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Caro Gino, il Concilio Lateranense non è un Concilio Ecumenico, e per la Teologia Cattolica, solo i Concili Ecumenici godono dell'infallibilità dogmatica, ciò che dice quel Concilio fa parte del Magistero ordinario, quindi può essere messo in discussione senza essere condannato per eresia. Sono d'accordo con Caterina quando asserisce: Il concetto di Concilio ECUMENICO significa solo la partecipazione più o meno universale, ma non vincola assolutamente i concili NON ecumenici dalla medesima importanza... Lo stesso Pontefice potrebbe pronunciarsi in materia dottrinale SENZA indire un Concilio che la sua proclamazione ha valore definitivo ed universale, leggasi appunto la proclamazione dell'Immacolata e dell'Assunta... Dunque non è sostenibile l'asserzione che il solo concilio ecumenico goda dell'infalllibilità dogmatica L'espressione dògma poieisthai significa: deliberare, emettere un decreto. È a questa espressione che bisogna riferirsi quando si parla di "dogma della Chiesa". Si tratta di un decreto o delibera emesso dal Papa o da un Concilio in unione con il Papa, per definire una verità di fede, che prima era oggetto di discussione. I compiti particolari del magistero
(da magisterium = ufficio di insegnare) sono molteplici e di diverso valore: Quello primario è la difesa autoritativa dell’integrità cattolica e dell’unità della fede e dei costumi. Ciò comporta l’interpretazione autentica della Scrittura, la condanna delle deviazioni, l’insegnamento di verità che si avvertono come attuali al presente. Il compito di definire la fede è secondario rispetto al custodire fedelmente il deposito. Al partito estremo del "definire" si perviene solo costretti dalla necessità, quando la verità urta con l’errore. Spetta al magistero la cura dell’oggettività della fede cristiana affinché tale fede sia conforme a quella apostolica. Il magistero infatti non aggiunge una nuova rivelazione rispetto a quella avuta in Cristo, la custodisce e la esplicita (= sviluppo dogmatico). Cos’è un DOGMA? (greco: opinione -decreto(gre «Dogma in senso stretto è una dottrina nella quale la Chiesa propone in maniera definitiva una verità rivelata, in una forma che vincola il popolo cristiano nella sua totalità, in modo che la sua negazione è respinta come eresia». L’ortodossia (= retta fede) preesiste aldogma solo allo stato di convinzione di fede pregata e vissuta; è l’urto con ciò che propone qualcosa di diverso (= eresia), a far sì che venga meglio dichiarata: una verità "non viene definita" se non quando viene violata Allora bisogna intervenire con gli, che hanno una duplice funzione: 1) l’una, in forma negativa, si esprime ogni volta che la Chiesa ha la coscienza viva che,confessione cristiana non è più, semplicemente, confessione cristiana; 2) l’altra, in forma positiva, si enuncia ogni qualvolta la Chiesa intende formulare in maniera precisa e non equivoca, ciò che è costitutivo della retta (orthos) confessione (doxa) ecclesiale. Come si vede, il dogma è totalmente al servizio della confessione di fede, ne costituisce in qualche modo la ‘copertura’: una ‘preservazione di senso’, dai contorni però ben precisi e delimitati che nondeve impedire alla teologia e al sensum fidelium di avanzare al di là del dogma nella profondità della fede pensata, celebrata e vissuta. |
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