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LETTERA APOSTOLICA "MOTU PROPRIO" ECCLESIAE UNITATEM

Ultimo Aggiornamento: 09/07/2009 18:52
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LETTERA APOSTOLICA "MOTU PROPRIO"

ECCLESIAE UNITATEM

DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI
A PROPOSITO DELLA COMMISSIONE ECCLESIA DEI

1. Il compito di custodire l'unità della Chiesa, con la sollecitudine di offrire a tutti gli aiuti per rispondere nei modi opportuni a questa vocazione e grazia divina, spetta in modo particolare al Successore dell'Apostolo Pietro, il quale è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei Vescovi che dei fedeli[1]. La priorità suprema e fondamentale della Chiesa, in ogni tempo, di condurre gli uomini verso l’incontro con Dio deve essere favorita mediante l'impegno di giungere alla comune testimonianza di fede di tutti i cristiani.

2. Nella fedeltà a tale mandato, all'indomani dell'atto con cui l'Arcivescovo Marcel Lefebvre, il 30 giugno 1988, conferì illecitamente l'ordinazione episcopale a quattro sacerdoti, il Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, istituì, il 2 luglio 1988, la Pontificia Commissione Ecclesia Dei "con il compito di collaborare con i Vescovi, con i Dicasteri della Curia Romana e con gli ambienti interessati, allo scopo di facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata da Mons. Lefebvre, che desiderino rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiesa Cattolica, conservando le loro tradizioni spirituali e liturgiche, alla luce del Protocollo firmato lo scorso 5 maggio dal Cardinale Ratzinger e da Mons. Lefebvre"[2].

3. In questa linea, aderendo fedelmente al medesimo compito di servire la comunione universale della Chiesa nella sua manifestazione anche visibile e compiendo ogni sforzo perché a tutti quelli che hanno veramente il desiderio dell'unità sia reso possibile di rimanervi o di ritrovarla, ho voluto ampliare e aggiornare, con il Motu Proprio Summorum Pontificum, l'indicazione generale già contenuta nel Motu Proprio Ecclesia Dei circa la possibilità di usare il Missale Romanum del 1962, attraverso norme più precise e dettagliate[3].

4. Nello stesso spirito e con il medesimo impegno di favorire il superamento di ogni frattura e divisione nella Chiesa e di guarire una ferita sentita in modo sempre più doloroso nel tessuto ecclesiale, ho voluto rimettere la scomunica ai quattro Vescovi ordinati illecitamente da Mons. Lefebvre. Con tale decisione, ho inteso togliere un impedimento che poteva pregiudicare l’apertura di una porta al dialogo e invitare così i Vescovi e la "Fraternità San Pio X" a ritrovare il cammino verso la piena comunione con la Chiesa. Come ho spiegato nella Lettera ai Vescovi cattolici del 10 marzo scorso, la remissione della scomunica è stata un provvedimento nell'ambito della disciplina ecclesiastica per liberare le persone dal peso di coscienza rappresentato dalla censura ecclesiastica più grave. Ma le questioni dottrinali, ovviamente, rimangono e, finché non saranno chiarite, la Fraternità non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero.

5. Proprio perché i problemi che devono ora essere trattati con la Fraternità sono di natura essenzialmente dottrinale, ho deciso  - a ventuno anni dal Motu Proprio Ecclesia Dei, e conformemente a quanto mi ero riservato di fare[4] - di ripensare la struttura della Commissione Ecclesia Dei, collegandola in modo stretto con la Congregazione per la Dottrina della Fede.

6. La Pontificia Commissione Ecclesia Dei avrà, pertanto, la seguente configurazione:

a) Il Presidente della Commissione è il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

b) La Commissione ha una propria tabella organica composta dal Segretario e da Officiali.

c) Sarà compito del Presidente, coadiuvato dal Segretario, sottoporre i principali casi e le questioni di carattere dottrinale allo studio e al discernimento delle istanze ordinarie della Congregazione per la Dottrina della Fede, nonché sottometterne le risultanze alle superiori disposizioni del Sommo Pontefice.

7. Con questa decisione ho voluto, in particolare, mostrare paterna sollecitudine verso la "Fraternità San Pio X" al fine di ritrovare la piena comunione con la Chiesa.

Rivolgo a tutti un pressante invito a pregare senza sosta il Signore, per l'intercessione della Beata Vergine Maria, "ut unum sint".

Dato a Roma, presso San Pietro, il 2 luglio 2009, anno quinto del Nostro Pontificato.

BENEDICTUS PP. XVI


 



[1] Cfr CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen Gentium, 23; CONC. ECUM. VAT. I, Cost. dogm. sulla Chiesa di Cristo Pastor aeternus, cap. 3: DS 3060.

[2] GIOVANNI PAOLO II, Litt. Ap. Motu proprio datae Ecclesia Dei  (2 luglio 1988), n. 6: AAS 80 (1988), 1498.

[3] Cfr BENEDETTO XVI, Litt. Ap. Motu proprio datae Summorum Pontificum (7 luglio 2007): AAS 99 (2007), 777-781.

[4] Cfr. ibid. art. 11, 781.

© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana

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Comunicato del Cardinal Levada sul Motu proprio "Ecclesiae unitatem"

Il dialogo con la Fraternità San Pio X sarà ora essenzialmente dottrinale


CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 8 luglio 2009 (ZENIT.org).-

Riportiamo di seguito un comunicato del Cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, diffuso questo mercoledì dalla Sala Stampa della Santa Sede in occasione della pubblicazione della Lettera Motu proprio "Ecclesiae unitatem" di Benedetto XVI.

                                                                           * * *

Secondo quanto anticipato nella Lettera del Santo Padre ai Vescovi della Chiesa Cattolica riguardo alla remissione della scomunica dei quattro vescovi consacrati dall'arcivescovo Lefebvre (10 marzo 2009), viene pubblicata in data odierna la Lettera Motu proprio "Ecclesiae unitatem", con la quale viene ripensata e aggiornata la struttura della Pontificia Commissione Ecc lesia Dei, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1988.

Con il Motu proprio "Ecclesiae unitatem" viene innanzitutto spiegato il motivo principale di tale ristrutturazione. La remissione della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani è stato un provvedimento nell'ambito della disciplina canonica per liberare le persone dal peso della più grave censura ecclesiastica, pur nella consapevolezza che le questioni dottrinali rimangono e finché non siano chiarite, la "Fraternità sacerdotale S. Pio X" non può godere di uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa. Dato quindi che i problemi sono di natura essenzialmente dottrinale, il Santo Padre ha deciso di ripensare la struttura della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, collegandola in modo stretto con la Congregazione per la Dottrina della Fede.

La Pontificia Commissione E cclesia Dei, mantiene l'attuale configurazione, con alcune modifiche nella sua struttura, che qui si riassumono:

1) Il Presidente della Commissione è il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

2) La Commissione, con una propria tabella organica, è composta dal Segretario e da Officiali.

3) Compito del Cardinale Presidente, coadiuvato dal Segretario, è di riferire i principali casi e le questioni di carattere dottrinale all'esame e al giudizio delle istanze ordinarie della Congregazione per la Dottrina della Fede (Consulta e Membri della Sessione Ordinaria / Plenaria), e sottometterne le risultanze alle supreme disposizioni del Sommo Pontefice.

Il Cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e ora nominato Presidente della Commissione Ecclesia Dei, ha espresso la sua gratitudine al Santo Padre per la fiducia mostrata con questa decisione, assicurando il Santo Padre, anche a nome degli Officiali della Congregazione per la Dottrina della Fede, dell'impegno per il dialogo dottrinale con la Fraternità Sacerdotale di San Pio X.

Il Santo Padre, con Lettera autografa, ha vivamente ringraziato il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, finora Presidente, per la sua grande dedizione al lavoro della Commissione Ecclesia Dei. Ugualmente, il Santo Padre, tramite il Cardinale Segretario di Stato, ha ringraziato Mons. Camille Perl per tanti anni di servizio alla medesima Commissione. A tali ringraziamenti si è unito anche il Cardinale Levada, estendendoli ai Membri ed Esperti della Commissione il cui lavoro sarà ora ripreso dai Membri della Congregazione per la Dottrina della Fede nonché da esperti scelti secondo le necessità per studiare questioni particolari.

Dando il benvenuto alla nomina di Mons. Guido Pozzo a Segretario della Commissione, il Cardinale Levada ha rilevato la preparazione di Mons. P ozzo e il suo particolare interesse per le questioni di competenza della Commissione Ecclesia Dei. Finora, Mons. Pozzo è stato Aiutante di studio dell'Ufficio Dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede e Segretario Aggiunto della Commissione Teologica Internazionale.

Con il Motu proprio oggi pubblicato, il Santo Padre ha voluto mostrare particolare e paterna sollecitudine verso la "Fraternità San Pio X", al fine di superare le difficoltà che ancora permangono per il raggiungimento della piena comunione con la Chiesa.
[Modificato da Cattolico_Romano 09/07/2009 18:52]
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