la propria libertà.

La morale e Dio, ostacoli alla liberazione?

18. Per quanto riguarda il movimento moderno di liberazione interiore dell'uomo, si deve constatare che lo sforzo inteso a liberare il pensiero e la volontà dai loro limiti si è spinto fino a ritenere che la moralità, come tale, costituisca un limite irragionevole che l'uomo deve superare, se vuole divenire veramente padrone di se stesso.

Di più ancora, per molti Dio stesso sarebbe l'alienazione specifica dell'uomo. Tra l'affermazione di Dio e la libertà umana esisterebbe una radicale incompatibilità: proprio rifiutando la fede in Dio, l'uomo diverrebbe veramente libero.

Interrogativi angosciosi

19. Sta qui la radice delle tragedie, che accompagnano la storia moderna della libertà. Perché questa storia, nonostante le grandi conquiste, che rimangono peraltro sempre fragili, registra frequenti ricadute nell'alienazione e vede sorgere nuove schiavitù? Perché movimenti di liberazione, che hanno già suscitato immense speranze, sfociano poi in regimi per i quali la libertà dei cittadini, (8) a cominciare dalla prima di tali libertà che è la libertà religiosa, (9) costituisce il nemico numero uno?

Quando l'uomo vuole liberarsi dalla legge morale e divenire indipendente da Dio, lungi dal conquistare la propria libertà, la distrugge. Sottraendosi al metro della verità, egli diventa preda dell'arbitrio; tra gli uomini sono aboliti i rapporti fraterni per far posto al terrore, all'odio e alla paura.

Contagiato da errori mortali circa la condizione dell'uomo e della sua libertà, il grande movimento moderno di liberazione resta ambiguo: esso è carico, ad un tempo, di promesse di vera libertà e di minacce di mortali asservimenti.


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