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2) Chi è costui? Il secondo punto su cui volevo soffermarmi, dopo la corrispondenza, è che questo è l'inizio di un percorso, che culmina nella domanda: chi è Costui che mi corrisponde così? Noi siamo circondati, come dicevamo prima, da fatti eccezionali, che a volte fanno scattare la domanda; ma spesso noi questo percorso non lo facciamo e siamo lì, come i giudei, sospesi. «Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente"». Vogliono, cioè, una risposta che risparmi loro l'impegno del proprio umano, della propria ragione e della propria libertà. Ma Gesù non cede - mi dispiace... -: «Gesù rispose loro: "Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete, perché non siete mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola"». Aveva detto in precedenza: «Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato». Noi siamo, come i giudei, davanti a delle opere, a dei fatti, a dei testimoni, a questa diversità umana. Vediamo una valanga di segni di un miracolo presente; ma c'è come una paura di perderlo un istante dopo. Perché non sappiamo di che si tratta (se uno ha fatto esperienza che l'acqua bagna, è possibile che il giorno dopo abbia il dubbio se bagnerà ancora?). Cioè, non è conoscenza. La nostra paura incomincia nell'istante in cui blocchiamo il percorso della conoscenza, della co-noscenza di quella bellezza che mi ferisce, che io non posso evitare di avere davanti. A chi può venire la paura che non rimanga, che svanisca dopo un po'? A chi non è arrivato alla fede. A chi non percepisce in queste opere, in questa bellezza il segno della Sua presenza. E perché non lo percepisce? Perché si arresta all'apparenza, come i giudei: vedono le opere, ma non arrivano a riconoscere l'origine ultima di esse. Per noi è come se questa bellezza che abbiamo davanti fosse staccata da Lui, non fosse documentazione di Lui all'opera in mezzo a noi: stacchiamo sempre il segno dalla sua origine. Allora i segni non ci confermano che Egli è all'opera, la fede non è una conoscenza di Lui attraverso quello che fa. Se è Lui, sarà Lui a preoccuparsi di darmi ancora altri segni, sarà Lui a preoccuparsi di rimanere presente, perché è l'unico che ha detto - se noi arrivassimo a riconoscere Chi fa questa bellezza che ci troviamo davanti, non ci verrebbe neanche un pensiero su come rimane - che sarà con noi fino alla fine del mondo. Come Lui sarà con noi non è un nostro problema. Se non arriviamo a questa conoscenza vera, siamo sempre nei guai dell'incertezza. 26 |