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Gesù tace e noi?

Ultimo Aggiornamento: 12/08/2009 10:15
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08/08/2009 16:43

Nei versetti in calce, tratti dai vangeli di Matteo e di Luca, Gesù non risponde alle accuse che gli fanno.

Il fatto che Matteo e Luca non facciano rispondere Gesù ciò non significa che Gesù non rispose, anzi tutt'altro.
Innanzi tutto i testi che hai citato sono mancanti entrambi di alcuni versetti precedenti sia di Matteo sia di Luca, che recitano così:


Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: "Sei tu il re dei Giudei?". Gesù rispose "Tu lo dici".  (Matteo 27:11)

1] Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato

[2] e cominciarono ad accusarlo: "Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re".

[3] Pilato lo interrogò: "Sei tu il re dei Giudei?". Ed egli rispose: "Tu lo dici".  (Lc 23:1-3)

In questi versetti citati, alla domanda di Pilato, Gesù risponde, quindi non tace.

Nello stesso testo, alcuni versetti dopo leggiamo:

[6] Udito ciò, Pilato domandò se era Galileo

[7] e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme. (Lc. 23:6-7)


Pilato si domanda se Gesù fosse o meno un Galileo, qualora lo fosse stato doveva essere Erode a giudicare l'operato di quell'uomo, come ha saputo pilato che Gesù fosse un Galileo? Io credo che Gesù stesso glielo disse.

Sempre in Luca nel capitolo precedente leggiamo:

"Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano,  lo bendavano e gli dicevano: "Indovina: chi ti ha colpito?". 
E molti altri insulti dicevano contro di lui.
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero:
"Se tu sei il Cristo, diccelo".
Gesù rispose: "Anche se ve lo dico, non mi crederete;
se vi interrogo, non mi risponderete.
Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio".
Allora tutti esclamarono: "Tu dunque sei il Figlio di Dio?".
Ed egli disse loro: "Lo dite voi stessi: io lo sono".
Risposero: "Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca".
  (Lc. 22:63-71)

Il Vangelo di Giovanni conferma tale interrogatorio:

"Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.
Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.
Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto".
Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?".
Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?". 
Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: "Non sei anche tu dei suoi discepoli?". Egli lo negò e disse: "Non lo sono".
Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Non ti ho forse visto con lui nel giardino?".
Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.
Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: "Che accusa portate contro quest'uomo?".
Gli risposero: "Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato".
Allora Pilato disse loro: "Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!". Gli risposero i Giudei: "A noi non è consentito mettere a morte nessuno".
Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: "Tu sei il re dei Giudei?".
Gesù rispose: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?".
Pilato rispose: "Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?".
Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù".
Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?".
Rispose Gesù: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".
Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?". E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo in lui nessuna colpa.  (Gv. 18:19-38)

Dunque chi sostiene che Gesù tacque evidentemente non ha mai letto i Vangeli.


Dobbiamo sempre fare così anche noi?

Come dimostrato sopra Gesù rispose, quindi dobbiamo anche noi difenderci, oltre a essere un diritto costituzionale il difendersi dalle accuse, è un diritto naturale farlo, poi consiglio di leggere negli Atti degli Apostoli cosa fecero Pietro e Giovanni prima nel Sinedrio e poi in seguito Paolo, giustamente si difesero così come fece anche il primo martire della Chiesa, santo Stefano.
[Modificato da Cattolico_Romano 08/08/2009 16:44]
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