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L'unico Mediatore Gesù Cristo 1Tim.2,5

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2009 15:41
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02/06/2009 07:03

Alcuni non cattolici obiettano dicendo: Paolo a Timoteo dice: Uno solo è il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Gesù Cristo.

Quindi se l'unico intercessore e intermediario è Gesù, come si fa a conciliare questo aspetto del culto dei santi?

Prima di tutto vediamo il significato di:

MEDIATORE:  s.m. (trice - Chi si interpone tra due o più persone perché si accordino o concludano un contratto; intermediario, sensale // Agg. che riguarda la mediazione, che esercita opera di mediazione.

Da molti anni quando pregavo o intercedevo presso i Santi  mi si diceva sempre da parte dei pentecostali che era sbagliato questo perché in 1 Timoteo 2:5 era scritto:

Uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Gesù Cristo

E in effetti questo verso un pò mi metteva in difficoltà, però, sinceramente non andavo a verificare con tutto il contensto, finchè qualche anno fà decisi di leggere tutto il contesto e mi sono accorto che estrapolato dal contesto, sembrava che dicesse che l'unico mediatore o intermediario deve essere solo Gesù Cristo e nessun altro, nel senso che deve essere solo lui a pregare per tutti noi o a intercedere, ma leggendo tutto il contesto  le cose cambiano per cui cari fratelli proviamo a leggerlo con tutto il contesto e vediamo se è veramente questo il significato di quello che ha scritto Paolo a Timoteo e precisamente 1 Timoteo 2:1-8:

Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domane, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Gesù Cristo, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo -dico la verità, non mentisco-, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza contese.

Avrete notato come è cambiato il detto di Paolo? Cosa abbiamo letto? Che cosa raccomanda Paolo a Timoteo? Che si facciano domande, suppliche, preghere e ringraziamenti per gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere: Non è che Paolo prega direttamente a Gesù per lui stesso? No! Lo chiede a Timoteo e tramite Timoteo ad altri, per altri. E questo pregare per altri come si chiama? Intercedere, intermediare. Ma se subito dopo, Paolo, scrive che l'unico mediatore tra Dio e gli uomini è Gesù Cristo, come mai chiede ad altri di intermediare per gli altri a Dio? Non una contraddizione? Non solo, ma dice chiaramente che la mediazione per gli altri, a Dio, è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio.

Allora Paolo cosa voleva dire quando disse: "Uno solo è il mediatore fra Dio e gli uomini"?

Cerchiamo di capirlo leggendolo attentamente: A un certo punto leggiamo: "...il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. ", e qual'è la conoscenza della verita?

E' quella che leggiamo nel verso seguente: "Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini. l'uomo Gesù Cristo, che ha dato se stesso in riscatto per tutti"

Nota: "...uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Gesù Cristo", "l'UOMO Gesù Cristo", non "DIO Gesù Cristo" ma "l'UOMO", perché l'uomo e non Dio? Leggendo ancora comprendiamo meglio: "che ha dato se stesso in riscatto per tutti".

Quindi Paolo in sostanza a Timoteo scrisse che tutti gli uomini dovevano arrivare alla conoscenza della verità che era la seguente: "Uno solo è Dio e uno solo è quello che ha mediato fra Dio e gli uomni dando se stesso, facendosi crocifiggere, per vincere la morte, il peccato, quindi dando se stesso per riscattare tutti noi, l'uomo, l'uomo Gesù Cristo".

Per cui Gesù è l'unico mediatore, nel senso che mediato, si è interposto come uomo, fra Dio e gli uomini per salvarci dalla morte con la sua crocifissione. Quinidi unico mediatore, non c'è stato, non c'è e non ci sarà nessuno che si farà crocifiggere per vincere la morte e salvarci.

Unico mediatore in questo senso e non nel senso che nessuno può essere mediatore presso Dio per chiedere delle grazie per noi e per gli altri, o gli altri per noi, perché è una cosa gradita e bella al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Come vedete, cari fratelli, questo verso è citato male, per dimostrare che non possiamo o non possono chiedere a Maria o ai Santi di intercedere per noi, le Sacre Scritture non proibiscono affatto questo, e in quel verso non parla affatto di preghiere.

[Modificato da Cattolico_Romano 03/06/2009 15:41]
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02/06/2009 07:04

Si può tenere  in considerazione quanto segue:

Cristo è ROCCIA, FIGLIO DI DIO, SACERDOTE, SANTO, BUONO, GIUSTO, CAPO, MAESTRO, MEDIATORE ecc..... PER ESSENZA PROPRIA, IN SENSO ASSOLUTO, mentre taluni uomini lo possono diventare il senso DERIVATO DA CRISTO, PER PARTECIPAZIONE, IN FUNZIONE DI LUI.

Ecco dunque quindi perchè si attribuiscono quei termini anche agli uomini che agiscono in nome e per conto di Cristo come facenti le sue funzioni, alcuni come sacerdoti, altri come maestri e padri, altri come capi, altri come santi oppure ancora come intercessori: sempre e solo grazie al fondamento che è e resta solo CRISTO, senza del quale nessuna di quelle funzioni avrebbe senso nè motivo di essere, nè alcun fondamento.

Occorre dunque ben discernere nella Scrittura l'uso dei termini in  senso assoluto da quelli di senso relativo.

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Ora potranno risultarci più chiare i seguenti paragrafi del nuovo catechismo a proposito dell'uso scritturale del termine UNICO MEDIATORE attribuito a Cristo:

618 La croce è l'unico sacrificio di Cristo, che è il solo "mediatore tra Dio e gli uomini" ( 1Tm 2,5 ). Ma, poiché nella sua Persona divina incarnata, "si è unito in certo modo ad ogni uomo", [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22] egli offre "a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale" [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22]. Egli chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo, [Cf Mt 16,24 ] poiché patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme [Cf 1Pt 2,21 ]. Infatti egli vuole associare al suo sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi beneficiari [Cf Mc 10,39; Gv 21,18-19; Col 1,24 ]. Ciò si compie in maniera eminente per sua Madre, associata più intimamente di qualsiasi altro al mistero della sua sofferenza redentrice [Cf Lc 2,35 ].

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2634 L'intercessione è una preghiera di domanda che ci conforma da vicino alla preghiera di Gesù. E' lui l'unico Intercessore presso il Padre in favore di tutti gli uomini, particolarmente dei peccatori [Cf Rm 8,34; 1Tm 2,5-8; 1Gv 2,1 ]. Egli "può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore" ( Eb 7,25 ). Lo Spirito Santo stesso "intercede per noi" e la sua intercessione "per i credenti" è "secondo i disegni di Dio" ( Rm 8,26-27 ).

 2635 Intercedere, chiedere in favore di un altro, dopo Abramo, è la prerogativa di un cuore in sintonia con la misericordia di Dio. Nel tempo della Chiesa, l'intercessione cristiana partecipa a quella di Cristo: è espressione della comunione dei santi. Nell'intercessione, colui che prega non cerca solo "il proprio interesse, ma anche quello degli altri" ( Fil 2,4 ), fino a pregare per coloro che gli fanno del male [Cf Stefano che prega per i suoi uccisori, come Gesù: cf At 7,60; Lc 23,28; Lc 23,34 ].

Da quanto espresso nel Catechismo ne consegue che Cristo è il MEDIATORE ed INTERCESSORE in senso assoluto; gli uomini possono esserlo in relazione a Lui, solo se associati a Lui; allo stesso modo che il tralcio porta il suo frutto quando è UNITO alla vite, senza del quale, da se stesso, non può far nulla.

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