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Prosperi. Alla luce di questo, le prossime domande si chiariscono meglio. Seconda. «Manca l'umano: questa espressione è tornata più volte nelle tue lezioni. Ma cosa significa, al contrario, avere l'umano? A volte questa parola sembra avere contorni molto confusi. Cosa ci aiuta a distinguere l'umano come ne parli tu dalle continue immagini che inevitabilmente ci sorgono?».
Carrón. La confusione, come vedete, è rispetto a questo criterio di giudizio, perché esso non viene fuori da ciò che provo, ma davanti a ciò che provo: in me umanamente impegnato in ciò che provo. Per questo occorre l'umano. Se io riduco il mio umano soltanto a quello che mi pare e piace, è il crescere costante della confusione. Grazie alla corrispondenza, al di là delle immagini, uno comincia ad avere un criterio per giudicare quando c'è veramente l'umano e quando no. Ma quante volte vi è capitato di tornare da una festa o di ottenere il lavoro o di finire l'università, eppure di sperimentare una profonda insufficienza? C'è bisogno che vi dica io l'esperienza che fate voi? Non la condividiamo tutti? La questione è se noi, quando ci rendiamo conto di questo, siamo leali con l'esperienza che facciamo, con quello che viene fuori nell'esperienza. Perché per continuare ad andare dietro alle cose che ci paiono e piacciono dobbiamo negare l'esperienza della non-corrispondenza. Non è che non abbiamo tutte le spie accese, ma tutte! E siamo ben coscienti della differenza tra le immagini e il vero giudizio di corrispondenza! Occorre che ci aiutiamo in questo, che ci sfidiamo a questo in continuazione, perché altrimenti noi rimaniamo sempre nella confusione, tanto più in una situazione generale come quella di cui parlavamo ieri. Per questo occorre fare un lavoro veramente importante. e non incominciamo a fare esperienza e a essere leali così con la nostra esperienza - per distinguere quello che mi pare e piace da quello che mi corrisponde -, rimaniamo sempre più confusi. E la cosa non è senza conseguenze: facciamo quello che ci pare e piace e non siamo contenti, raggiungiamo quello che bramiamo e non siamo contenti. Cioè manca la corrispondenza col cuore. Come si distingue? Si distingue essendo leali con l'esperienza. Non è che devo spiegarvelo io adesso: guardate, guardate la vostra esperienza. Come l'esempio del gesso: non devo spiegarvelo io quando vi fa male o meno. Sapete voi quando il gesso vi fa male, o no? Sapete voi quando siete contenti, o no? Sapete voi quando siete veramente realizzati nella vostra vita, o no? Allora, se noi non giudichiamo (non vediamo che cosa è quello che ci corrisponde), rimaniamo sempre più confusi. (continua 58 |