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I cattolici del "però"

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2009 20:06
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21/08/2009 13:13

Re:
(Gino61), 21/08/2009 12.37:

I cattolici del però
Negli ultimi anni, ci è capitato spesso di vedere folle oceaniche che si riuniscono in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù. Tutti questi ragazzi, che applaudono il Papa, hanno un aspetto rassicurante e sembrerebbero rappresentare un segno di speranza per la Chiesa. Perfino la televisione, tra uno spot pubblicitario e l'altro, ha più volte messo in evidenza il successo di questi giganteschi raduni, dedicando loro lunghe dirette televisive.
In realtà, come dice un vecchio proverbio, non è tutto oro quello che luccica. La fede non è una questione di apparenze o di indici d'ascolto. E' uno stile di vita.
A questo proposito, dovremmo chiederci: quanti di questi ragazzi condividono pienamente gli insegnamenti del Santo Padre? Quanti si sforzano di vivere concretamente il proprio impegno cristiano?
Tanti, sicuramente. Ma oltre a questi, purtroppo, non mancano i giovani che hanno uno sguardo critico nei confronti di alcune proposte della Chiesa. Io li chiamo "i cattolici del però". A volte, infatti, li sentiamo dire:"Sono cristiano, però…", "Ammiro il Papa, ma…", "Andrei in chiesa se…".
I cattolici del però contestano, soprattutto, i "no" del Papa a tutta una serie di cose che il mondo sembrerebbe già aver accettato o essere in procinto d'accettare: il divorzio, l'aborto, i rapporti sessuali prima del matrimonio, la pillola, il preservativo, la clonazione, l'eutanasia…
Tempo fa ho incontrato un giovane che mi ha detto, scherzando: "Giovanni Paolo II parla sempre di sesso. E' proprio uno sporcaccione". Ed un altro ha aggiunto: "Il Papa deve modernizzarsi. Non può continuare a proibire cose che, ormai, sono entrate nell'uso comune della gente. Se va avanti così, le chiese si svuoteranno".
Le obiezioni a quanto insegna Giovanni Paolo II sono tante. A volte vengono espresse dai giovani in modo volutamente polemico ed aggressivo, senza il minimo segno d'apertura. In alcuni casi, però, alla base di certe contestazioni ci può essere anche la buona fede ed un sincero desiderio di dialogo. Per questa ragione, è sempre bene ascoltare i ragazzi e saper cogliere le ragioni del loro dissenso. Bisogna riflettere sul perché di certi atteggiamenti, alle origini dei quali ci sono spesso esperienze personali dolorose.
Durante un viaggio, un paio d'anni fa, ho incontrato un giovane piuttosto agguerrito nei confronti della Chiesa. Suo zio, al quale era molto affezionato, aveva divorziato e si era sposato con un'altra donna. Di conseguenza, il parroco gli negava l'Eucaristia. Poi, però, lo stesso prete la permetteva ai mafiosi che frequentavano la sua parrocchia, pur sapendoli responsabili di azioni criminali. Addirittura, gli stessi mafiosi erano sempre in prima fila durante le processioni. E qualcuno portava perfino la statua della Madonna.
Vediamo, quindi, che la contestazione di certi giovani è spesso una reazione nei confronti di comportamenti incoerenti di altri cristiani che dovrebbero dare il buon esempio. In questo caso, il parroco avrebbe dovuto trattare i mafiosi con la stessa fermezza con cui trattava lo zio divorziato e risposato. Ma purtroppo, le miserie umane esistono e sempre esisteranno.
Per avviare un dialogo costruttivo, può essere utile spiegare ai ragazzi che il Papa non ha colpa dei nostri errori. Lui ha sempre parlato chiaramente. Sono gli altri, purtroppo, che non lo ascoltano.
Proviamo a fare un ulteriore esempio. Mi è capitato di incontrare dei giovani che criticavano fortemente la posizione del Papa contro il divorzio. In particolare, loro sottolineavano il fatto che anche la Chiesa ha il potere di annullare i matrimoni, attraverso meccanismi che rischiano di prestarsi ad abusi.
Ma se esistono certi abusi non è certamente colpa del Papa, che si è sempre battuto in favore della famiglia e contro le troppo facili separazioni. Il problema, semmai, riguarda certi coniugi furbacchioni, disposti a mentire di fronte al Tribunale ecclesiastico, pur di ottenere l'annullamento del loro matrimonio religioso (in realtà validissimo). Ciò che conta è la coscienza, e solo Dio la può guardare.
Ai cattolici del però bisognerebbe spiegare che i "no" di Giovanni Paolo II sono, in realtà, dei "sì". Sono dei bellissimi "sì" alla Vita, all'Etica, all'Amore Vero, ai Diritti di ogni Persona.
Il problema è che non tutti i cattolici hanno la preparazione adeguata per spiegare concretamente le ragioni della Chiesa ai giovani. Per farlo bisognerebbe impegnarsi di più e smetterla di essere dei cristiani passivi.
Non basta frequentare la Messa la domenica. E' necessario, compatibilmente con il proprio tempo, dedicarsi alla lettura e all'approfondimento del Catechismo, dei discorsi del Papa e dei documenti della Santa Sede. Attraverso l'impegno personale, sarà possibile comprendere fino in fondo le motivazioni delle scelte del Santo Padre. Questo, naturalmente, non è uno sforzo che riguarda soltanto i "professionisti" della religione (preti e suore). Devono essere soprattutto i laici, con il loro buon esempio, a dare la migliore prova del fatto che il Cristianesimo non è un'utopia.
Carlo Climati
Articolo pubblicato sul mensile “Mondo Voc” (novembre 2003)




Io li chiamo "i cattolici del però".

oppure "i cattolici adulti"

(senza nessun riferimento ai politici, ma è azzeccata la parola in

questo contesto)
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