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La Chiesa perseguitata

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2010 19:33
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02/08/2009 07:29

Folla di musulmani ha distrutto case e chiese con l'accusa di blasfemia

Nuove violenze in Pakistan

Attaccato un villaggio di cristiani


                                                      

Islamabad, 1. L'accusa di blasfemia nei confronti di una famiglia ha scatenato in Pakistan un violento attacco nei confronti della comunità cristiana. È accaduto nella provincia del Punjab, dove un intero villaggio, quello di Korian, è stato devastato dopo un raid condotto da migliaia di musulmani:  una sessantina di abitazioni e due chiese sono state distrutte, mentre un centinaio di famiglie sono state costrette alla fuga. Durante l'attacco al villaggio, fortunatamente, non ci sono stati morti.

La folla inferocita degli assalitori ha fra l'altro bloccato le strade d'ingresso al villaggio per diverse ore, impedendo in tal modo alla polizia e ai mezzi di soccorso dei pompieri di accedere in zona.

Il pretesto per l'attacco è stato il ritrovamento nei pressi di una casa di alcune pagine di un testo contenenti iscrizioni islamiche. I cristiani che abitavano nella dimora sono stati accusati di dissacrazione. A nulla sono servite le spiegazioni e le scuse della famiglia che ha escluso qualsiasi volontà di offendere l'altrui religione. Successivamente, la comunità musulmana riunitasi ha decretato l'accusa di blasfemia nei confronti di Maometto che comporta in Pakistan la sentenza di morte e di blasfemia nei confronti del Corano che, invece, è punibile con il carcere a vita. Mosse dal furore, migliaia di persone si sono quindi dirette verso il villaggio con l'obiettivo di cancellare ogni traccia della presenza cristiana. Oltre ad aver devastato le case e le chiese, i musulmani hanno fatto razzia di ogni bene appartenente alle famiglie, compresi i capi di bestiame.

La Chiesa cattolica chiede alle autorità di investigare. "Non si può che piangere dopo la scia di distruzione. L'attacco - afferma padre Aftab James Paul, responsabile dell'ufficio per il dialogo interreligioso della diocesi di Faisalabad - è un altro esempio di ostilità a cui è stato dato un colore religioso. Domanderemo alla polizia di arrestare i colpevoli".
Il governatore del Punjab, Shahbaz Sharif, ha condannato l'episodio e ha espresso altresì dispiacere per la distruzione delle abitazioni e il furto del bestiame. Il governatore ha anche sollecitato le autorità di sicurezza a garantire il controllo del territorio.

Il Pakistan è una delle nazioni dove si concentra maggiormente l'estremismo islamico e dove la sopravvivenza dei cristiani è resa difficile da continue violenze. I cristiani sono poco più di tre milioni su una popolazione di oltre centosessanta e rappresentano la minoranza religiosa più numerosa nel Paese. Dopo l'11 settembre 2001, data del crollo delle Torri gemelle a New York, l'intolleranza nei confronti della comunità cristiana è andata via via aumentando, provocando una lunga serie di episodi di violenza. Alla fine di giugno per esempio, sempre nel Punjab, una folla di circa seicento musulmani ha preso d'assalto le case di cristiani nel villaggio di Bahmani. Anche in quel caso, i leader della moschea locale hanno incitato alla violenza gli abitanti musulmani del villaggio accusando i cristiani di blasfemia.

La Commissione nazionale di giustizia e pace (Ncjp) della Chiesa cattolica in Pakistan rileva che è in atto un disegno di conflittualità radicato e strategico che attiene a posizioni d'intolleranza, anche se non si esclude la possibilità del dialogo e della riconciliazione. L'organismo ha peraltro ribadito al Governo pakistano la richiesta di tutelare e proteggere le minoranze religiose, che non possono - si specifica - essere terrorizzate, minacciate e assalite senza che l'autorità governativa intervenga. La Commissione ha fra l'altro posto l'accento sulle legge sulla blasfemia che viene spesso strumentalizzata per colpire le minoranze.

Nonostante la forte tensione che si vive nel Paese, le organizzazioni di soccorso in Pakistan, soprattutto per l'assistenza ai rifugiati della valle dello Swat, mantengono il loro impegno. Il segretario esecutivo della Ncjp, Peter Jacob, sottolinea che "c'è una situazione generale che desta preoccupazione. Il Pakistan sta vivendo una fase di transizione nel processo di democratizzazione.  Ma  questa  situazione  non ci impedisce di proseguire la nostra opera".



(©L'Osservatore Romano - 2 agosto 2009)
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