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Iniziativa SBALLATA DELLA CEI

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2009 18:09
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21/05/2009 10:52

...enricorns...di iniziative sballate la CEI ne ha prese diverse....non dimenticarti che negli anni 80 e 90 ha appoggiato il governo Prodi e stavamo per avere i DICO....e non "dico" altro.....[SM=g7362]

non confondere l'infallibilità e l'obbedienza che dobbiamo alla CHIESA QUANDO COMPIE I SUOI DOVERI, dalle critiche E LE DENUNCIE che siamo chiamati a rivolgere gli Organi competenti della Chiesa...[SM=g8864] 

Ti vengo incontro con un altro esempio....GRAVISSIMO...e qui per fortuna si stanno muovendo molte persone competenti, come vedi non sono l'unica a dire che la CEI sta camminando in strade pericolose....
il testo che segue è uscito sul SETTIMANALE UFFICIALE DI SAN PADRE PIO...settimanale curato DAI PADRI FRANCESCANI....e per altro è già un tema che bolle da anni sulla scrivania di altri Organi competenti della Chiesa...


BIBBIE CEI A CONFRONTO

di Fabrizio Cannone


Nella seconda metà del 2008 è apparsa una nuova versione della Sacra Scrittura in lingua italiana che fa seguito a quella pubblicata nel 1976: entrambe le versioni si avvalgono di introduzioni ai Libri biblici, note a piè di pagina e indice analitico alla fine del volume.

Si tratta dunque a loro modo di opere complete la cui importanza è innegabile, e proprio per questo maggiormente deve esercitarsi il senso critico del fedele verso tutto ciò che virtualmente potrebbe esserci di inesatto, meno preciso o non pienamente conforme al tradizionale sentire cattolico romano: non si vorrà mica tornare all'obbedienza cieca del pre-Concilio?

Se c'è un campo, infatti, in cui l'"ermeneutica della discontinuità e della rottura" si è potuta avvalere del sostegno di una parte consistente della "teologia moderna" (le due espressioni sono di Benedetto XVI), questo è proprio quello dell'esegesi biblica, anzitutto evangelica: mai come in questo quarantennio post-conciliare si è parlato tanto di Parola di Dio (spesso mutilata in sola Parola) e mai nella storia della Chiesa si sono riscontrate così tante e gravi manomissioni della stessa, negazioni, alterazioni, ambiguità interpretative e deviazioni evidenti dallo spirito e dal senso genuino che emana dai Sacri Testi.

Come, secondo Benedetto XVI, i testi del Concilio Vaticano II sono stati manomessi e alterati "facendo spazio alla novità nella quale si esprimerebbe l'intenzione più profonda" dei loro autori, e insomma "occorrerebbe seguire non i testi ma il suo spirito", così analogamente nella Sacra Scrittura - secondo i modernisti - non bisognerebbe più seguire la materialità del testo, letto alla luce della Tradizione perenne della Chiesa, perché ciò sarebbe segno di fondamentalismo e lettarlismo, ma l'intenzione recondita degli anonimi autori biblici e delle indefinite comunità primitive che oggi, solo oggi, riusciremmo a decifrare grazie all'infallibile e inerrante metodo storico-critico...

Gli autori della CEI avranno seguito i saggi consigli del Papa in fatto di traduzione e interpretazione del Testo Sacro o si saranno lasciati irretire, magari minimamente, nelle maglie strette del "biblicamente corretto" e dell'esegesi contemporanea? Diciamo ciò rispettosamente ma ben consapevoli che sia già avvenuto in un passato non remoto che in Bibbie e Catechismi, approvati da Conferenze episcopali cattoliche (emblematici i casi del Catechismo Olandese e della Bible Bayard in Francia), vi sia stato spazio per errori e deficienze incompatibili con la sana dottrina della Chiesa.

Nel gran libro Gesù di Nazareth (Milano 2007), il Santo Padre Benedetto XVI non usa mezzi termini per denunciare le aberrazioni a cui un certo uso razionalista del metodo storico-critico ha dato luogo. Nella premessa al libro, per esempio, scrive: "I progressi della ricerca storico-critica condussero a distinzioni sempre più sottili tra i diversi strati della tradizione. Dietro di essi la figura di Gesù, su cui poggia la fede, divenne sempre più nebulosa, prese contorni sempre meno definiti [...]. Come risultato di tutti questi tentativi [fatti dall'esegesi contemporanea] è rimasta l'impressione che, comunque, sappiamo ben poco di certo su Gesù e che solo in seguito la fede nella sua divinità abbia plasmato la sua immagine. Questa impressione [totalmente eretica], nel frattempo, è penetrata profondamente nella cristianità. Una simile situazione è drammatica per la fede" (p. 8, corsivo mio). In conclusione della stessa premessa il Pontefice ripete il medesimo concetto in positivo: "È chiaro che con questa visione della figura di Gesù io vado al di là di quello che dice, per esempio, Schnackenburg in rappresentanza di una buona parte dell'esegesi contemporanea" (p. 19).

Lo stesso Papa in varie occasioni ha notato che certe traduzioni ufficiali attenuano o imbrigliano il senso inteso dall'Agiografo, quindi in tale campo la prudenza e la vigilanza sono d'obbligo. Nel libro succitato, infatti, il Pontefice criticava proprio la versione ufficiale della CEI che, in un passaggio importante, "addolciva" un termine (p. 128). E persino nell'enciclica Spe salvi (n. 7), quindi apertamente e davanti a tutti, e forse non a caso ma per dare un segnale al popolo di Dio, il Papa lamentava una deviazione non lieve in una traduzione ecumenica approvata dalla Conferenza Episcopale Tedesca.

Dopo quanto detto circa le problematiche dell'esegesi contemporanea, che con le sue ambiguità è penetrata anche nel sacro recinto, indichiamo solo alcuni esempi tratti da un rapido confronto tra i due Vangeli nelle relative versioni, rimandando il lavoro di analisi scientifica della nuova versione, qui solo accennato, agli esperti e ai teologi più fedeli alla dottrina e al magistero della Chiesa.

Come mai, per esempio, dall'indice analitico del Vangelo - in cui sono presenti gli argomenti salienti del testo - della versione del 2008 sono spariti i termini "abnegazione" e "purgatorio" (cf ed. San Paolo, 2008, pp. 393 e 415) presenti nella versione del 1976 (cf ed. Paoline, pp. 383 e 404)? Sarà il solito caso? Si dirà che la soppressione di questi due concetti, uno morale e uno dogmatico, da un indice tematico che ricalca al 99% quello dell'edizione precedente non significa una loro negazione: ovvio, si sono solo voluti mettere un po' da parte.

I titoli dei brani biblici, com'è noto, dipendono dai curatori dell'edizione. Al cap. 16 di Matteo dell'edizione CEI del 1976 i versetti 13-16 e 17-19 erano preceduti da due titoli, rispettivamente: La "confessione" di Pietro e Il primato. Nel testo del 2008 i due brani sono accorpati sotto al titolo: Fede e missione di Pietro. È solo scomparso il primato! Al cap. 19 di Matteo i versetti 3-9 avevano (CEI 1976) il titolo eloquente di: Indissolubità del matrimonio. Ora (CEI 2008) il brano che comprende quel passo ha il titolo di: Matrimonio e verginità. L'indissolubità non c'è più. La fede e la morale però restano in eterno...

L'introduzione del Vangelo di Giovanni nella versione CEI del 1976 asseriva riguardo all'Autore ispirato che "L'antica, prevalente tradizione ecclesiastica afferma che il quarto vangelo fu scritto dall'apostolo Giovanni, il prediletto di Cristo, quando aveva raggiunto la vecchiezza [...]. Nonostante le sue caratteristiche che evidentemente lo distanziano dai primi tre, Giovanni intende scrivere, come i suoi predecessori, un vangelo [...]. Giovanni scrive a distanza di circa settanta anni dopo la morte di Gesù" (p. 233, corsivi miei). Si faccia attenzione ora ai testi della nuova versione CEI 2008: "L'autore del quarto vangelo è identificato già dalle antiche testimonianze della tradizione ecclesiastica con Giovanni [...]. Il vangelo sarebbe stato scritto durante la vecchiaia avanzata di questo apostolo [...]. Oggi, per lo più, si ritiene che il processo di formazione del libro sia il risultato di un incontro, maturato attraverso un non breve travaglio, fra tradizioni risalenti alla vita di Gesù e riflessioni elaborate da un caratteristico ambiente ecclesiale, con riferimento alla personalità dell'apostolo Giovanni, quale fonte di ricordi e di un pensiero fecondo" (p. 242, corsivo mio).

A noi sembra che qui faccia capolino, sobriamente, l'ermeneutica della discontinuità e della rottura tra la CEI del 1976 e la CEI del 2008: oppure tra il 1976 e il 2008 si sono scoperte cose che giustifichino il passaggio dall'affermativo (Giovanni scrive) al dubitativo (il Vangelo sarebbe stato scritto), aggravato dalla veghezza del riferimento alle "tradizioni" e ad imprecisati "ambienti ecclesiali? Agli esegeti cattolici la risposta.


(da Il settimanale di Padre Pio, 17 maggio 2009)

Un amico nel commentare ha saggiamente scritto:

Consiglio di leggere questo articolo con molta attenzione, per capire il modo subdolo col quale l'eterodossia viene lentamente ma costantemente insinuata nel gregge di Cristo. Ad opera dei suoi stessi pastori.

In particolare, le "riflessioni maturate in un caratteristico ambiente ecclesiale", che, secondo la nuova edizione CEI, sarebbero confluite nel vangelo di Giovanni (anzi, nel vangelo attribuito a Giovanni), nel linguaggio esegetico altro non sono che episodi della vita di Gesù inventati di sana pianta dalla comunità primitiva come espressione del loro progresso teologico.

Dal punto di vista critico, non esiste alcuna testimonianza esterna e nessuna convincente prova interna (come dimostra il dissenso tra gli stessi critici liberali) che il vangelo di Giovanni sia passato attraverso diversi strati redazionali, o che sia il risultato di una fusione tra fatti realmente accaduti ed episodi inventati per concretizzare una riflessione teologica, o, infine, che esso non vada attribuito, integralmente e sostanzialmente, all'apostolo Giovanni.

Questa è la verità che la Chiesa professa da venti secoli. Il resto sono elucubrazioni di studiosi senza scrupoli il cui scopo è quello di infrangere, dopo quella della Tradizione, anche l'autorità della Scrittura.

*****************************************

io rispondo:

Luca 18,8
Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

comincio a chiedermelo molto seriamente anch'io..... Occhi al cielo


amico mio, se non lo comprendi ora cosa sta accadendo, non lo comprendi più, ma c'è sempre speranza....[SM=g7427] noi sappiamo che la Madonna ci salverà e ci manterrà in rotta[SM=g7182]

[SM=g8925] 

 
[Modificato da Caterina63 21/05/2009 10:56]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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