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Il cardinale Tauran al congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali ad Astana

Ultimo Aggiornamento: 07/07/2009 17:30
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Il cardinale Tauran al congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali ad Astana

Il ruolo delle religioni per l'unità della famiglia umana


Astana, 6. "L'unità della famiglia umana è il fondamento ultimo di una solidarietà globale e la base della ricerca di valori etici comuni, che fortunatamente ai nostri giorni suscitano un interesse crescente". Lo ha sottolineato il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso - il quale guidava una delegazione in rappresentanza della Santa Sede - intervenendo alla terza edizione del Congresso che, con decorrenza triennale, raduna ad Astana, su iniziativa del presidente della Repubblica del Kazakhstan Nursultan A. Nazarbayev, i rappresentanti delle maggiori confessioni religiose del mondo, personalità di rilievo internazionale della politica e della cultura.

L'incontro è stato dedicato alla riflessione sul ruolo delle religioni nella costruzione di un mondo di tolleranza, di mutuo rispetto e di collaborazione. Tre tavole rotonde hanno offerto contributi per l'approfondimento di alcune tematiche, come l'individuazione di valori etici e spirituali per un'etica universale, i possibili campi di dialogo e di cooperazione, le prospettive di solidarietà specialmente in tempo di crisi.

"I credenti - ha rilevato il porporato - ritengono che l'etica non solo possa produrre norme di comportamento, ma debba anche plasmare la coscienza umana e contribuire a scoprire le esigenze della legge naturale:  dobbiamo fare il bene ed evitare il male. Questo è un principio fondamentale che si impone su tutti e che permette il dialogo fra persone di diverse culture e religioni. In quanto credenti, dunque, dobbiamo riuscire a indicare ai nostri fratelli, uomini e donne, che i nostri valori sono fondamentali per loro al fine di promuovere la comprensione e il riconoscimento reciproci e la cooperazione fra tutti i membri della famiglia umana".

Il cardinale Tauran ha citato la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, "una delle espressioni più alte della coscienza della storia moderna", che, senza dubbio, ha contribuito a rendere gli uomini e le donne del nostro tempo "consapevoli del patrimonio di valori inerenti alla famiglia umana e alla sua dignità". Ciononostante i credenti si trovano nella posizione "di illuminare il prossimo insegnando che l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Sono stati creati uguali. Hanno ricevuto dal Creatore diritti inalienabili fra cui quello di vivere, di essere liberi e di perseguire la felicità".

"Di conseguenza - ha detto il porporato - dobbiamo valutare il progresso della scienza e della tecnologia non solo in base ai loro risultati, ma anche secondo la loro capacità di difendere la specificità della persona umana e di controllare che i valori spirituali fondamentali prevalgano sulle nostre reazioni istintive". È per questo che Benedetto XVI ricorda tanto spesso la nobiltà della ragione che si manifesta mediante un comportamento autenticamente umano della persona e della società. È quindi sempre urgente "verificare che nella nostra vita la verità prevalga sull'ambiguità. Bisognerebbe contrastare la tendenza a separare i diritti umani dalle dimensioni etica e razionale". Secondo il cardinale Tauran il legislatore dovrebbe agire "in modo eticamente responsabile perché la politica non può prescindere dall'etica e il diritto civile e l'ordine legale non possono prescindere dalla superiore legge morale".

"Le grandi saggezze e filosofie religiose - ha concluso il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso - devono testimoniare l'esistenza di un patrimonio morale ampiamente condiviso, che forma la base di ogni dialogo su questioni morali. Tale patrimonio esprime un messaggio etico universale che l'uomo può decifrare. La forma e l'ampiezza di queste tradizioni possono differire in maniera considerevole secondo culture e situazioni, ma, nonostante questo, ci ricordano l'esistenza di un patrimonio di valori morali comuni a tutti gli esseri umani".


(©L'Osservatore Romano - 6-7 luglio 2009)
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