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Carrón. Per potere riconoscere Cristo, per potere riconoscere la diversità di Cristo, occorre in contemporanea l'umano. E l'umano ce l'abbiamo tutti. Nessuno può dire che non ha l'umano, perché vorrebbe dire che non è una persona. Insomma: smettiamo di dire che non ce l'abbiamo! L'umano l'abbiamo tutti - possiamo usarlo o no, questo è un altro problema -, e per questo possiamo trovare Chi ci corrisponde. Se ciascuno di noi pensa al perché è qua, vede che ha almeno intravisto in qualche modo che nell'incontro con certe persone c'era una speranza per sé: che la vita poteva essere più grande, più bella, vissuta in un modo più umano. Questa condizione c'è perché Dio, che aveva deciso di farci partecipi della felicità inviando il Suo Figlio, ci ha costituito con questo cuore perché noi potessimo riconoscerLo quando Lo avessimo a incontrare. Era tutto nel disegno di Dio: ci ha fatto per Lui, per quella pienezza che può darci soltanto Lui. Ce lo dice la prima pagina della Bibbia: ci ha creati a Sua immagine, cioè ci ha fatti per Lui. In quel Giardino era tutta la struttura dell'io: ci ha fatto per una convivenza con Lui, per trovare la felicità nel rapporto con Lui. Secondo tutta la tradizione cristiana il nostro io è questo desiderio di bellezza, di pienezza, che trova il suo compimento nell'Unico che gli corrisponde. Per questo, fin quando non lo troviamo, il nostro cuore è inquieto. Allora sì, l'umano - dice don Giussani, e ci risparmia molti ragionamenti - è necessario per riconoscere Cristo, perché è questo paragone che uno fa tra l'esigenza di bellezza che ha e quel che incontra. Ed è vero quello che dice la seconda parte della domanda: l'incontro con Cristo fa fiorire l'umano. Fa fiorire l'umano perché mi rende consapevole di cosa desidero io, mi ridesta. Per questo tanta gente poi si arrabbia con il movimento: «Mi ha ridestato l'umano e poi non compie». Ma se l'ha ridestato! Se l'ha ridestato siamo ancora più noi stessi, più umani, e quindi più in grado di cogliere la corrispondenza. Perciò, quanto più uno vive l'esperienza cristiana, quanto più uno vive questo rapporto con Cristo, tanto più viene fuori tutta l'ampiezza del desiderio. Non è che cancella il desiderio, ma siccome è Colui che mi attira di più, mi soddisfa di più, mi rende più felice, allora viene di più fuori tutto il mio desiderio. 61 |