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santa Brigida di Svezia

Ultimo Aggiornamento: 23/07/2009 11:36
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23/07/2009 11:36

Dieci anni fa la proclamazione di santa Brigida di Svezia a compatrona del continente

Una donna alle radici dell'unità europea


Il prossimo 1° ottobre ricorrerà il decimo anniversario della proclamazione di santa Brigida a compatrona d'Europa. È del tutto evidente l'opportunità di tornare a riflettere su Brigida - di cui il 23 luglio la Chiesa festeggia la memoria liturgica - "santa europea" e donna di pace, avendo sempre nel cuore "la speranza di costruire un mondo più giusto e più degno dell'uomo", per citare la lettera apostolica di Giovanni Paolo II per la proclamazione a compatrona d'Europa. In ambito europeo, Brigida costituisce una delle più alte espressioni di quella speranza. Ella intuì, infatti, come la pace e l'unità dell'Europa fossero strettamente legate alla pace e all'unità nella Chiesa, e fece suo l'anelito alla costruzione di "un mondo più giusto e più umano", assumendone personalmente la responsabilità. La sua testimonianza cristiana ha una forte incidenza politica, come si evince dall'itinerario stesso della sua vita.

Già dalle prime iniziative di Brigida si nota la determinazione a costruire la pace, sfruttando gli strumenti a sua disposizione. Grazie alla sua posizione presso la corte di Svezia, Brigida poté chiedere a re Magnus il sostegno necessario a realizzare alcune importanti missioni internazionali.



Durante l'estate del 1348, il vescovo di Abo, Hemming, e il priore Petrus Olavi, vennero inviati ai re di Francia e d'Inghilterra quali latori di una lettera che esortava alla pace, proponendo una soluzione della questione dinastica secondo le modalità suggerite da Brigida al re di Svezia. Nel corso della missione, i due ecclesiastici si recarono anche ad Avignone, presso Papa Clemente vi, per invitarlo a farsi mediatore di pace fra i due belligeranti e chiedergli di fare al più presto ritorno a Roma:  tutte iniziative suggerite da Brigida.

La missione non ebbe i risultati sperati, fatto che mosse la donna ad andare lontano dai confini del proprio Paese, verso il grande mondo, identificato nella città di Roma. Ella avvertì cioè il bisogno di "uscire" dal proprio ambiente per testimoniare il Vangelo. Roma aveva anzitutto una valenza spirituale, ma a questo si collegava il desiderio di intervenire per impedire la dissoluzione dell'unità ecclesiale, un rischio percepito come imminente. Scelse allora di trasferirsi nel cuore del cattolicesimo. I biografi raccontano che fu il Signore stesso ad affidargli tale missione, in una visione ricevuta nel 1344:  "Vai a Roma, le cui vie sono imbevute del sangue dei martiri!".

Da Roma Brigida poté ricercare l'unità e la pace europea, e il rinnovamento della Chiesa, da avviarsi attraverso il ritorno del Papa nella sua sede naturale.
Nella città dei sette colli Brigida giunse finalmente nell'autunno del 1349. Alloggiò inizialmente in un edificio situato nei pressi dell'attuale Palazzo della Cancelleria, per poi trasferirsi, quattro anni dopo, in una casa di proprietà di Francesca Papazuri, presso l'allora Campo de' Fiori, l'attuale piazza Farnese. La missione cui era chiamata le fu indicata dalla Vergine Maria in una visione, secondo la quale "se tutti i giardini del mondo intero fossero messi insieme e confrontati con Roma, sicuramente essa sarebbe tanto ricca di martiri quanto quelli, poiché questa città è stata eletta per l'amore di Dio".

I tempi tuttavia erano tristi. Il messaggio udito da Brigida così proseguiva:  "Anticamente in questa città dimorava la giustizia, e i suoi principi erano i principi della pace. Adesso essa si è data al peccato ed i suoi principi sono assassini. O Roma, se tu conoscessi i tuoi giorni, piangeresti di certo e non ti rallegreresti". Si ritrova qui l'eco delle grandi profezie dell'Antico Testamento. Ma in quella Roma antica e maestra, in quel momento storico difficile, fu una straniera, una donna del Nord Europa, a essere chiamata alla profezia.

La decadenza spirituale della città, riflessa nello stato di abbandono in cui versava, apparve evidente agli occhi di Brigida. Non sempre però le sue parole profetiche trovarono ascolto. Talvolta provocarono forte irritazione nei romani, che la accusarono d'eresia e stregoneria, e minacciarono di metterla al rogo. Durante i lunghi anni romani Brigida fu più volte sul punto di scoraggiarsi, vedendo allontanarsi il sogno del ritorno del Papa. Anche i successori di Clemente vi si rifiutarono di esaudirla. Fu allora che emerse, nelle difficoltà, un altro aspetto importante della sua spiritualità:  non aver paura di andare controcorrente, e non rassegnarsi quando l'entusiasmo si affievolisce.

La sua voce mise gli uomini dinanzi alla scelta fra vita eterna e morte eterna. Fu sempre voce di un profeta che ammoniva e non andava alla ricerca del successo mondano. Le difficoltà che incontrò furono accettate alla luce della passione del Signore, dell'umanità di Gesù sofferente per gli uomini. Brigida, in quei momenti, divenne partecipe della passione e sperimentò la medesima esperienza di Francesco d'Assisi, che aveva incontrato misticamente il 4 ottobre 1351 a Ripa in Trastevere, accogliendo l'invito del poverello "ad andare nella sua stanza", cioè a recarsi in pellegrinaggio ad Assisi. Nel frattempo, una visione dell'apostolo Pietro la confermava nella speranza:  "Ti dico - furono le sue parole - che sarai ancora in vita quando si udirà il grido "Viva il vicario di Pietro!". Tu lo vedrai con i tuoi occhi, poiché io demolirò il monte della lussuria, e coloro che si siedono sopra cadranno giù".

A Clemente vi, morto nel 1352, successe Innocenzo vi, che scelse di perpetuare la cattività. Il primo Papa che Brigida riuscì a incontrare fu Urbano v, eletto nel 1362. Il 30 aprile 1367 questi, pur essendo originario della Francia meridionale, lasciò Avignone e, dopo aver trascorso l'estate a Viterbo, il 16 ottobre fece il suo ingresso a Roma. Dove, un anno e mezzo dopo, il 1° novembre 1368, l'imperatore Carlo fu solennemente incoronato. Segno che anche il potere imperiale ritornava a sottomettersi a Roma, e dunque che il sogno di unità per il quale Brigida aveva tanto lavorato e sofferto, era finalmente sul punto di realizzarsi. Purtroppo però il Papa, dopo alcuni anni, decise di trasferirsi nuovamente ad Avignone, nella sua terra, nonostante gli insistenti tentativi di Brigida di farlo desistere da tale proposito, che la santa avvertiva contrastante con la volontà di Dio.

Le speranze si riaccesero con l'elezione  al  soglio  pontificio  di  Gregorio xi, il cardinale Pierre Roger, figura ben nota a Brigida, ormai anziana. Di nuovo, nella sua vita si fece sentire la voce del Signore che invitava a partire ancora, proprio lei, ormai stanca e affaticata:  "Parti ora da Roma e va' a Gerusalemme! Perché dai colpa alla tua vecchiaia? Io sono il Creatore della natura. Io posso indebolire e rafforzare  la natura come a me piace. Io sarò con voi, guiderò il vostro cammino e vi condurrò da Roma e sul ritorno, e vi fornirò tutto il necessario, anche più di quanto abbiate mai avuto prima".

Gerusalemme! Una donna ormai quasi settantenne, in tempi così difficili, poteva gettarsi in una simile impresa solo affidandosi esclusivamente al sostegno di Dio. Fu quello il suo bastone di pellegrina. Il 14 marzo 1372 Brigida salpò da Napoli e l'11 maggio giunse nella città santa, dove, nella cappella del Monte Calvario, avrebbe ricevuto alcune delle visioni più profonde del venerdì santo. Vi rimase oltre quattro mesi, frequentando assiduamente la basilica del Santo Sepolcro, prima d'iniziare il viaggio di ritorno. Anche nel suo ultimo anno di vita, a Roma, la santa tornò a impegnarsi nella missione di far tornare il Papa e di riformare la Chiesa.

L'intera vita di Brigida è stata dunque un pellegrinaggio sulle orme di Cristo, degli apostoli e dei santi, passando per Roma fino a Gerusalemme. Ma la storia di questa donna del Nord si ripropone oggi, all'inizio di questo nuovo millennio, come un paradigma di vita cristiana. In un tempo in cui era difficile viaggiare, Brigida volle uscire dalla sua terra e dal suo mondo. E il suo cammino fu benedetto soprattutto dalle visioni, sempre più frequenti, che la guidavano e l'orientavano nel vasto mondo della Chiesa e dei popoli.
Il suo carisma rifulse durante il giubileo del 1350, in una Roma difficile e piena di tensioni. Si realizzò allora, una volta di più nella storia della Chiesa, quell'incontro tutto particolare, stretto, affettuoso, essenziale, tra il ministero di Pietro e il carisma profetico  di una santa. In passato, Innocenzo iii aveva intuito che il poverello d'Assisi avrebbe sorretto la basilica del Laterano prossima a crollare, con un'immagine ovviamente riferita alla crisi della Chiesa di Roma. Brigida, con il suo carisma, ma senza sostituirsi all'autorità gerarchica, affermò il legame inscindibile tra il Papa e Roma. La sua vicenda mostra ancora oggi a tutti il bisogno d'una Chiesa unita e apostolica, seppure provata dai tempi e dalle debolezze umane; di una Chiesa in cui vi sia posto per tanti, per i molteplici ministeri, per i diversi carismi, per tutti. A dieci anni di distanza, risuonano pertanto ancora nella loro saggezza le parole di Papa Wojtyla nel proclamare Brigida una delle "tre sante per la casa comune" d'Europa:  "Santa Brigida rinvia all'estremo Nord dell'Europa, dove il Continente quasi si raccoglie in unità con le altre parti del mondo". È questa unità che Brigida ci chiede di continuare a perseguire con convinzione. (marco impagliazzo)


(©L'Osservatore Romano - 23 luglio 2009)
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