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Vorrei solo fare un'osservazione. Uno spirito, che non sia di luce, può esprimersi solo per ciò che può sapere, e questo suo sapere è il bagaglio delle esperienze, nel bene e nel male, che si è portato con sè. Nel momento in cui fa certe affermazioni non fa che esprimere la sua verità, come nel caso della manifestazione di Annetta a Clara. Lo stato in cui il suo spirito si ritrova è certamente quello che racconta e che per lei rappresenta l'unica realtà alla quale è convinta di non potersi mai più sottrarre. Cosa che, del resto, non potrà mai accadere persistendo in quella convinzione. Ma c'è pur sempre un'eternità davanti a lei, e nessuno può affermare con assoluta sicurezza se una qualsiasi scintilla prodotta dalla misericordia divina non possa innescare qualcosa che potrebbe in qualche modo costituire un appiglio per una lunghissima e sofferta risalita. Sì, lo so cosa dice il catechismo al riguardo ma, quando si parla di pena eterna, non si potrebbe forse meglio intendere qualcosa senza scadenza? Al primo posto io colloco la misericordia e la giustizia divina, e tutto il resto non può che conciliarsi con esse. E' dannato solo chi si ostina ad esserlo e non è Dio che condanna, ma è lo spirito che si auto-condanna. Tuttavia, torno a ripetere che nessuno può conoscere il percorso che dovrà subire nel tempo quello spirito, neppure lui stesso.
Ah, il nome corretto non è Pellegrino Emetti, ma Pellegrino Ernetti. Fu un allievo di padre Gemelli e con lui ebbe esperienze di natura spiritualistica. Pochi sanno che padre Gemelli ebbe esperienze di metafonia (o psicofonia) attraverso un registratore (allora c'era solo il Geloso a nastro), e che questi esperimenti furono portati da lui e padre Ernetti a conoscenza del papa di allora, Pio XII, il quale, dopo aver sentito la riproduzione del nastro, li incoraggiò a continuare la ricerca. Tutto questo l'ho udito direttamente dalla viva voce di Padre Ernetti che ho avuto modo a suo tempo di conoscere.
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