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2. Benedetto XVI pellegrino in Terra Santa
Il recente viaggio di Papa Benedetto XVI in Terra Santa ha indicato chiaramente quale è – in linea di principio – l’atteggiamento della Chiesa Cattolica nei confronti degli Ebrei e dei Musulmani.Prendendo per mano un iman musulmano e un rabbino ebreo nella basilica dell’Annunciazione a Nazaret, lo scorso 14 maggio, il Papa ha simbolicamente abbracciato i credenti che vivono in Terra Santa, dando personalmente l’esempio nell’attuare quanto aveva affermato nella Messa presso il Monte del Precipizio, sempre a Nazaret, invitando a “edificare ponti e trovare modi per una pacifica coesistenza”.
Se da una parte ha ricordato il legame inscindibile dei cristiani con gli ebrei, dall’altra ha posto la ragione al centro del dialogo con l’Islam. A conclusione del viaggio, sintetizzandone il significato, ha presentato la nostra epoca come occasione favorevole per abbattere tutti i muri, per separare definitivamente religione e violenza, come tempo favorevole per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e la comprensione reciproca.
Il Papa si è mosso in continuità con l’insegnamento del Concilio Ecumenico Vaticano II che, nella Dichiarazione “Nostra Aetate” (1965), ha esortato i cristiani a “riconoscere, conservare e far progredire i beni spirituali e morali e i valori socio-culturali presenti nei seguaci delle altre religioni, attraverso il dialogo e la collaborazione, prudente e caritatevole”, nella consapevolezza che “la Chiesa Cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni, considerandolo un riflesso di quella Verità che illumina tutti gli uomini”.
Ma la stessa Dichiarazione conciliare aggiunge subito che la Chiesa “annuncia ed è tenuta ad annunciare incessantemente Cristo che è «via, verità e vita» (Gv 14, 6), in cui gli uomini trovano la “pienezza della vita religiosa” (Cf. n. 2). Ciò non impedisce ai Padri conciliari di affermare, in particolare, che “la Chiesa guarda con stima anche i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra” (cf. n. 3). Sul piano dei principi, dunque, l’orizzonte sembra abbastanza chiaro, ma sul piano della realtà globale non si possono ignorare i problemi irrisolti e le difficoltà in atto, se effettivamente si vuole procedere nella direzione indicata dal Papa.__________________________________________________
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