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Il tuo esempio comunque non escluderebbe che Dio avrebbe creato tutto con un destino comune, quell'unica uscita. Ma anche qui ci sarebbero parecchie domande, la prima che mi viene è come può l'empio ricevere lo stesso dono del giusto? Le nostre opere a cosa gioverebbero se indefinitiva Dio salverà tutti? A cosa è giovato il sacrificio di Cristo se anche coloro che lo hanno disprezzato si salveranno insieme a chi ha sofferto per Cristo?
Il problema si pone, secondo me, in questi termini: Dio è infinitamente giusto e misericordioso, però l'uomo nasce discriminato l'uno rispetto all'altro caratterialmente e psichicamente, l'ambiente familiare e il contesto sociale completano l'opera condizionandone la formazione, tanto che questi può diventare un santo oppure un delinquente che non percepisce sensi di colpa. Il primo perchè avrà compreso i veri valori, il secondo evidentemente no. Domanda: si può condannare ad una pena eterna chi non è riuscito a comprendere? Quindi, come conciliare la giustizia divina con questi aspetti giù di partenza discriminatori? La soluzione di questo quesito darebbe una risposta anche alle tue legittime domande. Qui però mi fermo, perchè a questo punto è giusto che ognuno trovi dentro di sè le possibili risposte. Solo una cosa: quell'unica uscita non è detto che si trovi solo nel piano materiale, ma anche in un successivo percorso spirituale che nessuno di noi può conoscere con certezza. La differenza è che sul piano materiale è sempre possibile riparare i danni causati, mentre in quello spirituale no, e quindi le difficoltà e la sofferenza saranno di gran lunga maggiori anche nei tempi finchè non si avrà pienamente compreso e ci si sarà di conseguenza purificati. L'amore e la misericordia di Dio si riverebbero proprio nel lasciarci sempre aperta questa possibilità di ritorno a Lui ... Questo è ciò che auspico e spero.
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